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DEFICIT
Il (debito) pubblico peggiora il saldo delle partite correnti e rende il Paese
debitore nei confronti dell’estero.
Infatti S = Y - C - G => se G sale, S scende => (S - I) scende => NX scende.
Tutto ciò che influisce sul risparmio (S) di un Paese ha effetti sulle esportazioni nette (NX)
di quel Paese.
Quindi, se voglio influire sulla bilancia commerciale di un Paese, devo lavorare sul suo
risparmio.
Analizziamo ora gli effetti delle politiche economiche di variazione della spesa pubblica.
Consideriamo una PICCOLA economia aperta:
Il tasso di interesse interno è pari a quello mondiale se l’economia è aperta, piccola e non
esistono restrizioni ai movimenti di capitali.
Se il tasso di interesse nazionale r è superiore al tasso di interesse mondiale r*, ad
esempio r = 3% e r* = 2%, le persone vorranno aprire mutui all’estero => se le banche
nazionali vogliono fare dei mutui nel Paese devono avere un tasso uguale a quello
mondiale, altrimenti non fanno più mutui.
Quindi un paese piccolo, che non può influire sul tasso di interesse mondiale, deve avere
tasso di interesse uguale a quello prevalente nei mercati finanziari internazionali.
r = r*.
È quindi regola che una piccola economia aperta abbia
Esempi grafici: Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
3/10/23 - lezione 8 Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Il tasso di cambio nominale (e)
prezzo relativo della valuta
Il tasso di cambio nominale è il nazionale in termini di una
valuta estera.
Esempio >> yen per euro:
Se il tasso di cambio è pari a 120 yen per euro allora con 1 euro è possibile acquistare
120 yen sui mercati valutari internazionali. “certo per incerto”
Esistono due misure per calcolarlo, noi usiamo 1€ = x$ >> misura
(con un euro, che è certo, quanti dollari mi danno?).
“incerto per certo”
Esiste anche il modo => quanti euro ci vogliono per comprare 1$.
Usiamo la prima: se la x cresce, l’euro diventa più forte (passo da 1€ = 1,05$ a 1€ = 1,2$)
=> il cambio si sta apprezzando. Al contrario se l’euro diventa meno forte = il cambio si
sta deprezzando. ε
Il tasso di cambio reale ( )
prezzo relativo dei beni
Il tasso di cambio reale è il nazionali rispetto ai beni esteri.
Serve per capire se il Paese è competitivo nei mercati esteri.
Esempio>> auto giapponesi per auto europee:
Confrontiamo i prezzi di un’auto europea che costa 10 mila euro e una giapponese da 2,4
milioni di yen:
Se il cambio euro/yen è 120 (1€ = 120yen) allora il costo dell’auto europea è 1,2 milioni di
yen ovvero la metà.
Il tasso di cambio reale ε è quindi dato da:
Se ε > 1 conviene comprare all’estero.
Se ε < 1 conviene comprare a casa (nell’es: ε = 0,5 < 1 infatti conviene l’auto europea).
Se ε = 1 è indifferente. Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Nel mondo reale: ε è il prezzo relativo di un paniere di beni nazionali in termine di un
paniere di beni esteri.
Nel modello macro: esiste un solo bene, “prodotto”.
Quindi ε è il prezzo relativo del prodotto di un Paese in termini del prodotto di un altro
paese.
Se ε↑ => i beni europei diventano relativamente più costosi rispetto a quelli esteri =>
EX↓, IM↑ => NX↓.
La funzione delle esportazioni nette riflette la relazione inversa tra NX e ε: NX = NX (ε).
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Disavanzo delle partite correnti:
Avanzo delle partite correnti:
Le determinanti del tasso di cambio reale:
Il tasso di cambio reale è correlato alle esportazioni nette:
- Se ε↑ => EX↓, IM↑ => NX↓;
- Se ε↓ => EX↑, IM↓ => NX↑.
Ma NX = (S – I) => al tasso di cambio reale (ε) di equilibrio la domanda di valuta
necessaria per effettuare NX è uguale all’offerta di valuta in eccesso agli investimenti:
(S – I). Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Aumento della spesa pubblica:
Una politica fiscale espansiva (G sale) riduce il
risparmio nazionale.
La minore offerta di risparmio nazionale rende
la valuta nazionale più scarsa e ne aumenta il
valore relativo.
Il tasso di cambio ε aumenta => diminuiscono
le esportazioni nette.
Aumento del tasso di interesse:
Un aumento del tasso di interesse (r* sale)
riduce la domanda di investimenti ed aumenta
il risparmio nazionale.
La maggiore offerta di risparmio nazionale
rende la valuta nazionale in eccesso di offerta:
Il tasso di cambio ε diminuisce => aumentano
le esportazioni nette.
Gli effetti di una politica protezionistica sulle esportazioni nette nel medio-lungo
periodo >> mettere dei dazi sui prodotti esteri è la cosa migliore?
Una politica protezionistica aumenta la
domanda di esportazioni nette NX per ogni
livello del tasso di cambio ε.
Il tasso di cambio reale ε aumenta fino a
quando il risparmio netto (che non è cambiato)
è uguale a NX.
Le esportazioni nette non cambiano.
In questo caso la cosa da fare per correggere il
bilancio commerciale non è mettere dazi, ma
aumentare il risparmio > S cresce, NX cresce.
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Politica di liberalizzazione commerciale > diminuire i dazi sui prodotti esteri:
Inizialmente NX peggiora, ma poi ε si
adegua scendendo a ε1 => aumento le
esportazioni => la bilancia commerciale alla
fine non cambia, ciò che succede è che
rende il Paese più aperto (esporta e importa
di più).
Al contrario nel caso precedente il risultato è
una chiusura del Paese (esporta e importa di
meno).
5/10/23 - lezione 9 Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Legge del prezzo unico:
Se le importazioni e le esportazioni sono a costo nullo allora beni identici devono avere lo
stesso prezzo reale in tutti i Paesi del mondo.
(Le ipotesi di questa legge sono quindi: (1) beni identici; (2) no costi di trasporto; (3) niente
blocca il commercio).
Se questo fosse vero, vorrebbe dire che eP = P* => ε = 1.
Se questo fosse vero => e = P* / P.
Questo ci dice che, secondo questa teoria:
- Se P* è costante e P sale, (e) si svaluta (scende);
- Se P* è costante e P scende, (e) sale.
Se così non fosse esisterebbero (ed esistono) possibilità di arbitraggio non sfruttate (ad
esempio comprare mele in Italia e rivenderle a prezzi superiori a New York).
Questa ipotesi è anche detta parità di potere d’acquisto.
Questa è una teoria verso cui l’economia tende ad andare, ma non è vera (neanche nel
lungo periodo) perché, per prima cosa, i costi di trasporto esistono.
LA GRANDE ECONOMIA
Per studiare una grande economia, dobbiamo utilizzare due grafici:
1. Il grafico dell’economia chiusa;
2. Il grafico di una piccola economia aperta. Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Possiamo però studiare gli effetti di una politica economica in una grande economia su r*:
r* viene determinato da S* e I* => se una grande economia (come ad esempio gli USA)
compie un atto di politica economica, cambia il suo risparmio S, ma anche il risparmio
mondiale S*, il quale influisce su r* => se G sale in una grande economia, r* sale.
9/10/23 - lezione 10
Ora studiamo gli effetti, su una piccola economia, di una politica economica fatta da una
grande economia (es. gli USA che attuano una politica economica che va ad influenzare
le piccole economie).
Il mondo è un’economia chiusa => il tasso d’interesse prevalente nei mercati finanziari
internazionali (r*) si ottiene come in un’economia chiusa: Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
CAPITOLO 7 La crescita economica nel lungo periodo
Finora abbiamo detto che il PIL è costante (economia classica > medio-lungo periodo > i
prezzi si muovono ma il PIL è fisso perché dato da K L e tecnologia).
Ora studiamo cosa fa crescere il PIL nel lungo periodo > studiamo il modello più semplice
MODELLO DI SOLOW.
di crescita economica =
La teoria della crescita economica nel lungo periodo studia l'aumento delle capacità di
produzione e consumo di un Paese (= perché il PIL nel lungo periodo cresce? Perché
cresce la nostra capacità di consumo?).
Obiettivi:
- Determinare le cause della crescita economica;
- Suggerire politiche che permettano di migliorare le condizioni di vita nel lungo periodo.
Il modello di Solow (premio Nobel per l’economia) studia il ruolo dell'accumulazione di
capitale fisico (=> investimenti), della crescita della popolazione e del miglioramento
tecnologico. Solow non spiega il motivo di questi tre avvenimenti, li prende come dati.
Rappresenta il paradigma di riferimento delle teorie successive.
La teoria della crescita di Solow (1956):
Obiettivi:
- Analisi dinamica della produzione aggregata;
- Politiche che permettono di massimizzare il consumo pro-capite;
- Ruolo della crescita della popolazione e dello sviluppo tecnologico.
Ipotesi:
- Market clearing: mercati sempre in equilibrio (=> prezzi liberi di muoversi, mercati
sempre in equilibrio);
- Economia chiusa (NX = 0) e assenza di G e T (=> non c’è Stato, G=T=0).
Variabili esogene:
- Tasso di risparmio (= quota del mio reddito che risparmio);
- Tasso di ammortamento del capitale;
- Tasso di crescita del progresso tecnologico;
- Tasso di crescita della popolazione.
Modello di Solow = modello dinamico:
Il capitale K e il lavoro L non sono fissi ma cambiano nel tempo a seguito di:
- Investimenti e ammortamento dello stock di capitale;
- Crescita della popolazione.
La tecnologia di produzione migliora nel tempo: crescita della produttività.
Ludovica Cascino A.A. 2023/2024
È il modello più semplice di teoria della crescita usato come riferimento nelle politiche
economiche e per i modelli più sofisticati.
Ma perché L e K sono variabili?
L non è fisso perché la popolazione può crescere o decrescere => variazioni
demografiche influiscono su L.
K non è fisso perché ci sono due forze che agiscono sul capitale:
1. Gli investimenti lo fanno aumentare (es. se investo compro un computer);
2. Gli ammortamenti lo fanno diminuire perché parte del capitale si logora = diventa
inutilizzabile (es. dopo tot anni il computer lo cambio perché non vale più)
ammortamento = percentuale del capitale che ogni anno si logora.
L'