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L'APPROCCIO AL PAZIENTE ANZIANO

Il 1999 fu proclamato l'anno internazionale dell'anziano dall'ONU per sensibilizzare la popolazione. La porzione di anziani è in continua crescita, il 24% circa, infatti, ha più di 75 anni. L'ONU considera l'anziano come un importante e necessario elemento per lo sviluppo a tutti i livelli della società. La bioetica si pone nei confronti dell'anziano allo stesso modo in cui si pone davanti ad ogni altro individuo, come una totalità somato-psichico-spirituale. L'anziano ovviamente però necessita di particolari attenzioni in virtù della sua fragilità fisica, psichica e spirituale. Per questi motivi si configura la necessità di coordinare un intervento medico e sociale come l'assistenza domiciliare integrata e le residenze geriatriche. Nei paesi industrializzati in particolare, possiamo notare come sono numerosi i problemi legati alla cura degli anziani.che si sommano ai loro problemi psicologici e spirituali già ricorrenti, e a quelli fisici.

La pillola azzurra

L'andrologia nasce negli anni Sessanta, per colmare il vuoto creatosi dalla nascita della ginecologia. Nel 1968 venne presentata una relazione sugli ipogonadismi maschili intendendoli come ogni condizione riconducibile ad insufficienza della funzione androgenica, comprendente sia l'ipoandrogenismo, sia la sterilità, che l'impotenza. È fondamentale, inoltre, che l'andrologo adotti una visione di tipo olistico, i problemi, soprattutto sulla sfera della sessualità, non prescindono mai dalla psicologica. Negli anni Sessanta, inoltre, si era iniziato a parlare di rivoluzione sessuale, che ebbe il merito per lo meno di porre il problema allo scoperto, ma portò ad una concezione di sessualità come un qualcosa di solo "genitalizzato" e oggettificato. Il corpo, infatti, smise di essere considerato solo come

oggetto (Korper) ed iniziò ad essere visto come una presenza soggettiva (Leib), con delle caratteristiche spirituali e soggettiveoltre che meramente biologiche. In questa concezione il corpo non può essere visto solamente a livello biologico, ed il pazientedeve poter iniziare a confrontarsi con il suo medico anche da un punto di vista soggettivo, spirituale e psicologico. Tale problema diconfronto è emerso ancor più con la diffusione del viagra verso la fine degli anni Novanta, la cui molecola è il Sildenafil, utilizzata neicasi di disfunzione erettile. Essendo un farmaco riguardante una disfunzione sessuale, serve affrontare doverosamente il problemaanche da un punto di vista etico e psicologico, soprattutto nel momento prescrittivo. Essendo un farmaco, la sua somministrazionedeve necessariamente tener conto dell’integrità della persona. Ci sono ovviamente casi in cui è oltre che lecito, DOVEROSO,prescrivere il Sildenafil, comeun uomo che non ha modo di unirsi alla moglie ed è impossibilitato nella procreazione, ma al contrario, ci sono dei casi in cui l'uomo ha solo voglia di aumentare le sue prestazioni in un'ottica meramente edonistica e carnale. Il principio di libertà, responsabilità ed autonomia infatti, non è solo da parte del paziente, ma anche da parte del medico che prescrive i farmaci, senza vedere lesa la sua integrità professionale. Il principio di autonomia di un paziente e di un medico possono entrare in conflitto, ma la soluzione a questi conflitti va ricercata facendo riferimento ai principi di libertà e personalità in una dimensione etica personalista. Non tutto quello che è possibile fare, allora, è lecito, soprattutto quando non viene rispettata la dignità dell'uomo sia dalla parte del medico che del paziente. Il Sildenafil ha quindi sia un valore clinico, che morale, e l'uomo non può essere.

ridotto a pura genitalità in virtù della sua complessa funzione somato-psichico-spirituale.

13 BIOETICA E AIDS

La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), sta progressivamente scendendo nei paesi occidentali, grazie soprattutto ad una maggiore attenzione della diagnosi precoce, delle terapie più efficaci e soprattutto a delle buone campagne di informazione e prevenzione. L'AIDS colpisce in modo grave sia a livello fisico, che a livello intimo relazionale e di conseguenza psicologico. La pandemia che riguarda l'AIDS infatti si definisce comportamentale perché ci sono implicazioni etiche di notevole portata. Le problematiche etiche principali sono in tre macrogruppi: assistenziali, preventive e di ricerca, e questioni di politica sanitaria. È necessario porre attenzione sul paziente colpito da AIDS per far sì che non venga lesa la sua dignità.

14 IL CONSENSO INFORMATO

Il consenso informato implica un'informazione veritiera

con il paziente basato sulla fiducia reciproca e sul rispetto della dignità umana. La relazione medico-paziente è fondamentale per garantire una corretta assistenza sanitaria. Attraverso questa relazione, il medico fornisce al paziente informazioni chiare e comprensibili sulla sua condizione clinica, sulle possibili terapie e sugli eventuali rischi e benefici. Nella concezione liberale, il paziente ha il potere decisionale completo sulla propria salute. Questo può portare a una situazione in cui il paziente prende decisioni non informate o basate su informazioni errate. Inoltre, può creare un divario di potere tra medico e paziente, compromettendo la qualità dell'assistenza sanitaria. Nella concezione contrattualistica, la relazione medico-paziente diventa un rapporto di tipo privatistico-commerciale. Il paziente diventa un cliente e il medico un fornitore di servizi. Questo può portare a una medicalizzazione eccessiva, in cui il medico è incentivato a prescrivere trattamenti non necessari per ottenere un profitto. Nella concezione personalista, invece, si cerca di trovare un equilibrio tra le due concezioni precedenti. Il rapporto medico-paziente si basa sulla fiducia reciproca, sul rispetto della dignità umana e sull'ascolto attento delle esigenze del paziente. Il medico fornisce al paziente informazioni accurate e complete, consentendogli di prendere decisioni consapevoli sulla propria salute. In conclusione, la relazione medico-paziente è un elemento fondamentale per garantire un'assistenza sanitaria di qualità. È importante che il paziente sia informato e coinvolto nelle decisioni riguardanti la propria salute, ma è altrettanto importante che il medico fornisca informazioni chiare e accurate e si preoccupi del benessere del paziente. La concezione personalista rappresenta un equilibrio tra le diverse esigenze e garantisce una relazione medico-paziente basata sulla fiducia e sul rispetto reciproco.

Paziente asimmetrico dovuto al fatto che il medico ha le conoscenze, ed il paziente ha il potere decisionale, arrivando a creare un’alleanza terapeutica.

15 RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE

La relazione medico-paziente, da Ippocrate a non molto tempo fa, era incentrata su un radicale paternalismo, dove incontravamo una forte asimmetria sbilanciata verso il medico, poiché oltre ad avere la conoscenza, era anche di superiorità morale dal momento che il paziente malato era incapace moralmente e fisicamente. Con il tempo si è schiarita la strada che porta al personalismo, infatti con questa concezione si va a creare una vera e propria alleanza terapeutica nella concezione per la quale il medico ed il paziente si alleano contro un nemico comune, il suo malessere. Lo scopo del medico infatti deve essere sempre quello di ricercare il bene biologico, spirituale metafisico e psichico del paziente.

16 IL PAZIENTE PSICHIATRICO NELL’URGENZA

Dall’inizio del terzo millennio la

medicina psichiatrica vive un periodo di crisi dato dall'aumento dei pazienti con disturbi mentali. Come per tutti i malesseri, se ci sommi una penalizzazione non possono che peggiorare, in particolar modo i malesseri psicologici, con i quali, se ti senti penalizzato a livello assistenziale, aggravi la tua condizione. Con la chiusura degli ospedali psichiatrici, sono rimasti molti pochi posti residenziali per persone necessitanti cure croniche. La situazione diventa critica quando un paziente viene portato al Pronto Soccorso in preda ad un'acutizzazione, perché ci si trova davanti ad un paziente incapace di intendere e di volere, depresso o agitato, ma soprattutto pericoloso per sé stesso e per gli altri. Il rapporto medico-paziente diventa complicato ma essenziale. Al medico, infatti, è richiesta una sensibilità, una capacità di ascolto e un discernimento unico. Il medico inoltre deve saper affrontare il problema del conflitto tra autonomia elibertà del paziente, attraverso una responsabilità morale e giuridica, sapendo valutare caso per caso in modo da salvaguardare il paziente. Soldiniri ritiene necessaria per questi motivi la revisione della legge 180, che possa essere modificata nell'ottica di istituire dei centri di diagnosi e cura per le emergenze psichiatriche, ed i medici devono essere preparati oltre che da un punto di vista biologico, anche umanistico così da poter agire secondo il bene del paziente. I COMITATI DI BIOETICA I comitati di etica sono abbreviati con CdE, sono organismi istituiti con lo scopo di promuovere la riflessione etica. Un primo momento determinante fu nel 1946 con il Codice di Norimberga, che discusse della moralità delle sperimentazioni, imponendo delle leggi a riguardo. 30 anni dopo, nel 1976, abbiamo il primo CdE. Nel 1979 abbiamo il rapporto di Belmont, con il quale fondano le prime basi scritte del principalismo, indicando i tre principi etici fondamentali: ildare indicazioni e suggerimenti per la definizione di politiche sanitarie in ambito di sperimentazioni cliniche. I CdE sono composti da un gruppo di esperti multidisciplinari, tra cui medici, giuristi, psicologi e rappresentanti dei pazienti. Questa composizione garantisce una visione completa e equilibrata delle questioni etiche e normative legate alle sperimentazioni cliniche. I CdE svolgono un ruolo fondamentale nel garantire la tutela dei diritti e della sicurezza dei pazienti coinvolti nelle sperimentazioni cliniche. Essi valutano attentamente i protocolli di ricerca proposti dai ricercatori, verificando che siano conformi alle norme etiche e legali vigenti. Inoltre, i CdE si occupano di monitorare lo svolgimento delle sperimentazioni cliniche, assicurandosi che vengano rispettati i principi di beneficenza, non maleficenza, autonomia e giustizia. In caso di eventuali problemi o controversie, i CdE intervengono per risolverli nel migliore interesse dei pazienti. In conclusione, i Comitati Etici rappresentano un importante strumento di controllo e regolamentazione delle sperimentazioni cliniche, garantendo la tutela dei diritti dei pazienti e la corretta applicazione dei principi etici nella pratica medica.

Rispondere alla domanda "quale politica devo adottare in questo determinato caso?"

Anche al Policlinico Umberto I si è tenuto un comitato di bioetica per discutere di temi quali l'eutanasia, la clonazione ed i trapianti.

Oltre ciò molti temi vennero toccati, e l'importante è che è stato fatto tutto con la finalità di migliorare il rapporto con il cittadino malato. Con la proliferazione dei comitati è servito chiarire il ruolo di questi ultimi: si tratta di bioetica, e non biopolitica, di conseguenza un filosofo può solo consigliare, senza prendere decisioni. Il bioeticista, quindi, non può sostituire un politico, ma deve attenersi alla sola dialettica come compito.

18 LA NEUTRALITÀ DELLA SCIENZA

Nel XX secolo con il boom della tecnologia, la bioetica ha iniziato a dibattere sulla neutralità della scienza, prima le prospettive erano indirizzate verso una ricerca con finalità guidate dal

lità dell'individuo e della collettività.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/02 Logica e filosofia della scienza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giadaferraz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Logica e filosofia della scienza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Soldini Maurizio.