Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 18
Riassunto esame Pedagogia generale, Prof. Amadani Monica, libro consigliato Pedagogia generale, Silvia Kanizsa e Anna Marina Mariani Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia generale, Prof. Amadani Monica, libro consigliato Pedagogia generale, Silvia Kanizsa e Anna Marina Mariani Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia generale, Prof. Amadani Monica, libro consigliato Pedagogia generale, Silvia Kanizsa e Anna Marina Mariani Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia generale, Prof. Amadani Monica, libro consigliato Pedagogia generale, Silvia Kanizsa e Anna Marina Mariani Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia generale, Prof. Amadani Monica, libro consigliato Pedagogia generale, Silvia Kanizsa e Anna Marina Mariani Pag. 16
1 su 18
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ALL'INTERNO DELL'ARCO EDUCATIVO COESISTONO ENTRAMBE QUESTE FUNZIONI

In base al contesto. Nell'attuale contesto storico i genitori fanno più fatica a dire di no che di si quindi l'educatore in questa epoca deve più fare attrito. Siamo in un contesto sociale che sta smantellando le regole. Alla fine tra scivolo e attrito siamo noi che dobbiamo scegliere e capire se in un determinato contesto dobbiamo svolgere una funzione più liberante o una più contenitiva. È un sapere scomodo perché noi in quanto educatore andiamo controcorrente.

La pedagogia e l'educazione sono scomode perché non si accontentano dell'esistente ma lavorano per un'idea di uomo e del suo destino.

QUESTO BAMBINO STA INIZIANDO UN VIAGGIO. Dove va? Non si sa dove perché è in viaggio. È proprio perché questo bambino non sa dove andrà che incontra il suo destino. L'educazione è questo.

Il processo cioè l'educazione vi dà una chiave, vi dà la possibilità di essere pronti ad aprire delle porte. Ma non si sa quali porte siano. È sua una barchetta di carta per far intendere che questo viaggio lo percorrono tutti, sia i bambini più fortunati ma anche quelli più sfortunati. L'educazione quindi è quel processo che lavora per un'idea di uomo e del destino, lavora per il cambiamento senza sapere che cambiamento sarà. Detto così, l'educazione è importante. Pensate senza educazione e senza questa chiave diventa un viaggio senza rotta, senza strumenti. Rischia di diventare un naufragio. Però oggi siamo in un'epoca dove qualcuno dice che l'educazione non è più utile. Siamo in un periodo storico dove tanti iniziano a non credere più nell'educazione. Quindi non è un momento facile questo in cui educare. Viviamo nell'illusione che per crescere bisogna

Togliere ogni condizione. Tantissimi genitori oggi dicono che per crescere i bambini devono essere liberi e accontentati. Siamo in un contesto storico che spinge molto verso l'annullamento dei modelli dell'autorità, basati sul rifiuto totale dell'asimmetria (cioè il fatto che l'educatore e l'educando siano su ruoli diversi) non si riconosce più il ruolo dell'adulto. Il problema oggi è che a tanti bambini viene sottratta la figura del maestro o dei genitori, crescono senza riferimenti. Non come noi che siamo passati da questa strada nella quale ci siamo fatti guidare e una volta educati li abbiamo abbandonati. IL VERBO EDUCARE È UN VERBO ALL'INFINITO, finché ci sarà l'uomo, l'educazione ci sarà sempre. L'atto educativo ha sempre un inizio ma non c'è mai una fine. - Quando le persone smettono di essere dipendenti da noi allora c'è la

fine dell'educazione.

ESEMPIO: PICCOLO PRINCIPE = alla fine il piccolo principe e La Rosa si salutano. Quando riusciremo ad avere il successo nel nostro lavoro cioè quando riusciremo a educare questi bambini loro se ne andranno.

IMPORTANTE: Ogni incontro educativo se possibile vivetelo sempre come se fosse il primo, sempre con l'entusiasmo della prima volta. Come se fosse l'unico e l'ultimo. Questo ci permettere di rendere speciale il legame con le persone che ci vengono affidate.

CAPITOLO QUATTRO LAVORARE INSIEME PER EDUCARE: IL VALORE DEL GRUPPO

Il lavoro di gruppo oggi è considerato una risorsa nei vari contesti educativi. Però è anche una fatica. Oggi lavorare nei contesti educativi comporta la necessità di imparare a lavorare in rete tra i servizi. Chi lavora nelle comunità lavora anche a scuola perché questi ragazzi vanno a scuola. Ma non c'è solo un lavoro di gruppo tra i servizi ma anche il lavoro di

Gruppo all'interno dei servizi. Nel mondo dell'educazione ormai è entrato in profondità e prassi quotidiana lavorare in gruppo. Il lavoro di gruppo ha delle risorse ma anche delle criticità. Sicuramente lavorare in gruppo (o in equipe) rende più efficace il raggiungimento degli obiettivi. Essere gruppo potenzia le risorse per raggiungere gli obiettivi. Il gruppo è anche un fattore protettivo. Protegge da una sorta di malattia professionale (sindrome di burnout) che colpisce molto spesso gli educatori, colpisce soprattutto le professioni sanitarie. Perché ci si sente bruciati? Perché la figura educativa ha tante responsabilità. Gli educatori si trovano a dover farsi carico a volte di situazioni molto complesse. I professionisti che lavorano soli sono più destinati ad andare incontro alla sindrome di burnout invece il lavoro in gruppo tutela moltissimo perché nel gruppo si dividono le responsabilità.

IL GRUPPO ALLEGGERISCE

GRUPPO DI LAVORO GRUPPO DI AMICI

si differenziano per gli obbiettivi

Quando ci troviamo in un gruppo di lavoro l'obbiettivo non è l'aperitivo come in un gruppo di amici ma il progetto educativo-

Til gruppo di lavoro deve fare attenzione a questo perché è l'aspetto più rischioso

CIOÈ RAGGIUNGERE GLI OBBIETTIVI

IN UN GRUPPO DI LAVORO: OBBIETTIVI-RELAZIONI

Perché un buon gruppo di lavoro funzioni questi due piatti della bilancia devono stare in equilibrio

CHE COSA SUCCEDE A UN GRUPPO CHE È TROPPO SBILANCIATO NELLE RELAZIONI?

si mette in secondo piano il lavoro, non si raggiungono in modo efficace gli obbiettivi

E INVECE COSA SUCCEDE SE UN GRUPPO È CONCENTRATO SOLO SUGLI OBBIETTIVI?

poca collaborazione e magari in questo gruppo non ci si sente bene

Quindi quando un gruppo deve lavorare deve avere a mente gli obbiettivi da raggiungere e quindi bisogna mettere in atto dei comportamenti orientati al

QUALI BISOGNI PORTANO LE PERSONE NEI GRUPPI?

- Bisogno di appartenenza e di riconoscimento (infatti la cosa che fa soffrire di più quando si fa parte di un gruppo è essere esclusi) i gruppi disfunzionali emarginano, bullizzano

- Bisogno di identità = bisogno di essere riconosciuti per quello che si è......

- Il problema è che quando un gruppo non funziona mina profondamente l'identità delle persone.

- Le persone nei gruppi cercano anche autostima.

- Un altro bisogno è la auto rivelazione (cioè condividere).

- Nel gruppo si chiede anche un'attenzione alla diversità. Il gruppo è il luogo delle diversità.

UN GRUPPO CHE NON FUNZIONA IN UN SERVIZIO EDUCATIVO A VOLTE SPINGE L'EDUCATORE AD ANDARSENE, CAMBIARE LAVORO. E QUESTO È UN FALLIMENTO TOTALE. QUANDO UN GRUPPO È TALMENTE DISFUNZIONALE DA FAR SCAPPARE LE PERSONE - E quindi bisogna fare attenzione ai processi con cui i gruppi si formano.

Pedagogia

generale e della comunicazione educativa (lezione 5) attenzione ai processi con cui i gruppi si formano:

COME SI DIVENTA GRUPPO?

Quando si parla di gruppo di lavoro si parla di un gruppo con cui ci troviamo a vivere, fare gruppo non è immediato. Ci mette nella condizione di incontrare resistenze. Il team building (costruzione del team) è un processo lento che affronta resistenze e tensioni. Il fatto di mettere insieme delle persone non equivale ad avere un gruppo. Se non si crea spirito di gruppo, la squadra non funziona.

Avere cura del gruppo è fondamentale, darsi sempre il tempo per costruire delle relazioni, imparare ed apprendere in gruppo tramite il confronto. Imparare in gruppo è diverso che imparare da singoli perché il gruppo offre confronto.

Il gruppo non è luogo in cui andiamo ad affermare la nostra visione dei problemi, è luogo in cui ci si va a confrontare con le idee degli altri.

Per stare in gruppo bisogna imparare ad ascoltare. Ci sono

conoscenze che anche l'altro può portare-vivere i conflitti come un'occasione= quando in un gruppo non c'è conflitto c'è qualcosa che non va. il conflitto è la situazione in cui emergono idee diversei conflitti sono gli eventi vitali di un gruppo, i gruppi crescono superando i conflitti= può essere il momento in cui si chiarisce e si riparte QUALI DIMENSIONI COLTIVARE? -bisogna aiutare le persone ad aver fiducia negli altri -aiutare le persone a vivere il conflitto come un'occasione, non con paura -avere senso di responsabilità: ognuno nel gruppo deve fare la propria parte, tutti sono responsabili -il gruppo insegna a fare autocritica, a fare una sana riflessività/ autoanalisi (dove posso migliorare, dove ho sbagliato io) va coltivato il fatto di voler stare e crescere in gruppo CAPITOLO SETTE LA RELAZIONE EDUCATIVA: STRUMENTO PRIVILEGIATO DEL FARE EDUCAZIONE -la è il nostro strumento di lavoro: si usa la relazione pereducare la relazione educativa relazioni-che cos'è la relazione umana e qual è il suo obiettivo? La relazione è l'unico luogo vero e autentico in cui possiamo conoscere l'altro, non c'è altro modo. Noi possiamo conoscere solo le persone con cui entriamo in relazione, il resto è apparenza. La relazione è riconoscere l'altra persona ma anche l'altro lato che c'è in me. L'esistenza è un con-essere, la nostra vita è relazione. Quando il bambino inizia a capire che lui è una persona distinta dalla mamma comincia a percepire un io. Si forma anche l'idea del tu. Fase della vita in cui i bambini dicono io è la stessa fase in cui dicono no (2 anni). Relazione educativa: si utilizza la relazione per educare. Motivo per cui si parla di comunicazione educativa: si usa la relazione e il dialogo per educare. Nel lavoro educativo è molto forte la dimensione emozionale, se non cisul processo di apprendimento degli studenti. Gli insegnanti dovrebbero cercare di creare un ambiente di fiducia e rispetto reciproco, in modo che gli studenti si sentano incoraggiati a esprimere le proprie idee e a partecipare attivamente alle lezioni. LA RELAZIONE TRA INSEGNANTI E GENITORI: una comunicazione aperta e continua tra insegnanti e genitori è fondamentale per il successo educativo degli studenti. Gli insegnanti dovrebbero coinvolgere i genitori nel processo di apprendimento dei loro figli e condividere informazioni sul loro rendimento scolastico. LA RELAZIONE TRA INSEGNANTI: anche le relazioni tra insegnanti sono importanti per creare un ambiente di lavoro positivo e collaborativo. La condivisione di idee, esperienze e risorse può favorire lo sviluppo professionale degli insegnanti e migliorare la qualità dell'insegnamento. In conclusione, la relazione educativa è un elemento fondamentale per favorire lo sviluppo e l'apprendimento degli individui. Coltivare relazioni positive e significative, sia in famiglia che a scuola, contribuisce a creare una società più armoniosa e consapevole.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
18 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofiaceoletta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Amadani Monica.