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PROSPETTIVE APERTE E ITINERARI DA COSTRUIRE
Ogni uomo rappresenta un’identità plurale, e deve essere messo nella condizione di
riconoscere e valorizzare quelle diverse identità che sono gli altri. Sfida del
riconoscimento dell’altro. L’elemento che può fare la differenza è la disponibilità ad
apprendere, a formarsi. In ogni contesto educativo, quindi, sarà necessario mantenere
alta la motivazione, per dominare l’incertezza e per offrire la possibilità di formarsi.
L’uomo è spinto ad interrogarsi sulla propria condizione umana → volontà di
promuovere stimoli e situazioni di apprendimento continuo.
4.1 LE GRANDI SFIDE ETICHE E CULTURALI
Sfide da affrontare nel nostro tempo sono etiche e culturali, perché riguardano la vita
umana, coinvolgono la relazione nel quadro di un’etica pubblica capace di valorizzare
le differenze e promuovere inclusione socio culturale. Il rispetto che nasce sollecita le
persone ad assumere un atteggiamento di responsabilità, con il dovere di rispondere
alle domande poste dell’altro. L’altro, dice Natoli, si configura come domanda,
bisogno, a cui prestare attenzione. Per evitare frammentazione del soggetto, occorre
scoprire chi è, il suo ruolo nella società e nel privato, per esercitare la sua abilità ad
esistere e trovare un po’ di stabilità di fronte alla precarietà, attraverso un ripiegamento
interiore, che serve per individuare i propri punti di forza. Si tratta di emanciparsi per
liberarsi dal peso della routine (vs abitudine e rassegnazione). Cosa fa l’educatore?
Offre chiavi di lettura e comprensioni del mondo alle persone, per riconoscere i propri
segni di trasformazione in un mondo che cambia rapidamente. Sono chiavi di accesso
al mondo. L’educatore attraverso la cultura rende le persone capaci di vigilanza e
resistenza, permette di vivere in libertà, esprimere di un’energia creativa intellettuale.
Resnik: l’apprendimento per dirsi creativo dovrà stimolare l’elaborazione di nuove
risposte ai problemi. Resnick propone il concetto di Lifelong Kindergaten per riferirsi
all’apprendimento umano nella prospettiva di uno sviluppo completo che ricalca la
felicità infantile di cui anche Goethe ha parlato. Costituisce quindi una prima finalità, il
pensiero creativo. Resnik recupera messaggio di Frobel, secondo cui il gioco esprime la
parte più genuina e profonda del bambino del quale manifesta l’energia vitale e la
motivazione. Si tratta di una epifania di interiorità che può emergere con libertà e
felicità. Contro quei pedagogisti severi che vogliono indirizzare il gioco del bambino con
serietà e rigore ai fini della conoscenza e dell’insegnamento, molto meglio esercizio
libero e gioioso delle sue capacità. Innovativo. Frobel dice anche che il gioco
rappresenta il più alto grado di sviluppo del bambino di cui mostra la forza creatrice di
natura divina. Il bambino intuisce il proprio io e la sua natura spirituale grazie alle forze
che ha. Volontà pedagogica di Frobel nel far ricreare al bambino il mondo e l’ambiente
attraverso i propri occhi e mani. Capì che i bambini sono molto più inclini a creare e
costruire quando sono coinvolti in attività ludiche (questo ha ispirato i giochi di
mattoncini, per esempio i Lego. Frobel ha individuato una serie di giochi – tipo
mattoncini di legno- che che sono sia giocattoli sia materiali educativi. sono materiali di
sviluppo che propongono intuitivamente sotto forma di qualcosa da manipolare e con
cui operare quelle forme e quelle leggi in cui è intessuta tutta la realtà.). Quando Resnik
parla di apprendimento creativo si ispira a quello spirito che è dentro di noi, che, come
dice Goleman, predispone le persone al desiderio e volontà di innovare. Qual è il senso
dell’apprendimento creativo? Importanza sviluppo idee, la loro discussione, la volontà
di sperimentare continuamente, confronto tra idee. Le 4 p (Project (progetto), Peers
(compagni), Passion (passione), Play (gioco) sono il successo dell’apprendimento
creativo. Anche Robinson studiando la creatività e l’educazione interpreta questo
binomio come sfida culturale che riguarda le istituzioni. Le organizzazioni dei lavoratori
non sono come macchine: gli uomini hanno valori, idee, opinioni, storie di vita,
emozioni (Robinson). Aggiungiamo che l’uomo vive di cultura, apprende e cambia nel
tempo, spinto da curiosità e dialogo con la realtà e ambiente. Striano: il pensiero nasce
dall’esperienza e se ne distacca diventando strumento per la sua interpretazione.
L’apprendimento permette allora anche di ricostruire esperienze. Le scuole devono
insegnare alle persone il pensiero, per evitare l’omologazione del pensiero che porta
alla colonizzazione delle coscienze, sono utili esercizi di perplessità di cui parla Bodei,
cioè decentrarsi, dislocarsi e riposizionarsi. Servono ad allenare il pensiero attraverso
la riflessione. Heckman: la condizione di uscita dalla crisi socioculturale del presente
deve essere individuata in quelle opportunità di apprendimento che fanno crescere e
cambiare le persone.
4.2 POVERTÀ EDUCATIVA, RISORE PERSONALI E SILVER DEMOGRAPHY
Huxley dice che l’uomo non è influenzato solo dal passato, ma anche dal suo presente
e da quello che prevede come suo futuro. Il comportamento umano è influenzato dal
senso di sicurezza dei soggetti, comportamento può essere sostenuto da figure
educative capaci di guidare le persone nella loro crescita umana. Autonomia aiuta a
superare senso di sfiducia e di impotenza. Quando l’adulto si sostituisce al bambino
nell’esercizio e nello svolgimento di un compito, oppure il bambino si rinchiude in sé
assumendo un comportamento difensivo o, ancora, si sente umiliato
dall’atteggiamento dell’adulto, ecco che il suo stato d’animo si cristallizza. Importanza
dei contesti, interconnessioni tra sistemi e contesti, ovvero che un contesto genera
attese che si riversano nella realtà sociale. La povertà non è solo un fatto economico,
ma riguarda quello che Bourdieu descrive come “miseria di posizione”. Povertà
educativa distinta in assoluta (carenza di occasioni ed esperienza di apprendimento di
cui molte persone non possono fruire in ambito informale) e relativa (riguarda coloro
che non riescono a sfruttare adeguatamente le risorse e le competenze individuali che
possiedono). Silver economy si riferisce a redditi, patrimoni, consumi ma anche
fabbisogni stili di vita e valori degli anziani. Over 65
4.3 DIRITTI UMANI ED INCLUSIONE
Mounier: la persona ha una dignità che va protetta, la sua dignità sta nel voler
salvaguardare i valori che racchiude. Nella comunione con gli altri, la persona trova il
senso della propria vita, si crea spirito di comunità da costruire e consolidare. Si parla
di diritti umani nella convinzione che possano contribuire a riconoscere dal punto di
vista giuridico il valore dell’essere umano. Nel 1948 l’Onu aveva adottato la
dichiarazione fondamentale dei diritti umani: spirito di fratellanza e intende di una
collaborazione attiva tra soggetti. Il tema delle libertà fondamentale e dei diritti deve
riguardare le persone di ogni età. La dichiarazione dei diritti e del fanciullo (Ginevra,
1924) fino alla più recente Agenda 2030 che impegna in un patto gli stati a una
collaborazione interna a tutela degli individui e dei loro diritti, con particolare
attenzione verso infanzia. Si parla anche di sostenibilità. Amartya Sen parla di vita
buona a cui tendere. Il riconoscimento dei diritti umani è quindi la premessa per un
esercizio costruttivo della cittadinanza. Gardner indica alcune abilità e competenze
che possono contribuire all’affermazione della giustizia sociale nella regola delle 3 e:
excelence (padroneggiare i contenuti fondamentali della vita associata con il rispetto
delle regole), engagement (predispone gli individui alla salvaguardare dell’ambiente) e
ethics. Brocca parla di una strategia della concretezza, riferendosi ai contesti ed e
relazioni interpersonali. Impegno concreto scritto nell’ agenda 2030 è educazione di
base per tutti, assicurazione della frequenza dei licei, garanzia di e cura nella prima
infanzia, alfabetizzazione. Si delinea l’obiettivo di una cittadinanza mondiale. Servono
mentalità inclusive e altruistiche, pensiero riferito all’altro, alla sua libertà, nel rispetto
dei principi (Kourilsky: il dovere di altruità fa appello alla ragione, ai sentimenti, alle
emozioni e cultura umana) per un allargamento dei confini, volontà comune di
superare le possibili contingenze e differenze che verranno non ignorate ma condivise.
4.4 PER UNA PEDAGOGIA DELL’IMPEGNO: IL CONTRIBUTO DI DON MILANI E PAULO
FREIE
Don Lorenzo Milani ha fatto di Barbiana un simbolo nel mondo educativo e nella cultura
pedagogica. L’atteggiamento di Don Milani è stato mosso da una profonda fedeltà che
risuona con unica e vera connotazione dell’uomo e della stessa personalità umana.
Don Milani ripeteva con convinzione che nessuno era negato per gli studi. Per
comprendere e pensare occorre saper leggere e scrivere. Il maestro deve essere, per
quanto può, profeta, scrutare segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose
belle che essi vedranno chiare domani. La cultura opera in questa direzione: libertà di
pensiero e di espressione, per intendere gli altri e farsi intendere, per amarsi oltre le
frontiere. I ragazzi primitivi sono quelli che hanno maggiore bisogno di saper leggere e
scrivere, perché la cultura ed il sapere potrà renderli liberi, libertà che è un fatto ed un
atto di coscienza. Il possesso della parola, insegna Don Milani, seve agli uomini per
conoscere il mondo ed operare in esso. Il tesoro chiuso nella mente e nel cuore delle
persone ha bisogno di stimoli e di motivazioni per potersi affermare ed emergere. Non è
inoltre una questione di quantità o di qualità, questo tesoro è presente in ciascuno, ma
attende di venire fuori. La parola permette alle persone di afferrare sensi e di costruire
nuovi significati, per costruire una discriminante fra chi la possiede e chi ne è povero. È
la lingua che rende uguali gli uomini, ed eguale è chi sa esprimersi e intende
l’espressione altrui. “Nessuno educa nessuno, gli uomini si educano insieme”. Ciò che
avvicina Don Lorenzo Milani a Paulo Freire è la finalità attribuita all’educazione e alla
cultura, con l’uso della parola, il valore del dialogo come strategia per cogliere il
mutamento della realtà e formare il pensiero critic