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GRAFICI
SCOSSA SINGOLA (1), CLONO (2), TETANO (3)
La F sviluppata dalla materia contrattile dipende dal tipo di
stimolazione apportata al muscolo e dalla frequenza degli
stimoli. La forza varia quindi in base a due caratteristiche
• variando il numero delle unita' neuromotorie attive
(piu' fibre piu' forza)
• variando la frequenza dei potenziali d'azione inviati al
muscolo tramite ciascuna fibra nervosa (piu' frequenti piu'
forza)
Posso misurare la Fmax del muscolo in due modi (in contrazione isometrica)
• agli estremi del muscolo, posso raggiungerla solo in tetano
• agli estremi del sarcomero, se sono in stato attivo
Perche' la curva della scossa singola supera quella dello stato
attivo?
Durante la scossa singola e il clono la materia contrattile non
mantiene lo stato di attivita' abbastanza a lungo da stirare i tendini.
Cosa che invece avviene nel caso tetanico. Nella scossa singola
comunque non ho la forza viscosa che si oppone, ma vi si aggiunge un po' di forza elastica.
DIAGRAMMA F/l in isometria
Nel muscolo in toto
Per allungare un muscolo rilasciato oltre la sua
lunghezza di riposo occorreapplicare una forza
che e' necessaria soprattutto per tendere gli
elementi elastici in parallelo (sarcolemma e le
fasce che contengono la materia contrattile)
La curva T e' la forza che il muscolo stimolato
tetanicamente puo' sviluppare in condizioni
isometriche alle diverse distanze poste in ascissa.
La tensione attiva C sarebbe T-P se gli elementi posti in parallelo fossero posti in parallelo sia alla
materia contrattile sia ai tendini per tutta la loro lunghezza, cioe' se anch'essi potessero accorciarsi.
Questo grafico ci mostra un'importante limitazione della materia contrattile: la forza che e' in grado
di sviluppare non e' costante, ma varia al variare della lunghezza totale del muscolo
Nel singolo sarcomero
giallo – Fmax. Lunghezza ottimale del sarcomero
blu – I filamenti di actina cominciano a sovrapporsi e ci
sono così meno legami con la miosina
rosso – le actine sono sovrapposte totalmente e iniziano a
deformarsi, il sarcomero si comprime
azzurro – il sarcomero è disteso, ci sono alcuni ponti
actomiosinici
rosa – non ci sono più ponti legati actomiosinici
(strappo)
CONSEGUENZE FUNZIONALI DEL F/l
instabilità:
1. • all'interno del sarcomero
• tra i vari sarcomeri → dovrebbero essere tutti lunghi uguali
• tra fibra-muscolo e carico esterno → se un muscolo viene stirato quando è in tetano
presenta sempre meno resistenze (strappo)
sono più utili spostamenti piccoli
2. l'instabilità è presente soprattutto a l > l
3. 0
DIAGRAMMA F/v – contrazione isotonica
Se F è il carico applicato la Vmax si raggiunge quando il
carico applicato è nullo.
Quando applico una F che supera quella sviluppata dal
muscolo in isometria, questo si allunga pur essendo
contratto.
La Vmin si raggiunge quando è applicato il carico
massimo, con una grande F sacrifico la velocità.
Se divido la Forza con la Vel ottengo la potenza muscolare.
La Pmax la ottengo a 1/3 Vmax e ½ F isometrica
DIAGRAMMA F/l dinamico
Si può vedere che il lavoro positivo compiuto da
un muscolo in accorciamento dopo uno
stiramento è molto più elevato di uno avvenuto
dopo contrazione isometrica, raggiungendo la
stessa lunghezza finale. Questo avviene perché
c'è un accumulo di forze elastiche . Gli elementi
elastici non smorzati saranno oggetto di
maggiore tensione durante lo stiramento,
accumuleranno energia potenziale elastica in
quantità maggiore che in isometria, per poi
restituirla nel momento dell'accorciamento.
Fattori che influenzano il L+ del muscolo previo stiramento:
1. ampiezza e velocità dello stiramento
2. cinetica della caduta della forza - se il muscolo dopo essere stato allungato viene mantenuto
a quella lunghezza per del tempo la forza cade (prima rapidamente, poi lentamente)
3. lunghezza del muscolo in toto – più efficace su un quadricipite che su un lombricale
CALORE PRODOTTO DAL MUSCOLO
Calore = -ΔH = ΔH
ΔH= ΔE ∫ Pb x dV (ma la variazione di volume dei gas nel muscolo è trascurabile)
ΔH= ΔE sarebbe il calore scambiato in condizioni di massima inefficienza del sistema
Il calore prodotto è = ΔH – W (lavoro esterno compiuto)
quindi ΔH= Calore + W nelle condizioni di massima efficienza tutto il calore sarebbe trasformato
in energia
Con un rendimento del 100% ho il massimo lavoro ottenibile ΔF = ΔH – TΔS
Sostituisco H e ottengo
ΔF = Calore + W – TΔS
Calore = ΔF – (W – TΔS) dove ΔF = calore prodotto reversibile
e (W – TΔS) = calore prodotto irreversibile
In che rapporto è il calore con il Rendimento?
Rendimento = (lavoro compiuto) / (energia libera impiegata)
R = W+ / ΔF
R = W+ / (ΔH – TΔS + W+ )
a fine di un un periodo completo di contrazione, il rilasciamento e il recupero di ossigeno ho che il
TΔS è nullo
R = W+ / Calore + W+
Come viene suddiviso il calore prodotto dal muscolo?
• Calore attivo, quello che richiede energia
• Calore di riposo, diviso in
Calore iniziale: è il calore che ri produce quando si rilascia il muscolo dalla contrazione.
◦ È formato da tre componenti
1. calore di attivazione e di mantenimento (accompagnamento termico allo stato
attivo)
2. calore di accorciamento
3. calore di rilasciamento
Calore di ristoro: è quello che permette di riportare il sistema alle condizioni iniziali
◦ LOCOMOZIONE
Il rendimento muscolare è sempre circa lo stesso (0,25), mentre il rendimento della macchina –
trasmissione – è variabile: il nostro baricentro si muove come una ruota quadrata, se si muovesse
come una ruota tonda si vincerebbero gli attriti più facilmente.
Siamo costretti ad avere sempre un punto fisso di contatto al suolo.
Ciò ci porta a fare due cose:
• lavoro interno: movimento degli arti rispetto al centro di gravità
• lavoro esterno: movimento del centro di gravità rispetto al suolo
Lavoro interno = ½ mv^2
Lavoro esterno = F x s x cosα ma è anche = Epotenziale + Ecinetica
Nella realtà i muscoli devono devono compiere lavoro per mantenere il moto. Nel passo di marcia è