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IL TESSUTO EPITELIALE DI RIVESTIMENTO
I tessuti
L'istologia è lo studio dei tessuti. Ma in medicina, cosa si intende per tessuto? Esso deve essere necessariamente formato da cellule e dalla matrice (ovvero la sostanza extra- o inter-cellulare) che le tiene attaccate assieme. La matrice può essere più o meno abbondante e, in alcuni casi, come negli epiteli, può essere talmente esigua, che quasi non viene considerata. La conseguenza è un avvicinamento maggiore delle cellule le une alle altre.
I tessuti che un essere umano possiede sono 4: epiteliale, connettivo, nervoso e muscolare. Ognuna di queste categorie ha però delle sottocategorie, tranne il tessuto nervoso. Ad esempio, esistono tre tipi di tessuto muscolare: liscio, striato e cardiaco.
Il tessuto epiteliale
Esistono 4 tipi di tessuti epiteliali: epiteli di rivestimento, epiteli secernenti, epiteli sensoriali ed epiteli particolarmente differenziati.
L'epitelio di
Il più semplice è l'epitelio di rivestimento. La caratteristica generale degli epiteli di rivestimento è la vicinanza stretta delle cellule le une con le altre: a parità di superficie le cellule sono più numerose negli epiteli in genere, perché la matrice è quasi nulla.
Cos'è un epitelio di rivestimento e dove lo si trova? Esso può rivestire le cavità interne degli organi cavi che sono in comunicazione diretta o indiretta con l'esterno. Ma questi tipi di epiteli svolgono una funzione specifica che riflette la loro struttura, in quanto in medicina una struttura corrisponde sempre a una funzione specifica: la protezione dall'esterno (si tratta di un motivo immunologico). Se vi fosse un danneggiamento dell'epitelio di rivestimento, potrebbero insorgere svariate patologie, come ad esempio l'ulcera peptica gastro-duodenale o la Sindrome di Mallory-Weiss, causata dall'erosione.
stessa larghezza.Stessa distanza. Nel caso dello studio di un vetrino con al di sopra tessuto epiteliale, esso si presenterà in maniera diversa in base al taglio effettuato, ma, ovviamente, sempre con le stesse componenti. Ad esempio, se si tagliasse in obliquo, si osserverebbero i nuclei delle cellule. In caso di taglio trasversale od obliquo, per capire bene la forma delle cellule prese in esame, bisogna far ruotare il pezzo ed effettuare un secondo taglio perpendicolare al primo. Quindi, ciò che si vede sul vetrino è bidimensionale e bisogna sforzarsi per cercare di immaginarselo in tre dimensioni.
Le caratteristiche degli epiteli di rivestimento potrebbero essere assimilate anche agli altri tipi di epiteli. La prima caratteristica è la presenza della membrana basale: non esiste, senza alcuna eccezione, un epitelio senza la propria membrana basale. Non esiste neanche alcun epitelio vascolarizzato, in quanto i vasi sono al di sotto della membrana basale (il tessuto epiteliale è a-vascolare).
Dunque, le sostanze che dal capillare devono raggiungere le cellule epiteliali, devono sempre attraversare un piccolo strato di tessuto connettivo, ovvero la lamina propria e quindi la membrana basale. Le sostanze di scarto fanno invece il percorso inverso. La grande maggioranza degli epiteli, soprattutto quelli pluristratificati, sono innervati, cioè i nervi si vanno a infilare tra le cellule epiteliali passando per la membrana basale e risalendo verso gli strati più alti. Ciò si può vedere bene al microscopio elettronico a trasmissione. I nervi si trovano soprattutto vicini alla base, ma si possono riscontrare anche tra le cellule più alte, arrivando fin quasi alla superficie libera dell'epitelio. L'epitelio corneale, ad esempio, è innervato (innervazioni di tipo sensitivo), per questo danno fastidio le lentine a primo impatto a contatto con le terminazioni nervose libere, ovvero quelle che stanno in superficie. Sulla cute, invece,raramente le terminazioni nervose arrivano fino alla superficie. Gli epiteli di rivestimento possiedono una classificazione: essi si classificano in base all'aderivazione embriologica, al numero degli strati e alla forma delle cellule. In base al numero degli strati, inoltre, esistono anche l'epitelio a più file di nuclei e l'epitelio di transizione. - Derivazione embriologica: esso può derivare dall'ectoderma (epidermide), dall'endoderma (epitelio respiratorio) e dal mesoderma (endotelio). Tuttavia, nelle prime classificazioni biologiche, si consideravano solo endoderma ed ectoderma. Le cellule endoteliali si trovano sulla parete interna dei vasi sanguigni ed è come se il grosso vaso fosse tappezzato da un epitelio. - Forma delle cellule: vi sono le cellule pavimentose, le cellule cubiche e le cellule batiprismatiche. Queste ultime venivano prima chiamate cilindriche, ma così dicendo si presupporrebbe che tra una cellula e l'altral'epitelio cilindrico monostratificato? Esso si trova nell'intestino tenue, nell'utero, nelle tube di Falloppio e nelle vie respiratorie.l’epitelio cubico monostratificato? Esso si trova nell’epitelio germinativo(ovaio), nei tubuli collettori, nella rete testis (testicolo) e nei plessi corioidei. Dove si trova l’epitelio batiprismatico monostratificato con i microvilli? Esso si trova nell’epitelio respiratorio (nelle prime vie), nell’epitelio fosse nasali e negli enterociti. Dove si trova l’epitelio batiprismatico monostratificato con le ciglia? Esso si trova nell’epitelio uterino, nell’epitelio tubarico e nell’epitelio respiratorio (nelle basse vie). Nel passaggio da un epitelio batiprismatico a uno squamoso, ovvero pavimentosopluristratificato, il passaggio è netto, cioè non vi è gradualità nel passaggio. Si parla allora di giunzione squamocolonnare e si trova nell’utero. In caso di metaplasia cellulare, uno dei due strati varia assumendo una conformazione diversa del normale. Esiste anche il tessuto epiteliale pseudostratificato: leLe cellule poggiano tutte sulla membrana basale, ma hanno altezze diverse e i loro nuclei seguono le altezze di ognuna delle cellule. Ciò potrebbe trarre in inganno, facendo pensare che si tratti di un tessuto pluristratificato, ma, in realtà, non è così. Le cellule più alte, ovvero quelle col nucleo più in alto, possono essere cigliate. Questo tipo di epitelio si trova nelle vie aeree, come ad esempio nella trachea o nei bronchi, perché in questo tipo di epitelio vi sono le cellule secernenti che secernono muco. Le ciglia di questo tipo di epitelio hanno movimento coniugato, cioè hanno movimento sincronizzato l'una rispetto all'altra (movimento elicoidale dal basso verso l'alto), e portano il muco dal basso verso l'alto per evitare che si accumuli nei polmoni. Il muco poi passa dalla trachea all'esofago per poi finire nello stomaco. Quando il muco diventa troppo, noi siamo costretti a espellerlo dalla bocca o dal naso.
Esso si trova nell'uretere, nell'epididimo e in altre zone dell'organismo. Si parla pure di tessuto epiteliale pluristratificato. La pluristratificazione è il principio per cui uno strato superiore poggia sullo strato appena sottostante. Uno strato pluristratificato si classifica in base alla forma delle cellule presenti sullo strato apicale. Un esempio, è l'epitelio corneale (riveste la cornea anteriormente), in cui le cellule basali sono cilindriche e quelle intermedie sono cubiche, ma quelle apicali sono pavimentose e, dunque, si tratta di un tessuto epiteliale pavimentoso pluristratificato. In un tessuto pluristratificato non per forza vi devono essere tutti e tre i tipi di cellule. Il tessuto pavimentoso pluristratificato si trova nell'esofago, nella vagina e nella cornea, ma solo quando esso è molle, poiché ne esiste anche un altro tipo detto corneo. Se si osserva l'epidermide, essa è fatta da vari strati, di cui quelloapicale è detto strato corneo. Esso si divide in due: la parte più interna è detta strato compatto, mentre quella più esterna è detta strato disgiunto, cioè quello che si perde nell'arco delle 24h. L'epidermide non è spessa alla stessa maniera in tutte le zone del corpo: la parte meno spessa è la palpebra, mentre quella più spessa è la pianta del piede e lo si può notare dal suo colore che è giallino, dovuto a uno strato lucido molto accentuato. Sulla palpebra lo strato lucido è quasi assente.
Le cellule dell'epidermide sono chiamate cheratinociti. Man mano che ci si sposta verso l'alto, il cheratinocita ha una citomorfosi cornea, ovvero si trasforma nelle lamelle cornee, ovvero i cheratinociti che hanno perso il nucleo. Sono formati dalla membrana e dai filamenti intermedi della citocheratina e sono quelli che normalmente si staccano dalla nostra pelle. Le cellule, dunque,
iniziano a staccarsi dal tessuto quando esso si stacheratinizzando, ov