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Fasi del processo creativo secondo Guilford

1) Nella prima fase del processo creativo Guilford constatò quanto l'informazione iniziale sia determinante rispetto soprattutto alle trasformazioni prodotte e nei processi di formazione dei sistemi generali.

2) Perché l'informazione iniziale possa poi trasformarsi, Guilford notò quanto fosse importante un periodo più o meno lungo di incubazione, durante il quale il processo creativo continuerebbe a lavorare, spesso in modo inconscio. Esso non ha una durata precisa: può svolgersi in pochi secondi, minuti, giorni, mesi o anni. La pausa di tempo, durante la soluzione di un problema è quel frangente in cui giunge la cosiddetta "ispirazione". È probabile che un tale processo si sviluppi a causa di una serie di interazioni fra i prodotti immagazzinati nella memoria e gli input che continuano ad arrivare dall'ambiente.

3) A quanto pare, anche per Guilford non può esistere un

processo mentale di natura creativa senza insight. Egli accompagna spesso questo termine, insight, al termine intuizione. Si tratterebbe del momento più eclatante del processo creativo, quello in cui si assiste a un "salto improvviso del pensiero da un livello a un altro, una vera e propria illuminazione, una specie di idea-chiave nella struttura ideativo-creativa.

4) L'originalità e la ridefinizione conducono a una produzione divergente di trasformazioni semantiche. Si tratta delle ultime fasi del processo creativo in cui subentrano meccanismi di elaborazione e di valutazione delle idee sorte. →Guilford elabora il modello della struttura dell'intelletto si tratta di un'analisi multifattoriale dell'intelletto in cui sono riportate le 3 dimensioni principali dell'intelligenza:

1) operazioni rappresentano l'attività che la mente svolge con le informazioni che le arrivano

2) prodotti

3) contenuti fanno riferimento al

tipo d'informazione che la mente elabora Questo modello è rappresentabile con l'immagine di un solido, formato da 120 segmenti o fattori che appare che il risultato del prodotto dei singoli prodotti delle varie categorie. Infatti, le tre grandi categorie sono ulteriormente suddivise al loro interno: - operazioni valutazione, produzione divergente, produzione convergente, memoria e riconoscimento - prodotti unità, classi, relazioni, sistemi, trasformazioni, implicazioni - contenuti figurativi, simbolici, semantici, comportamentali Quindi il cubo rappresenta l'azione della mente umana lungo queste tre direzioni, in base ai contenuti che la mente impiega, alle operazioni che compie e ai prodotti che ottiene. Tra le operazioni, quindi tra le attività che la mente svolge, Guilford identifica la produzione convergente, che è il modo consueto di pensare, dominato dalle esperienze passate, e che utilizza soluzioni già provate, adattandole.al nuovo problema. Il pensiero convergente individua la soluzione di un problema seguendo una sequenza d'informazioni strettamente collegate tra di loro, in base a regole ben impostate. Il pensiero divergente, al contrario rappresenta il libero flusso del pensiero e realizza nuove informazioni non presenti nella situazione iniziale. Attraverso il pensiero divergente, si procede senza vincoli precisi, superando i limiti del problema per creare una grande varietà di ipotesi e soluzioni possibili che prima non esistevano. Il pensiero divergente è, di fatto, identificabile con il processo creativo. 2.6 L'educazione e la valutazione della produzione divergente Guilford sostiene che, attraverso un opportuno training, si possano potenziare le diverse abilità intellettive, comprese quelle legate al pensiero creativo. Guilford realizzò diversi esperimenti per capire se e quanto fosse possibile incentivare la creatività degli alunni con un'adeguata azione.educativo-didattica. In seguito a corsi finalizzati all'insegnamento del pensiero creativo, Guilford notò che a un proporzionale aumento del fattore "Originalità", solitamente non corrispondeva un analogo aumento del profitto del fattore "Fluidità". Perciò egli giunse alla conclusione che la fluidità è un elemento personale e non sempre è condizionabile dal training, anche se spesso esso tende a enfatizzare la qualità dei prodotti creati, piuttosto che la loro quantità, prerogativa della fluidità. Gli effetti di questi corsi, inoltre, sono durevoli e mantenuti per mesi, e producono modificazioni dello stato psicologico, come l'aumento di fiducia in sé e nelle proprie risorse. Nel corso delle sue ricerche, Guilford si rese conto anche che in seguito a questi specifici allenamenti, oltre alle peculiari abilità per cui il training era compiuto, veniva "nutrita" difattol'intera attitudine generale del soggetto, grazie a un processo di trasferimento inconscio delleinformazioni ricevute.Per costatare la validità delle ipotesi formulate da Guilford furono eseguiti vari esperimenti. In unesperimento proposto da Torrance et al. (I960), a dieci insegnanti furono fatti apprendere cinqueprincipi su come insegnare in termini creativi. I principi consistevano nel:
  1. trattare con rispetto le domande dei loro alunni,
  2. trattare ugualmente con rispetto la loro immaginazione ideativa,
  3. valorizzare le loro idee,
  4. permettere loro di fare "in pratica" alcune cose senza la minaccia di un giudizio valutativo
  5. motivare sempre e in modo logico qualsiasi valutazione fatta nei loro confronti.
Dopo un periodo di quattro settimane, tra il gruppo sperimentale (che era quello sottoposto atraining) e il gruppo di controllo (nel quale l'insegnamento era avvenuto in condizioni normali) ledifferenze furono particolarmente rilevanti.2.7. La

creativa plasticità della mente-cervello

Una nota comune rilevata nei soggetti considerati creativi è il loro facile adattarsi all'ambiente, qualunque esso sia: vi è una plasticità di fondo, una non-fissità, che li induce a non cadere in rigide abitudini comportamentali e che consente loro di rispondere alle sollecitazioni ambientali nel modo più funzionale e adatto alle circostanze attuali.

Grazie a questa proprietà, l'individuo si adatta al modificarsi delle circostanze reagendo/ agendo pragmaticamente all'insorgere di problemi reali o costruiti, che egli è abile a risolvere con l'uso appropriato di qualsiasi realtà oggettuale di cui possa disporre.

La plasticità consiste in una notevole flessibilità funzionale del neuronale e delle sue sinapsi (che permettono i collegamenti neuronali), i quali mostrano la capacità di modificare le loro proprietà in virtù del relativo stato di attività.

crescendo e dividendosi durante lo sviluppo in modo spiccatamente rapido. Una particolare plasticità neuronale (o neuroplasticità) è stata in effetti osservata a partire dagli stadi precoci dello sviluppo embrionale, che continua incessantemente anche dopo la nascita per una durata molto lunga.

Il bambino apprende rapidamente e molto, assimila ogni novità del mondo che sta scoprendo, la assorbe anche se con la logica senso-motoria e intuitiva tipica di questo periodo. Sui fenomeni che sperimenta egli formula delle teorie che si presentano "estremamente solide" e durature.

È stato sperimentalmente stimato che la flessibilità della mente-cervello può essere mantenuta grazie alla presenza di un ambiente adeguatamente sollecitativo.

2.8. Il fondamento biologico del sé quale unità mente-corpo-e-mozioni

Possiamo quindi ritenere che il fondamento biologico della creatività si possa far discendere da un'attuale

concezione scientifica di ampia portata, secondo cui la mente e il corpo sono talmente in sintonia tra loro nel formulare produzioni al contempo mentali e/o materiali da costituire un'unitaria struttura operante. L'elaborazione dell'esperienza rispetto allo stato corporeo posto in relazione con l'ambiente può definirsi sé: il sé è uno stato biologico ripetutamente costruito, da intendersi non come nucleo centrale di analisi della mente ma come organizzazione coerente dell'esperienza. Una simile continuità è data dallo stato biologico dell'organismo e dall'elemento autobiografico: il sé neurale è compreso come un'incessante riformulazione di rappresentazioni autobiografiche e corporee che entrano in relazione con l'oggetto esterno fornendone una percezione soggettiva. L'esperienza vissuta in relazione al proprio ambiente definisce una serie di risposte veicolate sia all'esterno.come il comportamento, sia all'interno, come le immagini di tipo visivo, uditivo ecc. Le immagini prodotte dai cambiamenti di ordine biologico, dette rappresentazioni neurali, costituiscono il perno della mente, da intendersi dunque come la facoltà di dare vita a un processo, il pensiero, che è capace di disporle in modo ordinato. Le immagini rappresentano un'elaborazione mentale momentanea e la loro evocazione è consentita dalla presenza di zone di convergenza della possibile attività neuronica ordinata in "schemi neurali disposizionali": le rappresentazioni disposizionali costituiscono la sede della conoscenza non solo innata, ma anche acquisita, come il ragionamento, la pianificazione e l'attività creativa. Per Damasio si concretizza l'ipotesi dell'entrata in scena dei cosiddetti "marcatori somatici" per spiegare fenomeni umani particolarmente complessi, come quello della creatività. I marcatori somaticirappresentano in sintesi il risultato dell'incontro delle disposizioni interne con esperienze di diversa natura, relative non solo a situazioni specifiche, ma anche a più generali e contestuali norme sociali ed etiche di comportamento; possono manifestarsi in maniera cosciente e dare luogo a un sentimento, oppure non cosciente, senza che sia prestata attenzione al cambiamento messo in atto dalla dimensione corporea. 2.9. La dimensione integrata della mente-cervello nel processo creativo-adattativo Il sé integra gli aspetti emotivi, cognitivi e motivazionali - come pure quelli creativi -, sapendo che i diversi modi con sui sono stabilite le connessioni sinaptiche derivano sia da condizioni dettate geneticamente e quindi specie-specifiche (natura) sia dall'apprendimento (cultura): secondo LeDoux la plasticità sinaptica consente allora all'esperienza di essere efficace nell'operare cambiamenti nell'individuo e di adattarsi - creativamente -all'ambiente. I modi con cui i neuroni comunicano tra loro determinano ciò che differenzia un individuo dall'altro e la motivazione.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher manuelamat di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia del gioco e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Travaglini Roberto.