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ALLE ORIGINI DEL ROMANZO MODERNO
PREFAZIONE-CAPITOLI
Negli anni Cinquanta del 16 secolo, erano molti i lettori che si appassionavano
alle storie di cavalieri e amanti, i quali erano impegnati a struggersi nelle
tormentose vicende amorose, o a partecipare alle prove di coraggio, oppure nel
dimostrare la lealtà del proprio amore.
La sorpresa e persino la confusione dei lettori abituati a questi tipi di storie, fu
grande, quando lesse per la prima volta una delle quattro edizioni nel 1554 di
La vida de Lazarillo de Tormes y de sus sfortunas y
un libro, ovvero
adversidades , la cui narrazione non aveva nulla di inverosimile, dal momento
che trattava della più umile realtà quotidiana. Il testo è basato sul racconto in
prima persona della vita di un banditore della città di Toledo, uno dei mestieri
considerati tra i più infamanti, anche se in grado di assicurare buoni guadagni.
Alla metà del secolo, la narrazione di un reietto della società di nome Lazzaro,
nato povero e disgraziato, il quale, richiesto da una persona di rango elevato di
essere informato su una certa diceria giunta ai suoi orecchi, racconta per
esteso alcuni eventi della sua miserabile esistenza; i quali erano piccoli fatti
senza importanza: dalla nascita vergognosa, come figlio di un mugnaio ladro e
di una lavandaia che rimasta vedova si fa mantenere da uno stalliere moro,
sino al suo trionfo e al benessere materiale. Insomma, per il lettore dell’epoca
Lazarillo
una narrazione come il era una novità, e dal momento che l'opera gli
si presentava nel più assoluto anonimato, era inevitabile che il lettore fosse
indotto a prendere l'opera alla lettera e a intenderla come se fosse stata scritta
da un Lazzaro del Tormes in carne ed ossa.
‘ragazzo servo di più padroni’:
Lazzaro ebbe molti padroni, quindi era un dal
cieco, quando il protagonista è un fanciullo di non più di 12 o 13 anni, fino
all'ottavo e ultimo padrone, un bargello (capo della polizia), presso il quale
Lazzaro, ormai prossimo ai vent'anni, resiste molto poco.
Il secondo padrone fu l’avaro prete di Maqueda, successivamente passò al
vanitoso scudiero che incontrò per caso in una strada di Toledo, per poi trovare
sistemazione con il poco ortodosso frate dell'ordine della Mercede, per poi
unirsi con il disonesto e scaltro spacciatore di bolle papali, successivamente
con un enigmatico pittore di tamburelli, e concludendo l'attività di servitore
presso il cappellano della cattedrale di Toledo, che lo avvia al mestiere di
venditore e banditore d'acqua, ufficio che eserciterà per quattro anni, grazie al
quale la situazione di Lazzaro subirà la svolta che gli consentirà di accedere al
primo scalino per fare una buona vita.
Il racconto è stato definito da Viktor Škovskij come un racconto di
‘infilzamento’, per indicare un sistema di composizione che procede per
accostamento di un'avventura dietro l'altra; il che potrebbe far pensare che il
Lazzaro sia caratterizzato da una struttura aperta, che deve essere continuata,
che può essere continuata se non all'infinito. Apuleio
Nel frattempo, un’analoga tecnica di composizione venne adottata da
nel II secolo d.C. ‘l'Asinus Aureus’,
con un'opera in cui il racconto è in prima
persona e tratta di un ‘ragazzo servo di più padroni’, racconta di come venne
trasformato in asino dalle arti magiche e in tal forma doveva stare al servizio di
diversi padroni, vive varie disavventure in un mondo crudele fino a che non
recupera la sua forma umana.
A fare da anello testuale intermedio tra il romanzo latino e quello spagnolo
Baldo,
sono stati due racconti autobiografici, che risultano inseriti nel del
Teofilo Folengo.
famoso poema maccheronico di Il Lazarillo de Tormes è ispirato
a molte altre opere utilizzando degli ingredienti simili, il quale autore, però,
valorizzerà con altre modalità e con propositi distinti: ed è questo ciò che rende
esempio di romanzo moderno.
il Lazarillo de Tormes un Ciò lo si deduce dai
componenti che riguardano sia la forma che il contenuto della narrazione,
come il racconto in prima persona, o anche con la tecnica del ‘ragazzo servo di
più padroni’, e con la rappresentazione realistica di frammenti di vita
quotidiana o di personaggi emarginati socialmente.
Nel prologo del testo, Lazzaro annuncia l'origine e il motivo della narrazione,
nella breve dichiarazione iniziale troviamo una ricca serie di indicazioni.
Innanzitutto egli vuole dare un'intera notizia della sua persona e comincia dalla
nascita; ciò doveva lasciare il lettore dell'epoca molto allibito, se si considera
Lazarillo,
che, ancora al tempo del sull’autobiografia e, più in generale, sul
parlare di sé pesava un vero e proprio divieto; parlare di sé implicava
soccombere al peccato della vanità.
picaro,
Lazzaro, era un come lo si sarebbe definito dopo le prime edizioni
Diego de Guadix
conservate del romanzo, e alla fine del secolo spiegava la
‘Picaro è definito in Spagna un uomo vile e di bassa
definizione della parola:
condizione, che va mal vestito e ha l'aspetto di un uomo di poco onore’ .
Tornando al testo, bisogna chiedersi innanzitutto per chi il racconto della sua
‘Vossignoria’,
vita potesse essere indirizzato. Nel testo viene citato un certo il
lettore non sa chi sia, né sospetta a cosa egli sia interessato quando chiede per
‘caso’.
iscritto di essere informato dettagliatamente sul Bisognerà attendere la
conclusione della storia, quando Lazzaro racconta che si è ben sistemato come
banditore della città di Toledo, e che gode di una condizione di prosperità,
grazie anche ai benefici materiali che, attraverso la moglie, riceve
dall'arciprete parrocchia di San Salvatore;
della solo allora, a proposito delle
ménage à trois,
dicerie fatte circolare sullo scandalo del il lettore scoprirà che,
una volta che Lazzaro ha deciso di non badare ai pettegolezzi messi in giro
dalle malelingue, e di chiudere per sempre la faccenda col definitivo silenzio,
solo allora, il lettore comprenderà che ‘Vossignoria’ era interessato a sapere di
più sulle voci che circolavano e che erano giunte ai suoi orecchie sul ‘caso’,
ossia sull’illecita relazione che la moglie di Lazzaro intratteneva con l'arciprete
e sull’indecente condiscendenza con cui il marito tradito accettava la
situazione. Lazzaro quindi scrive di sé, raccontando la propria vita, poiché
doveva difendersi da quella che lui voleva far passare per una calunnia, diretta
Mutatis mutandis,
ad offendere la propria reputazione. la motivazione che
spinge Lazzaro a parlare di sé.
L'opera anonima ha sicuramente una natura comica, a partire dal fatto che
Lazzaro non soddisfa in forma diretta e immediata la curiosità di ‘Vossignoria’,
alla cui richiesta risponde scegliendo di raccontare la sua vita, cominciando il
racconto dalla nascita, e disponendo i fatti secondo l'ordine cronologico con cui
essi sono avvenuti; si potrebbe dire che la disposizione narrativa è basata sulla
tecnica dell'ordo naturalis.
Il risultato è dunque, un racconto autobiografico finalizzato alla spiegazione del
‘caso’, il che comporta che la narrazione non può procedere per accostamento
ininterrotto di vicende.
Nel Lazarillo è il ‘caso’ che dà l'avvio al racconto della propria vita.
In altri termini, la spiegazione del ‘caso’ giustifica il racconto autobiografico,
per altro verso, il racconto autobiografico serve a spiegare il ‘caso’. Il racconto
struttura rigorosamente chiusa,
biografico di Lazzaro presenta una che anticipa
quella del romanzo moderno.
Per una struttura chiusa si vuole intendere che gli avvenimenti che vi sono
raccontati, non hanno autonomia, nel senso che non hanno valore in se stessi,
ma, tutti insieme considerati, servono a dar conto di quel particolare individuo
che è Lazzaro. Insomma è Lazzaro narratore che seleziona e racconta alcuni
episodi della sua vita passata ed è solo attraverso la conoscenza di tali episodi,
che è possibile comprendere la persona che egli è o, per meglio dire, che è
diventato: le esperienze vissute da Lazzaro, a partire dalle accuse di furto al
padre quando il ragazzo aveva solo 8 anni, sino al momento in cui, intorno ai
esperienze
vent'anni, entra in contatto con l'arciprete di San Salvatore, sono le
che formano l'uomo maturo, Lazzaro.
Tutto ciò che il lettore viene a sapere risulta raccontato, dal punto di vista di
Lazzaro, il che significa che il destinatario del discorso autobiografico
‘Vossignoria’, e con lui, ogni altro lettore che funge invece da destinatario
esterno, vede la realtà attraverso Lazzaro, il quale è lui che decide cosa
rappresentare della sua vita e come raccontarlo. Perciò si può affermare che il
focalizzazione interna.
racconto di Lazzaro è a
Le vicende narrate nel racconto autobiografico corrispondono ad altre tante
esperienze che contribuiscono a formare quel singolo individuo che è Lazzaro.
Sebbene il narratore utilizzi un procedimento di composizione dell'intreccio a
‘infilzamento’, la narrazione non solo presenta una struttura chiusa, ma
possiede anche un carattere fortemente unitario; anzi, una delle novità più
sorprendenti del Lazarillo, consiste proprio nell'uso di una tecnica narrativa che
ha portato alla creazione di uno dei primi esempi di romanzo moderno, l’autore
sviluppo narrativo coerenza e unità.
propone uno dotato della massima
Courtney Tarr
Lo studio di mise in risalto due importanti aspetti della trama
parallelismi narrativi,
dell'opera: l'uso di numerosi e l’osservazione che le
esperienze vissute dal protagonista, rappresentano un processo di crescita e di
maturazione psicologica che Lazzaro sperimenta nel corso degli anni.
Làzaro Carreter, un illustre mostra come sul piano della struttura, il romanzo
introduce due fondamentali e innovative soluzioni: da un lato le ‘peripezie’ si
articolano tra di loro, e non svaniscono dal ricordo dei personaggi, ma, in
diverse occasioni, sono menzionate e condizionano perfino il loro
comportamento successivo; dall'altro lato, i materiali sono sottoposti a
un'intenzione. L'autore non li raccoglie, ma li seleziona per sottometterli a
determinati propositi.
Il romanzo viene considerato, inoltre, come una raccolta di aneddoti, la cui
tradizione