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La seconda fase del processo d’aiuto è la valutazione e progettazione del sistema
d’intervento in cui l’assistente sociale elabora un’ ipotesi di funzionamento della
famiglia attraverso l’analisi del contesto in cui il problema inserito.
Il progetto d’intervento scaturisce dal processo di costruzione delle ipotesi è contiene
il problema ossia le aree cruciali della situazione problematica, il contesto con cui si è
manifestato,la sua evoluzione e i tentativi di soluzione .
La realizzazione dell’interveto è accompagnata anche dall’’azione dell’as tesa a
sostenere l’impegno dell’utenza, e a coordinare gli interventi dei vari soggetti.
c)Il modello unitario centrato sul compito
La relazione tra assistente sociale ed utente è triadica perché si sviluppa all’interno
delle regole e del campo d’intervento di un servizio ed in uno specifico ambito
territoriale non è esclusiva ma deve consentire alla persona di acquisire una crescente
autonomia. Le risorse dell’ambiente sono rappresentate dai diversi soggetti con cui la
persona è legata.
L’as intesse relazioni:
a) Dialogiche ,perché costituiscono degli ambiti in cui due soggetti diversi si
parlano s’ascoltano e si confrontano
b) Abilitanti perché si connotano come rapporti di scambio, non in uso unilaterali,
orientati all’obiettivo di favorire la crescita della capacità operativa del soggetto
La relazione si differenzia per:
a) Centralità attribuita agli interessi, ai bisogni ed alle aspirazioni della persona
b) Gli obbiettivi che assume
c) L’essere fondata su obbiettività e consapevolezza
IL PROCESSO DI AIUTO viene visto in modo aspirale caratterizzato dalle seguenti fasi:
a) Contatto obbiettivo di questa fase è conoscere il problema della persona utente e
costruire una relazione professionale tra assistente sociale e persona, al termine di
questa conoscitiva occorre mettere in relazione le informazioni , la situazione
problema deve essere circoscritta individuando quella che Ferrario chiama area del
bersaglio ovvero quello parte di problema che sarà oggetto dell’intervento del
servizio sociale.
b) La fase del contratto è comprensiva della fase del progetto e la contrattazione dei
contenuti del progetto, i contenuti di questa direzione sono:
1. descrizione della situazione
2. problema bersaglio
3. obbiettivi
4. modalità di raggiungimento degli obbiettivi
5. esiti attesi
6. responsabilità dei vari attori
7. attività dell’assistente sociale
8. condizioni poste dal servizio
9. strumenti
10.risorse
11.tempi e scadenze
12.clausole d’uscita 4
FERRARIO definisce il contratto di servizio sociale come un accordo tra due o più parti
relativo allo sviluppo dell’intervento, costituisce la parte pubblica e visibile del progetto di
cui è responsabile l’as , strumento idoneo per il coinvolgimento della persona utente che
consente alla realizzazione della relazione di aiuto professionale,orientata al principio
d’autodeterminazione,il contratto è collaborativi.
c) la fase della realizzazione dell’intervento è la traduzione pratica operativa di quanto vi
è contenuto , l’operatività è altresì focalizzata sul compito intendendo per esso una
struttura complessa che si concretizza in un prodotto verificabile. Azione pianificata è
concordata per la soluzione di un problema.
Il concetto di compito è strettamente correlato al concetto d’apprendimento
dell’esperienza , la tipologia di compiti può essere sintetizzata così
1. compiti d’azione
2. compiti di collegamento
3. compiti d’istruzione
4. compiti relativi ad obbiettivi
5. compiti di progetto
L’assistente sociale in questa fase ha compiti di:
1. facilitatore
2. abilitatore e educatore
3. formatore e consulente
4. costruttore mediatore
5. progettista
d) La fase della conclusione è caratterizzata dallo scambio relazionale tra assistente
sociale è utente centrato sui i risultati raggiunti, il percorso fatto le modalità usate per
affrontare le difficoltà le prospettive future.
Capitolo 3 “Il progetto d’intervento”
L’avvio del processo d’aiuto è generalmente determinato da una richiesta d’aiuto in
relazione ad una qualche forma di disagio, tale richiesta può essere formulata da attor
diversi:
a) Autorità Giudiziaria
b) La persona portatore di disagio
c) Persone diverse dal portatore di disagio
d) Altri servizi o soggetti appartenenti alla rete informale
L’assistente sociale quindi deve fare attenzione a come la domanda s’esprime. La
segnalazione intesa in termine generali come la modalità con cui il soggetto che esplicita
la domanda è venuto a conoscenza di quello specifico servizio, ciò contribuisce a far
comprendere quali immagini mentali la persona ha elaborato,e conseguentemente quali
aspettative di risposta., occorre contesutalizzare la richiesta e quali ipotesi di soluzione
l’utente ha già sperimentato.
l’azione dell’assistete sociale in questa fase di contatto è caratterizzata:
a) Individuazione degli obbiettivi conoscitivi ovvero cosa cos’intende conoscere in
funzione della domanda espressa. 5
b) Scelta delle variabili per la conoscenza del problema in relazione e coerentemente
con gli obbiettivi conoscitivi.
c) Accoglienza intesa in termini di predisposizione di un contesto relazionale di
ascolto, disponibilità a prendersi cura
d) Esplicitazione della domanda
e) Azioni inerenti alla comunicazione verbale e non verbale
Attraverso la comprensione della domanda e della situazione problema e si procede
ad individuare l’area bersaglio rispetto ai quali agire, di poter avviare percorsi di
cambiamento, tutto ciò presuppone che la persona generalmente non è portatrice di
un problema ma la sua condizione, esistenziale è caratterizzata dalla complessità
multiproblematicità,l’analisi delle varie informazioni e delle possibilità di welfere
vanno messe in luce in un ottica ecologica.
Elaborazione del progetto d’intervento in ambito sociale la progettazione è
caratterizzata da una finalità precisa, ossia quella di giungere alla realizzazione
concreta di una specifica azione orientata al superamento, il contenimento di problemi
bisogni sociali , elaborare un progetto significa:
a) Analizzare la domanda
b) Conoscere e comprendere il disagio
c) Definire il problema bersaglio
d) Individuare le risorse personali della rete formale informale esistenti attivabili e da
promuovere,
e) Analizzare i vincoli
f) Individuare gli obiettivi
g) Definire che cosa fare
h) Definire gli attori del fare
i) Definire come fare
j) Individuare tempi e strumenti
k) Valutare i risultati
Ferrario Gottardi sostengono che il progetto debba far riferimento a tre coordinate si
realtà:
a) Il contesto operativo , il servizio e il sistema di welfere locale
b) Il destinatario
c) Il sistema di risorse interne ed esterne.
Anche nel progetto individuale vi deve essere una dimensione di scelta che comporta
necessariamente un processo di valutazione di opportunità e fattibilità.
L’osservazione e l’ascolto
L’azione di osservare è caratterizzata da un certo livello di selettività infatti non viene
fatta una fotografia della realtà non verrà presa completamente in esame ,
l’attenzione verrà posta solo su alcuni fatti e variabili. Nell’ambito delle scienze sociali
per osservazione s’intende,
a) L’esame sistematico di un oggetto nel suo divenire, compiuto con lo scopo di
acquisire nuove conoscenze.
b) Esame sistematico della realtà
c) Una tecnica di rilevazione di dati ed informazioni nell’ambito della ricerca sociale
Tecnica professionale finalizzata alla conoscenza e quindi alla rilevazione di dati ed
informazioni inerenti al comportamento non verbale , questo avviene attraverso la visita
domiciliare , gli assistenti sociali osservano i contesti di vita delle persone per valutare i
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messaggi da decodificare utili per la comprensione dei problemi e più in generale delle
relazioni.
L’osservazione sistematica deve realizzarsi facendo riferimento a specifici schemi di
rilevazione che tenga conto dell’:
a) Esplicitare l’oggetto
b) Individuare il luogo e il tempo
c) Esplicitare i fuochi d’attenzione
d) Verificare la coerenza dell’oggetto delle motivazioni e dei variabili con il mandato
istituzionali e professionali.
L’azione di ascolto è caratterizzata dall’attenzione per poter essere un elemento di
qualità occorre che vi sia una visibilità tangibilità della stessa da parte dell’utente sia a
livello verbale che non verbale l’utente deve poter accorgersi, sentire che è ascoltato,
L’ascolto di se è la capacità che l’assistente sociale ha di recepire raccogliere ciò che
l’altro vuol dirci , occorre comunque tener presente tre dimensioni :
a) Dei fatti
b) Del provato o del vissuto da parte della persona
c) Della ripercussione che questo racconto ha sul professionista
L’ascolto dell’altro è un atteggiamento professionale di cooperazione attiva alla
comunicazione che rende l’operatore partecipe , le caratteristiche principali di questo
ascolto sono :
a) Mirato all’obiettivo prefissato
b) Non giudicante
c) Che non distrae
d) Che non pensa a risposte prestabilite
e) Fedele a quanto l’utente esprime
f) Che sappia sintetizzare e valutare
Quindi l’assistente sociale deve essere:
a) Attento verso l’altro
b) Percettivo
c) Fare da filtro
Capitolo 5 “La visita domiciliare”
La visita domiciliare è uno degli strumenti che l’assistente sociale può utilizzare nel
processo di aiuto, “forma d’incontro e di colloquio che si realizza con un singolo
utente o con una famiglia nel suo ambiente di vita . prima di analizzarne le
caratteristiche metodologiche cerchiamo di definire il significato dei due termini :
Visita: è l’atto del recarsi presso qualcuno ed intrattenersi con lui o con lei più a meno
a lungo, insieme di atti azioni di movimenti d’incontro di conoscenza e d’esplorazione.
Generalmente per domicilio intendiamo il luogo principale dei propri affari ed
interessi , elabora i propri stili di vita , le proprie immagini culturali,esplica le proprie
funzioni.
Il concetto di domiciliarità e dell’abitare è strettamente correlato con quel