Estratto del documento

L'INSULTO PUÒ ESSERE RIVOLTO A:

1. un altro individuo (es. "Matteo, sei proprio una testa di cazzo!");

2. un gruppo di individui (es. "donne puttane", "italiani mafiosi");

3. un'istituzione (es. "governo ladro!");

4. una situazione (es. "maledetto mercoledì!");

5. una divinità (es. bestemmia);

6. un oggetto (es. "smartphone di merda!");

7. un marchio (es. "Apple infame!");

8. un soggetto terzo (es. "tua mamma è stronza!").

3X le bestemmie, l'insulto potrebbe nascondere un intercalare, in quanto non si intenderebbe attaccare la divinità, ma punteggiare espressivamente il discorso. In merito agli esempi appena indicati, è possibile notare come il ricorso al turpiloquio talvolta parta da termini scurrili privi di una carica denigratoria ("cazzo", "merda"..), inseriti all'interno di collocazioni sintattiche rigide (es.

"delcazzo") o in unità lessicali superiori (es. "testa di cazzo").

Domaneschi propone di distinguere l'insulto da altre forme di invettiva, quali l'utilizzo in senso stretto delle parolacce (es. "merda", "figa") e delle maledizioni (es. "crepa!", "ammazzati!").

QUINDI NON TUTTE LE PAROLACCE SONO UTILIZZATE PER INSULTARE:

  • le maledizioni rappresentano atti linguistici ottativi, poiché indicano un desiderio rispetto a un avvenimento nel futuro.
  • differenziare l'insulto dall'offesa, giacché un insulto può arrecare un'offesa, ma esistono moltissimi altri fenomeni che possono originarla.
  • non tutti gli insulti sono concepiti per offendere, ma possono essere proferiti per un senso di comunità, per autocriticarsi o con intenzioni ironiche.
  • l'insulto dovrebbe essere distinto anche dalla calunnia, che prevede una diffamazione di un individuo attraverso un'informazione
falsa.-il concetto di ingiuria si sovrappone a quello di insulto soprattutto sul piano giuridico. In ambito puramente linguistico occorre ammettere che non tutti gli insulti sono ragionevolmente considerabili ingiurie, basti pensare alle espressioni scherzose: "in moltissimi casi, il valore ingiurioso di un'espressione dipende dal contesto di proferimento che può sia attivare sia disinnescare il valore ingiurioso di un'espressione". All'interno dell'ordinamento politico italiano, l'ingiuria è tradizionalmente inclusa nei delitti contro l'individuo e l'onore, MA il Governo Renzi ha abrogato la norma che classificava l'ingiuria come reato e oggi l'ingiuria costituisce solamente un illecito. Attualmente l'ingiuria è stata inserita in diverse proposte di legge volte a contrastare l'omofobia, il sessismo, la discriminazione delle minoranze.libertà del prossimo è gestita diversamente a seconda dell'orientamento culturale: i contesti europei prediligono la salvaguardia dei diritti dell'individuo, mentre l'ambiente nordamericano tende a difendere la libertà di espressione. A livello globale sono state intraprese alcune azioni atte a definire e a contrastare il ricorso al linguaggio d'odio, con scarsi risultati e lasciando ampio margine di libertà di attuazione ai singoli Stati. Ciononostante, i 2 interventi principali nell'ambito dell'ONU sono: - La Convenzione internazionale per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (ICERD) del 1965; l'oggetto della convenzione riguarda il contrasto alla discriminazione e il documento risulta molto generico, includendo, tra le azioni da perseguire, proprio la tutela del diritto di espressione, che darebbe luogo al linguaggio d'odio. - La Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) del 1966; il documento sottolinea l'importanza della libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di espressione, ma allo stesso tempo stabilisce che l'esercizio di tali diritti può essere soggetto a limitazioni previste dalla legge e necessarie per il rispetto dei diritti o della reputazione degli altri, per la protezione della sicurezza nazionale, dell'ordine pubblico, della salute o della morale pubblica. Questi interventi internazionali cercano di trovare un equilibrio tra la tutela dei diritti individuali e la necessità di prevenire l'incitamento all'odio e alla discriminazione. Tuttavia, la loro efficacia dipende dalla volontà e dall'impegno dei singoli Stati nel promuovere e attuare tali principi.

politici (ICCPR) del 1966. L'ICCPR si sofferma soprattutto sulla tutela dei bambini, confermando la tutela del diritto di espressione. È proprio la facoltà di esprimere liberamente qualsiasi tipo di idea a rappresentare il fattore problematico per quanto concerne il ricorso al hate speech. Se bisogna rispettare la libertà altrui, non è possibile esprimere qualsiasi tipo di idea liberamente, soprattutto quando queste sono lesive dell'identità degli individui. Allo stesso tempo, il vincolo assegnato alla libertà di espressione rischia di tradursi in una censura.

FILOSOFIA POLITICA.

Quando l'espressione sfocia nella discriminazione, nell'ostilità e nella violenza dalla libera espressione si passa al linguaggio d'odio: "il diritto alla libertà di espressione può essere limitato solo se il suo esercizio causa danno ad altri".

Il 20 settembre 2020 l'ONU ha pubblicato un

denuncia l'assenza di una visione unitaria e si ribadisce la necessità di contrastare i fenomeni di discriminazione, tra i quali emerge il ricorso all'hate speech. Come ricorda Domaneschi: - OLTRAGGIO: si riferisce all'offesa di un pubblico ufficiale nello svolgimento di un atto di ufficio, in presenza di più persone, in un luogo pubblico. - DIFFAMAZIONE: riguarda un'offesa di un individuo assente, coincidendo con la calunnia. - VILIPENDIO: espressione insultante che offende o discredita le istituzioni dello Stato. - BESTEMMIA: il bersaglio è la divinità o un'entità considerata sacra. PROPOSTE DI CLASSIFICAZIONE DEGLI INSULTI > PROPOSTA DI ANDERSSON E TRUDGILL Sostengono che l'insulto si fonda su 3 aspetti: 1. Espressioni che richiamano elementi tabuizzati della lingua -> si

Il testo tratta di espressioni linguistiche che hanno a che fare con elementi di cui non si può parlare a causa di divieti sociali di varia natura.

2. Espressioni che veicolano l'emotività -> il 2 punto risulta ampio: coinvolge una costellazione di usi linguistici diversificati, che fanno riferimento all'atto linguistico dell'insulto, per mezzo di elementi volti a colpire il bersaglio, a causa dell'emotività dell'emittente.

3. Espressioni che riportano uno slittamento semantico orientato sulla connotazione -> il 3 punto riguarda l'oscillazione semantica che si mette in opera quando un termine viene svuotato del suo significato originario per assumerne uno diverso, talvolta utilizzato anche come intercalare.

> PROPOSTA DI DOMANESCHI

Uno dei criteri di classificazione degli insulti presente all'interno della trattazione di Domaneschi è fondato sulle FIGURE RETORICHE: "artifici del discorso capaci di generare di volta in

Voltaparticolari effetti linguistici. Nell'uso delle figure retoriche non vi è nulla di insolito o sofisticato.

Gli esempi più comuni relativi alla tassonomia di insulti riguardano:

  1. ALLEGORIA (es. "una lumaca" per identificare la lentezza della politica italiana);
  2. ALLITTERAZIONE (es. "balbettante bambocciona banda di babbuini", ripetizione lettere);
  3. ONOMATOPEE (es. "burp" per il suono di un rutto);
  4. RIPETIZIONI (es. "capra, capra, capra!" citando Vittorio Sgarbi);
  5. ELLISSI (es. "quanto sei...", dove l'elemento omesso è proprio la parolaccia che si sarebbe utilizzata per completare l'insulto);
  6. ANTONOMASIA (es. "il gordito" per identificare l'ex attaccante Antonio Cassano);
  7. NEOLOGISMI (es. "pidiota" per indicare in modo sprezzante un elettore del pd);
  8. ESPRESSIONI IDIOMATICHE (es. "fuori come un balcone");
  9. METONIMIA (es. "Hey, Napoli!" per...
indicare un napoletano);j. LITOTE (es. "oggi Giorgio non mi sembra molto fresco");k. SIMILITUDINE (es. "è grassa come una balena");l. IPERBOLE (es. "è così cornuto che non passa da una porta!");m. IRONIA (es. "la tua ragazza", detto a un amico mentre passa una signora anziana);n. EUFEMISMO (es. "non fare lo scemino");o. METAFORA (es. "Matteo è un porco!").

Una forma idiomatica (o idiotismo) è definibile come espressione fraseologica, frase fatta, modo di dire - vale a dire a nessi sintagmatici il cui uso non dipende dalla libera scelta del parlante, ma che gli si offrono già confezionati dall'uso comune. Negli idiotismi il significato complessivo non può essere descritto come funzione della somma dei significati delle loro singole parti e questo li rende difficilmente traducibili in lingue diverse.

Oltre alla classificazione per figure retoriche, Domaneschi

Introduce anche una tassonomia organizzata sulla base della produttività morfologica:

  • Insulti costruiti per mezzo della suffissazione: (-accio), "don-naccia", "poveraccio"; (-esco), "bambinesco"; (-astro), "poetastro"; (-etta), "attricetta"; (-ino), "ragazzino".
  • Insulti costruiti attraverso la prefissazione: (pseudo-) "pseudopresidente"; (semi-), "semiprofessionale"; (sub-), "subumano".
  • Insulti costruiti mediante la composizione (es. "cagacazzo").

In aggiunta alla produttività morfologica, Domaneschi indica:

  • POLIREMATICHE es. "faccia di cazzo".
  • PROCESSI DERIVATIVI es. da "stronzo" si ottengono "stronzaggine", "stronzata".

Tuttavia, le regole linguistico-strutturali possono permettere solamente in parte di classificare gli insulti; lo stesso Domaneschi sostiene che addirittura la presenza di un articolo può innescare

sull'interazione tra parlante e destinatario nel processo di interdizione linguistica. Inoltre, la proposta di Galli de' Paratesi sembra trascurare il contesto sociale e culturale in cui avviene l'apprendimento e l'interazione linguistica. Tuttavia, è importante sottolineare che l'interdizione linguistica può avere un impatto significativo sulla formazione delle scelte individuali e sulla costruzione dell'identità personale. Le norme linguistiche, acquisite attraverso l'apprendimento, diventano parte integrante della personalità di un individuo e possono influenzare il modo in cui si esprime e si relaziona con gli altri. L'interdizione linguistica può essere considerata come un processo di interiorizzazione delle norme, in cui l'individuo assimila e condivide un certo giudizio sulla pericolosità o vergogna di determinate parole o concetti. Questo processo porta l'individuo a censurare spontaneamente l'uso di tali parole o concetti, in base alle situazioni comunicative in cui si trova. È importante notare che, nonostante l'interiorizzazione delle norme linguistiche, il parlante può ancora violare tali norme in determinate situazioni comunicative. Questo suggerisce che l'interdizione linguistica non è un processo rigido e immutabile, ma può essere influenzato da vari fattori, come il contesto comunicativo e le relazioni tra parlante e destinatario. In conclusione, l'interdizione linguistica è un fenomeno complesso che coinvolge l'apprendimento, l'interiorizzazione e l'uso delle norme linguistiche. La proposta di Galli de' Paratesi offre una prospettiva interessante, ma è necessario considerare anche altri aspetti, come il ruolo del destinatario e il contesto sociale e culturale, per una comprensione più completa di questo fenomeno.

dell'eventuale pubblico che assiste alla pronuncia o alla scrittura dell'insulto, MA è innovativa sul piano linguistico-educativo, perché insiste

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silviacarini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica cognitiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Nitti Paolo.
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