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Comprendere: Abitare le periferie
Oltre che un'area costruita, la città è un modo di vita, una forma culturale nel senso di un insieme di simboli significativi, di memorie storiche, di edifici pubblici e privati, di monumenti e chiese, di uffici e fabbriche; in altre parole, la città è un complesso di esperienze e valori condivisi e convissuti.
Il sociologo considera la città contemporanea un fenomeno sociale globale, ossia "una molteplicità di sistemi interrelati e interagenti, dotati di un'autonomia e di logiche di sviluppo relativamente (ma solo relativamente) indipendenti le une rispetto alle altre". Tra questi, è possibile individuare:
- Il sistema economico-ecologico, relativo all'utilizzo del territorio e delle risorse umane e naturali, all'organizzazione sociale della produzione, alla creazione e alla distribuzione della ricchezza;
- Il sistema politico, che riguarda...
All'individuo diorientarsi nella società, nelle comunità e negli ambienti, collocando se stesso e gli altri in un sistema di categorie cognitive, emotive e comportamentali fondate sulla condivisione di valori, regole, credenze, norme. Sentendosi parte di un gruppo, come può esserlo quello dei giovani amici del quartiere, il soggetto tende a conformarsi alle scelte e alle azioni degli altri membri, accentuando la percezione delle somiglianze reciproche, investendoli di attrattività e stima, condizioni necessarie affinché possano trovare terreno fertile i meccanismi dell'empatia, dell'altruismo e della cooperazione, ma anche quello del distanziamento rispetto ad altri gruppi.
L'identità di luogo rappresenta l'insieme di cognizioni sull'ambiente fisico nel quale l'individuo vive che servono a definire, mantenere e proteggere l'identità di una persona e comprende un forte attaccamento emotivo a particolari luoghi.
L'identità di luogo si compone di ricordi, credenze, valori, attitudini, esperienze, emozioni che, sedimentandosi nell'ambiente, concorrono a soddisfare nell'individuo i bisogni di tipo biologico, psicologico, sociale e culturale, intrecciando corrispondenze tra mondo interno e mondo esterno da cui scaturiscono meccanismi di identificazione e significazione. 3. Appartenenze e legami deboli Appartenere a comunità di quartiere significa anche consolidare reti di rapporti amicali e legami interpersonali che, a seconda della combinazione di fattori quali il tempo a essi dedicati, l'intensità emotiva, il grado di intimità e confidenza reciproca e la significatività dello scambio di servizi, possono essere distinti tra forti e deboli. Sono legami forti quelli che si instaurano con le persone che rientrano nei Circoli di Conoscenza più ristretti e prossimi al centro, mentre sono deboli le relazioni intrecciate con conoscenti e individui chesi incontrano occasionalmente, magari riconoscendoli per il nome che portano o per quello che fanno, ma con i quali non sussistono rapporti frequenti e ravvicinati. I legami deboli, in altre parole, costituiscono occasione per perseguire nuovi incontri, opportunità, cambiamenti, per espandere gli orizzonti relazionali ed entrare in contatto con realtà e persone appartenenti a contesti sino a quel momento estranei: in altre città, nazioni e continenti, ma anche nella medesima località, addirittura nello stesso quartiere.
I legami sociali di vicinato rappresentano il collante che può trasformare un insieme di vicini non in relazione in un vicinato fonte di supporto sociale e senso di comunità e in un'unità sociale in grado di formare organizzazioni locali, di difendersi dalla criminalità e di mobilitarsi per scopi politici. Promuovere, anche attraverso la valorizzazione dei legami deboli, un senso di comunità aperto e inclusivo.
può costituire una delle chiavi attraverso cui è possibile perseguire percorsi di emancipazione e riscatto nei quartieri più disagiati. 4. Nei margini delle periferie Nelle periferie vive la forza lavoro che alimenta i guadagni del centro, ma che è esclusa dai meccanismi di arricchimento e redistribuzione. Per coloro che le abitano, alcune periferie, seppur impoverite, sofferenti e lontane dal centro, divengono l'unico luogo possibile per la socialità, per le relazioni significative e per resistere allo sradicamento, poiché difficilmente potranno sentire di appartenere all'altra città, quella delle zone centrali in cui si recano ogni giorno a lavorare, rivestendo mansioni generalmente poco qualificate. Il centro urbano rimane la meta che attrae i giovani delle periferie, quella che provano a raggiungere ogni volta che possono, per evadere dalla noia e dallo squallore degli isolati in cui vivono, per sperimentare, almeno per qualche ora.periferie, promuovere interventi educativi che favoriscano la riappropriazione comunitaria da parte dei ragazzi difficili. 2. L'importanza dell'inclusione sociale L'inclusione sociale è un obiettivo fondamentale per contrastare l'intollerabilità e la marginalizzazione. Attraverso interventi educativi mirati, si può favorire l'inclusione dei ragazzi difficili nella società che conta. Questo significa offrire loro opportunità di partecipazione attiva, di espressione delle proprie idee e di valorizzazione delle proprie capacità. 3. Il ruolo del centro come luogo di svago e sollievo Il centro, che inizialmente può essere visto come un luogo di svago e sollievo, può diventare un peso gravoso per chi non ha. È importante quindi che il centro diventi un luogo di inclusione e di supporto per i ragazzi difficili, offrendo loro occasioni di crescita personale e di sviluppo delle proprie competenze. 4. La necessità di interventi educativi Gli interventi educativi nelle periferie sono fondamentali per favorire la riappropriazione comunitaria e l'inclusione sociale dei ragazzi difficili. Questi interventi devono essere mirati, coinvolgere attivamente i ragazzi e promuovere la loro partecipazione attiva nella vita del quartiere. In conclusione, è necessario progettare interventi educativi nelle periferie che favoriscano la riappropriazione comunitaria e l'inclusione sociale dei ragazzi difficili. Solo attraverso la partecipazione attiva e il riconoscimento del proprio ruolo all'interno della comunità, questi ragazzi potranno sentirsi parte integrante della società che conta.periferie più degradate, educare alla partecipazione attiva alle dinamiche di quartiere, intervenendo nelle relazioni che intercorrono tra le azioni, le rappresentazioni e le proprietà fisiche dei luoghi per costruire legami sociali trasformativi. Il disagio e le criticità possono investire individui appartenenti a qualsiasi fascia anagrafica e compito dell'educazione è affrontarli in modo trasversale e mirato, considerando la successione dei piani che dall'individuale arrivano al globale, e viceversa. Età di per sé di disobbedienze, trasgressioni esperimentazioni lungo o oltre il filo del pericolo e dell'autolesionismo, l'adolescenza catalizza particolari attenzioni, anche perché sovraesposta e rumorosa nel panorama umano che popola i marciapiedi, le piazze, i parchi, le scuole, i locali pubblici e privati delle periferie. Con più frequenza e facilità rispetto agli adulti, agli anziani e ai bambini, i ragazzio il diritto di giudicare. Le ragazze, come tutti gli individui, sono unici e complessi, e non possono essere ridotti a semplici etichette. È importante considerare che le persone possono avere diverse esperienze di vita, personalità e modi di comunicare. Pertanto, è fondamentale evitare di generalizzare e di etichettare le ragazze come "difficili" senza una comprensione approfondita delle loro circostanze e dei loro punti di vista. Invece, dovremmo cercare di comprendere e rispettare le differenze individuali, promuovendo un dialogo aperto e inclusivo.