Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia e della preadolescenza, Prof. Di Donato Flavia, libro consigliato Pedagogia generale. Identità, percorsi, funzione, Franco Cambi, Marco Giosi, Alessandro Mariani Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia e della preadolescenza, Prof. Di Donato Flavia, libro consigliato Pedagogia generale. Identità, percorsi, funzione, Franco Cambi, Marco Giosi, Alessandro Mariani Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia e della preadolescenza, Prof. Di Donato Flavia, libro consigliato Pedagogia generale. Identità, percorsi, funzione, Franco Cambi, Marco Giosi, Alessandro Mariani Pag. 6
1 su 10
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La formazione è invece un processo di personalizzazione della cultura che sviluppa l’io e gli dà

una

“forma” personale (una identità, struttura, orientamento), che lo accompagna per tutta la vita e

che si

sviluppa attraverso soprattutto la “cura di sé”. Il tema è già proprio di Socrate, ripreso in Grecia

con il

modello di Paideia (formazione dell’uomo in quanto uomo); a Roma con la nozione di

Humanitas,

ripresa poi nel Rinascimento. Nella Germania del Settecento verrà chiamata Bildung e da lì avrà

una

diffusione in Europa su su fino ad oggi. La formazione è un processo inquieto e continuo

caratterizzato

dal rapporto personale con la cultura che si compie in molti modi: con la lettura, con la

meditazione,

con la scrittura di sé, etc. tenendo vivo lo sviluppo spirituale dell’io. È la formazione di un io

come sé

(identità personale). Tale processo di cura di sé è stato rilanciato da Michel Foucault con il suo

testo del

1984. E da allora si è sviluppato come un paradigma pedagogico attualissimo. Oggi però la

Bildung,

risulta criticata dai tecnologi e dai sociologi sistemici tipo Niklas Luhmann che sostituiscono ad

essa

come principio educativo l’“apprendere ad apprendere”, dichiarando essere questo il modello

formativo

più attuale. Altri, soprattutto filosofi, come Habermas si oppongono radicalmente a questa critica

della

Bildung e la valorizzano anche per il presente come principio educativo: per una società più

autenticamente democratica e per la formazione di soggetti più autenticamente umani.

3. La nuova professionalità docente.

È stato attraverso la richiesta di riforma della scuola (attuata attraverso i Programmi Scolastici e

gli

interventi legislativi dal 1962 al 2012, in particolare è stato la svolta dell’autonomia che in Italia

dal

1997 e 2000; 2007 e 2012), che tale professionalità nuova è stata delineata in documenti

ufficiali. Con

decisione. Indicandola come la chiave-di-volta della nuova scuola da realizzare. Una

professionalità più

fine e più responsabile, più autonoma anche), attraverso la presa di coscienza del proprio ruolo

da parte

dei docenti, attraverso le loro associazioni sia sindacali che culturali, attraverso la diffusione di

una

cultura pedagogica rinnovata (si pensi all’attivismo per le scuole elementari, alle

dispositivo-ricerca e

sperimentazione per la secondaria, al tema della interdisciplinarità, della metacognizione, della

complessità, etc.) che si è venuta a delineare dagli anni ‘60 ad oggi, una nuova identità

professionale

dei docenti assai diversa da quella più burocratica e più trasmissiva di saperi organicamente

definiti, di

ripetitore di lezioni sempre uniformi, di figura autoritaria, distaccata e giudicatrice tipica del

passato.

Figura sentita ormai oggi, come lontana ed estranea, perchè contrassegnata da un identità più

complessa definibile in termini di competenze che devono essere fatte proprie e rese fra loro

interattive,

secondo equilibrio e armonia e da risolvere sempre in situazione.

Le competenze:

-Competenza disciplinare ( di un sapere organico e rigoroso e aggiornato, sempre).

-Competenza curricolare (programmazione e organizzazione del sapere secondo uno sviluppo

organico

e verticale)

-Competenza didattica (di saper insegnare con chiarezza ed efficacia, utilizzando varie soluzioni

didattiche: dalla scoperta al lavoro di gruppo, al costruttivismo, etc.)

-Competenza Relazionale/comunicativa (di cura, di incoraggiamento, di aiuto, di corretta

comunicazione)

-Competenza Organizzativa: dal lavoro di classe con altri docenti (collegialità) alla

Organizzazione del POF al curriculo d’Istituto e sua realizzazione). Per quanto riguarda il POF,

si tratta

di organizzare percorsi formativi extracurricolari che integrano il programma curricolare e che

rispondono a interessi e vocazioni personali degli allievi, da sviluppare in forme laboratoriali.

-Competenza Valutativa (tra incoraggiamento e prove oggettive posseduta con precisione e

spirito).

4. La relazione educativa e la cura

Al centro della famiglia e della scuola sta la relazione educativa: Genitori-figli, Maestro-scolaro.

Una

relazione ben illuminata già da Socrate. Fissata oggi per la famiglia da Bettelheim nel suo Un

genitore

quasi perfetto. Relazione di sostegno e di cura. Tale era già in Socrate. Oggi, alla luce delle

scienze

dell'educazione, tale relazione è stata sempre più analizzata in modo fine e coerente e

organico.

Oggi la biologia ci ha sottolineato la debolezza di ogni soggetto umano alla nascita e il suo

bisogno di

cura. La psicologia ci ha imposto di declinarla per fasi: rispettando l'evoluzione della mente e

della

personalità infantile (si pensi a Piaget ma anche a Freud: l'uno teorico delle "fasi" della mente , il

secondo delle emozioni). Ci ha indicato l'empatia come fattore chiave della relazione

adulto-bambino e

ci ha illuminato sulle dinamiche emozionali del soggetto (nel gruppo, con tensioni verso la

leadership o

la dimensione di outsider, ma anche rispetto all'aggressività e al bullismo, ai comportamenti

borderline). Ci ha fatto capire i processi di apprendimento tramite motivazione, organizzazione e

sviluppo in ambiti diversi (estetico, scientifico, storico). Tutti aspetti di una psicologia della cura-

educativa. Così ha fatto la sociologia (ad esempio della famiglia e della scuola, delegittimando

ogni

principio autoritario della relazione educativa e ponendo al centro la collaborazione).

Così ha fatto la psicanalisi che ha scandito la crescita sessuale del soggetto ma anche le

possibili

deviazioni o blocchi che a loro volta agiscono su tutta la personalità; che ha valorizzato il gioco

come

attività specificatamente umana, sempre da tenere ferma nelle relazioni scolastiche e familiari e

sociali

in genere.

Da tutte queste discipline (più l'antropologia culturale, le teorie della comunicazione)sono

emerse

alcune certezze sulla cura educativa (diversa da quella medica e da quella spirituale-religiosa).

Una cura come sostegno (essere vicini, fare sponda, senza intrusione e dipendenza; ascoltare

attivamente; dialogare in modo aperto e tenere vivo il dialogo sempre) come comunicazione

positiva

(rispettosa dell'altro e aperta al comprendere), come superamento di ruoli rigidi (insegnante

come

controllore-giudice, da valorizzare invece come interlocutore, come guida, come consigliere),

come

"amore pensoso" (diceva Pestalozzi, per noi oggi comunicazione empatica reciprocamente

attiva come

stigma di un rapporto).

Cura che tecnicamente a scuola si declina come incoraggiamento, come coltivazione (o cura di

sé)

attraverso lo stimolo e l'esempio dell'insegnante.

Incoraggiamento: è un arte fine dell'educare, che sottolinea il positivo, si dispone al

comprendere, crea

responsabilità, a valorizzare attitudini, interessi, etc., ad osservare e discutere anche la stessa

relazione

in classe. Come? Con incontri di classe, affrontando i conflitti, creando vicinanza sempre tra

allievi e

tra docenti e allievi. Stimolando l'autovalutazione degli allievi. Fissando prassi di

comportamento.

Come ci ricorda Franta in L’arte dell’incoraggiamento.

Tale aver cura della cura non solo tende a creare "uno star bene a scuola" ma stimolare una

comunità

educativa che deve guardare anche oltre: all'obiettivo della cura di sé da parte di ogni alunno,

come

obiettivo da raggiungere attraverso soprattutto una pratica-di-pratiche culturali che ogni

soggetto

sceglie e coltiva (dallo sport all'arte, etc.). La cura educativa deve avere a proprio traguardo la

cura di

sé da sollecitare in ogni soggetto, oltre che a coltivare la relazione di cura in ogni attività

scolastica, da

fissare nell'arte dell'incoraggiamento e nella relazione empatica e nella comunicazione aperta.

5. La scuola. Identità, funzione e cenni storici

La scuola si costituisce come tale (come spazio ad hoc di formazione delle giovani generazioni

al

possesso di saperi, tecniche, regole, con al centro la scrittura e il calcolo e i principi della

tradizione

contenuti in opere letterarie, storiche, religiose etc.) già nelle Grandi Società Idrauliche. Sarà

centrale in

Egitto, ad esempio. E lì forma alla scrittura e ai valori religiosi ma anche alle tecniche (mediche,

ad esempio). Ma è tra la Grecia e Roma che acquista il suo volto più organico, seguendo anche

la

divisione sociale del lavoro tra manuale e intellettuale. E lì si darà una tradizione organizzativa e

culturale: la classe come ambiente di studio e la retorica come materia centrale. Le classi non

sono

omogenee per età ma lo sono per apprendimento. Al centro sta il maestro che gestisce la

classe stessa

con autorità. La scuola si organizza come elementare (a 7 anni) e secondaria (dai 12 anni), poi

superiore. La retorica (arte del ben dire e scrivere) sarà l’insegnamento chiave. Tali caratteri

saranno

tipici dell’Ellenismo (dal IV a.C. al IV d.C.), poi nel Medioevo (gestiti dalla Chiesa, con accenti

religiosi) e anche tra Umanesimo e Rinascimento (XV e XVI secolo). Sarà solo nel Settecento

che

nascerà il vero e proprio sistema scolastico organico che si sviluppa dalle scuole elementari

all’università (nata dopo il Mille), gestito dallo stato e articolato sul territorio nazionale, regolato

secondo norme comuni. Tale sistema verrà realizzato al meglio in Austria sotto Maria Teresa

d’Asburgo, nel secondo Settecento. Tale modello verrà poi attivato anche in altri stati con

significativi

caratteri comuni. Nasce così la scuola contemporanea, erede dell’Illuminismo ma anche delle

tradizioni

precedenti: i collegi dei Gesuiti (dal XVI secolo), le Università medievali, la cultura

retorico-letteraria

del Mondo Classico. Lì poi verranno realizzate le classi omogenee per età e verrà confermato il

ruolo

guida del docente.

Ma qual è il ruolo della scuola negli stati moderni? 1) Disciplinare i soggetti, partendo dai corpi e

passando alle menti, attraverso l’organizzazione degli spazi scolastici sottoposti a controllo e

delle

pratiche scolastiche, scandite dal maestro e con al centro l’esame. 2) Trasmettere i saperi di cui

la

società ha bisogno per tutelare la propria continuità. 3) Far assimilare una visione del mondo,

con i suoi

principi, valori,

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara-carbone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia dell'infanzia e della preadolescenza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Di Donato Flavia.