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CANCEROGENESI
Processo a tappe multiple nel quale si riconoscono 3 fasi:
- Iniziazione: agenti cancerogeni (es. chimici, fisici, o virali) o condizioni genetiche ereditarie, responsabili della comparsa di una o più mutazioni trasformanti
- Promozione: agenti che stimolano la proliferazione della cellula trasformata portando alla trasmissione del genotipo trasformato alle cellule figlie e all'accumulo di ulteriori mutazioni
- Progressione: acquisizione di nuove mutazioni e comparsa di diversi fenotipi con caratteristiche di aggressività, invasività, ridotta immunogenicità, capacità di metastatizzazione.
Se la p53 è bloccata dalle azioni virali del papillomavirus, c'è l'iniziazione per una mutazione trasformante all'interno della cellula. Questa mutazione deve essere stimolata poi alla proliferazione cellulare che può essere stimolata da tanti fattori cellulari. Le cellule aumentano di numero e possono perciò...
variate di mutazioni. Le più maligne sono quelle che acquisiscono le caratteristiche tipiche, in modo rapido. Altre le acquisiscono in modo lento, nel tempo. Più un tessuto è in attiva proliferazione, più sono vulnerabili a sostanze potenzialmente cancerogene. Una cellula in rapida suddivisione ha sistemi di riparazione meno efficienti. Più è rapida la proliferazione in un tessuto (come nel t. linfoadenopoietico), più le cellule sono esposte all'azione di sostanze mutagene e cancerogene. Proto-oncogeni sono geni normali che controllano numerosi processi biologici cellulari quali la crescita, la divisione ed il differenziamento (es. fattori trascrizionali - myc (uno dei più importanti fattori di trascrizione nel controllo della proliferazione e differenziazione cellulare). Sono normalmente deputati a controllare queste fasi, ma se mutati e sovraespressi, ciò provoca la trasformazione in una versionepericolosa.→Oncogeni versione mutata/danneggiata dei proto-oncogeni→• Oncosoppressori geni che interrompono la divisione e il ciclo cellulare agendo in diversipunti chiave (es. p53 - retinoblastoma RB fu individuato nel retinoblastoma umano). Portanoil gene a non codificare più per le proteine che invece codificava fino a prima.Le mutazioni si accumulano continuamente. Le neoplasia maligne soprattutto vedono unaprogressione neoplastica in seguito a proliferazione di cellule generalmente instabili.L’aumento delle dimensioni comporta un aumento delle necessità di ossigeno e un maggiorapporto di nutrienti.
Angiogenesi tumorale:La crescita del tumore è dipendente dall’angiogenesi: nuovi vasi vengono formati per nutrirele cellule tumorali in crescita• Inoltre, l’angiogenesi fornisce vasi che possono essere utilizzati dalle cellule tumorali permetastatizzare• I fattori angiogenetici (VEGF, FGF) vengono in parte prodotti dalle
Le stesse cellule tumorali possono produrre oncogeni. I nuovi vasi sanguigni servono per il nutrimento della massa neoplastica. Le cellule neoplastiche possono formare canali vascolari non rivestiti da cellule endoteliali, ma composti da esse stesse. Questi canali permettono il flusso del sangue. Le cellule tumorali hanno la capacità di sostituirsi quasi alle cellule epiteliali. Bloccando le cellule staminali, le altre cellule non sono in grado di proliferare. Quindi, distruggendo queste cellule, è come distruggere lo strato basale dell'epidermide.
L'ereditarietà e i tumori: non si eredita il "carattere neoplastico", ma possono essere trasmesse una o più alterazioni del genoma (mutazioni, delezioni, ecc.) che possono dare origine al fenotipo neoplastico. L'aspetto ereditario è preesistente allo sviluppo della neoplasia. Una mutazione trasmessa alla progenie aumenta notevolmente il rischio di sviluppare una neoplasia.
alcuni casi si ha rischio ereditario specifico predisposizione all'insorgenza di un tumore. In altri casi è un rischio generico alterazione non riguarda geni specifici coinvolti nellatrasformazione neoplastica ma coinvolti indirettamente in essa. Epigenetica nei tumori - La cancerogenesi non è solo associata a mutazioni genetiche - Possono contribuire fenomeni epigenetici (cambiamenti molecolari ad esempio) che regolano la trascrizione genica tra cui: - Metilazioni di promotori di geni - microRNA (miRNA) - Long non coding RNA (lncRNA) Delle molecole che regolano la trascrizione genica. Ogni cellula dell'organismo può essere interessata: - DIVERSI ISTOTIPI TUMORALI - DIVERSA LOCALIZZAZIONE - DIVERSO ASPETTO MORFOLOGICO - DIVERSO COMPORTAMENTO BIOLOGICO Le cellule più colpite sono quelle che normalmente hanno un turnover continuo. Tessuti epiteliali, cellule del tessuto linfoemopoietico. La caratteristica comune è diproliferare in modo autonomo ed illimitato. Il controllo della proliferazione cellulare è stato in qualche modo perso. Si ha un accrescimento irreversibile. Istiocitoma cutaneo: formazione istiocitaria: nodulini che compaiono a livello cutaneo specie nei cani giovani. Ad un certo punto cominciano anche a regredire spontaneamente sotto l'azione spesso dell'attivazione di una risposta immunitaria. Proliferazione istiociti a livello cutaneo che possono regredire da sole. DIVERSO DALL' ADATTAMENTO di tipo IPERPLASTICO: - DISTRETTUALITÀ - REVERSIBILITÀ → in genere, ritorno alla normalità quando lo stimolo cessa Possibilità di individuare precocemente cellule neoplastiche prima che possa aver invaso il tessuto. Più si avvicinano a quelle del tessuto di origine, meno è la capacità proliferativa. La differenziazione cellulare si oppone alla proliferazione. Tumori benigni: Sviluppo di tipo non infiltrativo ma espansivo. Stessofenotipo del tessuto da cui originanoes. tumori degli epiteli ghiandolari (adenomi).Talvolta circondati da una capsula di tessuto connettivo fibroso.
→Comprimono espandendosi
→Non c’è invasività contiguità con il tessuto circostante, non invade, non infiltra il tessutocircostante.
→Compressione meccanica comparsa manifestazioni patologiche
→Tumore benigno ghiandole endocrine eccessiva produzione di ormoni
→Tumori benigni asportati non recidivano
→Grading (istologico) definizione e quantificazione microscopica di parametriistomorfologici della neoplasia, correlati in genere all’aggressività clinica della stessa.
→Diversi istotipi tumorali diversi sistemi di grading.
Principali parametri valutati: grado di differenziazione (descrive quanto la neoplasia sidiscosta, nel suo aspetto istologico (morfologia cellulare e architettura tissutale), dal tessutonormale da cui ha preso origine) e attività proliferativa (es.
conta mitotica).→Staging definizione clinica dell’estensione anatomica della neoplasia→Sistema T (tumor) N (node) M (metastasis) sistema universalmente accettato
Il grading (stabilito dal patologo) e la stadiazione TNM (stabilita dal clinico) rappresentano i→principali fattori prognostici dei tumori forniscono informazioni differenti ma correlate,importanti per il corretto management del paziente oncologico.
Metastatizzazione:Disseminazione di un processo neoplastico dalla sua sede di origine ad altri organi.
MODALITÀ DI DIFFUSIONE METASTATICA
- Via ematica (++ sarcomi)
- Via linfatica (++ carcinomi)
- Via celomatica (cavità sierose)
- Via canalicolare (ghiandole)
- Per contiguità
Caratteristiche cliniche delle neoplasie:
Possono provocare danni in funzione di:
- Localizzazione
- Attività funzionale →
- Effetti locali e/o sistemici (es. febbre, cachessia neoplastica sindromi paraneoplastiche)
Tumori benigni o maligni in sede
intracranica possono causare danni a causa dello spazio ristretto e delle strutture anatomiche delicate possibilità di vari tipi di disfunzioni cerebrali. SINDROMI PARANEOPLASTICHE (SPN): Manifestazioni clinico-patologiche che compaiono in un soggetto colpito da neoplasia e si verificano "a distanza" dalla sede di insorgenza primaria o di diffusione metastatica del tumore. Sindromi di ordine generale o di ordine specifico (ematologico, endocrinologico, neurologico, dermatologico, gastroenterico, renale, ecc). La comparsa della SPN può precedere la manifestazione di una neoplasia o può corrispondere ad una sua progressione seguono un decorso parallelo a quello del tumore che le ha determinate: si risolvono se il tumore viene rimosso e ricompaiono se il tumore recidiva o metastatizza. Spesso causa di elevata morbilità e mortalità. Ipotesi patogenetiche delle SPN: Sintesi e liberazione in circolo da parte delle cellule neoplastiche dimolecole adattività biologica (es. ormoni, citochine, ecc.) che, direttamente o indirettamente, causano i sintomi
Deplezione di fattori fisiologici, la cui mancanza porta alla SPNPatogenesi su base autoimmunitaria le cellule tumorali sarebbero in grado di esprimere antigeni che presentano epitopi in comune con antigeni normalmente espressi dagli organi e tessuti dell'ospite, scatenando quindi una risposta immunitaria nei confronti sia del tumore che dei tessuti non neoplastici.
SPN di ordine generale:
- Febbre può accompagnare un'ampia varietà di neoplasie sia nell'uomo che negli animali.
- Meccanismo patogenetico eccessiva produzione di citochine (tra cui IL-1, IL-6, TNF-α) sia da parte del tumore che del sistema immunitario dell'ospite, che agiscono come pirogeni endogeni sul centro ipotalamico della termoregolazione.
SPN di ordine generale:
- Anoressia e Cachessia importanti e frequenti effetti sistemici indotti dalla presenza in
unindividuo di una neoplasia maligna.→“Cachessia neoplastica” stato di grave perdita di peso e deperimento organico che siverifica nonostante un apporto nutrizionale adeguato (alterazioni in senso catabolico del→metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine, e del bilancio energetico di solito presentiancor prima che la perdita di peso diventi evidente e possono persistere anche dopotrattamento con successo del tumore con una terapia antineoplastica). Mediate, almeno inparte, dalla produzione di citochine quali IL-1β, TNF-α, IL-6, IFN-γ, sia da parte del tumoreche del sistema immunitario dell’ospite.
L’INFIAMMAZIONE.Flogosi anche detta.Processo dinamico comprendente l’insieme delle modificazioni reattiv