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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLE CURVE DI COSTI MEDI DI BREVE PERIODO

Dato che il costo fisso non cambia al variare dell'output, il costo medio fisso diminuisce sempre all'aumentare della quantità prodotta. Si dice che il costo medio fisso diminuisce con l'output perché i costi fissi vengono "spalmati" su un numero via via crescente di unità di output. Quando l'output si avvicina a zero, AFC tende ad infinito; al crescere dell'output AFC tende a zero.

Geometricamente, il costo medio variabile corrisponde a ciascun livello di output Q, che è uguale a VC/Q e può essere interpretato come la pendenza di una retta che unisce l'origine degli assi con la curva di costo variabile in Q. La pendenza di tale retta diminuisce all'aumentare dell'output fino al livello Q2, dopodiché comincia a crescere. La corrispondente curva di costo medio raggiunge il proprio livello minimo in corrispondenza di Q2; la curva.

di AVC è crescente al crescere dell'output. Per ogni livello di output, ATC equivale all'inclinazione della retta che congiunge l'origine degli assi alla curva di costo totale in corrispondenza di tale livello di output. Essendo che TC = FC + VC e che ATC = AFC + AVC, implica che la distanza verticale tra le curve ATC e AVC, per qualsiasi livello di output, coincide con il corrispondente livello di AFC. Quindi la distanza verticale tra ATC e AVC tende a infinito quando l'output si approssima allo zero e converge a zero quando l'output tende a infinito. La curva di costo marginale assume una grande rilevanza per la determinazione del livello di produzione di un'impresa. Geometricamente, il costo marginale per qualsiasi livello di produzione può essere interpretato come la pendenza della curva del costo totale in corrispondenza di quel livello di output. Dato che le curve di costo variabile e di costo totale sono parallele, il costo marginale è

parianche alla pendenza della curva del costo variabile

La pendenza della curva di costo totale diminuisce all'aumentaredell'output fino a Q1, mentre è sempre crescente per quantità maggiori. Questo indica che la curva del costo marginale sarà inclinata negativamente fino a Q1 e inclinata positivamente da quel punto in poi. In corrispondenza del livello di output Q3, la pendenza della curva del costo totale coincide con quella della retta che passa per l'origine degli assi: costo marginale e costo medio totale sono uguali. Per quantità inferiori a Q3, la pendenza della curva del costo totale è minore della pendenza della retta corrispondente passante per l'origine degli assi: MC è minore di ATC. Per quantità maggiori di Q3, la pendenza della curva del costo totale è maggiore della pendenza della retta passante per l'origine degli assi: MC è maggiore di ATC. Da queste relazioni emerge che: quando il costo

marginale è inferiore al costo medio (totale o variabile), il costo medio si riduce all'aumentare dell'output; quando il costo marginale è maggiore del costo medio, il costo medio aumenta all'aumentare dell'output

COSTI SU PIÙ IMPIANTI PRODUTTIVI

Come impiegare un fattore produttivo tra più processi produttivi se si intende massimizzare il prodotto totale?

In generale occorre allocare il fattore produttivo in maniera tale che il suo prodotto marginale sia lo stesso in tutti i processi produttivi nei quali esso viene utilizzato

I COSTI NEL LUNGO PERIODO

Nel lungo periodo non esistono costi fissi in quanto tutti gli input (K e L) sono variabili. Il problema dell'impresa è quello di scegliere la combinazione ottimale di input in relazione all'output che si intende produrre. Queste combinazioni si possono ottenere dalla retta di isocosto, che mostra tutte le combinazioni di input che generano un certo livello di costo.

rette di isocosto sono infinte e la pendenzadell’isocosto è pari al rapporto tra i prezzi dei fattori produttivi con segno negativo:

MASSIMO LIVELLO DI OUTPUT PER UN DATO LIVELLO DI COSTO(MASSIMIZZAZIONE VINCOLATA DELL’OUTPUT): un’impresa che vuole produrre ilmassimo livello di output compatibile con un dato livello di costo C selezionerà lacombinazione di input in corrispondenza del punto di tangenza tra l’isoquanto el’isocosto (in termini grafici si tratta di sovrapporre la retta di isocosto alla mappadegli isoquanti). L quantità ottimale di output si rileva sull’isoquanto più elevatocompatibile con il vincolo rappresentato dalla retta di isocosto (I COSTI SONO FISSI)

LIVELLO MINIMO DI SPESA PER UN DATO LIVELLO DI SPESA (MINIMIZZAZIONEVINCOLATA DEI COSTI): un’impresa che vuole produrre un dato livello di output Q0 alcosto più basso possibile sceglierà la combinazione di fattori produttivi

incorrispondenza della quale l’isocosto è tangente all’isoquanto Q0. In termini grafici si tratta di sovrapporre ad un dato isoquanto di produzione una mappa degli isocosti corrispondenti ai vari livelli di costo. La quantità ottimale di output si rileva sulla retta di isocosto più bassa compatibile con il vincolo rappresentato dall’isoquanto di produzione (GLI OUTPUT SONO FISSI). CONDIZIONE DI OTTIMO: la condizione di ottimo può essere espressa dall’eguaglianza tra il saggio marginale di sostituzione tecnica (cioè la pendenza dell’isoquanto) e il prezzo dei fattori produttivi. RAPPORTO TRA SCELTA OTTIMALE DEI FATTORI PRODUTTIVI E COSTI DI LUNGO PERIODO: La crescita del prodotto dell’impresa definisce il sentiero di espansione dell’output, cioè l’insieme di tutte le combinazioni di fattori che minimizzano i costi per un dato rapporto tra i prezzi degli input. In corrispondenza del sentiero di espansione.dell'output è possibile definire la curva del costo totale di lungo periodo (LTC). Essa passa sempre per l'origine, perché nel lungo periodo l'impresa può liquidare tutti i suoi input e cessare l'attività. Se scegliere di non produrre alcun output non deve pagare alcun fattore produttivo. L'andamento della LTC dipende dai rendimenti di scala di produzione: in una funzione produzione di lungo periodo con rendimenti di scala crescenti (l'output aumenta in modo più che proporzionale rispetto all'input), la curva di costo totale sarà crescente ma il costo totale aumenta in modo meno che proporzionale rispetto all'output; in una funzione di produzione di lungo periodo con rendimenti di scala decrescenti (l'output aumenta in modo meno che proporzionale rispetto all'input) significa che la curva di costo totale avrà una curvatura caratterizzata da un incremento dei costi totali più che proporzionale rispetto all'output.

proporzionali rispetto a variazioni delle quantità totali prodotte

Il costo medio di lungo periodo (LAC) è dato dal rapporto tra costo totale dellungo periodo e le quantità; quindi: LAC = LTC / QQ Q

Il costo marginale di lungo periodo (LMC) è pari alla pendenza della curva del costo totale di lungo periodo, quindi alla derivata di LTC rispetto a Q: LMC = ΔLTC / ΔQQ QC

C'è una relazione stretta tra la curva di costo medio di lungo periodo e la curva di costo marginale di lungo periodo, legata al fatto che LMC interseca LAC nel punto di minimo di LAC. Ciò è dovuto al fatto che fino a quando i costi marginali di lungo periodo sono inferiori ai costi medi di lungo periodo, i costi medi sono decrescenti; quando i costi marginali di lungo periodo diventano superiori ai costi medi di lungo periodo, i costi medi diventano crescenti

COSTI E RENDIMENTI DI SCALA

Assumendo che i prezzi dei fattori produttivi rimangano invariati al variare dell'output,

in una funzione di produzione caratterizzata da rendimenti di scala costanti, raddoppiare l'output fa esattamente raddoppiare anche i costi. Quindi, in presenza di rendimenti di scala costanti, i costi di lungo periodo sono esattamente proporzionali all'output. La curva LTC per una funzione caratterizzata da rendimenti di scala costanti è una retta che passa per l'origine. Poiché la pendenza di LTC è costante, la curva LMC è una retta orizzontale e coincide esattamente con la curva LAC. Quando la funzione di produzione presenta rendimenti di scala decrescenti, l'output aumenta in misura minore dell'incremento dei fattori; ciò vuol dire che i costi totali crescono più che proporzionalmente rispetto all'output. In generale, in questo caso la curva LTC è crescente a un tasso crescente ed entrambe le curve LAC e LMC sono inclinate positivamente. Nel caso di rendimenti di scala crescenti l'output cresce in modo

più che proporzionale rispetto all'incremento degli input; quindi, il costo totale di lungo periodo cresce in misura meno che proporzionale rispetto all'aumento dell'output. La curva LTC è positiva ma decrescente, perché all'aumentare di Q diventa sempre più piatta le curve LAC e LMC sono anch'esse inclinate negativamente ma positive

I COSTI NEL LUNGO PERIODO E LA STRUTTURA DELL'INDUSTRIAL struttura di un'industria è fortemente influenzata dai costi di lungo periodo, in quanto la sopravvivenza di un'impresa, data la tecnologia, dipende dalla sua capacità di ridurre al minimo i costi totali di produzione nel lungo periodo. Il livello di output corrispondente al punto di minimo della curva LAC dipende dalla particolare forma assunta da quest'ultima. Quando la curva LAC ha pendenza negativa per tutti i livelli di output, i costi sono minimi se nel mercato opera una sola impresa (monopolio naturale). Se la

lungo periodo, si determina il livello di output di lungo periodo corrispondente a quel livello di capitale fisso. In generale, i costi di breve periodo sono influenzati principalmente dalla quantità di input variabili utilizzati, mentre i costi di lungo periodo sono influenzati dalla quantità di input fissi e variabili utilizzati. Lungo periodo

Si realizza anc

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
20 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giga-1234 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Landini Fabio.