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LEGGE DELLE LINGUE DI ARAGONA (2009)

→ la legge delle lingue di Aragona non rimedia a questa conseguenza, però dichiara il Catalano, insieme

all'aragonese, lingua propria (ma non ufficiale) → Questo è un passo avanti rispetto allo Statuto, non avevano

coufficialità.

L'articolo 15.1 della carta Europea → dice che gli stati firmatari devono presentare un rapporto sul grado di

applicazione, un anno Dopo l'entrata in vigore della carta. Nel 2002 la Spagna viene criticata dalla Generalitat

de Catalunya (governo di catalonia)E dall'osservatorio di lingua catalana, perché affermano che manca una

politica linguistica → Infatti nella costituzione del 1978 c'era un inesattezza: la Costituzione infatti non rimanda

alla con ufficialità agli Statuti regionali dove si riconosce una lingua propria, bensì a quelli dove si parla delle

altre lingue spagnole. questa svista diventa una polemica sulla lingua e sulla Nazione → sia la tendenza a

considerare che le lingue siano alla base delle Nazioni, e che ad ogni lingua corrisponde una nazione. questo

si è tradotto come lingua propria = lingua nazionale ( Tuttavia è stato proibito usare la connotazione

“nazionale” a meno che non si parli della Spagna).

Il comitato di esperti elogia la Spagna per aver protetto le lingue in base alla carta Europea.

La Costituzione mantiene il monolinguismo centrale e il bilinguismo delle periferie. non esclude che si

potrebbe aumentare l'insegnamento nelle comunità regionali monolinguistiche e fuori.

Successivamente lo stato spagnolo viene rimproverato per non aver mantenuto delle promesse → non fa delle

cose che aveva promesso di fare (non mantiene fede ad un rapporto internazionale dopo il rapporto catalano

→ giudizio sulla questione linguistica; utilizza la carta europea per lottare per attuare un cambio alla politca

linguistica che non rientra nella costituzione). Inoltre lo stato inizia a fare emendamenti in alcune regioni e in

altre no → non tutte beneficiano degli stessi effetti.

I successivi governi democratici che hanno regolato i destini dello stato fino alla transizione sono stati

influenzati dalle questioni simboliche, e con loro si ebbero progressi notevoli in campo diacronico e sincronico

nelle comunità bilingue, ma sono riluttanti se si ha un minimo progresso nel paese. C’è un rifiuto nel

considerare le lingue 3 come lingue A per la costituzione.

JUAN RAMON LODARES → LENGUA COMUN

→ La Spagna non è un paese plurilingue, ma un paese di comunità linguistiche, dove una lingua viene

conosciuta da tutti (83%) e che in alcune aree entra in contatto con altre, restando comunque la maggioritaria.

Qui nasce un problema: se lo spagnolo è una lingua comune, la Spagna si converte in un Paese di comunità

linguistiche? Essere una lingua comune significa che è una lingua che condividono tutti gli abitanti spagnoli e

che lo fanno anche nei casi di indipendenza.

La parola “comune” è polisemica, ovvero ha diverse accezioni:

1. comune significa che non appartiene privatamente a nessuno, e per questo appartiene/si estende a

molti → questa accezione si chiama lingua ponte

2. attuale, ricevuto e ammesso dalla maggioranza → lingua maggioritaria

3. ordinario, volgare, frequente e molto risaputo → lingua popolare o volgare

4. basso, di classe inferiore e disprezzabile → lingue minoritaria

Quindi l’accezione "lingua comune" ha carattere contraddittorio.

Se da una parte la lingua spagnola è considerata come lingua comune, dall’altra l’autore Albert Branchadell

dice che non basta a sostenere le comunità di spagnoli senza il concorso delle altre lingue.

Emili Boix dice → come arrivare all’unità linguistica? E’ un dilemma della maggior parte dei Paesi,

considerando che ci sono nel mondo 5000 lingue e solo 200 Paesi. Dice poi che la Spagna dovrebbe unirsi

alla lista di Paesi (come Canada, Finlandia ecc.) che hanno un plurilinguismo, dei quali è stata riconosciuta la

loro diversità linguistica e nei quali c’è un livello di discriminazione linguistica basso. La Spagna dovrebbe

unirsi a questa lista nonostante sia vero però che c’è una violenza/discriminazione verso l’Euskadi.

Fu l’autore McRae ad analizzare i paesi di questa lista → Emili Boix è d’accordo con McRae e si appoggia al

suo pensiero per affermare che la Spagna dovrebbe entrare nella lista.

Ma la questione è diversa nel caso della Spagna → abbiamo la mania di cercare spesso riferimenti europei

(dell’UE) per i nostri problemi: per la Spagna è differente.

EURO MOSAICO → tra il 1992 e il 2004 l’UE ha promosso l'euro mosaico, ovvero uno studio sulle lingue

minoritarie e le relazioni tra diversità e democrazia. Tra tutti gli elencati il gruppo in testa è rappresentato dal

catalano, gallego e vasco → queste lingue sono molto presenti nei vari livelli di istruzione e nei mezzi di

comunicazione.

Secondo i dati dell’ultima edizione di Ethnologue (2009) si distinguono:

- 4 lingue pan regionali o mondiali (spagnolo, inglese, francese e portoghese)

- 7 lingue nazionali (russp, tedesco, italiano, polacco, ucraino, rumeno e olandese

- 14 lingue nazionali (greco, ungherese…)

- 7 lingue locali (bavarese, catalano, lombardo, flamenco, siciliano e gallego).

Qual è la differenza tra le ultime 2? → le 14 lingue nazionali identificano le lingue con la nazione. C’è un

dibattito per capire se il catalano è lingua nazionale oppure no.

La differenza è che nel quadro del 2009 le lingue nazionali rispetto alle lingue locali sono lingue statali, non

perché abbiamo uno stato proprio, ma perché c'è uno stato che le riconosce come proprie ( caso del bavarese

o Lombardo).

Il discorso di lingua propria nelle comunità bilingue dello stato spagnolo copre l'idea della lingua nazionale

come argomento per trasformarla in lingua statale → Suselbeck dice che la relazione tra nazione e lingua è

definita come unidimensionale immutabile → questa visione si esprime nel concetto di lingua propria = ad ogni

azione corrisponde una sola lingua legittima ( ovvero unidimensionale) e l'idea che sono legate dal principio al

futuro (quindi indissolubile). Il concetto di “normalizzazione linguistica” esprime la stessa idea, se inteso come

processo che deve mirare alla sostituzione della lingua dominante.

I governi dello stato spagnolo utilizzano la tecnica dell'anonimato (così chiamato da Woolard)→ ovvero

giocano a proteggere la lingua comune con la tattica dell'ovvietà e invisibilità,Al contrario delle comunità

bilingue, che optano per una visibilità permanente delle reclamazioni di indole nazionale, basate sul valore

dell’autenticità.

In linea di massima, è difficile imporre il predominio assoluto di una lingua su un’altra, e questo vale sia per lo

Stato spagnolo quando intende il “comune” come nazionale e si ostina ad elevare la lingua spagnola allo

status di unica rappresentante della società spagnola, così come per i cosiddetti governi autonomi quando

considerano la propria lingua nazionale e insistono nel promuovere il catalano, il galiziano o il basco.

E’ venuta prima la nazione o lo Stato? J. M. Nadal dice che ci sono due opinioni sulla nascita della nazione:

1. Corrente essenzialista degli storici della lingua → colloca la nascita delle lingue romanze peninsulari

verso i secoli VIII-IX e colloca in tale data anche la nascita alla nazione, che andrà verso il

consolidamento diventando stato.

2. Corrente modernista → afferma che la nazione è una costruzione immaginaria successiva del crollo

del Feudalesimo e della religione, crollo che lascia orfani i cittadini di qualsiasi coesione sociale, e

porta gli stati liberali a costruire un sentimento nazionale basato su alcuni legami condivisi tra i quali

soprattutto la lingua.→ secondo la corrente modernista la nazione non ha una data di nascita fissa. Lo

stato spagnolo invece nasce nel 1479, quando grazie al trattato di Alcobaças Isabella di Castiglia

eredita la corona di Castiglia e suo marito Fernando quella di Aragona. Il processo di formazione dello

stato si conclude nel 1512 con l’annessione di Navarra.

La parola “Stato” crea una cattiva reputazione → quando qualcuno non vuole pronunciare la parola Spagna,

parla dello Stato spagnolo, al quale non attribuisce solo una costituzione o dei confini, il che è logico, ma

anche alcuni formaggi, un elenco di scrittori e persino una squadra di calcio. Ad ogni modo, questo Stato è

l’unica cosa tangibile che abbiamo. La nazione spagnola, la nazione catalana sono concetti sfumati: la prima

comprende tutti i cittadini che hanno la DNI spagnola? Solo quelli provenienti da regioni monolingue? Questi e

quelli provenienti da zone bilingue che hanno lo spagnolo come lingua madre? Chi lo sa? Con l’espressione

Stato spagnolo, invece, non abbiamo dubbi.

Il concetto di stato comporta inevitabilmente una dose di violenza, perché si è costretti a pagare tasse, perché

si è limitati nella circolazione in determinati luoghi, per questo e per altro. Ma ci sono violenze chiaramente

inaccettabili, tra cui quelle che caratterizzano i regimi fascisti, che, non a caso, amano parlare sempre dello

Stato. Nel caso della Spagna, una di queste violenze inaccettabili è la violenza linguistica. Vi chiederete come

posso sostenere una cosa del genere dopo il rapporto sostanzialmente positivo della Commissione di esperti

sul grado di adempimento della Spagna alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Per una

ragione: se ciò fosse applicato all'asturiano o all'aragonese, sarebbe giusto (che altro vorrebbero loro se non

ricevere un trattamento a banda larga dallo Stato spagnolo!), ma per il catalano, il gallego e il basco è

insufficiente perché sono lingue statali. Torno al momento fondativo, uno stato è come un matrimonio e deve

rispettare i patti del momento della sua costituzione. Come si è formato lo Stato spagnolo? Dalla unione di tre

enti politici che erano già precedentemente bilingui, la Corona di Castiglia, la Corona d'Aragona e il Regno di

Navarra.

Estado espanol:

Non si trattava però di un bilinguismo equilibrato: nel passaggio dal XV al XVI secolo, nell'area della Corona di

Castiglia, il galiziano stava scomparendo a causa delle scelte dinastiche sfortunate della nobiltà galiziana e

dell'impulso di castiglianizzazione. In Navarra, l'euskera era in regresso principalmente perché non derivava

dal latino e non poteva essere considerata la sua naturale continuazione. Nella Corona d'Aragona, al

contrario, il catalano predominava, con lo spagnolo confluente nella parte occidentale. Nonosta

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Publisher
A.A. 2023-2024
25 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/07 Lingua e traduzione - lingua spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Irerossi1919_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua spagnola 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof De Beni Matteo.