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Priapo irato e vendicativo

Priapo irato e vendicativo non è il dio dei ladri ma un dio fallico, ancora più fallico del rusticocultur horti. D'altra parte l'espressione con cui Encolpio allude alla propria impotenza è senzadubbio forte in quanto la formula designa propriamente l'atto della castrazione. Encolpio, come alsolito, drammatizza: nella sua immaginazione, una volta colpito dall'impotenza, il giovane si sentecome un'erma mutilata, finché Mercurio non ne riporta il corpo all'integrità.

Capitolo IV: Sesso, cibo, e denaro: "temi 'bassi' contro sceneggiature 'alte' "

Si racconta che una donna di Efeso, moglie di spettata pudicizia, divenuta vedova, non si contentòdi piangere il marito secondo i rituali del lamento, di battersi il petto durante i funerali e di chiudersipoi in un lutto senza consolazioni, ma arrivò persino a volersi seppellire con lo sposo nell'ipogeosepolcrale. Qui

L'esempio sconfina con il mito, la sposa fedele si addentra nel territorio delle grandi eroine votate allo sposo e condannate ad un lutto inconsolabile: è il mondo di Evadne, Alcesti, Andromaca, Didone. Il dolore della vedova di Efeso non trova soddisfazione se non nel desiderio di morte, nel suicidio per amore che deve ricongiungere i due sposi, come per certe eroine della letteratura romanzesca. Il linguaggio allude a grandi scene di poesia sublime; la sceneggiatura è quella del melodramma patetico, segnata com'è da forte teatralità. La novella della matrona di Efeso apre una finestra direttamente sulla funzione che assolve il realismo nel racconto. C'è una cosa importante da notare: la narrazione, non più mediata attraverso le parole del protagonista mitomane, è ora affidata all'intervento di un personaggio, Eumolpo, che per quanto scholasticus appare più vicino all'irridente cinismo.

dell'autore nascosto. Il testo per una volta può liberarsi dalla prospettiva deformante prodotta dalla retorica dell'io narratore, che riporta tutto a sé e alle proprie false proiezioni, alle proprie allucinazioni fanatiche.

Il processo di degradazione può essere schematizzato in quattro tappe.

a) La matrona inizialmente si comporta in maniera tale da essere uno spectaculum di perfezione morale e di fedeltà, oggetto di ammirazione, quasi un mito, per tutta la civitas.

b) Coll'aiuto dell'ancella il soldato comincia ad assediare la virtù della vedova fedelissima: le sue efficacissime armi sono il vino e il cibo.

c) Una volta che ha rinunciato a lasciarsi morire di fame e ha accettato di bere e di mangiare, la vedova cede anche alle profferte amorose del soldato: prima il cibo, poi il sesso.

d) Sembrerebbe che il processo di degradazione sia ormai concluso, ma non è così: c'è come un'aggiunta imprevista-

sarcastico rincaro-in cui il racconto lascia che la vedova ex-fedelissima prenda addirittura l'iniziativa e, per salvare l'amante, arrivi perfino a sacrificare la salma del marito. Insomma, la curva dei valori precipita dall'alto sotto l'azione delle forze vitalistiche del cibo e del sesso; anzi, scesa fino allo zero, la curva cade ancora più a picco. Encolpio è aggredito da tre oche sacre a Priapo; una di queste lo aggredisce beccandolo furiosamente fino a ferirlo; armato di una gamba di tavolino a mo' di clava Encolpio uccide l'oca sacra. Quando la sacerdotessa Enotea ritorna e scopre l'accaduto, si mostra disperata: abbandonandosi ad una scena di furore, accusa Encolpio di aver commesso un crimine di sacrilegio, giacché ha ucciso l'animale favorito dal dio Priapo, l'oca carissima alle matrone. E così comincia l'ennesimo episodio di aggressione alle pretese idealizzanti del sublime. La seconda tappaÈ infatti la proposta di Encolpio di riparare all'imperdonabile sacrilegio con un paio di monete d'oro: l'armadella persuasione, il denaro, ottiene immediatamente il perdono anche se con una bella dose di ipocrisia. Ma il processo di degradazione è destinato ad andare oltre. Anche qui, come nella favola della matrona di Efeso, c'è un rincaro: la sacerdotessa stessa fa a pezzi l'animale sacro e addirittura, perché non resti traccia dell'orrendo delitto, lo cucina allo spiedo preparando una bella cenetta con accompagnamento di molti bicchieri di vino. Il sacrilegium viene trasformato in sacrificium. Anzi, perché non vada perduta l'occasione, in questa logica utilitaristica, Enotea approfitta del cadavere della povera oca per trarre auspici dalle sue interiora. La religione è salva: si fa un extispicium, così Encolpio può anche conoscere il suo futuro. La storia dell'oca scopre tratti

più e più somiglianti conquella della vedova milesia; in questo gioco, l’oca è l’analogon del povero marito morto, mentrealla sacerdotessa indignata tocca la parte della vedova pudica, sublimemente compresa nel proprioruolo di addolorata in lutto. Le corrispondenze funzionali sono evidenti: paradigma di pudicizia lavedova, di pietas religiosa la sacerdotessa di Priapo.

Il parallelismo che abbiamo istituito nell’analisi tra i due brani mostra bene che sesso e cibo, cibo edenaro sono tra loro equivalenti come forze che appartengono allo stesso campo di azione, sono treelementi interscambiabili della stessa istanza realistica che viene impiegata contro il sublime.

L’inversione parodica contesta le distinzioni fittizie tra alto e basso; la gerarchia dei valori ne risultasconvolta: la realtà non è più subordinata agli ideali sublimi, ma giustapposta ad essi: alto e bassovengono tra loro accostati, livellati,

Poiché Petronio descrive i processi di ingestione e le attività del sesso, mette in evidenza l'attiva partecipazione del corpo nel suo contorno materiale. In questa prospettiva il racconto satirico riduce tutto quello che può essere eroico e nobile ad un comune livello di esperienza fisica. Il decorum epico-tragico ritualizza il processo di ingestione e di attività sessuale; in quanto forme elevate, epica e tragedia accettano di toccare i comuni fatti corporali solo per quello che è sofferenza e morte. Anche la commedia, che pure si mostra attenta alle esigenze del corpo, le accetta solo per conciliarle alle forme sociali; nel senso che quel che in essa trionfa non è l'appetito individuale ma il bisogno della comunità. Mentre generi letterari codificati come l'epica e la tragedia mirano a trascendere le misere costrizioni della natura umana, e mentre la commedia le mette in scena solo per ricondurle entro le

Convenzioni sociali accettate, la satira petroniana dedica piena attenzione ai fenomeni fisici, censurati sotto le professioni di nobiltà di personaggi come Quartilla, la matrona di Efeso, lo stesso Encolpio. L'ortodossia culturale ha eliminato ogni possibile contatto tra i generi alti e i generi bassi istituendo una salda gerarchia che non ammette comunicazione; invece la moltiplicazione delle forme discorsive messa in atto da Petronio produce una continua, disorientante dialogicità tra i generi letterari.

Il tempo stesso di Trimalchione è scandito da ritmi gastronomici. I giorni a venire Trimalchione li indica con quello che mangerà, i giorni passati con quello che ha già mangiato. La grandiosità inventiva che segna la Cena di Trimalchione sta proprio nella straordinaria forza del cibo che finisce per dominare incontrastata. Ciò non tanto perché il padrone di casa sia esclusivamente o soprattutto interessato a imporre agli ospiti il

cibo come ostentazione della propria ricchezza o della propria arte gastronomica; quanto invece perché la materialità del cibo è l'unica forma attraverso cui trovano espressione le ambizioni intellettuali e culturali di Trimalchione stesso.

Il vero tema della rappresentazione petroniana è mostrare quanto sia fallimentare la cultura degli scholastici quando essi pretendono di saper affrontare il mondo reale con la forza della loro istruzione.

L'incomparabile volgarità di Trimalchione - la volgarità del cibo e del denaro - è l'arma vincente contro cui nulla può il velleitario snobismo degli scholastici imbarazzati. Qui l'autore nascosto fa un gioco trasverso, come per triangolazione: apparentemente egli aggredisce l'ineducata cafoneria dei parvenus, ma nello stesso tempo essi sono lasciati liberi di aggredire le pretese di una letteratura inetta e vacua perché appunto impersonata da rappresentanti.

Inaffidabili come Encolpio, Agamennone e compagni. Nella cena Trimalchionis, l'arte culinaria, assimilando a sé la retorica letteraria, sembra avere la meglio; infine, nell'ultima scena del romanzo, le due arti finiscono per coincidere. Posta una doppia equazione tra cibo e denaro, e tra denaro e uomo, l'antropofagia diventa per proprietà transitiva l'estrema forma patologica dell'avidità.

Capitolo V: in cerca di un genere (o a caccia di fantasmi?): considerazioni scettiche sulla satira menippea. Dal punto di vista formale la caratteristica più appariscente del Satyricon è certo rappresentata dall'alternarsi di brani in prosa e brani in poesia. Quest'alternanza diventa il tratto marcato di una struttura narrativa biforme; per questa via il racconto vero e proprio (in prosa) può arricchirsi anche di connotazioni secondarie (espresse in versi). Gli inserti metrici funzionano per il lettore anche come un segnale:

essi sono frequenti laddove rivelano nei personaggi la tendenza a "vivere" le variesituazioni narrative secondo modellizzazioni convenzionali, e invece mancano quasi completamentenel racconto realistico della Cena.

Riconoscere i modelli sottostanti a un simile testo (il romanzo greco d'amore e d'avventura, l'epicaeroica, la grande oratoria e la declamazione, la pantomima tragica) vuol dire scomporre lafisionomia di questo straordinario prodotto letterario per fissarne i tratti dominanti, per stabilireverso quali direzioni Petronio ha orientato gli elementi della sua cultura e scrittura.

Già per i primi lettori di Petronio ci si può attendere che la forma prosimetrica costituisse unelemento forte, se non addirittura discriminante, per dirigere le loro attese e inquadrare l'opera in ungenere. Accanto alla satira menippea e perfino prima di essa, agirebbe la Trivialliteraturrappresentata dal romanzo greco d'amore e d'avventura,

iderata come un genere letterario che mescola diversi stili e registri, come la prosa e il verso, il serio e il comico, il narrativo e il dialogico. Tuttavia, secondo Gian Biagio Conte, non è corretto identificare il Satyricon di Petronio con la menippea. Inoltre, Conte non crede che la satira menippea possa essere considerata un modello strutturale per il Satyricon.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gemmagen di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua e letteratura latina II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Landolfi Luciano.