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Lo shock di domanda e offerta

Variazioni esogene della curva di domanda e offerta

Le variazioni esogene della curva di domanda e offerta sono definite shock.

Shock di domanda

Lo shock di domanda è tutto ciò che fa variare la domanda e che non è una politica fiscale o monetaria. Si parla di shock positivo di domanda se la domanda aumenta, di shock negativo di domanda se la domanda diminuisce. Ad esempio, l'introduzione delle carte di credito riduce la quantità di moneta ed equivale a un aumento dell'offerta di moneta, quindi è uno shock positivo di domanda che sposta la curva DA verso l'alto. Le carte di credito, infatti, fanno sì che le persone abbiano meno circolante (C/D diminuisce, cr diminuisce, m sale, M sale).

Shock di offerta

Lo shock di offerta è tutto ciò che causa una variazione esogena dei costi di produzione (detti anche shock da prezzi). Esempi di shock di offerta che spostano la curva OABP verso l'alto includono:

  • Alluvione o carestia
  • Costi di produzione che aumentano per gli shock petroliferi
  • Conflittualità sindacale che fa aumentare i salari

Ludovica Cascino A.A. 2023/2024

La disoccupazione

In questo capitolo viene studiata la disoccupazione presente nel sistema economico anche nel lungo periodo.

Il tasso naturale di disoccupazione

Definizione: il tasso naturale di disoccupazione è il tasso di disoccupazione medio attorno a cui l'economia fluttua. Il tasso di disoccupazione corrente può essere superiore o inferiore a quello naturale. È superiore a quello naturale durante periodi di recessione economica e inferiore durante i periodi di espansione (boom).

Notazione:

  • L = forza lavoro totale
  • D = stock di disoccupati in ogni istante di tempo
  • O = stock di occupati in ogni istante di tempo
  • s = tasso di separazione = percentuale di occupati che perde il lavoro in un dato periodo di tempo
  • o = tasso di occupazione = percentuale di disoccupati che trova lavoro in un dato periodo di tempo

In ogni istante di tempo ci sono:

  • s x O = nuovi disoccupati
  • o x D = nuovi occupati

Quando il numero di nuovi occupati è uguale al numero di nuovi disoccupati, il tasso di disoccupazione (disoccupati/forza lavoro) non cambia: o x D = s x O. Questa equazione definisce l'equilibrio di stato stazionario in cui la disoccupazione non cambia.

La condizione di stato stazionario permette di identificare il tasso di disoccupazione naturale = tasso per cui il numero di nuovi occupati è uguale al numero dei nuovi disoccupati. Dato che O = (L - D) => s x O = s x (L-D) = (s x L) - (s x D).

In stato stazionario: o x D = (s x L) - (s x D) => (o+s) D = s x L.

Calcoliamo il tasso di disoccupazione naturale dividendo tutto per L >> D/L = s/(o + s).

Se ogni mese:

  • L’1% dei lavoratori impiegati perde il proprio lavoro => s = 0,01
  • Il 19% dei disoccupati trova un nuovo lavoro => o = 0,19

Allora il tasso naturale di disoccupazione è dato da: D/L = s/(o+s) = 0,01/(0,19+0,01) = 0,0476 x 100 = 4,7%

Politiche economiche del governo riguardo il tasso naturale di disoccupazione

Il tasso di disoccupazione naturale cala se:

  • o aumenta
  • s diminuisce

È necessario studiare le cause di o e s, per poi attuare politiche che permettano di cambiare questi tassi.

La disoccupazione si divide in:

1. Frizionale

C’è sempre disoccupazione frizionale. Se il processo di ottenimento di lavoro fosse istantaneo (ovvero se o = 1), allora il periodo di disoccupazione sarebbe quasi nullo e il tasso naturale vicino a zero. L'economia avrebbe disoccupazione anche se la domanda di lavoro fosse sufficiente a occupare tutti i lavoratori. La disoccupazione dovuta al tempo necessario per trovare un lavoro è detta disoccupazione frizionale.

Per trovare un lavoro occorre tempo perché:

  • I posti di lavoro non sono tutti uguali e anche i lavoratori sono diversi tra loro (abilità, educazione…);
  • Reperire informazioni sui posti di lavoro e sui lavoratori richiede tempo ed è costoso;
  • I posti di lavoro e i lavoratori sono distribuiti sul territorio e la mobilità geografica richiede tempo ed è costosa.

Il governo può però rendere più facile l’incontro tra lavoratori e imprese con:

  • Uffici pubblici di collocamento: forniscono informazioni sui nuovi lavori e favoriscono l’incontro tra lavoratori e imprese.
  • Programmi di formazione professionale, che aiutano i lavoratori delle industrie in declino ad acquisire la professionalità richiesta nei settori emergenti.

Esiste inoltre il dibattito sui sussidi di disoccupazione. Il governo paga al disoccupato parte del suo precedente salario (per un periodo di tempo limitato) dopo la perdita del lavoro.

Effetti: La disoccupazione frizionale aumenta all’aumentare del periodo di sussidio. Il tasso di occupazione si riduce perché il sussidio riduce l’urgenza di trovare lavoro.

Vantaggi: I lavoratori possono cercare un lavoro più adatto alle loro esigenze e preferenze.

2. Strutturale

Le cause principali:

  • Leggi sul salario minimo
  • Sindacati e contrattazione collettiva
  • Salari di efficienza
  • Restrizioni e costi di licenziamento

Ludovica Cascino A.A. 2023/2024

Il salario minimo

Il salario minimo è il salario minimo legale che le imprese devono corrispondere ai lavoratori. Il salario minimo è inferiore al salario medio e non si applica alla maggioranza dei lavoratori (ovvero è inferiore al salario di equilibrio). Per questo motivo non può essere considerato come causa del tasso di disoccupazione naturale in quanto non si applica alla maggioranza dei lavoratori. Tuttavia è spesso superiore al salario di equilibrio di:

  • Lavoratori a bassa qualifica
  • Lavoratori giovani con poca esperienza (per cui parte della remunerazione avviene sotto forma di formazione professionale)

Un aumento del 10% del salario minimo riduce l'occupazione giovanile dell'1-3%.

Altre critiche: È uno strumento non mirato, spesso utilizzato da giovani di classe media in part-time. Strumenti alternativi: credito d'imposta concesso in modo mirato a famiglie a basso reddito.

Allora perché i sindacati possono cercare di ottenere salari superiori a quelli di equilibrio? I sindacati rappresentano (e massimizzano l'utilità) degli occupati (insider). I disoccupati preferirebbero salari inferiori che garantiscano la piena occupazione. In Italia i contratti di lavoro sottoscritti dai sindacati sono efficaci anche per i non iscritti.

È possibile che le imprese decidano volontariamente di pagare salari superiori a quelli di equilibrio? Sì, se salari elevati aumentano la produttività e permettono di aumentare i profitti. Alti salari:

  • Attirano i lavoratori migliori
  • Riducono il turnover e i costi di formazione di nuovo personale
  • Aumentano l'impegno sul lavoro e riducono l'assenteismo
  • Riducono i conflitti sindacali e gli scioperi
  • Nei Paesi in via di sviluppo migliorano lo stato di salute e di nutrizione

Ludovica Cascino A.A. 2023/2024

La domanda aggregata

24/10/23 - lezione 14 - seconda parte del corso

Capitoli 10-11-12

Vogliamo uno strumento per studiare l’economia nel breve periodo, in cui i prezzi sono fissi e in cui può esistere disoccupazione. Il PIL può non essere a livello di piena occupazione, ma anche inferiore.

Il nostro obiettivo è arrivare a costruire il modello IS-LM, il modello standard per studiare l’economia di breve periodo.

Per arrivarci iniziamo a studiare la croce keynesiana, lo strumento più semplice alla base della curva IS-LM. Modello composto da due curve:

  • Curva IS: rappresenta il mercato reale, dei beni, equilibrio tra domanda e offerta di beni;
  • Curva LM: rappresenta l’equilibrio nel mercato monetario.

In questo modello valgono le differenze studiate in precedenza tra lungo e breve periodo:

Lungo periodo:

  • Prezzi flessibili
  • Produzione di pieno impiego (disoccupazione pari al tasso naturale); dipende da tecnologia e fattori disponibili

Breve periodo:

  • Prezzi fissi
  • La produzione dipende dalla domanda aggregata
  • Shock e politiche di stabilizzazione influiscono sulla produzione
  • Una produzione inferiore a quella di pieno impiego è associata alla disoccupazione

Gli obiettivi in questo modello sono:

  • Studio della domanda aggregata nel breve periodo in una economia chiusa (NX = 0)
  • Analisi degli shock di domanda
  • Determinazione del reddito di equilibrio
  • Predisposizione delle politiche di stabilizzazione

È importante ricordare le variabili endogene:

  • Reddito nazionale Y
  • Tasso di interesse r
  • Componenti della domanda: C, I

Le variabili esogene sono invece:

  • Prezzi P
  • Politica fiscale: G, T
  • Politica monetaria: M

Il modello IS-LM spiega gli spostamenti della domanda aggregata per ogni dato livello dei prezzi. Questi spostamenti influenzano il reddito prodotto nel breve periodo.

La croce keynesiana

La croce keynesiana è il modello più semplice che presenta il pensiero di Keynes, grande economista che ha stravolto l’economia (dando in un certo senso vita alla macroeconomia). La croce keynesiana è un modello di economia chiusa ed è un semplice strumento grafico per determinare l’equilibrio tra domanda programmata e produzione effettiva. Ci basiamo sempre sull’identità: Y = C + I + G.

Keynes vive un periodo di forte disoccupazione e vuole creare un modello in cui questa possa essere rappresentata. La cosa importante della croce keynesiana è la distinzione tra investimenti pianificati e investimenti effettivi:

  • Investimenti pianificati: quelli che abbiamo deciso di fare
  • Investimenti effettivi: possono essere diversi

A inizio corso abbiamo visto che una parte degli investimenti sono gli investimenti in scorte (spesso non voluti) >> le scorte di magazzino >> ci sono delle scorte pianificate, ma se poi non si vende e si ha il magazzino pieno, tutto ciò che rimane è comunque considerato parte degli investimenti da usare per calcolare il PIL (e ovviamente è negativo per il proprietario dell’attività).

Bisogna quindi distinguere tra gli investimenti pianificati e quelli effettivi. Infatti, se definiamo il PIL come Y = C + I + G >> la I in questione rappresenta gli investimenti effettivi. Se invece indichiamo la spesa programmata con E = C + I + G.

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LudoCasci7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Segghezza Elena.
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