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Comprendere: Abitare le periferie

Oltre che un'area costruita, la città è un modo di vita, una forma culturale nel senso di un insieme di simboli significativi, di memorie storiche, di edifici pubblici e privati, di monumenti e chiese, di uffici e fabbriche; in altre parole, la città è un complesso di esperienze e valori condivisi e convissuti.

Il sociologo considera la città contemporanea un fenomeno sociale globale, ossia "una molteplicità di sistemi interrelati e interagenti, dotati di un'autonomia e di logiche di sviluppo relativamente (ma solo relativamente) indipendenti le une rispetto alle altre". Tra questi, è possibile individuare:

  • Il sistema economico-ecologico, relativo all'utilizzo del territorio e delle risorse umane e naturali, all'organizzazione sociale della produzione, alla creazione e alla distribuzione della ricchezza;
  • Il sistema politico, che riguarda...
l'accesso e la gestione del potere, l'organizzazione del consenso, l'elaborazione delle decisioni importanti e la loro applicazione pratica; • il sistema culturale, che coinvolge il sistema scolastico e massmediale, la trasmissione e la conservazione dei valori tradizionali e la produzione di nuovi riferimenti etici e valoriali; • il sistema famigliare, a sua volta elaboratore di azioni formative e morali riconducibili alla socializzazione primaria; • il sistema simbolico, determinato dalle fedi religiose, sacre e profane, "ossia rivelate o immanenti" (ibidem), e dal bisogno di appartenere alla comunità. Questi sistemi sono perennemente in collisione gli uni con gli altri, ed è proprio a partire da questo stato di dinamica agitazione che la città può continuare a svilupparsi ed evolvere: "lo sviluppo della città è una funzione del conflitto di cui la città stessa è teatro". Il quartierecostituisce quindi una sorta di sottoarea della città, caratterizzata da una ridotta estensione territoriale che la colloca in posizione intermedia tra lo spazio privato dell'abitazione e quello pubblico e anonimo della città, in cui l'interazione routinaria tra gli abitanti e un certo grado di organizzazione sociale sono più probabili e frequenti, riconducibili a una prossimità che si realizza per circostanze, per scelta o per caso, ma che comunque produce progressioni di appartenenza e condivisione di elementi simbolici, funzionali a rispondere a sei principali bisogni di coloro che vi abitano: interazione sociale, controllo sociale, sicurezza, organizzazione, senso di identità, socializzazione. Partendo dalla definizione di quartiere come "fascio di attributi spazialmente definiti, associati prevalentemente alla residenza, qualche volta in congiunzione con altri usi del suolo", Galster ne discerne le componenti: - caratteristiche spaziali e territoriali - caratteristiche residenziali - caratteristiche funzionali - caratteristiche sociali - caratteristiche simboliche - caratteristiche di identità Queste componenti contribuiscono a definire l'ambiente e la qualità di vita all'interno di un quartiere.strutturali degli edifici; • caratteristiche infrastrutturali; • strutture demografiche della popolazione residente; • servizi pubblici; • qualità ambientale; • accessibilità; • caratteristiche politiche; • caratteristiche dell'interazione sociale; • aspetti affettivi. 2. Mappe ultra geografiche e identità di luogo Abitare non significa soltanto risiedere in un luogo, ma soprattutto sapersi orientare in quel l'ambiente e identificarsi con esso, esperendo i significati che contiene: "Abitazione, quindi, vuol dire qualcosa di più di un rifugio: essa implica che gli spazi dove la vita si svolge siano luoghi nel vero senso della parola". Condizione dell'abitare è riuscire a sviluppare un attaccamento ai luoghi, che evolverà attraverso le fasi dell'esistenza con manifestazioni simili a come evolve l'attaccamento alle persone significative percorrendo emozioni positive e negative, secondocommistioni che legano indinamiche sentimentali, relazionali e affettive gli uomini, le donne, gli ambienti, rafforzando negli individui un importante senso di continuità e conferma, in ragione del quale non è azzardato affermare che parti considerevoli dell'identità e dell'immagine che ciascuno ha di sé, e che vuole offrire agli altri, traggono origine dai posti della sua vita e del suo cuore. L'identità è costituita ed è mossa non solo da una componente personale, derivata da esperienze e legami di attaccamento, ma anche dalle dimensioni relazionali e collettive, riconducibili rispettivamente ai rapporti, non necessariamente affettivamente densi, intrattenuti con gli altri in contesti specifici, e al processo di categorizzazione sociale attraverso cui l'io confluisce nel noi, producendo un senso di comune appartenenza. È proprio la componente sociale dell'identità di ciascuno a consentire

All'individuo diorientarsi nella società, nelle comunità e negli ambienti, collocando se stesso e gli altri in un sistema di categorie cognitive, emotive e comportamentali fondate sulla condivisione di valori, regole, credenze, norme. Sentendosi parte di un gruppo, come può esserlo quello dei giovani amici del quartiere, il soggetto tende a conformarsi alle scelte e alle azioni degli altri membri, accentuando la percezione delle somiglianze reciproche, investendoli di attrattività e stima, condizioni necessarie affinché possano trovare terreno fertile i meccanismi dell'empatia, dell'altruismo e della cooperazione, ma anche quello del distanziamento rispetto ad altri gruppi.

L'identità di luogo rappresenta l'insieme di cognizioni sull'ambiente fisico nel quale l'individuo vive che servono a definire, mantenere e proteggere l'identità di una persona e comprende un forte attaccamento emotivo a particolari luoghi.

L'identità di luogo si compone di ricordi, credenze, valori, attitudini, esperienze, emozioni che, sedimentandosi nell'ambiente, concorrono a soddisfare nell'individuo i bisogni di tipo biologico, psicologico, sociale e culturale, intrecciando corrispondenze tra mondo interno e mondo esterno da cui scaturiscono meccanismi di identificazione e significazione. 3. Appartenenze e legami deboli Appartenere a comunità di quartiere significa anche consolidare reti di rapporti amicali e legami interpersonali che, a seconda della combinazione di fattori quali il tempo a essi dedicati, l'intensità emotiva, il grado di intimità e confidenza reciproca e la significatività dello scambio di servizi, possono essere distinti tra forti e deboli. Sono legami forti quelli che si instaurano con le persone che rientrano nei Circoli di Conoscenza più ristretti e prossimi al centro, mentre sono deboli le relazioni intrecciate con conoscenti e individui che

si incontrano occasionalmente, magari riconoscendoli per il nome che portano o per quello che fanno, ma con i quali non sussistono rapporti frequenti e ravvicinati. I legami deboli, in altre parole, costituiscono occasione per perseguire nuovi incontri, opportunità, cambiamenti, per espandere gli orizzonti relazionali ed entrare in contatto con realtà e persone appartenenti a contesti sino a quel momento estranei: in altre città, nazioni e continenti, ma anche nella medesima località, addirittura nello stesso quartiere.

I legami sociali di vicinato rappresentano il collante che può trasformare un insieme di vicini non in relazione in un vicinato fonte di supporto sociale e senso di comunità e in un'unità sociale in grado di formare organizzazioni locali, di difendersi dalla criminalità e di mobilitarsi per scopi politici. Promuovere, anche attraverso la valorizzazione dei legami deboli, un senso di comunità aperto e inclusivo.

può costituire una delle chiavi attraverso cui è possibile perseguire percorsi di emancipazione e riscatto nei quartieri più disagiati. 4. Nei margini delle periferie Nelle periferie vive la forza lavoro che alimenta i guadagni del centro, ma che è esclusa dai meccanismi di arricchimento e redistribuzione. Per coloro che le abitano, alcune periferie, seppur impoverite, sofferenti e lontane dal centro, divengono l'unico luogo possibile per la socialità, per le relazioni significative e per resistere allo sradicamento, poiché difficilmente potranno sentire di appartenere all'altra città, quella delle zone centrali in cui si recano ogni giorno a lavorare, rivestendo mansioni generalmente poco qualificate. Il centro urbano rimane la meta che attrae i giovani delle periferie, quella che provano a raggiungere ogni volta che possono, per evadere dalla noia e dallo squallore degli isolati in cui vivono, per sperimentare, almeno per qualche ora.periferie, promuovere interventi educativi che favoriscano la riappropriazione comunitaria da parte dei ragazzi difficili. 2. L'importanza dell'inclusione sociale L'inclusione sociale è un obiettivo fondamentale per contrastare l'intollerabilità e la marginalizzazione. Attraverso interventi educativi mirati, si può favorire l'inclusione dei ragazzi difficili nella società che conta. Questo significa offrire loro opportunità di partecipazione attiva, di espressione delle proprie idee e di valorizzazione delle proprie capacità. 3. Il ruolo del centro come luogo di svago e sollievo Il centro, che inizialmente può essere visto come un luogo di svago e sollievo, può diventare un peso gravoso per chi non ha. È importante quindi che il centro diventi un luogo di inclusione e di supporto per i ragazzi difficili, offrendo loro occasioni di crescita personale e di sviluppo delle proprie competenze. 4. La necessità di interventi educativi Gli interventi educativi nelle periferie sono fondamentali per favorire la riappropriazione comunitaria e l'inclusione sociale dei ragazzi difficili. Questi interventi devono essere mirati, coinvolgere attivamente i ragazzi e promuovere la loro partecipazione attiva nella vita del quartiere. In conclusione, è necessario progettare interventi educativi nelle periferie che favoriscano la riappropriazione comunitaria e l'inclusione sociale dei ragazzi difficili. Solo attraverso la partecipazione attiva e il riconoscimento del proprio ruolo all'interno della comunità, questi ragazzi potranno sentirsi parte integrante della società che conta.periferie più degradate, educare alla partecipazione attiva alle dinamiche di quartiere, intervenendo nelle relazioni che intercorrono tra le azioni, le rappresentazioni e le proprietà fisiche dei luoghi per costruire legami sociali trasformativi. Il disagio e le criticità possono investire individui appartenenti a qualsiasi fascia anagrafica e compito dell'educazione è affrontarli in modo trasversale e mirato, considerando la successione dei piani che dall'individuale arrivano al globale, e viceversa. Età di per sé di disobbedienze, trasgressioni esperimentazioni lungo o oltre il filo del pericolo e dell'autolesionismo, l'adolescenza catalizza particolari attenzioni, anche perché sovraesposta e rumorosa nel panorama umano che popola i marciapiedi, le piazze, i parchi, le scuole, i locali pubblici e privati delle periferie. Con più frequenza e facilità rispetto agli adulti, agli anziani e ai bambini, i ragazzio il diritto di giudicare. Le ragazze, come tutti gli individui, sono unici e complessi, e non possono essere ridotti a semplici etichette. È importante considerare che le persone possono avere diverse esperienze di vita, personalità e modi di comunicare. Pertanto, è fondamentale evitare di generalizzare e di etichettare le ragazze come "difficili" senza una comprensione approfondita delle loro circostanze e dei loro punti di vista. Invece, dovremmo cercare di comprendere e rispettare le differenze individuali, promuovendo un dialogo aperto e inclusivo.
Dettagli
A.A. 2022-2023
14 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiarapollastri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fabbri Maurizio.