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ANDAMENTO RAPPORTO DEBITO/PIL IN ALCUNI PAESI UE
• Anni Sessanta: forte crescita economica in tutti i paesi avanzati: (r-g) era
negativo e la maggior parte di questi paesi è riuscita a ridurre il rapporto
debito/Pil senza dover generare ampi avanzi primari.
• Anni Settanta: crescita più bassa ma anche tassi di interesse reali di interesse
molto bassi (talvolta negativi).
• Anni Ottanta: bassa crescita, alti tassi e disavanzi primari.
Il risultato è stato un forte aumento del rapporto debito/Pil.
COME SI RIDUCE UN ELEVATO DEBITO PUBBLICO: LE POLITICHE DI RIENTRO
1. AVANZI PRIMARI, si può agire:
a. Aumentando la tassazione/entrate (+T) , allargando la base imponibile,
privatizzazione di imprese pubbliche, vendita beni demaniali, finanze
straordinarie.
b. Riducendo la spesa pubblica (-G), tagliando la spesa improduttiva o la
spesa corrente.
Permette di contenere l’emissione di titoli, la spesa per interessi e la
crescitadel debito. Consiste in una pratica di signoraggio. Genera spirale
inflazionistica. Per questo motivo è stata accordata negli anni una
crescente autonomia alle banche centrali, che non rispondono più in modo
automatico al deficit del governo. I finanziamenti monetari dei disavanzi
pubblici sono stati proibiti dal Trattato di Maastricht del 1992: da allora non
sono più possibili per i paesi dell’Eurozona. Possiamo pensare al
signoraggio come al prodotto del tasso di crescita della moneta nominale
per i saldi monetari reali.
2. FINANZIAMENTO MONETARIO DEI DISAVANZI
3. IL RIPUDIO DEL DEBITO
Il default è la forma esplicita di ripudio del debito à quando il governo non
riesce ad onorare le sua promesse (rimborso dei titoli emessi, pagamento
Politica Economica 20
interessi)
Una forma meno drastica è un default parziale, ovvero la ristrutturazione
del debito. Questo genera problemi di reputazione, è difficile da
implementare per la sequenza dei creditori ed occorre trovare equilibrio tra
i diritti del creditore ed eccesso di peso sui debitori. Il consolidamento è una
conversione forzosa dei titoli a breve in titoli alungotermine.
• Il ripudio è considerato alla stregua di un’imposta a somma fissa, quindi
non distorsiva,ma determina i seguenti problemi:
a. perdita di reputazione, eliminando la possibilità di prendere a prestito in
futuro;
b. pesante redistribuzione del reddito, con effetti anche politico- elettorali;
c. instabilità finanziaria e fallimenti di banche (specie se detengono molti
titoli pubblici).
• Una forma indiretta di ripudio è la monetizzazione - ossia il rimborso
attraverso l’emissione di nuova moneta - che causa inflazione e riduce il
valore reale del debito. Preferibile solamente quando interviene come
sorpresa inflazionistica, non vi sono disavanzi primari e il debito pregresso
è a lunga scadenza e non indicizzato.
UN'ALTRA VIA: IL TASSO DI INTERESSE
Un'altra possibilità di contenere il debito è quella di abbassare il tasso di
interesse anche se è poco manovrabile in un’economia aperta con cambi fissi e
liberi movimenti di capitale.
I tassi di interesse in un paese altamente indebitato incorporano 3 “premi al
rischio” a seconda del peso:
rischio di svalutazione, nel caso il governo decidesse di monetizzare il
debito, creando inflazione e svalutando la moneta nazionale.
rischio di default (o di ripudio), che dipende anche dalle aspettative dei
mercati finanziari
rischio di liquidità, ossia il costo di dover vendere il titolo quando è difficile
trovare compratori.
REGOLE SUI BILANCI E VINCOLI EUROPEI
La regola base è il raggiungimento del pareggio di bilancio, inoltre dopo la
nascita dell’unione economica e monetaria. Dopo il Trattato di Maastricht del
Politica Economica 21
1992, segue il Patto di Stabilità e Crescita, vi sono 4 criteri di convergenza, 2
dei quali riguardano il debito:
a. Rapporto debito/PIL massimo al 60%.
b. Rapporto deficit/PIL massimo al 3%.
2 marzo 2012 → Fiscal Impact, che implementa il PSC, a cui si aggiungeranno
poi:
-six pack: meccanismo per gli squilibri macroeconomici (bolle immobiliari,
crollo competitività).
-two pack: i paesi UE che non sono già sottoposti a correzione, devono
presentare il proprio bilancio entro il 15 ottobre di ogni anno e la Commissione
emette un'opinione.
Quindi con il nuovo PSC:
-deficit strutturale al 0.5% del PIL, e per i paesi con il debito che supera il 60%
del PIL, il deficit strutturale può raggiungere l’1%.
-deficit al 3% del PIL.
-la Corte europea di giustizia verificherà che i paesi che hanno adottato il
trattato, lo abbiano trasposto nelle leggi nazionali. In caso contrario, uno Stato
può incorrere in una sanzione pari allo 0,1% del Pil.
Questo processo non è scevro da critiche, come la differenziazione
dell'applicazione delle regole tra paesi, la necessità di un'agenzia di
monitoraggio indipendente.
Cap. 4 LA POLITICA MONETARIA
CONCETTI FONDAMENTALI
La politica monetaria consiste nella gestione della quantità e del prezzo della
liquidità, cioè di mezzi di pagamento, in maniera da raggiungere diversi
obiettivi: stabilità dei prezzi, pieno impiego e stabilità del tasso di cambio. La
PM è uno strumento di stabilizzazione macroeconomica, poiché influenza i
tassi di interesse e quindi modifica le decisioni di famiglie e imprese (esempio:
se il tasso di interesse diminuisce, riduce il costo degli investimenti che
diventano più convenienti, e fanno aumentare la domanda aggregata). La PM è
gestita dalla BC, un'istituzione che può avere azionisti privati ma che opera
secondo un mandato pubblico, che le conferisce facoltà e monopolio di
creazione di base monetaria, e il prezzo di questa liquidità determina il tasso di
interesse sul mercato interbancario (o monetario). Gli strumenti della BC sono
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quindi l’emissione di moneta e il tasso di interesse. Ogni giorno le banche
concedono prestiti a famiglie e imprese, eseguono pagamenti e ricevono
depositi. Queste operazioni non sono sempre in equilibrio e interviene la BC,
per fornire liquidità alle banche quando sono in difficoltà per rifinanziarsi. Dal
momento che la BC ha il privilegio di creare moneta senza limiti, la sua azione è
volta a rassicurare gli agenti economici sulla continuità del sistema dei
pagamenti, e assicura un prezzo unico e stabile per la liquidità. In questo caso
la BC è prestatore di ultima istanza (lender of last resort). In pratica, tutte le
banche commerciali hanno un conto aperto presso la BC in cui depositano le
loro riserve. La BC crea liquidità e la distribuisce alle banche accreditandola su
questi conti, cioè aumentando le riserve. Tuttavia la BC non fornisce liquidità
gratuitamente e cerca inoltre di coprirsi rispetto al rischio di default delle
banche commerciali. Tecnicamente la liquidità è fornita dalla BC o acquistando
attività finanziarie dalle banche, oppure attraverso operazioni repo-repurchase
agreements. In questo caso la BC presta liquidità alle banche per un periodo
determinato e riceve a garanzia dalle banche un pacchetto di attività
finanziarie, il collateral. Alla scadenza del periodo, la banca commerciale
restituisce la liquidità, più il tasso di interesse richiesto dalla BC. Per coprirsi
rispetto al rischio di perdita di valore del collateral, la BC esige che il valore del
collateral sia superiore al valore del prestito. La differenza tra collateral e
prestito, chiamata haircut, è stabilità in funzione del rischio di default
dell’emittente del titolo dato in garanzia e della sua liquidità, cioè dalla facilità
con cui è possibile rivendere questo titolo sul mercato in caso di bisogno. La
liquidità ottenuta dalla BC può essere utilizzata dalla banca commerciale per
estendere nuovi prestiti, per effettuare dei pagamenti. La moneta creata dalla
BC si chiama base monetaria e le operazioni di fornitura di liquidità operazioni
di mercato aperto. La base monetaria, chiamata M0, costituisce la base
monetaria, ma la maggior parte della moneta viene creata dalle banche
commerciali nel momento in cui estendono il credito.
Nella pratica la creazione di liquidità è limitata dalla necessità di mantenere la
fiducia nel valore della moneta, e quindi nel suo ruolo di riserva di valore.
Il potere di creazione della moneta rende anche possibile il finanziamento del
deficit pubblico da parte della BC, che può acquistare titoli di stato, oppure
prestare direttamente al Tesoro.
Le banche quando si finanziano presso la BC, pagano un prezzo calcolato in
funzione del tasso di rifinanziamento (tasso di interesse). Questo può essere
positivo o negativo, e nel secondo caso la BC paga la banca commerciale per
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incentivarla a prendere a prestito. Più il tasso è alto, più bassa è la domanda di
liquidità. Fissando il tasso la BC ha il potere di influenzare la domanda di
liquidità. In tempi normali la politica monetaria consiste nell’aumento o nella
diminuzione del tasso di interesse e nella comunicazione circa il suo
andamento in futuro.
Una politica monetaria espansiva è un sostegno alla domanda di liquidità
attraverso una riduzione del tasso oppure un annuncio della sua riduzione
in futuro (+M, - i, incentivati gli investimenti) La politica monetaria
espansiva può spingersi fino a tassi nominali pari a zero (caso di
Danimarca, Svezia, Svizzera e Giappone dopo la crisi finanziaria del 2008-
09). Questa politica ha dei limiti che riducono l’efficacia della trasmissione
della politica monetaria: a) il tasso non può essere spinto sotto zero; b)
stimola la detenzione del contante. Trappola della liquidità, curva LM piatta.
Una politica monetaria restrittiva consiste in un freno alla domanda di
liquidità con aumento del tasso o annuncio del suo aumento in futuro (-M,
+i, disincentivati gli investimenti).
Breve storia delle Banche Centrali Nascono alla fine del 1600 in Svezia e UK
come soggetti privati per finanziarel’attività del governo e facilitarne i prestiti.
Hanno assunto la funzione di compensazione per le banche private («banca
delle banche»). Sono state rese nel tempo enti pubblici, anche se possono
avere capitale privato.
4 fasi storiche
A) Periodo d’oro (1870-1913): parità aurea per garantire stabilità;
venivanofinanziate solo attività reali.
B) Periodo nero (fine anni ’20): abbandono della parità aur