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STORIA DI LUDOVICO ARIOSTO

Ariosto nasce a Reggio Emilia ma vive sempre a Ferrara tranne 3 anni in Garfagnana come governatore,

ripresa da poco. Ha una tipica formazione da umanista, vicenda comune di tutti gli scrittori anche nel

Medioevo, spinti dal padre ad intraprendere studi giuridici, di nascosto seguiva storia e poesia, poi

intraprende attività di poeta e scrittore di commedie (grande fortuna del teatro, a partire da modelli latini,

l’attività ha molto sviluppo e amerà molto il teatro), oltre a scrivere è un vero e proprio cortigiano, prima da

Ippolito, poi il Cardinale lascia Ferrara e Ariosto non vuole, nel 1512 Ariosto conosce la vedova di un ricco

fiorentino, Sandra Bellucci, con già due figlie; per avere una piccola rendita fissa aveva preso i voti (livello

base per avere una certa libertà, anche Dante così), uno dei vincoli era il celibato, la relazione fu quella della

sua vita, dura fino alla morte, nei primi anni 20 si sposano in segreto. Fa il segretario e governatore, tiene

sotto controllo la regione difficile, passione per scrivere, comincia a scrivere nei primi anni del ‘500, nelle

lettere private la definirà una “gionta” (prosecuzione) dell’Orlando Innamorato, interrotto per la morte, in

realtà “L’innamoramento di Orlando” di Boiardo. Orlando è per definizione l’eroe del ciclo carolingio legato

a Dio, patria, ecc. e valori, anche casto, ma Boiardo lo fa innamorare facendo finta di ricorrere ad una fonte

che ritrovano (la fonte in questo caso è l’arcivescovo di Urbino), Orlando si era innamorato di Angelica che la

Discordia aveva inviato dalla Cina del Nord in Occidente per gettare nello scompiglio i cardini cristiani e

favorire i pagani nella guerra (anche raccontato da Ariosto), vicende molto fantasiose.

Inizio dell’Orlando Furioso – distico iniziale e intertestualità dei versi, Ariosto poi complica le cose con il

chiasmo

Dall’inizio del Furioso si può ricavare il procedimento fondamentale che riguarda questo testo, riguarda i

rapporti intertestuali con i codici precedenti, in particolare con il codice di Petrarca: la sfera della lingua,

Bembo e i codici linguistici, la ripresa da parte di Ariosto delle indicazioni di Bembo per uso strategico.

Il codice di Petrarca riguarda il distico iniziale. La scelta di Ariosto di legare insieme la guerra e l’amore,

raccontando episodi e guerra pagani e cristiani, ci porta nel cuore del testo. Una delle operazioni

fondamentali che riguarda la letteralizzazione della metafora: a vari livelli nel testo, ma si concentra sul

binomio amore-guerra. Ariosto trasporta sul piano delle armi il codice dell’amore e viceversa.

Amore e guerra hanno scorrimenti reciproci.

Titolo Orlando Furioso – Furioso deriva da una tragedia di Seneca (

L’aggettivo furioso e la follia d’amore di Orlando, che concretamente impazzisce per amore, rende concreta

anche la metafora della follia d’amore che attraversa tutta la poesia laica e volgare dai provenzali in poi e che

viene codificata da Petrarca stesso.

Il codice amoroso viene predisposto dai provenzali in avanti. Con codice si intende un insieme di immagini,

temi categorie e linguaggio riferito ad un certo argomento (come l’amore). 6

Irene Gardinale

Codice amoroso – fondamentale nella poesia provenzale, ma anche nell’eredità che i provenzali trasmettono

ai colleghi dei decenni e secoli successivi (poeti siciliani e poi anche poeti zona bolognese e fiorentina, che

definiranno lo Stil Nuovo, dove l’immagine principale e fondamentale è la freccia del dio Amore che partirà

poi dagli occhi della donna, freccia che andrà a colpire l’uomo).

Metafora con la freccia amore-morte anche nello Stil Nuovo. Ariosto invece accosta già dall’inizio amore e

guerra (battaglie e guerra vengono proposte in maniera concreta, per questo letteralizzazione).

Amore come guerra, violenza e scontro, lei non vuole cedere all’amore di lui.

Conflitto, volontà di vendetta – guerra d’amore posta fin dall’inizio

Sul piano della traduzione letterale della metafora Ariosto gioca anche a livello parodico (di parodia), lui pone

sotto una “lente di parodia” quello che dal punto di vista linguistico è il modello fondamentale per Bembo (e

Ariosto stesso, in funzione di creare una lingua unitaria culturalmente e linguisticamente).

Ariosto accoglie il modello di Petrarca, che è fondamentale nella seconda e terza edizione, ma per codice e

contenuti si sottopone alla parodia, traducendo in maniera letterale la metafora. La follia d’amore è una

metafora, ma in questo poema Orlando impazzisce davvero, incarnando la metafora stessa. (anche il

narratore dice di impazzire)

PARAFRASI PRIMA OTTAVA

Io canto vicende che riguardano donne, cavalieri, battaglie e amori, tutti i fatti di cortesia e le imprese audaci

che accaddero quando i Mori (d’Africa sta all’inizio del verso successivo – è ambiguo, lettura: se d’Africa è

collegato a Mori allora enjambement, convergenza tra africani e spagnoli saraceni, oppure potrebbe essere

inversione “d’Africa mare”, i Mori che passano il mare d’Africa) passarono il mare d’Africa, passando in

Francia dove crearono tanti danni, seguono l’ira furibonda e i furori giovanili (furore d’amore ma anche

guerriero, accomuna pagani e cristiani, Orlando furioso per amore oppure Agramante furioso per la guerra)

di Agramante, che si vantò della morte di suo padre sopra re Carlo.

Racconterò di Orlando una cosa inedita, mai detta prima né in prosa né in versi, il quale impazzì a causa di

amore da quell’uomo che prima era la rappresentazione del saggio per eccellenza (fenomeno; per amore

1

venne il furore matto – impazzire – furore e matto sono sinonimi, dittologia – coppia di nomi – ridondante).

Le racconterò se mi sarà concesso da colei che mi ha reso quasi uguale ad Orlando e che mi consumò un po’

2

alla volta il poco ingegno che ho, se mi concederà tempo per finire quanto promesso.

3

Oh figlio di Ercole generoso (…) vogliate gradire e accettare questo dono, che è solo quello che può darvi il

vostro umile servo, posso solo con le parole e sono un umile scrittore così io vi ripago, vi dono con la scrittura

4

tutto il meglio di me. Voi, Ippolito, sentirete tanti eroi che mi preparo a nominare con lode, Ruggero compreso

che fu l’origine della vostra stirpe (“ceppo vecchio”) (dal matrimonio con Bradamante, encomiastico di ogni

poema epico), vi narrerò le sue gesta valorose – di Ruggero – se voi mi ascolterete (metafora prolungata della

poesia come narrazione orale) e se i vostri così profondi pensieri e preoccupazioni vorranno fare un po’ di

spazio ai miei versi.

1 La dittologia, ossia la coppia, è una figura fondamentale in Petrarca, la usa come funzione terapeutica della

scrittura, per far passare il dolore. Dà una dimensione e una misura regolare alla scrittura per sfogare il dolore

d’amore.

2 Boiardo interrompe il suo poema “Innamoramento di Orlando” e non lo finisce, qui invece non cita in modo

esplicito Boiardo, ma Ariosto scherzosamente pone la sua opera sotto il rischio della morte, nella possibilità

di non riuscire a terminare nemmeno lui quest’opera. Il rischio di morte e lasciare interrotta un’opera sono

declinati dal potere dell’amore. Il narratore dice che una donna lo ha reso pazzo quasi come Orlando e sta

limitando il suo genio. Questa seconda strofa risulta quindi importante perché espone il tema dell’amore di

Orlando per Angelica e l’inchiesta che Orlando fa di Angelica fino a metà poema (nel canto 23, a metà,

Orlando ha la fatale rivelazione che Angelica è sposata e da qui impazzisce), il motore dopo un po’ non è più

7

Irene Gardinale

lei. Il ritmo è veloce, esprime la corsa e la fuga di Angelica, stona perché parodica nei confronti

dell’invocazione alla musa “che fa parte di ogni opera eroica. Non c’è una musa o una dea, ma la donna

amata, non ispira il suo amante e fa il contrario. C’è un rovesciamento dell’autore tradizionale. Altra

conseguenza: il narratore si pone anche allo stesso livello di Orlando, non c’è un narratore superiore che

giudica, ma invece è pazzo allo stesso modo.”.

3 Invocazione al Cardinale Ippolito con lodi (erculeo)

4 Da un lato dice che può ripagare solo con la scrittura, ma dall’altro dice che è tutto quello che può dare

(finta umiltà o umiltà). Ippolito è nella prima edizione, ma nel 1517 il rapporto tra lui ed Ariosto si interrompe

perché lo scrittore non va in Ungheria con lui, ma Ippolito rimane sempre il dedicatario anche se Ariosto

passa a lavorare per Alfonso. Da questo punto parte anche l’altro ramo, che riguarda Ruggero e Bradamante

(guerriera), loro sono innamorati con lo sguardo (in stile Stil novista), poi si sono persi di vista, ma sul Furioso

si incontra presto Bradamante che viaggia per cercare Ruggero.

Ariosto interviene spesso, fa commenti ad inizio canto ma anche durante e il suo intervento costituisce un

altro elemento di intertestualità (si trova anche nelle metamorfosi di Ovidio). In certi interventi mette anche

elementi tra parentesi e a livello generale l’utilizzo della parentesi ha la funzione di stabilire con il lettore un

rapporto critico nei confronti della narrazione. Ariosto ricorda spesso al lettore che è una storia, avente

comunque rapporto con la realtà, ma nella quale non bisogna immedesimarsi perché non sono reali né i

personaggi né le vicende. Non si deve sviluppare il famoso pathos che fa parte della tragedia e della catarsi.

Ariosto non vuole ciò, per questo alcune vicende tragiche sono raccontate in modo lieve, tale da non indurre

il lettore a immedesimarsi con quanto raccontato, l’autore sollecita quindi un rapporto di distanza.

Ariosto si mette anche sul piano dei personaggi e non li giudica dall’alto di una presunta intelligenza e

superiorità, si mette in mezzo a questa umanità che va in tutto il mondo per cercare ciò che di volta in volta

vuole di più (oggetti o surrogati, l’unico che non scende mai a patti con i surrogati è Orlando, che impazzisce).

Dal proemio il poema è sottoposto ad una lente ironica rovesciata, non è né solenne né aulico (sembra un

giullare per come utilizza l’ilarità).

Ironia e sentore di morte.

RICHIAMO A ULTIMI FATTI NELL’INNAMORAMENTO DI ORLANDO

Ariosto non cita mai Boiardo in maniera diretta, ma il suo poema viene definito da lui congiunto, come se

fosse un proseguimento, ma si può ipotizzare che l’aggettivo innamorato che si

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A.A. 2024-2025
18 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenegardinale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Rusi Michela.