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Il tempo quantità e il tempo qualità nell'educazione

Oggi si tende a ritenere che sia più importante la qualità che la quantità, perché all'interno della famiglia e della scuola il tempo sembra ridursi ai minimi termini. Nella famiglia, il tempo di dialogo diventa sempre meno. All'interno della scuola, il tempo diventa fondamentale perché i bambini ci stanno molto, ma è ripiegato sui mezzi piuttosto che sui fini. Quindi spesso ci si preoccupa non tanto del fine educativo ma del fine istruttivo, perciò molto tempo trascorso a scuola ma con pochissimi fini educativi perseguiti. Nelle scuole dell'infanzia, la maggior parte del tempo è principalmente prescrittivo, cioè si basa su prescrizioni e sull'impartire ordini, rispetto a educare. Questo dipende da una parte dall'aspetto fisiologico, fa parte della fisiologia. Anche il tempo quantità è importante, cioè si...

ha bisogno anche del tempofermo, immobile che oggi non c'è infatti non sostiamo mai nella permanenza con l'altro perché troppo faticoso. È importante che sia insegnanti sia genitori fossero in grado di ritagliarlo all'interno dei contesti in cui si muovono, molto importante l'alleanza tra scuola e famiglia. Il patto formativo educativo è necessario perché solo così può avvenire una buona educazione può riuscire, se queste si muovono in direzioni opposte si creano discrepanze in cui avrà la meglio la famiglia. Corsi fa il tifo per il genitore quasi perfetto, genitore sufficientemente buono, cioè l'uomo non deve educare perfettamente i figli, infatti la persona è perfettibile, sbaglia e chiede scusa → la testimonianza è infatti essere credibili. anche il tempo quantità è importante, il tempo fermo immobile, che oggi non c'è non sostiamo mai nella

permanenza con l'altro perché troppo faticoso. Prestando attenzione al tempo qualità si può avere nell'apprendimento molti studenti che avranno ottime informazioni, ma se non si considera la quantità non si può aiutare chi ha delle difficoltà; nell'apprendimento c'è bisogno sia di quantità che di qualità perché non si hanno gli stessi strumenti di interpretazione del reale. Bauman afferma che nella nostra società il tempo è puntillistico = tanti eventi tra loro apparentemente legati che forniscono qualcosa di utile, se uniti in modo non lineare non ci trasmettono un quadro di coerenza. Questo tempo fa in modo che ognuno di noi viva delle esperienze tra loro slegate, a cui non si riesce a dare un senso oggi abituati a navigare, apprendiamo in maniera puntillistica cioè mettendo insieme informazioni reperite e successivamente si dà una propria forma organica = risultato.

dell'apprendimento può avere un massimo di credibilità o un minimo di coerenza. (I bambini non hanno tempo libero, il loro tempo è impiegato perché fanno molte attività che sono slegate tra di loro → non c'è coerenza interna ma la deve creare il bambino) La coerenza interna è creata costruendo il curriculum; il tempo puntillistico è slegato dove passato, presente e futuro sono tutti insieme perciò i puntini sono legati in base alle circostanze e alle intenzioni = l'uomo è quindi padrone del proprio tempo ma anche schiavo. Prima il tempo era lineare, a ogni attività ne consegue un'altra, c'era rispetto dei tempi poiché gli eventi non si sovrapponevano; c'era anche un apprendimento lineare che seguiva un pensiero logico. Corsi intende dire che si deve prestare attenzione alla quantità del tempo non solo alla qualità cioè come si trascorreva. UN TEMPO

DISTESO

Il tempo fermo, della riflessione serve e infatti gli affetti in specie come ogni possibile apprendimento ha bisogno di più tempo, di un tempo disteso (se bambino ha difficoltà ha bisogno di più tempo si deve dedicare il tempo quantità all'apprendimento) ma dipende da persona a persona c'è chi ha bisogno di meno tempo e chi di più. → il poco genera poco.

UNA PROGETTAZIONE ARTICOLATA E ARMONICA

Il docente non deve mettere in atto spiegazioni rapide ma delle progettazioni articolate e armoniche, così può ottenere la crescita cognitiva dei propri allievi e con continue verifiche cioè rilanci, controllo di ciò che è stato socializzato nel contesto classe, perché se non si capisce il pregresso non si può capire il presente e il progresso.

IL TEMPO CHE OCCORRE

Il tempo che occorre è quello necessario che si rispetta per far sì che l'obiettivo venga perseguito (il

Il processo educativo è lento, perciò ci vuole pazienza (sopportare). La qualità e la quantità del tempo educativo devono oggi incontrarsi e attuare la sintesi del tempo giusto, cioè quello necessario per una crescita di valori, il tempo che occorre che dipende dalla persona, ognuno ha il suo.

UN FIGLIO “UOVO FRITTO” O “SOUFFLÉ”? Modulo 93. Con questa metafora significa che avere un figlio è come preparare un uovo fritto o soufflé, cioè un figlio a cui dedicare poco tempo, poco spazio oppure un figlio che sia preparato in maniera armonica, al quale si dedica tempo, con una maggiore dedizione e infatti quando si educa si può scegliere una via più facile o una più difficile → in base alla scelta si hanno delle conseguenze. La pedagogia non offre delle soluzioni preconfezionate o strategie ma degli spunti per riflettere; poiché cattolico parte dall’esempio del Cristo.

migliori genitori e educatori sono quelli allegri, non è obbligatorio essere seriosi. Dell'adulto abbiamo un'immagine stereotipata che si basa sull'idea di sforzo, dedizione, di una persona seria e razionale, non di gioia. Il buonumore consente la qualità dell'esistenza infatti un proverbio dice la felicità porta fortuna. La felicità e il diritto di essere felici si imparano in famiglia attraverso processi educativi primari. 5. Educare e educarsi nella gioia consente di formare persone di valore perciò l'educazione necessità dell'apertura all'aspettativa che è felicità, LA COMUNICAZIONE A TUTTO CAMPO modulo 10 La comunicazione è molto importante, infatti Corsi afferma che l'educazione è comunicazione, ma non significa che tutte le forme di comunicazione siano educative ma che ogni volta che educo comunico, si mettono in campo strategie educative. Corsi prende in considerazione ilil linguaggio non verbale cioè i gesti, le espressioni facciali, il tono di voce, il contatto fisico, ecc. SECONDO "TEMA" Gli stili educativi sono le modalità con cui i genitori o gli educatori comunicano con i bambini. Lo stile permissivo è caratterizzato da una comunicazione poco strutturata e da una mancanza di regole chiare. Lo stile autoritario è caratterizzato da una comunicazione basata sul controllo e sulla imposizione di regole rigide. Lo stile autorevole è caratterizzato da una comunicazione aperta, basata sul dialogo e sulla collaborazione. TERZO "TEMA" La lettura della relazione educativa come sistema aperto significa considerare la comunicazione tra genitori o educatori e bambini come un sistema dinamico, in cui ogni azione e reazione influenzano reciprocamente gli altri elementi del sistema. In questo modo, si tiene conto dell'importanza di una comunicazione efficace e di una relazione di fiducia per favorire lo sviluppo e il benessere dei bambini. Questi sono solo alcuni dei concetti trattati nel volume "Pragmatica della comunicazione umana" di Paul Watzlawick, che rappresenta un importante contributo alla comprensione della comunicazione umana e delle dinamiche relazionali.

quello analogico o non verbale cioè la mimica, la gestualità. Questi a volte sono in accordo= c'è concordanza tra dire e fare ma altre volte no= c'è discordanza, infatti gli psicologi parlano di morale teoretica e morale concreta. Tra i due linguaggi quello più importante è il non verbale, a questo si dà più peso.

TERZO ASSIOMA

  • Il terzo assioma afferma che c'è interdipendenza tra relazione, contenuto e contesto-> quando comunichiamo siamo all'interno di una relazione, esprimiamo un contenuto e questi due assumono una forma in base al contesto in cui ci troviamo. C'è una relazione educativa quando ritroviamo docente, dicente e contesto ma se non ci sono questi è comunque presente una relazione in generale; poi c'è un contenuto cioè quello che è veicolato attraverso la relazione con linguaggio verbale o non verbale; infine c'è un contesto
in cui il contenuto assume valenza.
  • Una dinamica tra soggetti o gruppi è positiva se i messaggi trasmessi sono coerenti con il tipo e la qualità dei ruoli ->sec'è coerenza tra relazione, contenuto e contesto le dinamiche tra i soggetti hanno una valenza positiva. Per far sì che le relazioni siano sane questi tre campi devono essere coerenti. Se c'è discrepanza tra i tre campi si creano rapporti disegno negativo perché l'uomo impara a comunicare attraverso il criterio di prevedibilità cioè si impara a comunicare perché si è in grado di formulare interpretazioni o di prevedere il comportamento altrui sulla base della mia comunicazione cioè comunicando si imparano a ipotizzare le reazioni dell'altro. (per far ciò i gesti, le posture e i movimenti che assumiamo siano coerenti al contesto e al rapporto).
  • Esiste il luogo giusto per ogni effusione verbale e non verbale. Nella relazione,

senza tener conto di che tipo sia, insieme a contenuto e al contesto vanno a formare una dinamica comunicativa; questi 3 elementi sono variabili dipendenti.

La dinamica comunicativa è l'indicatore delle variabili -> a seconda della relazione varieranno il contenuto e il contesto; a seconda del contenuto varieranno gli altri; a seconda del contesto varieranno gli altri 2 e questo perché l'uno influenza l'altro.

Se si parla di relazione educativa = asimmetrica perché la dinamica apprenditiva avviene se c'è collaborazione tra i due soggetti interagenti, ma uno dei due ha controllo sull'altro.

La responsabilità del contenuto è principalmente dell'emittente più che del ricevente. Quando non c'è coerenza tra i tre (cioè che il docente veicola è diverso da ciò che fa oppure il contesto non è adeguato al contenuto e alla relazione) c'è una patologia comunicativa.

La quarta assioma afferma che esistono relazioni simmetriche (parlare con i pari) e asimmetriche (quando c'è un rapporto in cui uno si colloca su un piano superiore e l'altro su uno inferiore). I contesti funzionano quando

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Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaia1112 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Stramaglia Massimiliano.