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Isabella di Castiglia e l'ebraismo in Europa
Isabella di Castiglia, portò da un lato la conversione di gran parte degli ebrei e l'istituzione del tribunale dell'inquisizione (che portò alla persecuzione di molti ebrei e pericolo per i conversos), dall'altro l'espulsione dal territorio spagnolo di altre 10 comunità ebraiche. Questo comportò un movimento geopolitico importante che interessò una ridistribuzione di varietà religiose in un'Europa prevalentemente cattolica.
Questo passaggio è importante per capire il grande cambiamento della storia e del pensiero dell'ebraismo in Europa, influenzando il modo di interpretare l'identità religiosa. Venne data agli ebrei la possibilità di sentirsi uguali agli altri attraverso la conversione, che incideva dal punto di vista esteriore e sociale ma non sul piano intimo e personale. Una separazione che crea lo spazio per una divisione del piano sociale da quello familiare e quindi una visione non.
totalizzante della religione. Quindi all'interno di una dinamica tra gruppo di maggioranza e identità minoritarie (separate per motivi vari come religiosi, etnici, economici) si va formando un modello d'identità che il gruppo di maggioranza esercita su quello inferiore. All'interno delle comunità i compiti erano divisi in 2 poteri: quello secolare e quello religioso. Questa separazione fece nascere la voglia di riforma sociale (soprattutto tra ebrei francesi e tedeschi) che trova ispirazione negli ideali illuministi del 18° secolo. L'emancipazione ebraica, attraverso cui gli ebrei divennero cittadini a tutti gli effetti e non gruppi privi di ogni diritto, fu causata da spinte interne ed esterne. Gli ebrei cominciarono a voler prendere parte alle trasformazioni sociali, politiche e culturali. Dall'esterno invece, in alcuni contesti politici, nacque la necessità di formare una nazione unita con lo scopo di eliminare ognidiversità. Con la diffusione degli ideali della rivoluzione francese agli ebrei viene riconosciuto lo status di cittadini senza suddivisioni in gruppi vari. L'appartenenza religiosa non è più un elemento discriminatorio. A seguito di quest'emancipazione si è andata strutturando l'identità ebraica moderna basata sulla "scelta". L'ebreo, in quanto singolo cittadino, ha la libertà di decidere come vivere la propria religione. L'emancipazione è un importante elemento di secolarizzazione perché l'individuo non è più un soggetto comunitario che deve condividere le stesse esperienze del gruppo. Quest'emancipazione fu diversa per ogni paese:
- In Francia quindi vide una privatizzazione del religioso in funzione di un diritto di cittadinanza uguale per tutti i cittadini di uno stato laico. L'ebreo diventa israelita, che sottolinea la voglia di allontanarsi da ogni forma di appartenenza al
popolo ebraico.- In Germania fu un processo più lento, volto alla modernizzazione di usi erituali ritenuti primitivi. Importanza l'ebbe la Bildung, l'opportunità della formazione di sé e autoeducazione che formava ebrei tedeschi sempre meno ebrei.
11- In Italia l'emancipazione è legata sia alle idee diffuse con le conquiste napoleoniche che alle politiche dei Sovrani illuminati. Possiamo individuare 2 momenti specifici:
- gli ebrei italiani furono soggetti a un processo di assimilazione alla religione cristiana e abbandono dell'ebraismo.
- Nel 19° secolo si diffonde il Sionismo. In Italia la realizzazione di un processo unitario aveva abbassato il grado di ostilità nei confronti delle differenze, ciò permise alla comunità ebraica di intraprendere una strada verso un tipo di secolarizzazione originale. Tuttavia l'ingresso degli ebrei aveva generato sentimenti razzisti che sfociarono in antisemitismo.
Conseguenze le conosciamo benissimo ma qui ci interessa parlare del movimento sionista, il cui fondatore fu Theodor Herz. Questo movimento ha portato alla rielaborazione del significato di appartenenza ebraica. Il sionismo ha spostato il tema dell'appartenenza e dell'identità dalla sfera religiosa a quella politica e secolare. La scelta di vita ebraica è diventata più complessa: cosa significava essere ebrei, dove vivere, dove crescere i propri figli. Nasce anche il dubbio di chi siano questi figli della diaspora che vivono in Israele, ebrei "formati" da persecuzioni, fughe, che praticano un ebraismo prodotto da coloro che hanno vissuto lontano.
Non possiamo far a meno di parlare delle conseguenze etiche, morali, filosofiche, religiose, storiche e politiche della Shoah. Il concetto della memoria serve a rimarginare quelle ferite inflitte da questo tragico momento storico. Il popolo ebraico è stato sempre un popolo itinerante, lontano da Israele e
soprattutto da Gerusalemme, ciò ha maturato una forte coscienza storica e un senso di memoria collettiva. Mantenere la memoria significa rielaborare il passato per ridefinire il presente ancora segnato. Non si tratta di mantenere il ricordo della sofferenza ma di guardare ad un futuro scandito dalla ricerca di giustizia e amore. 3 – A seguito della distruzione del tempio di Gerusalemme per mano dei romani e del conseguente esilio, si è manifestata l'importanza dei testi sacri per la realizzazione della vita ebraica. Lo studio è la via attraverso cui si costituisce l'identità ebraica. Lo studio scandisce tutta la vita di un ebreo: il riposo serve allo studio che, di contro, è generativo e favorisce l'incontro con l'altro. Lo studio conduce a una cura delle relazioni che sfociano nell'abilità dell'ascolto. Ascoltare, per la cultura ebraica, è importante, significa esserci e instaurare relazioni.importante anche un’alfabetizzazione collettiva a tutti i livelli della società. Solocosì si può formare una collettività che vince le battaglie attraverso educazione ecultura e non armi. Lo studio poi deve trasformarsi in pratica, ovvero insegnamento.Insegnando si studia e impara non solo il contenuto, ma anche ciò che gli dà significato. Per la tradizione ebraica, studiare è il momento più vicino a Dio, ancorpiù della preghiera, perché è una ricerca di significato e di rapporto con il divino.Il metodo di studio più indicato è quello di coppia, l’apprendimento dei testi non vamai fatto da soli ma attraverso un dialogo che stimola la riflessione, in confronto el’apprendimento. L’apprendimento è possibile solo nella relazione, sia con ilcompagno che con il maestro. D’altro canto senza la motivazione di un educando acui insegnare non avvertirebbe lo stimolo
di continuare a studiare. La tradizione ebraica poi sottolinea l'importanza che i genitori insegnino ai figli, una responsabilità affidata a tutti i genitori, di tutti i tempi e di ogni luogo. 4 - Una delle trasformazioni importanti dell'ebraismo è dato dall'apporto femminile. Uno degli interrogativi è dato dal motivo dell'esclusione delle donne dallo studio approfondito dei Testi. Esclusione che ha condotto poi le bambine e le donne ad una situazione di scarsa conoscenza dei propri diritti e se vogliamo anche d'inferiorità. Vi è quindi la voglia d'interpretare i testi secondo un'ottica femminile indipendente da quella maschile. Questo sentimento nasce intorno agli anni 70 e il femminismo, le donne possono fare le stesse cose che fanno gli uomini. Gli anni 70 sono quindi un nuovo momento d'interrogazione identitaria dell'ebraismo, che negli anni 90 porta alle prime forme di autonomia. Le donnecominciarono anche ad ottenere cariche prima riservate agli uomini come quella di Rabbino. L'uguaglianza di genere, ovviamente, porta con sé la necessità di reinterpretare l'identità ebraica secondo un'ottica non più sessista. La donna non deve essere né una figura statica né inferiore o diseguale. L'emergere di un femminismo ebraico (per quanto possa sembrare ossimorico) è un altro momento, insieme alla shoah e alla creazione dello stato d'Israele, che ha trasformato il giudaismo nel 20° secolo.
Livia Romano: Per un'educazione universale. La via del buddhismo nelle società post-secolari.
Il buddhismo è una religione orientale che negli ultimi secoli ha avuto ampio consenso anche nel mondo occidentale. Innanzitutto ciò è dovuto ad una curiosità nei confronti dell'oriente, per le sue religioni e culture. Nel 20° secolo, molti giovani partirono alla volta dell'oriente,
Realizzando un ponte con l'occidente, ciò portò alla diffusione del movimento New Age. Apparso in America e Europa come critica alla società occidentale, consumistica e materialistica. Nonostante le numerose critiche, questo movimento ha manifestato "la persistenza del sacro nelle società postmoderne". La New Age ha favorito la diffusione in Occidente del Buddhismo ma anche di altre religioni orientali come Induismo, Giainismo, ecc. Oggi il buddismo è vissuto come un fenomeno sempre meno estraneo alla cultura occidentale, perché riesce a rispondere alle attese del tempo, oltre al fatto che "va di moda".
Dovremmo parlare di buddhismi al plurale, infatti è un sistema complesso e variegato, talvolta anche contraddittorio. Nacque nel 5° secolo AC per opera di Siddharta detto il Buddha. È una religione che fu in grado di adattarsi alle diverse realtà culturali, cosicché ne nacquero
diverse scuole e correnti di pensiero. In occidente il momento di fioritura del buddhismo fu il 900, con la diffusione della pratica Zen per opera del filosofo e storico giapponese Suzuki. In Germania e Francia nacquero delle vere e proprie scuole di buddhismo e anche l'Italia fu attratta dal fascino di questa religione. Nel 1985 nacque l'Unione Buddhista Europea. Oggi in Italia è la religione dopo cristianesimo e islam. 2 - Una delle teorie più diffuse sul buddhismo è che sia una religione atea perché non cerca un Dio trascendentale ma crede che tutto sia divino. La religione buddhista non crede in una fede cieca che sarebbe solo d'ostacolo alla ricerca della verità; essa è fondata sull'esperienza del divino. Altri vedono il buddhismo come una filosofia e non una religione, volta al raggiungimento della felicità e alla liberazione dalla sofferenza umana. Il buddhismo è visto come una paideia, un cammino di.crescita spirituale che coincide con un percorso auto-formativo: quando Siddharta raggiunse l'illuminazione