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ΔY
- Passando da B ad A le Y si riducono di e per capire di quanto si riduce l’utilità
Δ Y ΔY
devo fare moltiplicato per U’y: x U’y.
- Essendo sulla medesima curva di indifferenza, se io sommo queste due quantità
(uguali ma opposte) ovviamente si arriva a zero: si compensano.
- Lungo la curva di indifferenza questa relazione è sempre rispettata.
➔ Δ�*�� Δ�*��
′ + ′ =0
Δ�*�� Δ�*�� Δ� Δ� �’� �
′ + ′=0 può essere riscritta come / = − / ’ y
➔ Ci dà tre informazioni:
1. Isolare il rapporto fra le utilità marginali: il saggio marginale di sostituzione,
una misura di quanto all’occhio del consumatore possiamo sostituire un bene
con l’altro, cioè di quanto deve aumentare Y se X si riduce di una unità, perché
il consumatore sia indifferente;
2. Se l’utilità marginale è decrescente, il saggio marginale è decrescente (è
maggiore in B che in A nel grafico precedente);
Δ� Δ� Δ�
3. Se è «piccolo», cioè se le sue variazioni sono piccole, allora / è la
pendenza della curva di indifferenza;
➔ Il saggio marginale di sostituzione è graficamente la pendenza della curva di
indifferenza.
Il vincolo di bilancio
- La funzione di utilità rappresenta le preferenze del consumatore: i suoi gusti.
- Il vincolo di bilancio rappresenta le sue possibilità, ciò che «si può permettere».
- Dato il reddito I e i prezzi px e py, i panieri che il consumatore può acquistare sono
quelli per cui:
➔ px ∗ x+py ∗ y ≤ l
- Se l’utilità marginale è sempre positiva, il consumatore vorrà sempre spendere tutto il
suo reddito. Il paniere scelto dal consumatore (che dipenderà dalle sue preferenze)
sarà sicuramente sulla retta di bilancio.
➔ px ∗ x+py ∗ y = l
N.B. = in questi modelli noi non concepiamo l’idea del risparmio.
Esempio:
Le intercette verticali od orizzontali sono date dalla quantità massima di uno dei due beni che
il consumatore può acquistare se usasse tutto il suo reddito.
La pendenza della retta di bilancio è - px / py ed è un rapporto che mi indica come posso
cambiare le quantità: se rinuncio a un chilo di cozze, ne posso prendere due di patate.
Il consumo ottimo
- Quale sarà il consumo (il paniere) ottimale scelto dal consumatore?
- Sarà il paniere sulla retta di bilancio associato al livello di utilità più alta.
➔ Il consumatore non si può permettere B
➔ Il consumatore si può permettere A e C, ma A dà un’utilità più alta
➔ Il paniera ottimale è A, dove curva di indifferenza e retta di bilancio sono tangenti
(hanno la stessa pendenza) �� �� �� ��
Se la pendenza è la stessa, allora vale: ′ / ′ = /
Un saggio di sostituzione marginale pari a entrambi i rapporti indica che il punto è ottimale.
�� �� �� �y
Questa condizione può essere riscritta come: ′ = ′
● L’utilità marginale per Euro speso (rapporto fra il beneficio e il costo) deve essere la
stessa per tutti i beni acquistati.
● Se un bene avesse un’utilità marginale per Euro speso maggiore, il consumatore
potrebbe aumentare la sua utilità aumentando il consumo di quel bene (riducendo il
consumo di qualche altro bene).
Quindicesima lezione
La statica comparata
Il modello che abbiamo analizzato ci consente di analizzare gli effetti sulle scelte di consumo
di variazioni dei parametri rilevanti, quali prezzi e reddito, attraverso esercizi di statica
comparata.
Questi esercizi ci consentono non solo di fare previsioni sugli effetti delle variazioni, ma
anche sull’impatto in termini di benessere (utilità).
Consideriamo ora gli effetti di:
- Aumento o diminuzione di un prezzo;
- Aumento o diminuzione del reddito.
➔ Entrambi i tipi di variazione hanno un impatto sulla retta di bilancio.
Gli effetti sul consumatore di un aumento del prezzo
���+��� �
1. Consideriamo il vincolo di bilancio: = ; � �
2. Supponiamo un aumento del prezzo del bene x (che diventa ′ ). Quale sarà
l’impatto sulla scelta ottima del consumatore? (le linee continue rappresentano le
curve rilevanti dopo il cambiamento del prezzo);
3. Il consumatore otteneva un’utilità più alta prima della variazione: l’area compresa tra
le due rette di bilancio (quella iniziale e quella nuova) sono tutti panieri che il
consumatore non può più avere;
➔ il consumatore otteneva un’utilità più alta prima della variazione (il nuovo punto di
equilibrio è di utilità più bassa).
N.B. = La curva rilevante è la curva di indifferenza tangente alla retta di bilancio. Non sono
le curve di indifferenza a muoversi, ma le rette di bilancio, secondo cui cerchiamo la
corrispettiva curva di indifferenza tangente.
In questo esempio specifico la quantità domandata di x diminuisce, ed aumenta quella di y.
Ma è sempre così? No!
Variazioni dei prezzi, effetto reddito ed effetto sostituzione
Una variazione di un prezzo genera due effetti:
1. Cambiano i prezzi relativi (effetto sostituzione);
2. Cambia il reddito reale del consumatore (effetto reddito);
➔ Se aumenta il prezzo di x:
- Aumenta il prezzo relativo di x rispetto ad y, ed il consumatore tenderà a consumare
quantità inferiori del bene x (nella misura in cui sono sostituti);
- Diminuisce il reddito reale del consumatore, ed il consumatore tenderà a consumare
quantità minori del bene x, se x è bene normale; maggiori, se è bene inferiore;
L’analisi dell’effetto di reddito e sostituzione può essere estesa anche a variazioni del prezzo
di x sulla quantità domandata di y.
● Se il prezzo di x aumenta, l’effetto sostituzione porta ad un aumento della domanda di
y
● Ma se il prezzo di x aumenta, il consumatore è più povero: se y è un bene normale, la
domanda di y diminuisce, se y è un bene inferiore, la domanda di y aumenta
➔ E’ possibile che per un bene inferiore l’effetto di reddito sia più forte dell’effetto di
sostituzione? In teoria sì! In questo all’aumento del prezzo, corrisponderebbe un
aumento della domanda: si tratta dei cosiddetti beni di Giffen.
Nella realtà, esempi di beni di Giffen sono molto rari: l’esempio più citato sono le patate in
Irlanda nel 19° secolo. Essendo aumentato il prezzo delle patate, il consumatori sono più
poveri e non possono acquistare alimenti più costosi, quindi compreranno più patate. Questo
a volte può accadere anche per una questione di status sociale: un bene è più costoso e
aumento la quantità per dimostrare il fatto di essere benestante.
Quanto è rilevante l’effetto reddito?
Per la maggior parte dei beni, l’effetto reddito è relativamente trascurabile. Infatti, nella
realtà, i consumatori allocano il reddito fra molti beni diversi, la maggior parte dei quali
portano ad una spesa che costituisce una piccola quota del reddito.
Per alcuni beni, però, l’effetto di reddito è rilevante: si tratta di quei beni che costituiscono,
almeno per alcuni consumatori, una quota importante della spesa complessiva:
1. Consumi energetici;
2. Beni alimentari di prima necessità per consumatori a basso reddito;
3. Pacchetti di sigarette per fumatori accaniti;
Derivare la curva di domanda individuale
Abbiamo visto come la curva di domanda sia la variazione della quantità domandata dal
consumatore al modificarsi del prezzo. Dal calcolo delle scelte ottimali tramite la mappatura
delle curve di indifferenza, io posso ottenere una curva di domanda individuale.
Redditi e consumi
- Che accade alle scelte di consumo se aumenta il reddito?
1. Immaginiamo che il bene x sia un bene normale;
➔ Il consumo di x aumenta (così come di y: capiamo dal grafico che sono beni normali).
➔ Il nuovo vincolo di bilancio è parallelo al vecchio, perché i prezzi relativi non sono
cambiati;
2. Immaginiamo che il bene x sia un bene inferiore;
➔ Il consumo di x diminuisce.
Derivare la curva di Engel
La curva di Engel rappresenta la relazione fra reddito e quantità domandata.
La funzione di produzione
- Ci dice la relazione di natura tecnologica o produttiva tra i fattori di produzione
(input) e i livelli di produzione (output).
- Un fattore di produzione fisso è un input la cui quantità in un certo periodo di tempo è
data.
- Un fattore di produzione variabile è un input la cui quantità può essere variata
dall’impresa in qualsiasi momento;
➔ Definiamo
- Breve periodo l’orizzonte temporale in cui un fattore almeno è fisso;
- Lungo periodo l’orizzonte temporale in cui tutti I fattori sono variabili;
La curva di prodotto totale (PT) descrive come l’output dipenda dalla quantità di input
variabile per date quantità del fattore di produzione fisso.
Sedicesima lezione
La curva di prodotto totale
- Sebbene la curva di prodotto totale nella figura sia sempre inclinata positivamente,
tale inclinazione non è costante: man mano che ci si sposta verso destra, cioè se
aumenta la produzione, la curva si appiattisce, perché la produttività marginale del
lavoro è diversa.
- Nella curva di prodotto totale si parla di decrescenza: la produttività marginale (cioè
aggiuntiva) decresce ogni volta che si aggiungono input (produttori);
- La nostra curva di prodotto totale, dunque, sarà sempre concava;
Quando si ha una curva di prodotto totale si parla di rendimenti decrescenti di un fattore:
all’aumentare dell’uso di quel fattore, la produttività marginale decresce, diminuisce; questo
facendo variare un fattore alla volta.
➔ Si hanno rendimenti decrescenti di un fattore di produzione se incrementando la
quantità di quel fattore a parità di altre condizioni - ovvero mantenendo fermi tutti gli
altri fattori - il prodotto marginale del fattore diminuisce.
➔ Il concetto è molto chiaro guardando la curva del prodotto marginale.
Che cosa succede quando si aumentano gli input fissi alla curva di prodotto totale e alla curva
di prodotto marginale? Entrambe si spostano verso destra perché gli input aumentano la
capacità produttiva, facendo spostare, così come la curva di prodotto totale, anche quella di
prodotto marginale. L’an