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La struttura informativa delle interrogative totali e parziali
Nelle interrogative totali, l'intero predicato è in focus e non esiste background (non si attiva nessuna presupposizione perché tutto è in discussione); mentre nelle interrogative parziali il predicato è in background e il focus è costituito dal costituente soggetto (il parlante attiva una presupposizione di validità della porzione non in focus).
La struttura informativa dell'enunciato attiva presupposizioni relative alla validità della porzione in background, mentre la parte focale è quella che è messa in discussione. Un enunciato verte sulla parte focale, mentre la porzione di background è presentata come condivisa e non oggetto di discussione. Ricorrendo alla nozione di presupposizione possiamo capire meglio il valore funzionale anche del focus contrastivo e contropresupposizionale. Quest'ultimo ha la funzione di smentire una presupposizione attiva nel modello di discorso. La non validità di tale
presupposizione rende non felice l'atto linguistico. Ad esempio, la validità della presupposizione "tu hai una cuffia da notte" è condizione necessaria per la felicità dell'atto linguistico di tipo direttivo "prestale una cuffia da notte".
Il termine "stereotipo", in genere è interpretato in maniera negativa, ma ha anche un aspetto positivo che lo rende indispensabile per la comunicazione. Spesso dei termini della nostra lingua competenza inferenziale, conosciamo solo lo stereotipo; abbiamo sia una cioè delle definizioni competenza referenziale, generali, sia una cioè riconoscere ciò a cui le parole si riferiscono. Per Minsky, gli stereotipi sono rappresentazioni dove per ogni proprietà vi è un valore di default, frame, chiamati ovvero una cornice concettuale. Viviamo in una società complessa, ma seguiamo dei copioni/script su cui possiamo fare delle variazioni, come appunto
i Grazie aglistereotipi in pochi secondi riusciamo a comprendere situazioni complesse; giocano un ruolofondamentale nella comunicazione ad esempio pubblicitaria, soprattutto quando l’aspettativacreata viene infranta in modo radicale: stereotipo - aspettativa - rottura dell’aspettativa - sorpresa.La pubblicità sfrutta molto gli stereotipi, li viola, li conferma, tenta di costruirne di nuovi in quantofanno leva su valori tradizionali.
6. La conversazione come agire razionaleGrice sviluppa le sue riflessioni con lo scopo di esplorare alcune difficoltà che sorgono nell’analisidelle lingue naturali secondo l’impostazione logica classica e, sulla scia di Austin, fissanell’intenzionalità del parlante la chiave di volta delle sue teorie. Si concentra sulla nozione diconversazione intenzioneed come basi per l’interpretazione dei messaggi negli scambicomunicativi tra gli uomini. Alla base del linguaggio umano è posta la nozione di
convenzionale. Secondo Grice, il significato di un enunciato non deriva semplicemente dal senso delle parole utilizzate, ma piuttosto dall'intenzione comunicativa del parlante e dalla capacità del destinatario di interpretare queste intenzioni. Questa interpretazione può avvenire attraverso il linguaggio verbale, ma anche attraverso gesti, azioni e altri segnali non verbali. In sostanza, Grice sostiene che la comunicazione si basa sulla capacità dei parlanti di manifestare le proprie intenzioni comunicative e di riconoscere quelle degli altri. Il significato di un enunciato non è quindi fissato in modo rigido e convenzionale, ma dipende dalla situazione comunicativa e dalle intenzioni degli interlocutori. In conclusione, secondo Grice, la comunicazione non si limita alla semplice decodifica del senso delle parole, ma implica un processo di interpretazione delle intenzioni comunicative dei parlanti.versatile. La comunicazione è un'attività che si svolge tra più persone, ciascuna delle quali esibisce intenzioni comunicative e cerca di interpretare quelle altrui. Ogni partecipante parte dal presupposto che gli interlocutori collaborino alla riuscita della comunicazione; senza queste aspettative reciproche, la conversazione sarebbe impossibile. Il principio della cooperazione sta alla base della conversazione nella prospettiva di Grice, si tratta di una necessità costitutiva delle conversazioni: non si dà conversazione se non c'è cooperazione o, in altri termini, si può chiamare conversazione un'attività dialogica in cui i parlanti cooperano per comunicare, cioè per costruire un modello di discorso condiviso. Da questo principio fa discendere quattro massime che rappresentano ciò che un parlante si aspetta dal suo interlocutore affinché si realizzi una comunicazione efficace:
quantità —> da un contributo informativo tanto quanto richiesto dallo scopo della comunicazione. Se l'informazione è poca o tanta, vi è un difetto di quantità. È importante che l'ascoltatore legga le intenzioni del parlante. Di fronte ad una domanda noi non ci aspettiamo che le persone dicano cose che sappiamo già. La massima descrive un principio generale secondo cui i parlanti si regolano nel singolo contesto. Vi sono delle violazioni esplicite delle massime, per fini retorici ad esempio si danno informazioni in più e talvolta non sono pertinenti. [le tautologie sono enunciati che hanno la proprietà di non essere informativi, sottolineano solo l'importanza del contenuto, ad esempio "Chi non muore si rivede"]
Massima della qualità —> dire cose che non corrispondono ai fatti, bisogna sempre dire la verità. Un'asserzione è accettata quando l'interlocutore
Ritiene che il parlante sia in grado di impegnarsi sulla verità di quanto dice. La possibilità che il parlante menta esiste, la menzogna però non avrebbe alcuna possibilità di successo se il bugiardo non contasse sul fatto che gli interlocutori la prenderanno per vera. Il Paradosso di Moore è una contraddizione, cioè afferma qualcosa e allo stesso tempo lo nega (ad es. "Piove ma non ci credo"). La negazione della credenza corrisponde ad un uso inappropriato dell'enunciato performativo. Vi sono delle violazioni esplicite a fini retorici come l'ironia (va interpretata come il contrario delle intenzioni del parlante) o la metafora (applicata ad un referente per cui risulta incompatibile) oppure ancora tutte e due insieme.
Massima della relazione -> l'ascoltatore si aspetta che il suo interlocutore sia pertinente alla conversazione in atto. La ricerca di pertinenza guida l'interpretazione della vaghezza.
delle espressioni linguistiche. Riguarda anche i legami interni al testo, creando n'aspettativa di esistenza di relazioni all'interno di un discorso. Ciò che ci guida nell'interpretazione è la nostra conoscenza su come funzionano le relazioni umane e l'aspettativa che riponiamo nel fatto che gli interlocutori stiano rispettando le massime. Ci sono delle violazioni usate consapevolmente, ad esempio per sviare un argomento. - Massima della modalità -> no ambiguità e no oscurità. Devi essere conciso e ordinato. L'interlocutore si aspetta che tu sia chiaro, così da agevolare la comprensione dell'informazione. Riguarda il modo in cui vengono dette le cose, noi ci aspettiamo che ogni parlante dia il massimo delle informazioni richieste nel modo più efficace. Ci sono delle violazioni esplicite, ad esempio usare il linguaggio troppo tecnico oppure essere ambigui per non dare un giudizio. Le aspettative deiparlanti riguardo al rispetto delle massime guidano le scelte espressive e il processo interpretativo dei parlanti. Quando parliamo spesso comunichiamo più di quanto diciamo esplicitamente o letteralmente. Dobbiamo distinguere ciò che viene detto (significato e il significato delle inteso, espressioni) e ciò che viene comunicato (messaggio quello che assume nella conversazione, ciò che si vuole davvero comunicare, il significato del parlante). Ciò che diciamo in modo esplicito rappresenta solo la punta visibile di un'enorme massa nascosta di informazioni comunicate in modo implicito. Il non detto è l'intenzione del parlante, cioè ciò che il parlante intende produrre a livello perlocutivo come effetto dei suoi enunciati. Grice distingue tra il contenuto che si intende comunicare in modo esplicito (esplicitamente) e quello che si intende comunicare in modo implicito (implicitamente). Nel linguaggio ordinario,Il significato di un enunciato non è esplicitamente detto, ma viene fatto implicare dal parlante all'interlocutore. Non dobbiamo comprendere solo "ciò che ha detto" ma anche "ciò che ha fatto dicendo", cioè una richiesta, o una spiegazione, o una lamentela... Per questo motivo inventò le quattro massime. Un messaggio implicito non è facilmente discutibile, quindi è facilmente persuasivo. Nella pubblicità il lettore/ascoltatore è portato a credere alla cosa come un fatto noto e indiscutibile. Il significato non detto, non esplicitato verbalmente, viene trasmesso attraverso quanto detto, cioè il significato implicito. Gli impliciti si possono dividere in:
- presupposizioni - ciò che viene dato per scontato e valorizza la conversazione, evitando di specificare ogni volta (rappresentano le precondizioni dell'evento comunicativo)
- implicature - ciò che...
smentite o non attivarsi se il problema della contesto porta ad una diversa interpretazione del comportamento del parlante. Il cancellabilit&agr