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LA POETICA
-La potenza della rappresentazione: il teatro di Eschilo tra Ghenos e Polis
La potenza arcaica del teatro di Eschilo sembra emergere dalla fase oscura delle origini del genere
tragico. Negli anni successivi alla conclusione delle guerre persiane, il drammaturgo-soldato da voce
agli antichi valori del mondo eroico. Ingloba anche i valori della Polis e della recente democrazia
ateniese di cui era fervente sostenitore.
Con i ‘’Persiani’’ Eschilo tratta come oggetto tragico un episodio recente della storia ateniese: la
battaglia navale di Salamina. La linearità dell’intreccio si avvale di opposizioni polari espressivamente
efficaci, in cui si scontrano due culture molto lontane, la Grecia e la Persia, democrazia e monarchia,
libertà e schiavitù, misura ed eccesso.
La tensione collettiva che anima il teatro di Eschilo trova la sua espressione teatralmente più efficace
nel coro, esemplare è il ruolo in primo piano del coro nelle ‘’Supplici’’ a scapito dell’azione scenica
che prevede l’impiego di due soli attori.
È fondamentale l’adozione della prassi tetralogica (secondo alcuni introdotta proprio da Eschilo) per
cui le tragedie possono rappresentare vicende mitiche connesse tra di loro: si ha così la trilogia
legata.
-Lingua
La poderosa capacità espressiva del teatro eschileo è valorizzata da un linguaggio che nell’estrema
densità e nella ricchezza di neologismi trova la sua cifra stilistica peculiare.
Le parti liriche sono contraddistinte da lunghe sequenze metricamente omogenee, assai vicine alla
solennità di veri e propri inni religiosi.
4 – SOFOCLE
LA VITA E LE OPERE
-Notizie biografiche
Nasce intorno al 496 a.C. nel borgo di Colono, poche miglia a nord di Atene. La sua lunga esistenza
(morì a 90 anni) gli permise di attraversare quasi per intero il secolo più importante per Atene:
aperto dallo scontro contro Persia e proseguito con il consolidamento della democrazia, con i suoi
risvolti imperialistici, fino al conflitto con Sparta nella guerra del Peloponneso.
Le fonti lo rappresentano come un cittadino ideale: carattere amabile, attaccato alla sua terra,
impegno nelle istituzioni cittadine. L’impegno civile si accompagnò ad un’intensa carriera artistica
suggellata di successi, con un elevato numero di vittorie negli agoni, 18 o 24, non si classificò mai
terzo arrivando sempre o primo o secondo.
Secondo alcune testimonianze, dopo la morte gli fu tributato un culto eroico con il nome di Dexion,
forse per coronare il suo attivo impegno al tempo dell’introduzione ad Atene del culto di Ascelpio.
-Conservazione e perdita
Delle oltre 100 opere attribuite a Sofocle ci è giunta una selezione di 7 drammi. La novità nel teatro
sofocleo rispetto al dramma corale di Eschilo sembra l’ergersi dell’eroe a protagonista indiscusso,
fiero e solitario, irrimediabilmente dissociato dalla comunità di appartenenza, intransigente nel
tradurre in atti le proprie scelte.
L'esordio avvenne probabilmente nel 468 a.C. e coinciderebbe con la sua prima vittoria grazie al
dramma che potrebbe essere stato il Trittolemo.
-La tragedia di Deianira ed Eracle
Nell’epoca arcaica, Deianira figura come sposa e causa di morte di Eracle: letale è la veste intrisa di
sangue avvelenato di Nesso, inviata come dono ad Eracle da Deianira stessa che viene raffigurata
come accecata nel cuore dalla gelosia.
Sofocle la rende invece un personaggio dolce e patetico, desideroso di recuperare la passione di
Eracle che però mostra adesso interesse per Iole per la quale Deianira mostra addirittura
comprensione, considerandola vittima della sua stessa bellezza.
-La follia di Aiace
La vicenda riguarda un momento della saga Troiana successivo alla morte di Achille, quando i capi
greci decisero di affidare le armi dell’eroe caduto a Odisseo, suscitando in Aiace risentimento e
disonore così grandi da spingerlo al suicidio.
La figura eroica di Aiace emerge dall’Iliade, mentre toccante è l’incontro con l’anima di Aiace nel
viaggio di Odisseo nel regno dei morti, dove egli è ancora contrariato e chiuso in uno sdegnoso
mutismo.
Sofocle nell’Aiace decide di mettere in scena l’ultimo giorno di vita dell’eroe.
Completamente assorbita in un codice di valori proprio della ‘’civiltà di vergogna’’, l’esistenza di
Aiace non può sopportare una condizione di atimia, di perdita dell’onore. Per l’Aiace sofocleo non ha
valore rasserenare neppure la massima eschilea del PATHEI MATHOS (soffrire per comprendere),
perché l’apprendimento non è il risultato del patire, ma anzi produce altra sofferenza nel momento
in cui diviene lucida consapevolezza.
Sofocle isola l’eroe dalle altre persone, dalle cose, ne mostra in diretta la morte. Infine il dibattitto
sulla sepoltura è elemento di novità dato che a Odisseo viene dato il consiglio di condurre sul campo
del rivale una riflessione improntata a SOPHROSYNE (prudenza coma capacità di autocontrollo) che
si fonda su un concetto più elastico della rigida opposizione arcaica delle categorie di amico/nemico.
-Ragione di stato e leggi non scritte: l’Antigone
A testimoniare l’importanza che nel diritto, nel rito e società ateniese del V secolo rivestiva la
questione della sepoltura può essere invocata non solo la seconda parte dell’Aiace ma soprattutto
l’Antigone, dramma sofocleo incentrato sul dibattito incentrato sulla sepoltura di Polinice morto
nello scontro fratricida con Eteocle a Tebe.
Nell’Antigone i cadaveri non sono in scena, quello di Eteocle viene seppellito con gli altri eroi, quello
di Polinice giace insepolto fuori le mura sul campo di battaglia.
Creonte (nuovo capo della città) obbliga a non prestarne la sepoltura, Antigone si oppone e
seppellisce il fratello. Creonte è la ragion di stato e il diritto, Antigone rappresenta le leggi non scritte
degli dei.
Il tutto si conclude con la morte di Antigone a cui seguirà il suicidio del figlio di Creonte (promesso
sposo di Antigone) e il suicidio della moglie (per la perdita del figlio).
-La saga di Edipo
Nell’Edipo re, Sofocle ci mostra Edipo che viene a conoscenza della verità (ha ucciso il padre e
sposato la madre), Giocasta si suicida mentre Edipo si acceca e richiede l’esilio: tuttavia questi due
elementi non ricorrono stabilmente nella tradizione letteraria. Infatti Giocasta sopravvive alla
scoperta dell’incesto e si suicida solo dopo la morte dei due figli maschi, mentre Edipo vive ancora
all’interno della reggia vecchio e cieco e solo dopo la morte dei figli e il conseguente suicidio di
Giocasta, Creonte lo manda in esilio accompagnato dalla figlia Antigone.
Un’ideale prosecuzione dell’Edipo re venne fatta da Sofocle con l’Edipo a Colono dove Edipo arriva
ad Atene e viene accolto da Teseo, qui troverà infine la morte dopo una prodigiosa chiamata divina.
In effetti esisteva una tradizione secondo la quale Edipo era stato sepolto in Attica.
-Elettra, variazioni sul mito
Sofocle con l’Elettra rielabora lo stesso segmento di storia familiare trattato da Eschilo nelle Coefore.
Rispetto ad Eschilo l’ubicazione scenica è individuata in Micene piuttosto che in Argo. Rispetto alle
Coefore poi Oreste uccide prima la madre poi Egisto e non viene subito assalito dalle Erinni. La regia
del matricidio spetta ad Elettra che incita con successo Oreste a vibrare anche un secondo colpo.
L’amplificazione della figura di Elettra è in linea con l’operazione saliente svolta da Sofocle nella
rielaborazione delle vicende, ossia rendere protagonistico il ruolo femminile: è stato calcolato che in
questa tragedia l’eroina femminile ha un ruolo 4 volte più di rilievo rispetto alla controparte
maschile.
Fino al momento del riconoscimento il piano di Oreste non è decisivo e fino a quel momento è
Elettra ad arrogarsi funzione vendicatrice.
-Filottete sulla scena Attica
Sofocle vinse il concorso del 409 mettendo in scena il Filottete.
Interessante confronto tra i tre Filottete di Eschilo, Sofocle ed Euripide ci viene dato da Dione
Crisostomo. Da questa preziosa testimonianza siamo edotti su alcune principali differenze tra i
drammi. Una novità di Sofocle è quella di ambientare la vicenda in una Lemno selvaggia e desolata.
Nei drammi precedenti poi l’agente incaricato non era il figlio di Achille ma lo stesso Odisseo sotto
mentite spoglie. In ogni caso Odisseo era una presenza costante nei tre drammi, dove era connotato
da quei tratti di scaltrezza e di abilità che ne facevano l’eroe astuto per eccellenza.
Nulla Dione dice di soluzioni drammaturgiche escogitate da Eschilo e Euripide, paragonabili a quelle
di Sofocle: la grotta a doppia apertura rappresentata nella skene, l’enfasi sull’arco, l’apparizione del
deus ex machina a sciogliere la vicenda.
LA POETICA
-Dal Ghenos all’individuo: l’eroica grandezza dei personaggi di Sofocle:
Con l’incrinarsi del sentire collettivo, percorso da nuovi fermenti e lacerazioni, vediamo con Sofocle
un’inedita centralità assegnata al singolo personaggio.
Il conflitto dei protagonisti con la realtà si fa, nelle tragedie sofoclee, lacerante: nell’Aiace e nel
Filottete lo scontro si gioca sui valori eroici dell’epos e non come in Eschilo in cui il confronto nasce
da un rapporto non risolto con la polis.
La centralità dei personaggi sofoclei esprime un rapporto con il divino fatto di rispetto ma anche di
disagio e dubbio.
Lo scioglimento delle tragedie dal vincolo della trilogia legata è funzionale in Sofocle proprio alla
centralità del personaggio o al protagonismo di due figure dominanti contrapposte.
La rhesis canonicamente usata per i personaggi, viene qui impiegata per esprimere la desolata
solitudine del protagonista.
A Sofocle vanno attribuite diverse innovazioni teatrali: l’aumento del numero dei coreuti da 12 a 15,
l’introduzione della Skenographia e il ricorso al terzo attore.
-Lingua
Sofocle realizza un tessuto espressivo duttile, considerato dagli antichi un esempio di equilibrio. A
detta di Plutarco, lo stesso Sofocle avrebbe distinto tre fasi della propria evoluzione stilistica:
-Iniziale mimesi della solennità Eschilea
-Padronanza di uno stile più personale ma aspro e artificioso
-Conquista si uno stile adeguato a caratterizzare i personaggi
5 – EURIPIDE
LA VITA E LE OPERE
-Notizie bibliografiche
La tradizione biografica di Euripide ingloba accanto a notizie fededegne, dati dal sapere aneddotico.
Questo perché le antiche biografie dell’autore si sono nutrite di elementi autoschediastici e
soprattutto spunti riconducibili alla commedia atti