Mirmicolalia
Mirmicolalia prende le mosse dal processo ad Aldo Braibanti, professore di filosofia e mirmecologo, che il 14 luglio 1968 viene condannato a nove anni di carcere per plagio nei confronti del giovane (ma maggiorenne) Giovanni Sanfratello, indotto – secondo l'accusa – a intrattenere con lui una relazione omosessuale.
Panagulis
Un altro testo è dedicato ad Alexandros Panagulis, l'uomo politico greco fondatore del movimento Resistenza ellenica (1967) contro la dittatura dei colonnelli, condannato a morte per un attentato contro il primo ministro Papadopulos (1968), successivamente amnistiato ed esule in Italia (1973-1974).
Il mondo salvato dai ragazzini
Un'altra poesia, trae il titolo dall'omonimo libro, allora pubblicato, di Elsa Morante.
In certi testi si afferma un tono ironico, che forse è sinonimo di disincanto e rassegnazione. La fase dell'impegno, della fiducia nella politica, nell'ideologia, o comunque in un possibile cambiamento.
è venuta meno per sempre. Al poeta, alloscrittore, all’intellettuale non resta che una rassegnata contemplazione della realtà,senza illusioni e senza alcun tipo di volontarismo.C’è poi il piano personale, privato, degli affetti. Con una delle poesie più commoventiUno dei tanti epiloghi Undell’intera produzione pasoliniana, , dedicata, insieme conaffetto e la vita, a Ninetto Davoli. L’amore è qui il pretesto per morire: tragica profeziadi Pasolini sulla propria morte. Quando nel 1973 Ninetto si sposò, Pier Paolo confidò aMoravia e alla sua ex moglie Elsa Morante che avrebbe voluto morire.Ma se da una parte c’è un amore idealizzato e impossibile, dall’altra c’è la triste realtàdegli incontri occasionali, di un sesso compulsivo vissuto come dipendenza, schiavitù,eppure forse unica possibilità di lenire la solitudine.Critici e lettori accolgono Trasumanar eorganizzar con sostanziale indifferenza, tantoche Pasolini, indispettito da questo silenzio, decide di autorecensirsi sul “Giorno” del 3giugno 1971. Ma l’autore è consolato da una lettera di un altro grande poeta, AndreaZanzotto, che giudica la raccolta pasoliniana un’opera importante e necessaria,cogliendone l’estrema varietà di struttura e impostazione.
Scritti corsari Lettere luterane6.2 e : “scomparsa delle lucciole”, “rivoluzioneantropologica”, “genocidio culturale” e altro ancora
Abbiamo occasionalmente già fatto più volte ricorso, nelle pagine precedenti, ad alcuniScritti corsari,capitoli degli trattando diversi argomenti (l’omosessualità, la religione, ilfascismo, la società dei consumi, la contestazione). Il volume è infatti una sorta disumma del pensiero dell’ultimo Pasolini: un pensiero amaro e negativo.
Il libro raccoglie interventi giornalistici,
usciti per lo più sul quotidiano "Corriere della Sera" e sul settimanale "Il Mondo" dal 7 gennaio 1973 al 18 febbraio 1975, a cui si aggiunge una sorta di appendice, intitolata "Documenti e allegati" che comprende alcuni scritti critici apparsi sul settimanale "Tempo" dal 10 giugno al 22 ottobre 1974.
Pasolini non è nuovo alla militanza giornalistica: sono centinaia i suoi articoli e le sue recensioni apparsi in diverse testate, senza contare i saggi di più ampio respiro.
Tra il '60 e il '65 Pasolini cura una rubrica di corrispondenza, intitolata "Dialogo con Pasolini", con i lettori del settimanale comunista "Vie Nuove" (una scelta di questi articoli andrà a costituire il volume postumo 1977), mentre tra il '68 e il '70 tiene, sulla rivista "Tempo", una rubrica intitolata "Il caos" (da cui sarà tratto nel 1979, attraverso).
La pubblicazione di un'ampia scelta di quegli interventi, un omonimo volume, anch'esso postumo). Nel caso di "Vie Nuove" si trattava del dialogo, per lo più, con i giovani lettori comunisti, in una fase in cui Pasolini riteneva, o quanto meno sperava, di avere ancora qualcosa da insegnare. Con la collaborazione alla rivista "Tempo", invece, Pasolini commenta in maniera forse più "professionale" (ma tutt'altro che distaccata) i principali fatti di attualità. Un'attività che continuerà, tra il 1973 e il 1975 (praticamente fino alla sua morte), sul più importante e diffuso quotidiano italiano, il "Corriere della Sera", oltre che su altre testate come "Paese Sera", "Il Mondo", "Tempo illustrato", "Epoca". Questi interventi saranno poi raccolti in due volumi: nel 1975 nei già citati Scritti corsari e nel 1976 (l'anno dopo la sua morte) in un altro volume postumo.
morte) in Lettere luterane (articoli tutti del '75, dai primi mesi dell'anno fino alla morte dell'autore, avvenuta il 1° novembre di quello stesso anno). Che Pasolini scriva sul Corriere della Sera è un fatto particolarmente significativo. Il quotidiano milanese è infatti, per eccellenza, il giornale della borghesia italiana. Come abbiamo visto, Pasolini detesta e contesta con tutto sé stesso la borghesia. Ora, il fatto che decida di scrivere non sull'"Unità", letto da studenti, operai, militanti del PCI, ma sul quotidiano di via Solferino vuol dire che egli intende parlare alla borghesia, dirle qualcosa, magari con un tono polemico e aggressivo, ma che, in ogni caso, vuole confrontarsi con essa, magari anche solo per esprimere tutto il proprio dissenso e la propria distanza. Scritti corsari Negli Scritti corsari Pasolini affronta vari argomenti (di cui molti verranno ripresi e sviluppati nelle Lettere luterane).Seguito alla massificazione, ognimandato sociale dell'intellettuale, ora non gli rimane che criticare - come un "corsaro" solitario e controcorrente, pronto ad attaccare le potenti navi ammiraglie del sistema economico, politico e culturale - la vita e la cultura italiana del proprio tempo, scagliandosi contro ciò che sente inautentico.
17 maggio 1973. Analisi linguistica di uno slogan
Nel capitolo vede nei cartelloni pubblicitari dei jeans Jesus ("Non avrai altri jeans all'infuori di me") un palese segno della scristianizzazione della società italiana, pervasa ormai da una religione dei consumi che può permettersi di parodiare, in chiave apertamente blasfema, il primo dei dieci comandamenti.
L'ideologia dei consumi, infatti, esercita sulle coscienze un potere coercitivo e omologante pressoché assoluto, e per questo ben superiore a quello della dittatura (9 dicembre 1973. Acculturazione e acculturazione fascista).
“Nessun centralismofascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi”. Se ladittatura mussoliniana per Pasolini aveva ottenuto dal popolo italiano un’obbedienzasoltanto di facciata, “oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, ètotale e incondizionata”. Perciò – conclude lo scrittore – “la ‘tolleranza’ della ideologiaedonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana”:sotto un’apparenza di libertà la logica economica che impone beni standardizzati perla massa determina inevitabilmente il rifiuto di ogni diversità. Affinché il sistemafunzioni e si regga, gli individui devono assomigliare il più possibile l’uno all’altro.I mezzi con cui si è arrivati a questo risultato sono per Pasolini principalmente due: losviluppo delle
corretta per la pubblicità televisiva dell'epoca) che raccontavano una storia o presentavano un prodotto in modo creativo e coinvolgente. Le pubblicità di Carosello erano spesso interpretate da attori famosi dell'epoca e utilizzavano linguaggi e stili diversi, come il fumetto, il cartone animato o il musical. Non mancavano poi le jingle o le canzoni orecchiabili che rimanevano in testa per giorni. Insomma, la pubblicità di allora era un momento di svago e intrattenimento, che faceva parte integrante del programma televisivo. Oggi, invece, la pubblicità è diventata molto più invasiva e aggressiva. È presente ovunque: in televisione, su internet, sui social media, per strada, sui mezzi pubblici. Le pubblicità sono diventate più brevi, più dirette e spesso più fastidiose. Spesso si cerca di catturare l'attenzione del pubblico con effetti speciali, immagini provocatorie o slogan accattivanti. La pubblicità moderna è diventata un vero e proprio bombardamento di messaggi commerciali, che spesso risultano poco originali e poco interessanti. Inoltre, la pubblicità di oggi è molto più influente e manipolatrice. Grazie alle nuove tecnologie e ai dati raccolti sui consumatori, le aziende sono in grado di personalizzare i messaggi pubblicitari in base ai gusti e alle abitudini di ogni singolo individuo. Questo significa che siamo costantemente bombardati da pubblicità che sembrano fatte su misura per noi, che cercano di convincerci a comprare sempre di più. Insomma, la pubblicità è cambiata molto nel corso degli anni. Da un momento di svago e intrattenimento, è diventata un'arma di persuasione di massa. Ma nonostante tutto, ci sono ancora pubblicità che riescono a catturare la nostra attenzione e a emozionarci. E forse è proprio questo il segreto per una buona pubblicità: riuscire a coinvolgere il pubblico e a lasciare un segno nella memoria.Incompatibile con gli attuali ritmi televisivi), alla fine delle quali (e soltanto alla fine) veniva menzionato il prodotto pubblicizzato. A ideare gli spot di Carosello venivano chiamati i migliori creativi del momento. Alcuni personaggi (come topo Gigio o il pulcino Calimero) diventavano delle vere e proprie star per adulti e bambini.
Eppure, tutto questo a Pasolini non piaceva per diverse ragioni. La prima è che la pubblicità era lo strumento fondamentale di quel neocapitalismo industriale che lo scrittore detestava per le ragioni che sappiamo, ma anche perché, con le parole di Mordenti, "la pubblicità è l'esatto contrario della critica e, ancor più precisamente, rappresenta una modalità di discorso che non tollera, né può tollerare, alcuna critica".
È quindi evidente che il discorso pubblicitario non è compatibile con il discorso critico pasoliniano, e viceversa. Sono due mondi totalmente opposti.
e antitetici. La pubblicità ha successo se, come ha scritto Lorenz, "è capace di manipolare gli istinti e le emozioni" delle masse, cioè ciò che è stato tradizionalmente fatto dalla religione. "Come nell'assetto culturale del Medioevo il discorso religioso era assolutamente dominante e pervasivo, così nella nostra società il discorso dominante è quello della pubblicità". Si può, quindi, considerare il consumismo la nuova, cieca fede religiosa della società industrializzata. Pasolini riflette su come i modelli di consumo imposti dalla TV e dalla pubblicità siano tuttavia irraggiungibili per la maggior parte degli italiani, che non hanno le possibilità economiche necessarie ad acquistare i beni propagandati e a raggiungere un livello di vita adeguato a quegli stessi modelli. L'impossibilità di soddisfare tali bisogni indotti (inautentici, ma comunque presenti nellepersone una volta che essi siano stati instillati nelle loro menti) determina allora “frustrazione o addirittura ansia”
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Riassunto esame Cultura italiana contemporanea, Prof. Carnero Roberto, libro consigliato Morire per le idee, Robert…
-
Riassunto esame Cultura italiana contemporanea, Prof. Carnero Roberto, libro consigliato L'odore dell'India, Pier P…
-
Riassunto esame Letteratura italiana, Prof. Veglia Marco, libro consigliato Profilo di letteratura italiana, Alfano…
-
Riassunto esame Cultura italiana contemporanea, Prof. Carnero Roberto, libro consigliato Poesie, Guido Gozzano