Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA POLICY INQUIRY RIFERIMENTI TEORICI E METODOLOGICI LE POLITICHE COME CONOSCENZE IN
USO
La policy inquiry e le sue prospettive teoriche e metodologiche, focalizzandosi sull'approccio delle politiche
come conoscenze in uso:
• La policy inquiry: Questo termine si riferisce alla ricerca e all'analisi delle politiche pubbliche, che
comprende l'osservazione e lo studio dei processi decisionali e delle interazioni sociali che
influenzano la formulazione e l'attuazione delle politiche.
• Riferimenti teorici e metodologici: Si tratta delle basi teoriche e dei metodi utilizzati per studiare le
politiche pubbliche.
• Le politiche come conoscenze in uso: Questa prospettiva considera le politiche come un insieme di
conoscenze pratiche che vengono applicate nella società.
Teoria → Applicazione: l'analisi come:
1. Le politiche come conoscenze in uso → pratica sociale riflessiva: In questo caso, si analizzano le
politiche pubbliche come riflessioni della pratica sociale, cioè come risultato di conoscenze pratiche
applicate nella società.
2. Le politiche come interazioni → aggiustamento reciproco tra interessi di parte: Qui si studiano le
politiche come risultato di interazioni tra diversi attori coinvolti nel processo decisionale politico, con
un focus sull'aggiustamento reciproco degli interessi delle diverse parti coinvolte.
3. Le politiche come processi → incrementalismo sconnesso: Questa prospettiva considera le politiche
pubbliche come il risultato di processi decisionali che si sviluppano in modo graduale e non
coordinato nel tempo.
4. Le politiche come bidoni della spazzatura → gestione della complessità (ingegneria dell'intelligenza):
Qui si tratta di considerare le politiche pubbliche come luoghi in cui vengono deposte varie idee e
proposte, con un'enfasi sulla gestione della complessità nel processo decisionale politico e
sull'utilizzo di strategie di ingegneria dell'intelligenza per affrontare tale complessità.
• Le quattro prospettive in parte si sovrappongono: Ciò significa che queste diverse prospettive
possono avere elementi comuni o intersezioni, poiché tutte contribuiscono a una comprensione più
completa delle politiche pubbliche e dei processi decisionali ad esse collegati.
- In riferimento al capitolo 4 di un argomento specifico si sottolinea che le linee teoriche esposte sono
complesse e che le linee di ricerca correlate si sono sviluppate nel corso del tempo.
- Inoltre, queste prospettive teoriche e linee di ricerca possono essere simili o sovrapporsi in certi casi,
poiché entrambe si concentrano sullo studio delle interazioni sociali.
TEORIA 1: LE POLITICHE COME CONOSCENZE IN USO (O COME COGNIZIONI SOCIALI)
Una delle teorie fondamentali della policy inquiry chiamata "Le politiche come conoscenze in uso" o "Le
politiche come cognizioni sociali":
• Iniziamo con l'idea che la policy inquiry si concentra sullo studio dei processi che ci permettono di
acquisire e utilizzare la conoscenza nella gestione delle politiche pubbliche. Questo è ciò che
differenzia la policy inquiry dall'analisi politica razionale.
• La policy inquiry si concentra su come costruiamo effettivamente le nostre conoscenze, specialmente
quando si tratta di questioni sociali e politiche.
• La "Teoria delle politiche come conoscenze in uso" o "Teoria delle cognizioni sociali" mette in
discussione il concetto di razionalità sinottica (ovvero una razionalità che tiene conto di tutti i fattori
e prende decisioni in modo completo), proponendo invece una concezione diversa di come viene
prodotta la conoscenza riguardo ai fatti sociali.
• In sostanza, questa teoria esplora come le nostre conoscenze influenzano la formulazione e
l'attuazione delle politiche pubbliche, sfidando l'idea tradizionale di razionalità e sottolineando
l'importanza di comprendere i processi di conoscenza nella sfera politica e sociale.
La Teoria 1: "Le politiche come conoscenze in uso" o "Le politiche come cognizioni sociali":
- Questa idea ci dice che la critica all'analisi razionale riguarda il suo affidarsi troppo alla misurazione
e all'oggettività della conoscenza. Questo sembra essere ragionevole e chiaro dal punto di vista
razionale, ma ci sono dei problemi.
Prendiamo ad esempio lo studio della povertà: i dati su questo argomento sono facilmente accessibili
e sembrano non lasciare spazio a discussioni. Tuttavia, quando esaminiamo più da vicino, vediamo
che la povertà può avere diverse dimensioni, come quella economica, sociale e di genere.
- Quindi, quando consideriamo più ampiamente cosa la povertà comporta nelle relazioni sociali, ci
rendiamo conto che il modo in cui comprendiamo il problema non può essere preso per scontato,
ma è anch'esso influenzato dalle interazioni sociali e dalle conoscenze pratiche che usiamo.
Questo ci porta a mettere in discussione alcuni degli aspetti che abbiamo dato per scontati quando
abbiamo parlato di analisi razionale.
- Il testo sottolinea che l'assunzione del ruolo della conoscenza è comune anche nelle scienze del
management, ma la policy inquiry serve proprio a mettere in discussione questa assunzione.
Le "Teorie delle conoscenze in uso" ci aiutano a capire che il modo in cui costruiamo la conoscenza
sulle politiche pubbliche è il risultato di interazioni sociali e non solo della raccolta di dati oggettivi
che possiamo utilizzare a nostra disposizione.
DALLA CRITICA DELL’APPROCCIO RAZIONALE ALLE TEORIE SULLE CONOSCENZE IN USO
Alcuni approcci precedenti consideravano la conoscenza in modo razionale e oggettivo, ma le nuove teorie
sulle conoscenze in uso mettono in discussione questa visione:
• Prima, nelle scienze del management e nell'Amministrazione della Ricerca e Sviluppo (ARP), si
pensava che la conoscenza fosse:
o Oggettiva: Si credeva che fosse sempre possibile distinguere i fatti dagli opinioni o valori
personali.
o Sistematica: Si pensava che la conoscenza potesse essere completa grazie ai progressi
tecnologici.
o Universale e disponibile: Si riteneva che fosse facilmente riconoscibile e accessibile a tutti.
o Dominabile dalla mente umana: Si aveva fiducia nel potere dei dati e della tecnica.
• Tuttavia, alcuni pensatori come Hayek, Simon e Lindblom hanno evidenziato dei limiti in questo
approccio:
o Bulimia informativa: Si è riconosciuto che l'eccesso di informazioni può essere dannoso,
quindi si è proposto di ridimensionare il bisogno di informazioni e concentrarsi solo su ciò
che è rilevante.
o Separazione tra fatti e valori: Si è sottolineato che la distinzione rigida tra fatti (ciò che è) e
valori (ciò che dovrebbe essere) può essere problematica, quindi si è suggerito di riconoscere
il legame tra la raccolta delle informazioni e il processo decisionale, considerando entrambi
insieme.
In sostanza, queste nuove teorie sulle conoscenze in uso sfidano l'idea tradizionale di conoscenza razionale
e oggettiva, evidenziando la complessità del processo decisionale e la necessità di considerare anche i
valori e l'interpretazione soggettiva nella costruzione della conoscenza.
Alcune teorie criticano l'approccio razionale tradizionale e propongano invece nuove prospettive sulle
conoscenze in uso:
- Iniziamo con l'idea che l'approccio razionale tradizionale consideri la conoscenza come sempre
oggettiva e separata da valori personali. Questo approccio vede la conoscenza come sistematica,
universalmente riconoscibile e facilmente comprensibile dalla mente umana.
- Tuttavia, alcune nuove teorie, specialmente nel campo del management e dell'economia, mettono
in discussione quest'idea. Esse suggeriscono che il modo in cui attiviamo e utilizziamo la razionalità
può avere caratteristiche che possono essere irrazionali.
- Tre studiosi in particolare hanno cominciato a riflettere sui comportamenti umani e hanno messo
in dubbio l'idea di una razionalità completa. Hanno evidenziato due problemi principali:
o Bulimia informativa: Questo è il primo problema, che si riferisce all'eccesso di informazioni.
Troppo spesso, abbiamo a disposizione più informazioni di quante ne abbiamo bisogno, il
che può ostacolare la nostra capacità di prendere decisioni efficienti.
o Separazione tra fatti e valori: Il secondo problema riguarda la distinzione rigida tra fatti e
valori. Questo può portare a una visione distorta della realtà, poiché spesso i fatti e i valori
sono interconnessi e influenzano reciprocamente le decisioni.
In sostanza, queste nuove teorie ci invitano a esaminare criticamente l'approccio razionale tradizionale e a
considerare più attentamente il modo in cui utilizziamo la razionalità nella nostra vita quotidiana e nel
processo decisionale.
Ci sono due limiti principali dell'approccio razionale nel processo decisionale politico:
• La bulimia informativa: Questo termine indica un eccesso di informazioni. Lindblom critica
l'eccessivo desiderio di informazioni nel processo decisionale. Anche se si hanno dati completi e
risultati chiari, spesso non sono sufficienti per superare altre fonti di giudizio importanti per i policy
makers e i policy takers, come le loro esperienze personali e le opinioni dei loro pari. Secondo von
Hayek, il controllo perfetto delle informazioni è un'illusione, perché i mercati funzionano per
attribuire un prezzo ai beni e segnalare quando questo non è possibile. La policy inquiry, seguendo
le idee di Hayek, suggerisce che non è la programmazione perfetta a trovare le soluzioni, ma sono i
cittadini e le comunità a farlo attraverso l'interazione e la sperimentazione.
• La netta separazione tra raccolta delle informazioni e decisione politica: Questo punto riguarda il
fatto che spesso si presume che la ricerca sia neutrale e imparziale, ma in realtà la preferenza degli
analisti e dei decisori politici influisce già nella fase di ricerca e analisi dei dati. La policy inquiry
preferisce invece il confronto tra varie prospettive parziali, anziché cercare un controllo totale della
conoscenza. Lindblom suggerisce che la società dovrebbe cercare le buone politiche attraverso la
competizione delle idee, anziché affidarsi all'abilità analitica di una piccola élite di esperti.
In sintesi, questi due limiti evidenziano le sfide nell'uso dell'approccio razionale nel processo decisionale
politico, suggerendo alternative che valorizzano la partecipazione e la diversità di opinioni nella
formulazione delle politiche pubbliche.
Due importanti concetti nel contesto della policy inquiry e della razionalità nel processo decisionale delle
politiche pubbliche: