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Rappresentazione della terra scavata divisa in parti

Ora è necessario rappresentare la terra scavata divisa in parti. Le parti sono le azioni basilarimaterialmente riconoscibili o riconosciute (le US). Un'azione o US è interpretabile solo se inserita nel sistema di rapporti che la lega ad altre, rapporti fisici e rapporti relativi nel tempo entro una sequenza stratigrafica (prima vediamo il copre/coperto, poi il dopo/prima che ne consegue). I rapporti stratigrafici: di contemporaneità (uguale a/si lega a); di successione nel tempo (copre/coperto da, si appoggia a/gli si appoggia, taglia/è tagliato da, riempie/riempito da); relazioni di mancato rapporto (in assenza di contiguità fisica il rapporto nel tempo è presunto scegliendo nell'ambito della sequenza stratigrafica il più verosimile: correlazione interpretativa). Il rapporto di successione temporale è sostanzialmente l'unico stratigrafico in senso stretto. I rapporti topografici sono configurazioni spaziali.

Potenzialmente infinite. Nello scavo si stabiliscono rapporti spaziali (topografici) e temporali (stratigrafici) fra le diverse parti di materia in cui si sono concentrate le azioni. Lo scavo corretto è quello stratigrafico (non topografico-stratigrafico) ma presuppone anche rappresentazioni topografiche. Uno scavo non stratigrafico è a tre dimensioni, quello stratigrafico è a 4 (la quarta quella del tempo). L'archeologia monumentale è essenzialmente topografica. La materia da scavare è discontinua, scavare correttamente comporta cogliere i piani regolari o irregolari che separano tali diverse e relative omogeneità per poter separare la materia in parti. Occorre quindi individuare un piano di distinguibilità o trapasso principale. Le zone relativamente omogenee di materia e le zone di transizione costituiscono gli strati e i piani di trapasso le loro interfacce/superfici, pertanto il riconoscimento è semplice. Più complesso.

Nel caso vi sia una zona di transizione (dovuta a un mutamento graduale delle caratteristiche della stratificazione tra due omogeneità relative, mettendole in crisi). Gli strati sono porzioni di materiale relativamente omogeneo e quindi indivisibile. Il volume di uno strato è paragonabile a una borsa (la posizione degli oggetti all'interno è equivalente, è quindi povera di spazio e tempo significativi, ma la sua interfaccia è una pellicola satura di distinguibilità nello spazio e nel tempo): l'importante non è la posizione degli spiccioli nel portamonete, ma che non fuoriescano per passare ad un altro. La distinguibilità di uno strato di terra rispetto a quelli che lo coprono e la sua stessa forma sono date dalla sua interfaccia; il suo volume è compreso tra questa superficie e quella degli strati che fisicamente ricopre. Il tempo della formazione di uno strato è posteriore alla superficie dello strato.

più tardo fra quelli che essocopre e anteriore alla sua propria superficie. Il tempo della vita di uno strato è posteriore alla suasuperficie e anteriore all’inizio della formazione del volume dello strato più antico fra quelli chefisicamente lo coprono. Uno strato in formazione non ha ancora prodotto la sua superficie; poi vienela sua vita (ricca di usure e distruzione) e la morte (quando è sepolto in parte o del tutto da strati piùtardi): ulteriori danneggiamenti possono prodursi anche dopo la sua morte, durante la sepoltura. Duestrati mescolati fra loro perdono le loro superfici originarie per acquistarne una nuova, che viene aconfigurare un nuovo strato. Il suolo è una realtà in continua trasformazione per i processi di disturbopost-deposizionali (dovuti a fauna, flora, gelo/disgelo, movimenti di materiali in pendio, gas delsuolo, vento, fenomeni tellurici, erosione naturale, taglio/asporto umano, camminamento animale eumano).

I reperti rinvenuti sulla superficie di uno strato e sotto il volume di quello che gli si sovrappone sono di dubbia interpretazione (attribuibili allo strato superiore per intrusione o a quello inferiore identificando un'unità stratigrafica priva di terra). Nel caso di reperti inglobati nel livello superiore di uno strato (perché calpestati per esempio) sarebbe prudente scavare lo strato in due livelli (il primo tramite una pulizia energetica della parte più alta del volume, il secondo asportando la parte più bassa). Strati verticali sono riempimenti unitari di fosse, mucchi, terrapieni, palizzate, muri. I muri sono compatti in genere e ai lati i bordi sono esposti: il volume può essere scarsamente omogeneo per la distribuzione differenziata delle componenti fra fondazione ed elevato. Più gli strati verticali sono alti, continui e compatti più stabiliscono depositi bacini di deposito stratigrafico. Lo sterro è una caccia al singolo.ritrovamento isolato dai volumi e dalle superfici entro cui è archiviato nella stratificazione (distrutti nello sterro). Sia la natura che l'uomo, oltre a depositare e accumulare, erodono, consumano, sbancano, spoliano e distruggono. Lo scavo archeologico fa parte di queste attività. Queste azioni sono positive o negative. Nel pulire la superficie di uno strato si asporta il livello inferiore del volume di quello superiore o si intacca leggermente quello superiore del volume dello strato inferiore: la superficie è rivelata dal contatto correttamente identificato fra i due volumi dei due strati. Tali superfici negative sono una lacuna delle stratificazioni, chiamate interfacce o superfici in sé. Le superfici delle unità stratigrafiche positive servono a distinguere nello spazio e nel tempo i volumi degli strati. Le superfici di US negative sono sature di info propria, hanno una validità di per sé, intrattengono rapporti stratigrafici loro.

peculiari che nulla hanno a che fare con quelli degli strati che delimitano. Sono pertanto US(negative) che vanno riconosciute, numerate e documentate per ricostruire la sequenza stratigrafica.

Le US negative possono essere verticali (fosse, fossati, tagli di uno scavo) o orizzontali (erosioni, sbancamenti, rasature, creste di muri). Le US negative verticali possono a loro volta distruggere US positive orizzontali e verticali e US negative verticali e orizzontali. Oltre a US positive e negative (dovute alla sedimentazione e all'erosione) esistono le obliterazioni dei caratteri sedimentari ad opera dei processi pedogenetici.

L'US riduce le diverse azioni e i loro rapporti nello spazio allo stesso grado di astrazione dei rapporti stratigrafici (cronologia relativa, prima e poi). Occorre passare dall'identificazione topografica di un'azione a quella numerica. Quello che taglia è posteriore. Ogni US, > o <, orizzontale o verticale, naturale o artificiale,

casuale o intenzionale va identificata, rapportata alle altre e documentata, numerata entro una serie progressiva di numeri arabi senza bisogno che l'ordine corrisponda alla sequenza stratigrafica. Si fa un diagramma. In sezione il numero si attribuisce al volume, in pianta alla superficie. Bisogna evitare: lettere o numeri romani, abbinare numeri con lettere (si necessiterebbe di una gerarchia interpretativa), riusare i numeri usati per le unità abolite, usare uno stesso numero per due parti separate di una stessa unità originaria, coincidere la serie numerica con la successione stratigrafica di proposito, rinumerare, numerare le US negative con il numero dell'unità più tarda da essa tagliata associato a quello dell'unità più antica che la riempie. Non bisogna praticare troppa soggettività. Le altre numerazioni (relativa ai reperti particolari, small finds, il cui numero può figurare in un triangolo) devono distinguersi.dalla serie numerica principale. È consigliato prenumerare le schede per non rischiare più volte di usare uno stesso numero (assegnare per ogni saggio o settore un insieme di numeri predeterminati da 1 a 999, da 1000 a 1999...). Al primo responsabile che ha esaurito i numeri sono associati i 999 successivi. Lo scavo presuppone l'articolazione del sottosuolo in parti e la loro ricomposizione in un modello che ridia il senso dell'unità originaria per portare poi a un'interpretazione. La rappresentazione deve essere stratigrafica, ridotta alla sola dimensione del tempo relativo, che comporta il passaggio dal verismo al simbolismo (diagramma in cui figurino tutte le US ridotte a numeri). Nel diagramma i numeri sono iscritti in un rettangolo e le relazioni essenziali indicate con linee di collegamento fra i rettangoli che contengono i numeri, sembra un albero genealogico, in cui si può usare l'espediente grafico dei ponti. Harris inventa nel

73 il matrix, diagramma stratigrafico, con cui si chiude la fase wheeleriana e lambogliana e si apre quella dell'archeologia sul campo. Le regole per la costruzione del diagramma: la relazione fra due unità è espressa da linee di collegamento tra i numeri, che non risalgono mai ma sono sempre dall'alto al basso; i collegamenti a forma di H sono equivoci, implicando relazioni implicate che non esistono; si devono esprimere i rapporti essenziali fra le U, scartando quelle ridondanti, applicando la legge della successione stratigrafica (rapporto con quelle più antiche o più recenti); evitare intrichi di linee, esponendo una visita guidata, logica, fase per fase. Bisogna introdurre nel diagramma semicerchi di collegamento o ponti che consentono alle linee orizzontali di incrociarne altre verticali, creando sottopassaggi. Anche i ponti vanno ridotti allo stretto necessario per non ingarbugliare il tutto; al fondo del diagramma devono figurare le sigle FS.

(finedello scavo, a indicare che lo scavo si è dovuto interrompere) o FSA (fine dello scavo archeologico,si è raggiunto il terreno vergine). La stesura del diagramma stratigrafico va fatto parallelamente alloscavo: al termine della giornata si verifica e riorganizza il diagramma per proseguirlo il giornoseguente; in laboratorio si unificano i diversi diagrammi dell'area di scavo. Il diagramma complessivoè allegato alla documentazione di insieme, cioè alla scheda SAS. Il diagramma redatto durante loscavo indica l'ordine secondo cui smontare le US e aiuta a programmare la ricerca. Sostituisce cosìla funzione un tempo svolta dai testimoni.Le US vanno descritte in schede prestabilite, in cui vi sono lemmi da riempire, completare econtrollare dopo la documentazione grafica dell'US almeno in una pianta quotata e lo scavo di questa.Il giornale di scavo registra le riflessioni interpretative e strategiche della direzione dello scavo.

Leschede stanno al metodo Barker-Harris come il giornale di scavo sta a quello Wheeler-Lamboglia.

Leschede seguono una gerarchia: schede di Sito (SI) si dividono in settore topografico (scheda di Complesso archeologico CA, di Monumento Archeologico MA e di Monumento archeologico-figlia MAF) e s

Dettagli
A.A. 2019-2020
31 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mottafrancesco2000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Augenti Andrea.