Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 14
Riassunto esame Letteratura russa, Prof. Imposti Gabriella Elina, libro consigliato Eugenio Onegin, Puškin Pag. 1 Riassunto esame Letteratura russa, Prof. Imposti Gabriella Elina, libro consigliato Eugenio Onegin, Puškin Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura russa, Prof. Imposti Gabriella Elina, libro consigliato Eugenio Onegin, Puškin Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura russa, Prof. Imposti Gabriella Elina, libro consigliato Eugenio Onegin, Puškin Pag. 11
1 su 14
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Vi è un’opposizione fra lo spazio centrale (Pietroburgo e Mosca) e quello periferico (la

provincia) dove vi è noia e si leggono i romanzi francesi. A ciò si oppone a sua volta la

campagna, simbolo di bellezza, purezza e tradizione (Tat’jana).

I personaggi principali

Il protagonista, Evgenij Onegin, è affiancato da un doppio, Vladimir Lenskij. I due,

inizialmente amici, diventano rivali.

Lenskij incarna l’ideale romantico: è un poeta che scrive versi sentimentali, e Onegin lo

canzona spesso, trovando il suo romanticismo troppo convenzionale e ingenuo.

Fin dall’inizio si nota una contrapposizione tra i due, che culminerà nel duello.

Le due sorelle, Tat’jana e Ol’ga, vivono con la madre (situazione che richiama La povera

Liza, ma senza la stessa drammaticità).

Ol’ga ha una bellezza slava, ordinaria: è bionda, con occhi azzurri, dolce, allegra e modesta.

Ama ricamare. Dopo la morte di Lenskij, si sposa rapidamente senza soffrire troppo.

Tat’jana, invece, ha una bellezza poetica: è mora, silenziosa, sognatrice e interessata ai

romanzi e al folklore. È un’eroina pre-romantica.

Struttura metrica

Il romanzo è scritto in tetrapodie giambiche (quattro piedi giambici con clausole alternate

tronche-maschili e piane-femminili).

Ogni capitolo è composto da strofe di 14 versi, chiamate strofe oneghiniane. L’unica

eccezione è la lettera di Tat’jana a Onegin, che non segue questa struttura. La strofa

oneghiniana è formata da tre quartine e un distico finale.

Puškin sfrutta le variazioni ritmiche e l’armonia fonetica, alternando suoni consonantici e

vocalici per creare fluidità e musicalità.

Onegin e il modello di Don Juan

Inizialmente Puškin si ispirò al Don Juan di Byron, ma con alcune differenze:

●​ Ambientazione: Byron colloca la storia nel XVIII secolo tra Spagna, Grecia e la

Russia di Caterina II; Puškin la ambienta nella Russia contemporanea.

●​ Caratterizzazione: Don Juan è un eroe, mentre Onegin è il primo modello del

“лишний человек” (uomo con un’educazione raffinata e una sensibilità spiccata, ma

incapace di cambiare la realtà).

Onegin non è un personaggio statico: subisce un’evoluzione. Alcuni critici, tra cui Belinskij

e la scuola sovietica, hanno ipotizzato un collegamento con i Decabristi, ma questa

interpretazione rimane controversa.

Struttura del romanzo secondo Puškin

Quando completò l’opera, Puškin elaborò una suddivisione in tre parti:

Parte I

●​ Capitolo I: Тоска (Noia)

●​ Capitolo II: Il poeta (Ленский)

●​ Capitolo III: La signorina (Татьяна e Ol’ga)

Parte II

●​ Capitolo IV: La campagna (Vita di provincia)

●​ Capitolo V: La festa dell’onomastico (Tat’jana sogna Onegin)

●​ Capitolo VI: Il duello (Onegin uccide Lenskij)

Parte III

●​ Capitolo VII: Tat’jana sola e il suo trasferimento a Mosca

●​ Capitolo VIII: Il viaggio di Onegin (espunto per ragioni di censura)

●​ Capitolo IX: Pietroburgo, l’alta società e l’incontro tra Onegin e Tat’jana

Secondo lo studioso Tynjanov, l’eliminazione del capitolo VIII non è solo per censura, ma

anche per motivi estetici: il viaggio di Onegin non si integrava bene con il resto della

narrazione.

L’assenza di questo capitolo rompe la simmetria tripartita, che avrebbe potuto richiamare

la struttura della Divina Commedia (Inferno, Purgatorio, Paradiso). Tuttavia, l’equilibrio si

mantiene: nella prima parte Tat’jana è una ragazza ingenua, nell’ultima parte è una dama

matura.

Повести Белкина

Le Novelle di Belkin sono una raccolta di racconti scritti nel 1830, durante il cosiddetto

“Autunno di Boldino”, periodo in cui Puškin, bloccato a Boldino a causa di un’epidemia di

colera, compose molte delle sue opere più celebri.

La raccolta è introdotta da una cornice narrativa che attribuisce i racconti a un personaggio

fittizio, Ivan Petrovič Belkin, un nobile di campagna senza particolari qualità, di cui viene

fornita una breve biografia nel testo postumo Letopis’ sela Gorjuchina (Cronaca del

villaggio di Gorjuchino), pubblicato sulla rivista Sovremennik dopo la morte dell’autore.

L’introduzione è firmata solo con le iniziali A.P., come se fosse anonima. Inoltre, Puškin

inserisce una “Avvertenza al lettore”, in cui finge di presentare Belkin come il vero autore,

mentre il suo vicino lo descrive con toni negativi, sottolineando la finzione dell’intero

apparato editoriale.

Un elemento costante delle opere di Puškin è l’uso delle epigrafi, che fungono da chiave di

lettura per i testi.

L’epigrafe generale della Novella del defunto è una citazione da Il Minorenne di Fonvizin.

Questo riferimento avvicina il personaggio di Ivanuska a Mitrofan, descritto come un

giovane che non ha saputo sfruttare la sua giovinezza per accrescere le proprie conoscenze o

sviluppare intellettualmente.

Puškin fornisce inoltre un elenco dei narratori di primo grado: per ogni racconto indica il

titolo, il grado e le iniziali della persona da cui Belkin avrebbe udito la storia.

Le novelle rappresentano tre principali ambiti della società russa dell’epoca:

●​ Esercito (Lo sparo),

●​ Amministrazione pubblica (Il fabbricante di bare, Il mastro di posta),

●​ Vita nobiliare e sentimentale (La bufera, La signorina contadina).

Inoltre, ritorna il tema della fanciulla lettrice di romanzi, figura tipica della letteratura russa

del primo Ottocento.

La raccolta si chiude con La signorina contadina (Барышня-крестьянка), il cui titolo è stato

tradotto anche come “La contadina padrona”. Il traduttore Caramitti ha preferito questa

versione per sottolineare l’influenza delle commedie di Goldoni e Pergolesi, che avevano

spesso per protagoniste donne di umili origini che si fingono nobili o viceversa.

Ogni racconto è preceduto da un’epigrafe, che ne anticipa il contenuto e il tono.

1.​ Lo sparo

Trama

Il racconto si apre con due epigrafi: una tratta da Il ballo di Baratinsky e l’altra da Una sera

al bivacco di Marlinsky. La vicenda ruota attorno alla figura di Silvio, un uomo cupo e

ossessionato dalla vendetta, che vive tra i militari nonostante non sia un ufficiale. La storia è

divisa in due parti e ha una struttura quasi teatrale, con tre narratori diversi.

Un giovane ufficiale ha un diverbio con Silvio, ma quest’ultimo si rifiuta di sfidarlo a duello,

un comportamento inaspettato per un uomo dell’ambiente militare. Poco dopo, Silvio riceve

una lettera e parte all’improvviso. Prima di andarsene, racconta la storia di un duello

avvenuto anni prima con un nobile spavaldo, il quale si era presentato all’incontro mangiando

ciliegie – un dettaglio ispirato a un vero episodio della vita di Puškin. Il nobile aveva sparato

per primo, mancandolo, e Silvio aveva deciso di rinviare il proprio colpo, promettendo di

sparare solo quando l’altro avesse avuto qualcosa da perdere.

Anni dopo, Silvio si ripresenta nella vita del nobile, ora conte e appena sposato, per

concludere il duello. Il conte spara di nuovo e manca il bersaglio. Silvio si prepara a

rispondere, ma proprio in quel momento entra la moglie del conte, interrompendo la sfida.

Soddisfatto dell’umiliazione inflitta al suo avversario, Silvio rinuncia a vendicarsi e spara

invece contro un quadro, colpendo esattamente il punto in cui il conte aveva sparato prima.

Analisi

Il racconto esplora il tema dell’ossessione e della vendetta. Silvio è un eroe byroniano,

cupo e tormentato, ma Puškin ne decostruisce il mito: la sua fissazione per il duello lo porta a

un’esistenza di sofferenza e isolamento. Al contrario, il conte, pur avendo avuto un

atteggiamento sprezzante in gioventù, si rivela più equilibrato e riesce a sfuggire al ciclo della

vendetta.

L’elemento del duello riflette la cultura militare del tempo, dove l’onore maschile era

strettamente legato alla capacità di affrontare una sfida. La narrazione utilizza una struttura

frammentata con più punti di vista, una tecnica che verrà ripresa da Lermontov in Un eroe

del nostro tempo. Il finale ironico e la mancata vendetta di Silvio suggeriscono una critica ai

codici d’onore dell’epoca.

2.​ La bufera di neve

Trama

La storia inizia con un’epigrafe tratta da Svetlana di Žukovskij, una ballata romantica che

affronta il tema dell’amore e del sovrannaturale. La protagonista, Mar’ja Gavrilovna, è una

giovane nobile appassionata di romanzi sentimentali. Decide di fuggire con il suo

innamorato, Vladímir, per sposarsi segretamente.

La notte della fuga, una violenta bufera di neve impedisce a Vladímir di raggiungere la

chiesa, mentre Mar’ja, ignara, si sposa con un misterioso giovane. Dopo la mancata fuga, la

ragazza cade in una profonda malinconia e, anni dopo, incontra un ufficiale di cui si

innamora. Quando gli rivela di essere già sposata, lui le svela di essere lo sconosciuto che

quella notte l’aveva sposata. La storia si conclude con un lieto fine.

Analisi

Puškin gioca con le aspettative del genere romantico: la storia inizia con un’atmosfera cupa

e misteriosa, evocando il tema della ballata gotica, ma si conclude con un finale ironico e

inaspettato. L’agnizione finale ribalta la tensione drammatica, trasformando la tragedia in

commedia.

La bufera di neve, oltre a essere un elemento narrativo, ha un forte valore simbolico nella

letteratura russa. Richiama episodi della Figlia del capitano di Puškin e del poema I dodici di

Blok, dove la tormenta rappresenta il caos della Rivoluzione russa. Qui, invece, simboleggia

il destino, che, nonostante le sue apparenti avversità, porta comunque alla felicità.

3.​ Il fabbricante di bare

Trama

Il racconto, con un’epigrafe tratta dall’ode La cascata di Deržavin, ha un tono grottesco e

umoristico. Il protagonista, Adrian Prochorov, è un fabbricante di bare scorbutico che si

trasferisce in un nuovo quartiere di Mosca. Durante una festa, in preda ai fumi dell’alcol,

scherza sul fatto che vorrebbe organizzare un banchetto con i suoi “clienti” (cioè i morti).

Quella notte, in un incubo, vede i defunti che si presentano davvero alla sua casa per la festa.

Terrorizzato, Adrian si sveglia e realizza che era solo un sogno.

Analisi

Puškin prende spunto dalla letteratura fantastica tedesca, in particolare da Hoffmann, ma

ne smonta il carattere spaventoso con un’ironia sottile. Il racconto gioca sul contrasto tra la

seriet&agrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
14 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofietta314 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura russa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Imposti Gabriella Elina.