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Epidemiologia
L'epidemiologia è la disciplina che studia la distribuzione e frequenza di malattie nella popolazione. Grazie agli studi epidemiologici si possono comprendere quali sono le cause di insorgenza di una patologia o valutare la mortalità di una patologia in una certa popolazione. Questi studi mettono in relazione specifiche influenze ambientali, etniche (forse ereditarie) e culturali con l'insorgere di determinate neoplasie.
Lo studio epidemiologico è importante per riuscire ad identificare quali sono i più frequenti tumori in base al sesso e in base all'incidenza di mortalità. Nell'uomo abbiamo una maggiore incidenza di tumori alla prostata mentre nella donna al seno. La percentuale di tumore al polmone è simile nei due sessi.
- Nell'uomo: prostata 25%, polmoni 14%
- Nella donna: seno 26%, polmoni 14%
La percentuale di morti causate in base al tipo di tumore diventa:
- Nell'uomo: prostata 10%, polmoni 31%
Nella donna: seno 15%, polmone 26%.Come si nota si invertono le percentuali. Questo significa che l'incidenza di tumori che possono portare a morte è simile per quanto riguarda i polmoni nei due sessi quindi agisce indipendentemente dal sesso.
Le patologie maggiormente incidenti nella popolazione statunitense riguardano le malattie cardiovascolari con una percentuale del 28,5%. Per i tumori abbiamo una percentuale del 22,8%. I tumori sono molto vicini alle malattie cardiovascolari ed entrambi sono molto lontani da tutte le altre patologie.
Studio che dimostra l'incidenza dell'ambiente nello sviluppo di un tumore.
In Giappone la percentuale più alta di morti per tipo di tumore riguardano lo stomaco, il fegato, il colon e la prostata (quest'ultimi in percentuali molto basse). Nel caso in cui ci siano Giapponesi emigrati in California i primi due istogrammi si abbassano (quelli relativi a stomaco e fegato) e gli ultimi due aumentano (colon e prostata) quindi.è esposta. Inoltre, è importante considerare anche il contesto socio-culturale in cui si sviluppa la malattia. In Giappone, ad esempio, l'alto consumo di pesce crudo e di alimenti fermentati può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di tumori allo stomaco e al fegato. Al contrario, negli Stati Uniti, l'alto consumo di carne rossa e di cibi ad alto contenuto di grassi può aumentare il rischio di tumori al colon e alla prostata. Questo esempio dimostra come l'ambiente e lo stile di vita possano influenzare l'incidenza dei tumori in una determinata popolazione. Pertanto, è fondamentale adottare uno stile di vita sano e ridurre l'esposizione a sostanze cancerogene per prevenire il rischio di sviluppare tumori.
può essere esposta. Sempre grazie agli studi epidemiologici è possibile analizzare i tumori cosiddetti professionali: a livello lavorativo la società è potenzialmente esposta ad interagire con sostanze che possono portare all'insorgenza di un tumore, in particolare si tratta di sostanze chimiche tossiche che danno inizio alla trasformazione tumorale. Pertanto si è cercato di adattare l'ambiente professionale rendendolo quanto meno cancerogeno possibile per i lavoratori.
Età, senescenza e invecchiamento sono condizioni umane cambiate negli ultimi anni: la popolazione attuale è più longeva rispetto a quella delle generazioni passate oltre ad avere un comportamento diverso che riguarda il rischio di avere un cancro. Infatti in giovane età abbiamo una minore incidenza di tumori che tuttavia sono più aggressivi. L'aggressività dipende dall'età dell'individuo; l'incidenza del
il corpo dalle cellule tumorali. Esempi di sindromi neoplastiche ereditarie sono la sindrome di Lynch e la sindrome di Li-Fraumeni. 2) Mutazioni genetiche specifiche: alcune mutazioni genetiche possono aumentare il rischio di sviluppare determinati tipi di tumori. Ad esempio, la mutazione del gene BRCA1 e BRCA2 è associata a un aumentato rischio di tumore al seno e all'ovaio. 3) Varianti genetiche comuni: alcune varianti genetiche comuni possono influenzare il rischio di sviluppare determinati tipi di tumori. Queste varianti possono interagire con fattori ambientali per aumentare o diminuire il rischio di tumore. È importante sottolineare che la presenza di una predisposizione genetica non significa necessariamente che una persona svilupperà un tumore. Allo stesso modo, l'assenza di predisposizione genetica non garantisce l'assenza di rischio di tumore. La genetica è solo uno dei molti fattori che contribuiscono allo sviluppo del tumore, insieme all'ambiente, allo stile di vita e ad altri fattori di rischio.L'organismo può sviluppare un tumore a causa di una mutazione genetica che coinvolge un gene oncosoppressore. Questa mutazione aumenta la predisposizione allo sviluppo del tumore. È importante notare che nella cascata metastatica sono coinvolti molti geni, non solo oncosoppressori ma anche oncogeni. Pertanto, non è necessariamente vero che un gene oncosoppressore mutato sarà coinvolto nella cascata metastatica che porta allo sviluppo del tumore. Tuttavia, un individuo che eredita un gene oncosoppressore mutato avrà una probabilità maggiore di sviluppare il tumore rispetto a un individuo che non lo possiede.
N.B.: Un gene è espresso da due alleli, ognuno dei quali si trova su una copia del cromosoma che costituisce la coppia.
2) Sindromi ereditarie autosomiche recessive da difetto di riparazione del DNA: vengono mutati geni che sono responsabili della riparazione del DNA.
DNA.3) Neoplasie famigliari: il tumore si presenta con frequenza maggiore in una famiglia senza un modello chiaro di trasmissione. Non è detto che venga ereditato dai figli in modo classico come si ereditano le malattie genetiche ma possono esserci delle condizioni che fanno pensare che in quella famiglia è molto probabile che si sviluppino soggetti che possono avere un tumore.
Per alcuni tipi di tumori la predisposizione ereditaria dipende dalla mutazione di questi geni. P53 può essere mutato in una percentuale molto elevata in diversi tipi di tumori. È un fattore di trascrizione che permette di controllare l'integrità del DNA, permette di uccidere attivando l'apoptosi le cellule che sono mutate. Se questo gene non funziona correttamente non uccidiamo cellule che dovrebbero morire e manteniamo in vita cellule trasformate.
Condizioni predisponenti non ereditarie:
- Infiammazione cronica e cancro: gli individui colpiti da varie malattie
Infiammatorie croniche nel tratto gastrointestinale mostrano un rischio maggiore di sviluppare il cancro.
Spesso un soggetto infettato da uno specifico microrganismo che ha attivato il processo di infiammazione cronica può avere la predisposizione a sviluppare un tumore maligno. Ecco perché è importante spegnere il processo infiammatorio quando questo non è più necessario oppure evitare che un processo infiammatorio si cronicizzi per troppo tempo.
Condizioni precancerose: condizioni in cui una patologia non neoplastica potrebbe avere un legame forte con la comparsa di un cancro.
Influenze predisponenti: ambiente, comportamento e determinate condizioni cliniche. Esempio: colite ulcerosa cronica.
Le proliferazioni rigenerative, iperplastiche sono un terreno fertile per lo sviluppo di tumori maligni. Infatti le cellule proliferanti accumulano le lesioni genetiche necessarie per la cancerogenesi.
N.B.: nella maggior parte dei casi le neoplasie benigne non
diventano maligne e non rappresentano una condizione precancerosa.
CANCEROGENESI: BASI MOLECOLARI DEL CANCRO
- Un danno genetico non letale (mutazione) rappresenta l'aspetto fondamentale della cancerogenesi
- Un tumore è il risultato dell'espansione clonale di un'unica cellula progenitrice che ha subito un danno genetico (i tumori sono monoclonali)
- Quattro classi di geni regolatori sono i bersagli principali del danno genetico
- Proto-oncogeni che promuovono la crescita. I proto-oncogeni è una versione mutata o superespressa degli oncogeni, geniche determinano la comparsa di un fenotipo trasformato. Quest'ultimi sono considerati dominanti perché la mutazione di un singolo allele può determinare la trasformazione cellulare.
- Oncosoppressori che inibiscono la crescita: di norma questi geni prevengono la crescita incontrollata e quando mutati o persi da una cellula, consentono al fenotipo trasformato di svilupparsi. In genere devono
essere danneggiati entrambi gli alleli di un gene oncosoppressore perché si abbia la trasformazione. Essi vengono divisi in due gruppi, "regolatori" e "guardiani". I geni regolatori come RB sono geni oncosoppressori ka cui mutazione comporta la trasformazione per rimozione di un importante freno alla replicazione cellulare. I geni "guardiani" sono responsabili del rilevamento del danno al genoma. Un esempio è il gene TP53, il cosiddetto guardiano del genoma. La perdita di geni guardiani consente e accelera la comparsa di mutazioni a carico degli oncogeni e dei geni oncosoppressori, il che porta allo sviluppo del cancro.
- Geni che regolano l'apoptosi
- Geni implicati nella riparazione del DNA
Queste ultime due classi di geni (geni che regolano l'apoptosi e la riparazione del DNA) possono comportarsi come proto-oncogeni (è sufficiente la perdita di una copia) o come oncosoppressori (perdita di entrambe le copie)
La
cancerogenesi è un processo multifasico che consegue all'accumulo di molteplici alterazioni genetiche le quali nel complesso danno origine al fenotipo trasformato. Le cellule tumorali possono acquisire mutazioni attraverso vari meccanismi, alcuni più circoscritti come mutazioni puntiformi o inserzioni e delezioni o ampi abbastanza da indurre cambiamenti del cariotipo. Alterazioni cariotipiche nei tumori La lesione genetica che attiva gli oncogeni o inattiva gli oncosoppressori può essere limitata o così ampia da essere evidenziata a livello del cariotipo. Alcuni tumori possiedono un cariotipo normale mentre altri sono fortemente aneuploidi con perdita o aumento di più di un cromosoma o di un braccio cromosomico. I tipi più frequenti di anomalie strutturali non casuali delle cellule neoplastiche sono: traslocazioni bilanciate, delezioni e manifestazioni citogenetiche dell'amplificazione genica. 1) Traslocazioni bilanciate Si associano adi non-Hodgkin, si osserva una traslocazione che coinvolge il gene BCL-2, che porta alla sovraespressione di questo proto-oncogene. Questo evento è associato alla resistenza alla morte cellulare programmata (apoptosi) e alla proliferazione incontrollata delle cellule linfoidi. - Alcune traslocazioni comportano la fusione di due geni, creando un gene di fusione che ha attività oncogenica. Un esempio noto è la traslocazione t(9;22) che si verifica nella leucemia mieloide cronica (LMC), che porta alla formazione del gene di fusione BCR-ABL. Questo gene di fusione produce una proteina con attività tirosin-chinasica costitutiva, che promuove la proliferazione cellulare e l'evoluzione della LMC. Inoltre, altre alterazioni genetiche come le mutazioni puntiformi, le delezioni o le amplificazioni possono anche attivare i proto-oncogeni e contribuire allo sviluppo di tumori maligni. È importante sottolineare che l'attivazione dei proto-oncogeni è solo uno dei molti fattori che contribuiscono alla formazione dei tumori maligni. Altri fattori come l'esposizione a agenti cancerogeni, l'infiammazione cronica, l'immunosoppressione e i fattori ereditari possono anche giocare un ruolo importante nello sviluppo del cancro.