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L’ISTRUZIONE

L'istruzione è la manifestazione esplicita dell'educazione, essa ha l'intento di

trasferire cultura da una persona che la possiede ad una che non la possiede. Il

suo ambito d'azione sono le istituzioni formali.

Istruire, quindi, consiste nel far apprendere nozioni e conoscenze tramite

insegnamento teorico-pratico. E un processo formale e graduale e risponde sia

ad un'istanza sociale, sia ad un bisogno individuale.

L'istruzione, quindi, è un processo formale in quanto rimanda ad un insieme di

istituzioni che hanno il compito di istruire. In Italia il sistema di istruzione è

regolato dallo Stato ed è affidato alle istituzioni scolastiche nazionali che hanno

autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, sviluppo. Esso è organizzato in:

- Sistema integrato 0-6 anni non obbligatorio formato da servizi educativi per

l'infanzia e scuole dell'infanzia;

- Primo ciclo di istruzione obbligatorio come la scuola primaria (6-11 anni) e la

scuola -secondaria di primo grado (11-14 anni);

- Secondo ciclo di istruzione diviso in scuola secondaria di secondo grado (14-

19 anni) e percorsi triennali e quadriennali di istruzione e formazione

professionale

- Istruzione superiore offerta dalle Università, istituti tecnici superiori.

Il processo istruttivo, oltre che riguardare l'acquisizione di informazione, deve

tener conto anche dell'organizzazione, della pianificazione e gestione delle

attività attraverso le quali tale processo si concretizza.

Istruire quindi è un processo intenzionale che necessita di criteri di

progettazione in quanto si istruisce in funzione di obiettivi di apprendimento

che vengono previsti attraverso delle strategie educative che coinvolgono sia

l'insegnante che l'allievo.

Per programmare si fa riferimento alle teorie dell'istruzione che, partendo dalla

didattica, definiscono le modalità per favorire lo sviluppo del soggetto aiutando

a definire le pratiche, le metodologie attraverso le quali creare una buona

progettazione. Una di queste teorie è la teoria dell'istruzione di Bruner nasce

dal problema della conversione ovvero dal chiedersi in che modo sia possibile

far acquisire ad un allievo il modo di pensare di una disciplina. Essa da

importanza all'apprendimento attivo e all'interazione tra insegnante e studente

delineando criteri e condizioni che possono essere utilizzate come linee guida

per organizzare il processo di apprendimento:

1. Stabilire quali esperienze possano essere più in grado a generare una

predisposizione ad apprendere nell'individuo;

2. Specificare il modo in cui un insieme di cognizioni debbano essere

strutturate affinché possano essere comprese dall'allievo;

3. Specificare l'ordine più ottimale con cui presentare le informazioni che

devono essere apprese;

4. Specificare il tipo di ricompense e punizioni che si daranno nel processo di

apprendimento.

Bisogna tener conto di non rischiare di ritenere che l'apprendimento sia solo

frutto dell'insegnamento, questo perché l'apprendimento, in quanto processo

biologico, avviene a prescindere dall'insegnamento. L'insegnante deve essere

ben cosciente di ciò e per incanalare l'apprendimento in una certa direzione

bisogna che lui sia in grado di costruire ambienti di apprendimento progettati in

maniera intenzionale e ben pensati in modo da costruire percorsi di

apprendimento attivi e consapevoli per l'alunno.

Più nello specifico si mira a creare un apprendimento significativo, ovvero un

processo volontario, attivo caratterizzato da responsabilità e motivazione.

Secondo la teoria cognitiva di Ausubel alla base di una pianificazione formativa

ci deve essere l'analisi delle cognizioni del soggetto ovvero dell'insieme dei

processi cognitivi che l'individuo utilizza nella propria mente, questo perché

l'apprendimento tende a ricollegarsi a conoscenze preesistenti che lui chiama

organizzatori anticipati. Secondo Ausubel, infatti, noi apprendiamo tramite

un'organizzazione cognitiva ovvero organizziamo le conoscenze in modo

gerarchico e colleghiamo concetti generali a concetti specifici dove per concetti

si intendono elementi o eventi costanti che noi definiamo etichettandoli.

Ausubel, inoltre, fa una differenza tra:

- Apprendimento inteso come strategia utilizzata dal soggetto per selezionare

e discriminare informazioni che poi diventeranno conoscenza;

-Apprendimento significativo inteso come prodotto di una specifica competenza

in cui nuove informazioni vengono integrate in modo coerente con le

conoscenze preesistenti, promuovendo una comprensione più profonda e

duratura. È un processo attivo che gli insegnati devono saper facilitare tramite

l'istruzione.

Per Ausubel il processo di apprendimento è distinto in due momenti di

acquisizione delle conoscenze:

-Apprendimento per scoperta ovvero la scoperta di conoscenze tramite propria

esplorazione;

-Apprendimento per ricezione ovvero l'acquisizione di conoscenze tramite

insegnamento.

Quando all'acquisizione di conoscenze c'è anche la connessione delle stesse

abbiamo:

- Apprendimento meccanico, cumulativo senza una reale interazione o

connessione con le strutture pre-esistenti;

-Apprendimento significativo, costruttivo, non isolato ma connesso alle

conoscenze preesistenti.

Avremo quindi quattro modalità di apprendimento:

-Apprendimento meccanico per scoperta;

-Apprendimento meccanico per ricezione;

-Apprendimento significativo per scoperta;

-Apprendimento significativo per ricezione.

Nella teoria di Ausubel c'è una stretta connessione tra apprendimento e

didattica, egli ritiene fondamentale:

-Rendere significativo il materiale da apprendere;

-Partire dalle conoscenze pregresse;

-Concettualizzare;

-Connettere i nuovi concetti ai precedenti;

-Rileggere i concetti alla luce dei nuovi;

-Intuire possibili problemi;

-Riflettere sul proprio apprendimento.

Istruire quindi è anche formare in quanto è un processo che accompagna il

soggetto in quanto persona e per questo esso deve fornire determinati

strumenti cognitivi che possano formare un individuo autonomo dal punto di

vista interpretativo e conoscitivo.

CAPITOLO 5:

L’EDUCAZIONE

Educazione è un termine polisemico, ovvero possiede molti significati. Si

riferisce all'insieme di processi espliciti e impliciti per la conservazione e il

progresso socioculturale. Il suo ambito d'azione è la dimensione affettivo-

relazionale ed etico-sociale delle istituzioni non formali.

La parola educare, utilizzata nel lessico quotidiano, significa condurre, guidare,

allevare e quindi la promozione dello sviluppo di facoltà intellettuali, morali ed

estetiche della persona attraverso l'esempio e l'insegnamento. Questo

significato, però, corrisponde ad un solo aspetto dell'educare, perché, essendo

l'educazione collegata al contesto storico-culturale, esso assume innumerevoli

altri significati. Mialaret intende quattro letture del termine educazione:

- Educazione come istruzione riferendosi all'insieme di strutture che hanno lo

scopo di educare;

- Educazione come azione riferendosi all'azione esercitata dalle generazioni

adulte su quelle più giovani;

- Educazione come insieme di contenuti che orientano l'azione educativa;

- Educazione come risultato.

La pedagogia è un sapere sia pratico che teoretico. Dewey definisce

l'educazione come un sapere sistematico, riflessivo, trasformativo, sociale e

politico. Con la sua Teoria dell'esperienza intende il rapporto tra uomo e

ambiente come una transazione io-tu-mondo dove soggetto e ambienti di

modificano reciprocamente. L'educazione in questo contesto ha il compito di

direzionare l'esperienza e trovare le esperienze che più aiutano a crescere. Per

questo l'educazione presuppone intenzionalità, processo che da significato

all'azione umana. Data la sua intenzionalità assume un carattere

prevalentemente pratico, per questo di misura tramite la concretezza e la

reificazione (processo che porta qualcosa di astratto ad un oggetto concreto).

Educare vuol dire agire in vista di un cambiamento sulla base di una situazione

problematica; quindi, è un'azione trasformativa che richiede un ancoraggio

costante al contesto, un'apertura all'utopia, ovvero il possibile, ed è axiologico

ovvero orientato a dei valori. Per questi motivi l'educazione è una pratica

contestuale, sociale e politica.

Le prime forme di teorizzazione in ambito educativo risalgono all'Antica Grecia

con la paideia che nel corso della storia si è trasformata adattandosi ai

cambiamenti delle società. Ha poi assunto un profilo identitario speculativo

trasformandosi in pedagogia ovvero come filosofia metafisica dell'educazione.

Con l'età contemporanea c'è stata una cesura che ha dato la possibilità alla

pedagogia di disciplinarsi e diventare autonoma per poi passare alle scienze

dell'educazione.

Esistono varie forme di educazione:

- Educazione formale: intenzionale, consapevole ed esplicita, avviene nelle

scuole, università e dà risultati certificati;

- Educazione non formale professionale: intenzionale, consapevole ed esplicita,

avviene in comunità, case-famiglia, non dà certificati;

- Educazione non formale quotidiana: intenzionale ma non sempre consapevole

ed esplicita, avviene in famiglia o in ambiti lavorativi, non dà certificati;

-Apprendimenti informali: non intenzionali, non consapevoli ed impliciti,

possono essere viaggi, tv, cinema, musica, non produce certificati.

L'azione educativa è intenzionale perché teleologicamente orientata ovvero ha

un fine che è l'emancipazione di un soggetto. Nella pratica di organizzazione di

un'azione educativa abbiamo diversi approcci:

-Approccio deterministico che enfatizza il ruolo del contesto in cui l'azione

dovrà avvenire; -Approccio idealistico che valorizza il soggetto

indipendentemente dal contesto;

- Approccio transazionale in cui contesto e soggetto interagiscono nel

medesimo processo di sviluppo.

In generale, la riflessività è molto importante nel costruire un'azione educativa

perché consente di identificare le procedure, i modelli metodologici, le teorie e

le conoscenze che andranno ad orientare l'azione stessa. Quindi l'agire

educativo si delinea come una pratica riflessiva esercitata da professionisti che

agiscono nell'incertezza e nella tensione all'apertura. Il professionista

dell'educazione e della formazione è in grado di ripensare in modo critico-

riflessivo il suo agire per questo poss

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giadina0518 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia dell'inclusione e formazione negli adulti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Nanni Silvia.