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IDENTIFICAZIONE DELLO SPAZIO

L’identificazione dello spazio consiste nella decisione di quanti e quali casi inserire nella

ricerca rispetto alle premesse teoriche. Tale scelta deve essere equilibrata e intermedia: un

alto numero di casi porterà a un’analisi molto ricca e ad una ricerca con risultati suggestivi,

ma comporterà anche l’aggravarsi del problema delle terze variabili.

STRATEGIE DI COMPARAZIONE:

1. Studio del caso: il più grande teorico è GERRING, il quale individua 4 tipi principali:

Studi ateorici che non hanno un quadro teorico e non fanno riferimento ad ipotesi

esplicite; studi interpretativi che introducono nell’analisi nozioni o costrutto teorici ma i

riferimenti non sono ne sistematici ne approfonditi; studi generatori di ipotesi che

sviluppano generalizzazioni in aree in cui non esiste alcuna teoria e infine studi che

controllano le ipotesi che possono essere di tipo confermativo o falsificativo. Lijphart

sostiene l’importanza dell’analisi dei casi devianti, ovvero quei casi che si discostano da

generalizzazioni per lo più accettate. Tali casi vengono scelti per rivelare variabili

importanti aggiuntive che non erano state precedentemente considerate. Può essere

ritenuto alla stregua delle ricerche che falsificano una teoria, ma ciò che le differenzia è

il fatto che il caso deviante è ritenuto una sorta di eccezione nel contesto di una teoria

che non è completamente falsificata.

2. Comparazione binaria o di coppia: la comparazione può svolgersi tra casi simili,

quindi con caratteristiche comuni (strategia dei sistemi maggiormente simili) o tra

sistemi diversi (strategia dei sistemi maggiormente diversi). Per quanto riguarda

quest’ultima strategia, lo scopo è quello di spiegare un fenomeno osservando i valori

massimi e minimi e le modalità in ciascuna proprietà.

3. Studio d’area o con “piccolo N”: vengono esaminati dai sei agli otto paesi e con

questa strategia si considera una particolare area politica che comprende Stati con simili

o comuni tradizioni storiche, culturali, linguistiche, socio-economiche. Le aree più

studiate sono i paesi scandinavi, l’America Latina, il Sud Est asiatico, l’Europa orientale

e i paesi anglosassoni. Alcuni studi d’area mostrano che appartenere alla stessa area

geopolitica non implica necessariamente contiguità territoriale, ma piuttosto la

condivisione di alcune tradizioni o aspetti culturali. Altri invece mostrano come sia

possibile costruire artificialmente un’area quando lo stesso macro fenomeno si ripete in

diversi paesi, magari a distanza ravvicinata.

4. Strategia con molti casi: si studia fino a 30 casi. L’alto numero delle unità pone

problemi di semplificazione e rende difficile la raccolta dei dati mentre comporta una

riduzione delle variabili chiave.

DEFINIZIONE DEL TEMPO

Gli studi comparati più importanti sono diacronici per due motivi: le ricerche sincroniche

sono tali in quanto il tempo viene escluso dall’analisi del fenomeno e ciò preclude l’analisi

del cambiamento (dimensione fondamentale nella ricerca sociale che racchiude tutti i

fenomeni che possono essere studiati). Nell’analisi sincronica vi è sempre una forzatura,

poiché inevitabilmente non si può analizzare solo un giorno, ma piuttosto un arco di tempo

che per forza deve coprire qualche anno almeno.

Quando ci si occupa della definizione del tempo, quasi sempre sorge il problema della

periodizzazione in fasi o sequenze. La suddivisione in fasi è una modalità di analisi molto

comune e molti autori vi hanno ricorso. Quando si parla di sequenze si intende delle fasi tra

le quali è stata stabilita una relazione causale. Non esiste quindi solo una semplice

successione temporale, ma anche un legame esplicito di causa ed effetto. Importante è anche

il ricorso alle serie temporali (archi di venti-quarant’anni), che servono per identificare punti

di svolta, cambiamenti, crescita, declino o fenomeni di cambiamento. Nozione di soglia,

proposta da Deutsch e approfondita da Rokkan. La soglia è il punto in cui un accumulo di

cambiamenti quantitativamente misurabili porta a cambiamenti nelle caratteristiche

qualitative del fenomeno studiato.

ESEMPIO: quando si amplia il suffragio ristretto e si giunge a quello universale, viene

superata una fondamentale soglia di incorporazione poiché si passa da una fase (oligarchia

competitiva) ad un’altra (democrazia di massa).

IL PROBLEMA DELLA MULTICOLLINEARITÀ

La grande importanza della dimensione temporale nelle ricerche comparate in macropolitica

era già evidente tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, quando si sviluppa uno dei filoni più

importanti della ricerca comparata con Rokkan: il settore che studia le trasformazioni in

senso democratico dei regimi politici. In questo specifico settore, per studiare il

cambiamento i ricercatori hanno spesso fatto ricorso al concetto di “processo”, riuscendo

così a scomporre analiticamente le varie dimensioni del mutamento e di ipotizzare diverse e

successive relazioni tra le variabili enucleate.

Quando si studia l’evoluzione di macro-fenomeni complessi che si sviluppano nel tempo, ci

si imbatte sempre nel problema della multicollinearità. Si intende l’effetto distorcente

nella ricostruzione causale di un macro fenomeno complesso che a sua volta è formato da

diversi altri fenomeni più specifici che avvengono e variano contemporaneamente.

Le soluzioni contro la multiccolinearità sono:

- Partire non dalla spiegazione della tendenza generale, ma da quella dei singoli casi che si

discostano da tale tendenza.

- Passare a piani più sistematici di comparazione sincronica di casi diversi nel tempo.

- Giungere ad ipotesi generali sulle cause del macro fenomeno in questione attraverso

l’accumulazione di indizi e ipotesi.

CAPITOLO 5: MECCANISMI CHIAVE

I meccanismi analitici sono strutture specifiche e ricorrenti di un ragionamento che sono alla

base di qualsiasi ricerca comparata. Tra questi troviamo:

1. Il triangolo di Ogden e Richards

2. Le regole della concetualizzazione

3. L’albero di Porfirio

4. Le strategie di classificazione

5. I canoni di Mill.

1. IL TRIANGOLO DI OGDEN E RICHARDS.

I due studiosi, in un trattato del 1946 hanno precisato quali secondo loro sono le componenti

essenziali di un concetto. In particolare, esso è il risultato dell’interazione tra il termine (la

parola usata), il significato associato ed il referente empirico (l’oggetto richiamato dalla

parola) e tutti e tre sono inseriti ai vertici di un triangolo. La costruzione di un concetto

presuppone che i tre aspetti vengano opportunamente precisati, in modo tale da evitare la

formulazione di un concetto ambiguo se la connessione tra termine e significato non è ben

chiara, vago se non è precisato l’oggetto empirico a cui il significato si riferisce e banale se

il significato non è ben articolato e organizzato rispetto al termine e ai referenti.

Nel linguaggio scientifico è fondamentale la regola base per la quale a ciascun termine

corrispondono un solo significato ed un solo insieme di referenti empirici. Non ci possono

essere né sinonimi né omonimi. Il difficile rapporto tra termine, significato e referente

costituisce il cuore della concettualizzazione, ovvero la formazione di concetti empirici. I

problemi da risolvere non riguardano tanto i concetti empirici in sé, quanto i concetti

normativi che riguardano ideali e valori, per i quali quindi non è sufficiente fare riferimento

a indicatori adeguati e relativi referenti empirici. Molti concetti di grande importanza nelle

scienze sociali hanno una doppia valenza, ovvero una empirica ed una ideale. (ESEMPIO: il

concetto di democrazia suggerisce diversi referenti empirici a seconda che si tratti di un

europeo occidentale, di un americano, di un russo o di un cinese).

Per chiarire la relazione tra valenza empirica e valenza ideale di un concetto ci si può

avvalere della distinzione tra:

- Definizione minima, indica i pochi aspetti essenziali e facilmente controllabili che

consentono di stabilire una soglia al di sotto della quale un fenomeno non possa essere

considerato in un determinato modo. (ESEMPIO: Sono considerati democratici tutti quei

regimi che mostrano almeno suffragio universale maschile e femminile; elezioni libere,

competitive, ricorrenti e corrette; più di un partito e fonti di informazione diverse e

alternative). Se dovesse venir meno anche solo uno di questi aspetti non ci si troverebbe

più in un regime democratico, ma in un altro assetto politico-istituzionale.

- Definizione massima fa riferimento agli ideali o principi come punto di partenza ed è la

conseguenza della definizione minima. Una definizione massima in senso proprio, infatti,

non può esistere. Questo perché quando sono in gioco gli ideali non è possibile fissare un

punto di arrivo, in quanto questi ultimi sono in costante evoluzione.

2. REGOLE DI CONCETTUALIZZAZIONE

- Definizioni dichiarative o analitiche dono descrizioni dell’uso di un certo termine in

base ad un controllo empirico.

- Definizioni stipulative creano un nuovo significato in qualche modo utile ai fini di una

qualche teoria.

- Dichiarazioni esplicative sono in parte dichiarative e in parte stipulative. Riprendono

l’uso più o meno corrente di un concetto senza eliminare la formazione di un significato

teoricamente utile rispetto ad una nuova realtà osservata.

Vi sono alcune regole, ideate da Sartori, per poter definire un concetto. Tra cui il

mantenimento di un ancoraggio terminologico che fa riferimento all’etimologia della

parola e rispetta il significato originario del termine e il mantenimento di un ancoraggio

storico in cui osservando quello che di fatto è stato ed è l’uso della parola. Infine si tiene

conto dei significati attribuiti a concetti simili quindi appartenenti allo stesso campo

semantico. Quest’ultima regola permette che la ricerca possa essere articolata con maggior

chiarezza e che, in questo modo, non venga fatto un lavoro superfluo con duplicazioni del

significato o del referente.

3. ALBERO DI PORFIRIO

Ideato da Cohen e Nagel, serve a comprendere la regola fondamentale secondo la quale

“connotazione e denotazione di un concetto sono inversamente correlate”. Per spiegare

ciò si fa riferimento al triangolo di Ogden e Richards: il lato del triangolo che collega

termine e significato riguarda la connotazione o l’intensione del concetto (insieme delle

caratteristiche definitorie essenziali e delle proprietà di quel concetto); mentre il lato che

collega significato e referente empirico definisce la denotazione complessiva o estensione

empirica (insieme dei referenti empirici a cui

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
16 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MattiSait di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica comparata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Morini Mara.