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Disadattamento, devianza e marginalità
Disadattamento, devianza e marginalità sono termini usati per definire lo stesso aspetto, quando in realtà sono definizioni differenti. La devianza può essere causa di disadattamento, e dunque far precipitare il soggetto in una condizione di marginalità, ma può anche capitare che, nonostante un soggetto sia considerato deviante e trasgressivo rispetto ai modelli sociali dominanti, quello stesso soggetto si possa adattare all'ambiente. Ad oggi, la definizione di devianza si riferisce soltanto a comportamenti volontariamente aggressivi e comportamenti particolari. Ma è anche vero che, la devianza a differenza del disadattamento sta diventando sempre più difficile da definire, arrivando a riferirsi a semplice sofferenza originata da debolezza e fragilità esistenziale.
DISADATTAMENTO: (che può essere conseguenza di una devianza o marginalità) racchiude tutti gli aspetti di non
Realizzazione di sé da parte di un soggetto, con riferimento al suo rapporto con gli altri e con sé stesso. Quindi il disadattamento, provoca difficoltà sia nella costruzione della personalità, dei conflitti e delle emozioni, soprattutto quelle negative, sia per l'insuccesso scolastico o lavorativo. Queste difficoltà possono essere di natura individuale, come ad esempio, uno sviluppo anomalo organico, psichico o psicofisico, oppure di natura ambientale, familiare o sociale come, per esempio, fare parte di gruppi in condizione di minorità. Il disadattamento può andare da un'attività di pensiero di disagio, andando a creare valutazioni erronee di aspetti normali legati alla personalità, come l'essere timidi, riservati o riflessivi; a veri e propri comportamenti dissociali e delinquenziali, legandoli alla necessità narcisistica di porsi al centro dell'attenzione, come per esempio l'eccessiva esuberanza.
essere misurata solo attraverso il quoziente di intelligenza (QI), ma anche attraverso il quoziente emotivo (QE). L'empatia è la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri, mettendosi al loro posto e mostrando interesse e sensibilità verso di loro. Questa capacità è fondamentale per stabilire relazioni sane e significative con gli altri. Un altro aspetto importante dell'intelligenza emotiva è la capacità di gestire le proprie emozioni in modo sano ed equilibrato. Questo significa essere consapevoli delle proprie emozioni, saperle riconoscere e gestire in modo appropriato, evitando reazioni impulsive o distruttive. La cultura e l'ambiente sociale in cui si cresce giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'intelligenza emotiva. Ad esempio, una cultura che incoraggia l'espressione delle emozioni e la comunicazione aperta può favorire lo sviluppo di una buona intelligenza emotiva. Inoltre, la capacità di ironizzare sugli aspetti sgradevoli della vita può aiutare a gestire lo stress e a mantenere un atteggiamento positivo anche nelle situazioni difficili. In conclusione, l'equilibrio attivo e un buon adattamento sociale dipendono da diversi fattori, tra cui l'intelligenza emotiva, l'empatia, la capacità di gestire le proprie emozioni e l'ambiente sociale in cui si vive. Sviluppare queste competenze può contribuire a migliorare le relazioni interpersonali e la qualità della vita.il dialogo e la sinergia tra le diverse intelligenze possono contribuire a superare i conflitti e favorire l'adattamento reciproco. L'intelligenza emozionale, secondo Damasio, svolge un ruolo fondamentale nel prendere decisioni, gestire conflitti emotivi e cognitivi, e trovare soluzioni ai problemi concreti. Il concetto di adattamento varia nel corso della storia e dipende dal gruppo di appartenenza. Non solo il grado di deviazione dai modelli comportamentali condivisi determina se una persona è considerata adattata o meno, ma anche il livello di tolleranza sociale nei confronti di tali deviazioni. I conflitti possono riguardare diverse tematiche, come le differenze di età, di status economico, di cultura, di intercultura, di genere e di religione. Per quanto riguarda le differenze generazionali, il dialogo e la sinergia tra le diverse intelligenze possono contribuire a superare i conflitti e favorire l'adattamento reciproco.possiamo notare questo fenomeno soprattutto all'interno del mondo giovanile e adolescenziale, dove si vanno a creare spesso comportamenti disadattivi, come:- le forme di autolesionismo
- la tendenza a mettersi in situazioni di rischio
- azioni di fuga
- insuccessi scolastici
- dipendenza
- bullismo
- atti di crudeltà nei confronti di persone o esseri più deboli
adolescenti, non riguarda i singoli soggetti, ma riguarda tutti i soggetti che fanno parte di un determinato gruppo, in un determinato contesto. Ma un'adolescente oltre che manifestare il proprio disadattamento attraverso l'appartenenza ad un gruppo, può anche manifestarsi attraverso il bisogno di nascondersi dagli altri e il bisogno di solitudine.
L'età adolescenziale è caratterizzata da conflitti e contraddizioni, che portano a comportamenti aggressivi sia rivolti agli altri, sia rivolti a sé stessi come, per esempio, il provare il brivido per l'attrazione per il pericolo e mettersi in situazione di rischio, oppure l'anoressia da parte delle ragazze. Tutti questi comportamenti rappresentano una sfida pericolosa, nella quale mettono in gioco la propria vita mostrando al mondo e a sé stessi di essere in grado di controllare i propri istinti.
Gli adolescenti sono spinti da desideri di autonomia, e sono caratterizzati da una divisione interiore.
unasvalorizzante e l'altra idealizzante, che confliggono tra loro generando tensioni internecome, ansia, frustrazione e rabbia.
Alcuni studiosi dell'età evolutiva, sono concordi nel definire come "deviante", uninsieme di comportamenti dissociali, tali da compromettere l'interazione sociale con glialtri. Mentre comportamenti altrettanto dissociali, ma comunque discontinui, sonoinvece considerati, soprattutto da Freud, come comportamenti incontrollati, risultati diconflitti interiori non elaborati e ancora presenti, spesso determinati dalla proibizione edal desiderio di trasgredire. In seguito, con gli studi approfonditi sull'età adolescenzialedi Anna Freud, figlia di Sigmund Freud, è stato possibile fare riferimento, a riguardo diquesti comportamenti trasgressivi e devianti, all'inadeguatezza delle figure genitoriali esoprattutto all'incoerenza educativa, che avviene o tramite una severità punitiva oun'eccessiva
indulgenza. L'adolescenza è una sorta di seconda nascita psicologica, che si realizza con una nuova definizione di sé. Secondo alcuni studi, sono stati individuati degli aspetti narcisistici adolescenziali, come l'egocentrismo, l'impulsività e l'onnipotenza, e contemporaneamente manifestare aspetti oppositivi e conflittuali, caratterizzati dalla depressione. Per evitare che gli atteggiamenti di sfida adolescenziali si stabilizzino, occorre che le figure con funzione educativa, prendano le necessarie misure contenitive in termini di responsabilità e conseguenze, e non di colpe e punizioni. L'aggressività con la quale gli adolescenti interagiscono con gli adulti non di rado è rivolta anche verso sé stessi, attraverso atti impulsivi con cui vogliono dimostrare la loro importanza e il loro diritto di esistere e di contare. Ma inoltre, è fondamentale fare una distinzione tra l'azione del singolo e quella compiuta.all'interno di un gruppo, in quanto, il gruppo tende a mettere in atto questo genere di comportamento per noia o come azione di rivalità nei confronti di altri gruppi. Comportamenti che, al di fuori dal gruppo non verrebbe mai in mente di mettere in atto. Gli aspetti di prevenzione del disadattamento, non riguardano tanto i fattori di rischio, quanto i fattori di protezione in particolare l'intelligenza emozionale, che permette di acquisire la capacità di leggere il mondo e sé stessi attraverso l'ironia, l'accettazione della propria imperfezione e quella del mondo, diventando capaci di superare conflitti e criticità. Per evitare che la dissocialità momentanea si trasformi in permanente, è necessario comprendere queste azioni dissociali attraverso l'intelligenza emozionale; quindi, capire le circostanze per cui si stanno manifestando, ma anche imparando e insegnando a gestire le emozioni negative, accettando i propri limiti e.quale si trasmettono conoscenze, valori e competenze ai giovani, al fine di favorire il loro sviluppo e la loro crescita. È un compito complesso e delicato, che richiede attenzione e dedizione da parte di genitori e insegnanti. Per affrontare le imperfezioni e superare gli insuccessi, le frustrazioni e le delusioni, è possibile organizzare situazioni di apprendimento in ambito scolastico. Creare piccoli gruppi all'interno dei quali affrontare tematiche sull'espressione delle emozioni considerate negative, come il rancore, la rabbia, la paura e il bisogno di vendetta. Questo può avvenire anche attraverso la proiezione di film che rappresentino situazioni in cui vi sono azioni disadattive, e tramite discipline come la letteratura, l'arte, la musica e la scrittura, capaci di allentare le tensioni emotive accumulate. A livello familiare, è importante accettare le idee e i pensieri del figlio, anche se non coincidono con quelli condivisi dal nucleo familiare. È fondamentale saper leggere i messaggi indiretti nascosti dietro possibili comportamenti dissociali e disadattivi. L'educazione non è altro che il processo tramite il quale si trasmettono conoscenze, valori e competenze ai giovani, al fine di favorire il loro sviluppo e la loro crescita.quale un individuo impara aadattarsi, diventando sempre più autonomo, critico, autoriflessivo e relazionale, tramiteun processo in continua trasformazione e ridefinizione di sé. 4. COLTIVARE LA COSCIENZA DI SÉ Ad oggi è l'economia a guidare le scelte di chi governa il popolo. Gli uomini di potere,ovvero quelli situati in cima alla piramide di comando, aspirano al proprio successocercando di salvaguardare il loro dominio il più a lungo possibile e cercando ciecaobbedienza da chi non possiede alcuna forma di potere, ovvero la maggioranza dellapopolazione. Non vi è un modo per porre fine a tutto ciò, in quanto, soprattutto inalcuni paesi, più che in altri, una ribellione o un manifestare le proprie idee differentida quelli imposti, comporterebbe la perdita della libertà o persino della vita da partedei cittadini. Nonostante la "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" redatta dalle NazioniUnite (1948),È possibile ancora trovare alcuni paesi, anche s