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Le parti del discorso

Le parti del discorso sono 9, di cui 5 variabili e 4 invariabili (avverbio, preposizione, congiunzione ed esclamazione).

Le 5 parti variabili sono:

  • Il nome, la flessione interessa il numero e il genere. Ci sono coppie di nomi, dette eteronimi, che hanno un legame di significato emotivo, ma nonostante ciò sono rappresentate da due termini diversi (es. Mucca e bue, padre e madre, fratello e sorella), solitamente però avviene il cambiamento del nome in relazione al genere (la parola rimane la stessa e cambia solo la desinenza) questo mutamento prende il nome di mozione, (es. Dottore-dottoressa, attore-attrice).
  • Modalità di formazione dal maschile al femminile molto diffusa è quella del suffisso -essa (avocato - avvocatessa, dottore - dottoressa, vigile - vigilessa..) che originariamente non indicavano la donna che svolgeva quella professione, ma la moglie di chi la svolgeva. Il maschile in italiano è un genere universale, non marcato (es. Ragazzi, può

indicare l'insieme di ragazzi e ragazze). Il nome ha 6 classi:

  1. Nomi maschili con singolare in -O e plurale in -I (es. Ragazzo-ragazzi)
  2. Nomi femminili con singolare in -A e plurale in -E (es. rosa-rose)
  3. Nomi maschili e femminili con singolare in -E, e plurale in -I (es. Fiore-fiori, il carcere-le carceri)
  4. Nomi maschili con singolare in -A e plurale in -I (es. Atleta-atleti)
  5. Nomi maschile con il singolare in -O, e al plurale sono femminili in -A (es. Dito-dita, uovo-uova, braccio-braccia, ginocchio-ginocchia, osso-ossa)
  6. Sostantivi invariabili, che rimangono uguali al singolare e al plurale (es. virtù, gioventù, re)

L'aggettivo, la flessione interessa il numero e il genere. Queste categorie vengono espresse in 4 possibilità nella prima classe (es. Bello / belli / bella / belle), due possibilità nella seconda (es. Grande / grandi) e all'ultima classe appartengono gli aggettivi invariabili (es. Entusiasta, pari edispari, rosa, viola).

marrone o con sostantivi di origine straniera). Gli aggettivi sono marcati anche con il grado, infatti tendono ad essere comparabili, grazie alle lingue romanze che si servono di sistemi analitici, risulta più facile formare i comparativi, aggiungendo un elemento alla parola (con più, meno e il superlativo è -issimo, tanto, molto, iper, arci, stra, ultra). Esistono superlativi che fanno eccezione perché lo sono già nella parola (come celeberrimo, acerrimo). Nell'italiano contemporaneo utilizziamo un prefisso come maxi, mega, super, che abbiamo preso in prestito dalle lingue straniere. L'italiano prevede anche gli alterati, ossia diminutivi, vezzeggiativi, accrescitivi, peggiorativi (casa, casina, casuccia, casaccia). La posizione dell'aggettivo in italiano è rilevante (un amico vecchio non è la stessa cosa di dire un vecchio amico).- il pronome, particella che prende il posto del nome. L'italiano è una lingua prodrop,

tre). Ecco la versione formattata del testo utilizzando tag html:

Vale a dire che può fare a meno del pronome, ovvero il pronome può anche non essere espresso. I pronomi comprendono una vasta categoria:

  1. I pronomi personali soggetto (io, tu, egli, ella, esso, essa, noi, voi, loro, essi, esse). Il pronome formale alla 3 persona è egli / ella, quelli formalmente richiesti sono poi esso / essa, ma la forma parlata è lui / lei. C'è poi la tendenza a neutralizzare l'opposizione soggetto / complemento che si rileva nella 2 persona, infatti è sempre più frequente l'uso di 'te' come soggetto.
  2. Il pronome 'si', ha valore di soggetto impersonale prima di un verbo di 3 persona singolare.
  3. I pronomi clitici, come mi, ti, si, ci, vi che si appoggiano al verbo che segue o che precede (es. dammi, datti).
  4. I pronomi allocutivi, ovvero quelli di cortesia come il Lei, e il Voi.
  5. I pronomi numerali, che si distinguono in ordinali (primo, secondo, terzo) e cardinali (uno, due, tre).
  1. Nella contemporaneità si tende a sostituire i pronomi ordinali con quelli cardinali (es. L'università di Roma, invece di chiamarsi terza università di Roma, si chiama Roma 3).
  2. I pronomi relativi si suddividono in variabili (il quale, i quali, la quale, le quali) e invariabili (che, cui, chi).
  3. I pronomi dimostrativi comprendono questo, codesto, quello, stesso, tale, costui, colui, ciò e le loro variabili di genere e numero.
  4. L'articolo può essere determinativo (il, lo, la, i, gli, le) o indeterminativo (un, uno, una). Semanticamente è una parola vuota ma ci aiuta a comunicare bene, in quanto specificano se si tratta o meno di conoscenze condivise. Inoltre, questi svolgono la funzione di determinare il genere e il numero del nome che precedono, quando si tratta di sostantivi invariabili (es. Città, lama).
  5. L'articolo ha due funzioni:
    1. Anaforica (di ripresa), procedimento che consiste nel riprendere un elemento

1. Anafórica (de referencia), procedimiento que consiste en hacer referencia a un elemento anterior mediante un pronombre que concuerda en género y número con el referente (por ejemplo, en la frase "un coche chocó contra el autobús y el autobús no sufrió daños", "el autobús" es el referente).

2. Catafórica (de anticipación), procedimiento que consiste en anticipar un elemento posterior mediante un pronombre que concuerda en género y número con el referente (por ejemplo, en la frase "la señora es la madre de Luca", "la señora" es la anticipación).

- El verbo es el núcleo de la frase, alrededor del cual se desarrollan todos los elementos de una frase. El verbo nos proporciona la mayor cantidad de información: sobre la persona, número, modo, tiempo y aspecto (es decir, la modalidad de la acción). Los verbos italianos pueden ser simples o compuestos (la forma verbal está precedida por un auxiliar). Los verbos auxiliares son dos: essere (ser/estar) o avere (tener). Los verbos transitivos seleccionan el auxiliar avere (por ejemplo, io ho mangiato, "yo he comido").

io ho visto, io ho sentito). I verbi riflessivi selezionano l'ausiliare essere (es. Mi sono lavato, mi sono mangiato un panino). I verbi intransitivi vengono detti inaccusativi se utilizzano l'ausiliare essere (es. Io sono andato, io sono arrivato, io sono uscito) mentre inergativi, se utilizzano l'ausiliare avere (es. Io ho camminato). In morfologia si distingue anche la cosiddetta vocale tematica, ossia la vocale iniziale della desinenza dell'infinito dei verbi, che varia a seconda della coniugazione a cui il verbo appartiene (es. La vocale tematica di mangiare è 'a'). Come sappiamo le coniugazioni in italiano sono tre: are, ere, ire, dove 'are' è quella più produttiva, regolare e la prima per numerosità di verbi. Molto utilizzate ad oggi invece sono le perifrasi verbali formate dal verbo stare + il gerundio (es. Sto andando in città, stavo dormendo, sto per arrivare, sto per cenare). La categoria del modo esprimecertezza o incertezza sull' realizzazione dell' evento, e si differenziano in: - Modi finiti 1. indicativo (riflette la realtà), 2. congiuntivo (riflette la possibilità o desiderio), 3. condizionale (esprime una condizione per cui un fatto è condizionato da un altro fatto, in alcuni casi impossibile), ad oggi viene spesso sostituito dall' imperfetto indicativo 4. imperativo, (esprime un ordine), ad oggi è spesso espresso dal presente indicativo - modi indefiniti 1. Infinito 2. Participio (presente e passato, quest' ultimo è l' unico che marca il genere) 3. Gerundio (presente e passato) Il tempo esprime la contemporaneità dell' azione, ossia si riferisce al momento dell' enunciazione, che può essere contemporaneo, anteriore, posteriore all' azione o può indicare un' azione abituale o ancora per narrare la storia (come il presente storico). Distinguiamo i tempi deittici in: presente, passato e

Nell'italiano contemporaneo il presente ha preso il posto del futuro, laddove sono presenti elementi temporali (es. 'Domani vado a Roma' al posto di 'domani andrò a Roma'). Il tempo passato si distingue in 3 forme:

  • imperfetto, indica eventi passati durativi o abituali
  • Passato prossimo, indica eventi che possono avere ancora effetti nel presente ed è accompagnato da ausiliare, il passato prossimo ha preso il sopravvento sul passato remoto.
  • Passato remoto, indica eventi definitivamente conclusi. È utilizzato per la scrittura dei romanzi, o per argomenti colti.

Gli altri tempi composti con ausiliari (trapassato prossimo e remoto e futuro anteriore) sono detti anaforici, perché esprimono anteriorità o posteriorità non rispetto al momento dell'enunciazione, ma rispetto ad un altro tempo espresso nel testo.

Il futuro è in regresso, tranne in alcuni casi, viene definito:

  • epistemico, esprime ipotesi e previsioni
  • ma anche dubbi e incertezze, spesso è accompagnato da avverbi forse, probabilmente, presumibilmente (es. Andrà tutto bene!)- deontico, esprime un dovere, un obbligo (es. la domanda andrà consegnata entro domani, il modulo andrà compilato in tutte le sue parti). SINTASSI, livello di analisi linguistica che riguarda l'ordine delle parole e il loro funzionamento all'interno della frase in quanto tale. La frase è un'espressione linguistica di segno compiuto che contiene una predicazione e tutti gli elementi necessari per la sua completezza, può essere isolata dal testo. La frase semplice è quella più elementare, formata da un solo verbo attorno a cui si costruisce tutta la frase, detta anche principale nell'analisi del periodo, perché si regge da sola. In sintassi fondamentale è il SINTAGMA, con cui s'intende una minima combinazione di parole, che funziona come unità della struttura frasale, i

    I sintagmi sono costituiti da una testa, che è la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo possa costituire un sintagma.

    L'ordine con cui soggetto e verbo possono comparire nella frase in italiano è relativo, più frequente è l'ordine SV, ma non è obbligatorio perché si verifica anche l'ordine VS, ciò dipende dalla funzione informativa che svolgono i costituenti all'interno della frase. A questo proposito distinguiamo:

    • TEMA (o DATO NOTO o topic), ovvero ciò di cui si parla nel contesto di un enunciato. Si parla di dato noto, in quanto è l'informazione già conosciuta, il punto di partenza del discorso, per questo spesso compare in prima posizione di frase. Solitamente in una frase 'non' marcata (ovvero che segue lo schema SVO), soggetto, agente e tema tendono a coincidere, anche se questi tre aspetti appartengono a piani diversi di analisi.
    • REMA (o DATO NUOVO o comment),
    ovvero quanto viene detto circa ciò di cui si parla. Si parla di nuovo, in quanto è l'informazione nuova non nota che viene fornita a.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_liaci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Aprile Marcello.