vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Alessandro Barchiesi - Narratività e convenzione nelle Heroides
Si tratta di un'opera formata da 21 lettere in distici elegiaci che Ovidio immagina scritte da donne famose ai loro amanti. Tre lettere, in particolare, hanno una risposta da parte dell'uomo amato. Si tratta di una tipologia completamente nuova per la letteratura latina: il filone erotico-mitologico viene per la prima volta svolto in forma epistolare (alcuni studiosi hanno trovato per questo analogie con le Suasoriae, discorsi fittizi rivolti a personaggi mitici o storici per persuaderli o dissuaderli in circostanze). Vi sono numerosi parallelismi con l'epica e con la determinate tragedia (in particolare i monologhi delle eroine euripidee) e non mancano addirittura rivisitazioni e riscritture di alcuni miti (come nel caso della lettera di Fedra a Ippolito, nella quale la matrigna veste i panni di una scaltra seduttrice piuttosto che quelli di una donna disperata).
- prevede l'autonomia di
La legge compositiva che...
Ovidio si è dato nelle Heroidesogni singola lettera, che significa che ciascuna di esse deve essere in grado di fornireda sé tutte le informazioni sufficienti e, soprattutto, non chiedere risposta ointegrazione. Anche per questo motivo non è casuale che al primo posto dellaraccolta troviamo l’epistola di Penelope.Nella sua lettera, Penelope dice esplicitamente di non volere una risposta da Ulisse(nil mihi rescribas tu tamen…). Quello che lei maggiormente desidera è che suomarito torni subito a casa (ipse veni) e conclude amaramente: “anche se torni fra unmomento, ti sembrerò una vecchia” (1,116). La richiesta di tornare in breve fa sìche la lettera non presupponga una risposta, a causa di un fatto eminentementepratico e cioè che la stessa è rivolta ad indirizzo sconosciuto. Penelope, infatti, speradi affidarla a qualche straniero di passaggio ad Itaca con la speranza che incontri ilsuo Ulisse. Mac'è un altro importante motivo per cui la lettera non riceverà mai risposta ed è perché, quando essa viene scritta, Ulisse si trova già ad Itaca. Ovidio, essa è "datata" al giorno infatti, inserisce questa lettera in un momento particolare, in cui Telemaco è rientrato ad Itaca da Sparta e racconta alla madre qualche incerta notizia del padre, ma è anche il giorno in cui Ulisse torna in patria sotto mentite spoglie di mendicante. La casa di Penelope ospita un viaggiatore straniero, un Cretese, che se per i lettori di Omero si sa essere Ulisse, per la Penelope ovidiana potrebbe essere invece un ottimo corriere al quale affidare la sua lettera. Da questa lettera ricaviamo le delicate regole di un nuovo gioco letterario. Si tratta di lettere scritte in una determinata occasione, con destinatario ed intento precisi, ma allo stesso tempo sono lettere strane, perché il lettore non si aspetta da esse alcuna conseguenza.
terza lettera è quella che Briseide scrive per Achille. Ella è nelle mani di Agamennone e l'ambasceria ad Achille è già fallita. Briseide sente Achille dire di voler prendere il mare l'indomani e, per questo, si pensa che la lettera sia stata scritta dal giorno campale delle battaglia nella notte che separa il giorno dell'ambasciata navale. La lettera inizia con l'accenno di Briseide ai pericoli dell'avventurarsi di notte, quella stessa notte che Omero ricorda essere un pericoloso andirivieni di spie ed agguati. E proprio il giorno seguente Omero ci ricorda che si avvererà la soluzione cercata da Briseide: in una lunga battaglia Patroclo cadrà, Ettore avrà le armi di Achille e Briseide potrà tornare alla tenda del suo amato. Pur avendo ottenuto il risultato sperato, Briseide perde però il suo unico e fidato amico Patroclo. Il tempo della lettera, quindi, è un taglio che viene praticato nella.sequenza che compone l'intreccio dell'Iliade. L'autonomia narrativa della lettera, di conseguenza, è talmente ben intrecciata alla trama da far sì che si crei uno spazio di illusione realistico. Il lettore quindi si pone in uno stato di superiorità rispetto alla visuale limitata del personaggio protagonista. Le Heroides non sono dei derivati intertestuali ma anche dei veri intertesti: formazioni sviluppate in sezione di altri testi. Ovidio però non ha come obiettivo quello di completare il proprio modello: queste operazioni letterarie presuppongono che si colga nei modelli come un vuoto da colmare (nell'antefatto o nel seguito della storia). La poetica delle Heroides vuole semplicemente aprire nuove finestre su storie già compiute, mantenendo quindi sempre la storia tradizionale. Tutto ciò è favorito anche dalla distanza fra il testimone, autore della lettera, e i tradizionali punti di vista della storia. Questo scartoè garantito in Ovidio da una scelta fondamentale: quello che per il lettore è un testimone risulta un persuasore: la soggettività del punto di vista è garantita dall’obiettivo stesso del testo.
2. L’intenzione delle Heroides è quella di conquistare, riconquistare o perpetuare l’amore. E’ proprio ciò che le fa così simili tra loro così somiglianti al già consolidato genere dell’elegia romana, il genere monologico per eccellenza. Si tratta sia di una restrizione tematica (in questo caso l’amore) sia di una costante voce individuale, che attirasse ogni tema. L’elegia potrebbe trattare anche di mitologia, orale, paesaggio, leggi, politica, ma si distingue per la riduzione di ogni interesse esterno al focus centrale: il poeta innamorato che agisce per la conquista e la difesa dell’amore.
L’elegia quindi è lo spazio di una sola voce. Il contributo dell’elegia all’opera
formattare il testo utilizzando tag html. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:Non è solo di materiali e tecniche narrative e neppure del tema amoroso, ma anche della prospettiva unificante. L'elegia insegna alle eroine come si può riprodurre ogni realtà esterna attirandola verso la persona dell'amante e come si può alimentare un discorso poetico attraverso un punto di vista personale nei confronti del mondo esterno. Di conseguenza la scelta dell'epistola d'amore da forma istituzionale alla soggettività elegiaca.
Il campo di studi che alcuni chiamano poetica, altri narratologia o analisi del racconto, ci ha abituato a considerare la narrazione "in prima persona" come una scelta significativa. Quasi tutti gli studiosi concorderebbero su questa prima affermazione: è tipico della narrazione in prima persona sottolineare il processo di creazione soggettiva degli eventi narrati. Questo fa sì che il lettore percepisca una più intensa partecipazione al crearsi del racconto.
Bisogna
considerare l'interazione tra la forma omodiegetica, monologica ed il carattere intertestuale delle Heroides. Qui, infatti, nasce una divergenza notevole tra elegia e Heroides: la singola elegia può proiettare un suo contesto narrativo, adombrando la traccia di uno sviluppo temporale e inserendosi in una storia in parte già nota, utilizzando un soggetto elegiaco che si determina meglio nelle varie inquadrature del libro. Non è però altrettanto tipico che si assuma come contesto già nota. Sappiamo che nell'elegia l'identità e la persona del locutore hanno peso nell'orientare il significato del testo: questa informazione può assumere un valore non solo supplementare ma decisivo, e produrre una trasvalutazione dei contenuti. Ma nelle Heroides tutto il complesso delle informazioni che individuano il personaggio risulta, regolarmente, decisivo per l'interpretazione del testo, anche quando si tratta diinformazioni solo presupposte,o tendenzialmente sottaciute.Ad esempio, una lettera come quella di Issipile risulta essere assai piatta alla letturaper chi non ha informazioni sul mito sufficienti a proiettare una cornice narrativa.vuole ammonire Giasone dando un’interpretazione del personaggio diIssipileMedea come barbare e fattucchiera (è evidente che Issipile è gelosa, nonostante siafamosa per un uxoricidio di massa). La lettera suona complessivamente come untesto elegiaco poiché vie è il tema della soggettività, del corteggiamento, dellamento e della gelosia, in cui però il contesto narrativo e le informazioniparatestuali hanno molta importanza.Della restrizione monologica tipica dell’elegia romana, Ovidio ha fatto unaconvenzione narrativa nelle Heroides: le lettere hanno stampo elegiaco sul materialenarrativo dell’epos, della tragedia, del mito.L’altra faccia dell’operazione è che proporre quindici
diverse soggettività elegiache significa in fondo oggettivare l'amore elegiaco.
Le Heroides sono un omaggio al codice elegiaco, che riceve il potere di "ricantare" le storie del mito, fissando però una distanza e uno sguardo disincantato. La replica e la serialità sono strategie importanti all'interno delle Heroides. Ovidio presuppone che l'elegia sia un "altro" già costituito ed ha riformulato tutto il patrimonio tradizionale guidato dal relativismo e dall'ironia, trascrivendo l'amore-passione in un nuovo codice galante. Di conseguenza si raggiunge una posizione di osservazione distaccata. Questo tipo di elegia si distingue per chiusura, assolutezza, unione orientata di poetica e scelta di vita: è seria e pura. Il fatto che il contesto in cui si ambientano le Heroides non è quello tradizionale della poesia elegiaca ha delle implicazioni, dal momento che si rende visibile il codice letterario.
4. Penelope non è solo un personaggio epico, ma può essere definito un paradigma da elegia, notevole non solo per la sua frequenza, ma anche per la stabilità della sua funzione esemplare. Essa, infatti, nelle situazioni elegiache manifesta il valore dell’eros coniugale e dell’assoluta fedeltà. Penelope quindi si presenta come il grado estremo di ciò che il poeta innamorato può chiedere alla sua donna, tant’è che Properzio rinfaccia l’esempio di Penelope a Cinzia che è incostante.
Ma Penelope come vede la sua stessa storia? Il gesto emblematico sotto cui si può racchiudere la vicenda è il motivo della tela che Properzio
stesso consideraesemplare: l'astuzi