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TEORIE SU ANTICRISTO E MILLENARISMO
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- Beato è ossessionato dalla figura dell'Anticristo (che nell'Apocalisse viene chiamato
"Falso Profeta"): egli afferma che l'Anticristo cercherà di restaurare la legge giudaica
(sarà un ebreo), imporrà la circoncisione e avrà la caratteristica di non bere vino
(possibile allusione ai musulmani), pur essendo "impurissimus" egli sedurrà le
genti predicando la sobrietà e la castità (possibile allusione a qualche eresia
rigorista).
- Ai suoi lettori non importava la coerenza del racconto, gli bastava sentire i racconti
sulla figura dell'Anticristo. Probabilmente perché influenzato da queste idee, nel X
secolo appare il trattato "De ortu et tempore Antichristi" di Adso de
Montier-en-Der, dove si dice che l'Anticristo nascerà dal popolo dei giudei e nato
dal rapporto come tutti gli uomini, egli sarà interamente concepito nel peccato
e la potenza del diavolo sarà sempre con lui.
- Beato non stava raccontando ai propri lettori quando questi eventi si sarebbero
verificati, tra pochi o mille anni, ma quanto l'uomo che viveva in quei secoli stava già
sperimentando ogni giorno.
- Si parla quindi dell'Apocalisse come tempo presente.
- Un esempio è dato da Rodolfo il Glabro nei suoi "Historiam Libri", dove racconta
di una serie di eventi che si verificarono quando il Millennio era già scaduto da 30
anni.
l’apocalisse - modulo C, Prof G. Palazzolo
- Ci descrive una carestia del 1033 dovuta ad un tempo inclemente che non si riusciva
a trovare il momento giusto né per la semina né per il raccolto, a causa delle
inondazioni. Di conseguenza la fame costrinse tutti a trovare metodi diversi per
sopravvivere, fino al punto di spingersi al cannibalismo
21/12/23
Saggio Apocalittici e Integrati (1964) - U.
Eco
- Eco si doveva presentare ad un concorso di teoria e pedagogia delle comunicazioni di
massa. Si presenta con alcuni saggi sull’argomento e scrive un’introduzione: “fare la
teoria di comunicazione di massa, è come fare la teoria di giovedì
prossimo” cioè tutto può essere messo in discussione da un momento all’altro.
Parlare di comunicazione di massa è molto difficile perché si tratta di qualcosa in
continua evoluzione quindi farne una teoria è difficilissimo.
Eco riconosce 2 modalità di porsi di fronte ai “cambiamenti” (1963): di fronte alle
rivoluzioni del “progresso”, alla cultura di massa per il popolo si riconoscono 2 atteggiamenti
diversi:
1. Gli apocalittici: pensano sempre che questi eventi rappresentino la fine della
“genuinità”
2. Gli integrati: non si pongono alcun tipo di domanda o analisi morale,
semplicemente dicono che va tutto bene; ci stanno dentro, in fondo senza
preoccuparsi più di tanto. Percorrono questa comunicazione sentendosi
perfettamente integrati all’interno di tale sistema
L’atteggiamento apocalittico può diventare una modalità di distrazione di massa. Per
cambiare le cose è meglio agire di maniera forte o di rottura o fuggire con il cacciavite, con
delle riforme (massimalisti o riformisti?).
- La posizione di Eco è intermedia, cerca di riconoscere all’interno di questi
cambiamenti la presenza di alcune costanti. Nella storia nel mondo ogni volta che c’è
stata un’innovazione radicale si è gridato all’apocalisse, alla fine del mondo.
- Al suo apparire questo testo ha fatto scandalo, non è stato ben visto, perché? Perché
ha spiegato cinema, radio, canzone, fumetto e narrativa popolare con gli strumenti di
letteratura alta (spiegò con Hegel una canzone di Rita Pavone)
l’apocalisse - modulo C, Prof G. Palazzolo
- La critica usa dei paradigmi scorretti paragonando ad esempio Superman al
superuomo di Nietzsche ma Eco controbatte dicendo che senza comparazione,
lasciando le materie a sé stesse, non applicandole alla quotidianità esse
non hanno utilità.
- Lo scrittore perde il suo valore quando si mischia uno stile basso con uno alto,
secondo questi criteri quindi Dante diventa paragonabile ai fumetti di
topolino.
- La cultura di massa diventa anti-cultura, senza l'intervento delle comunicazioni di
massa e la forza della massa non sarebbero nate le dittature, perché i mezzi rendono
diretta la fruizione delle figure di POTERE (MUSSOLINI E HITLER), la massa è
quindi un soggetto storico e i singoli creano un'unità grazie ai mezzi di massa che
paradossalmente parlano al singolo creando unità.
- I prodotti hanno quindi una loro importanza, e con le dovute differenze, possono
essere analizzati.
- Giustificazione: Se la filosofia servisse solo a filosofare e non a spiegare il mondo in
cui viviamo, non avrebbe senso.
- MA se noi usiamo Hegel per spiegare la narrativa di consumo, la cultura popolare,
non corriamo il rischio di considerare la grande letteratura e arte uguale
alla narrativa di consumo? Non corriamo il rischio di abbandonare qualunque
giudizio di valore perché consideriamo tutti i testi come prodotti di un’industria
culturale?
- È la stessa della dialettica della scuola di Francoforte (presente in Adorno e
Horkheimer in cui si ribadisce che nella cultura di massa qualunque elaborazione
diventa prodotto di massa perché si abbassa la soglia che non permetteva l’accesso
alla letteratura alta. Si parla di una democratizzazione della cultura
- Eco intravede nei secoli una costante: coloro che appartenevano a un ceto alto
(sacerdoti e garanti custodi di una determinata cultura) vedevano questi
cambiamenti come il segno di un mondo che finisce, un’apocalisse.
- Avviene anche nel medioevo quando si passa dall’arte medievale all’arte gotica (si
aprono le vetrate e le chiese vengono inondate dalla luce) in quanto il luogo sacro non
era più un luogo di penitenza ed espiazione dei peccati, ma diventa un luogo di luce di
Dio, di grazia e di salvezza (verticalità).
l’apocalisse - modulo C, Prof G. Palazzolo
Romanzo “Il nome della Rosa” - U. Eco
(1980)
- Nel 1980, Eco pubblica Il nome della rosa, un autore che era noto come semiologo
(studioso della scienza dei segni) e aveva scritto delle opere narrative brevi in cui
trattava del proprio divertimento intellettuale per la filosofia e la letteratura e
interveniva pubblicamente sui giornali.
- L’opera vinse il premio strega.
- Nel 1983, aggiunge delle postille. Lí scrive, “ho scritto il romanzo perché me ne è
venuta voglia”. Qui Eco pare consegnarsi alla letteratura di consumo, non avevo altre
finalità se non quella di scrivere un romanzo, “non avevo intenzione di affrontare
questioni ideologiche ma solo voglia di scrivere”.
- Eco era stato vicino al gruppo ‘63 che proponeva un’idea di rottura del romanzo
classico, per creare un romanzo sperimentale. “Smettiamola con la letteratura
realista, L’uomo è un animale fabulatore per natura”: è questa la vera spinta
evoluzionistica che lo rende diverso dagli animali (aristotele)
- La teoria è sempre incompleta, ha bisogno di una narrazione. “Ciò su cui non si può
teorizzare, bisogna tacere”-Wittgenstein) Eco invece dice qualcosa di diverso: “Ciò
che non si può teorizzare si deve raccontare”
Fonte chiave per la lettura del romanzo:
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l’apocalisse - modulo C, Prof G. Palazzolo
- Marzo ‘78, C’è stato il rapimento di Aldo Moro, che ha scosso la vita italiana e non.
Aldo Moro era il Presidente del Consiglio ed era stato rapito in un attacco terroristico
e la scorta era stata uccisa. Era un evento radicale.
- I racconti di Eco nascono sempre da un evento, un’idea seminale. La narrazione è un
fatto cosmologico, bisogna sempre definire un mondo immaginandolo e
ammobiliandolo.
Trama
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- È un romanzo storico ambientato nel 1327
Il benedettino Adso da Melk ormai vecchio racconta le vicende di cui fu
- testimone nel novembre del 1327 in un grande monastero benedettino
del Nord Italia dove giunse come segretario del dotto francescano
Guglielmo da Baskerville, incaricato di una delicata missione diplomatica.
Dopo il loro arrivo, l'abbazia viene sconvolta da una serie di morti
- inspiegabili: prima il miniaturista Adelmo, poi il monaco Venanzio, quindi
l'aiuto bibliotecario Berengario, il monaco erborista e il bibliotecario
Malachia. Durante i sette giorni di permanenza all'abbazia Guglielmo conduce
le ricerche attraverso colloqui, interrogatori e osservando il comportamento
dei frati.
Ben presto comprende che i delitti muovono dalla biblioteca, la più grande
- della cristianità, costruita come un labirinto il cui accesso è noto solo al
bibliotecario. Nella biblioteca esiste poi una sezione a tutti
finis Afrìcae
inaccessibile. Guglielmo e Adso riescono a penetrarvi e sciolgono il mistero.
Gli omicidi sono opera dell'ex bibliotecario cieco Jorge da Burgos che ha
- voluto impedire la lettura di un libro secondo lui pericolosissimo: il secondo
libro della di Aristotele dedicato alla commedia e al riso e ritenuto
Poetica
perduto. Jorge convinto che il libro potesse danneggiare la cristianità ne ha
avvelenato le pagine e i frati che hanno tentato di leggerlo sono morti.
Scoperto, Jorge preferisce morire: divora il libro avvelenato e da fuoco
- alla biblioteca.
“Naturalmente, un manoscritto”
l’apocalisse - modulo C, Prof G. Palazzolo
- è l’inizio del romanzo. Ogni scrittore ha un problema di veridicità e verosimiglianza.
Da che cosa ricava la conoscenza delle cose che racconta? Le ha vissute? Ma se è un
romanzo storico non può averle vissute quindi le avrà lette?
- Ecco l’artificio del manoscritto, come Manzoni che aveva il compito di scrivere il vero
e per questo inventò di aver trovato un manoscritto. Lo stesso fa Eco ma quella
virgola è una differenza: Fa parte di quell’idea post natura espressa nelle postille:
ormai è stato scritto di tutto, non pensiamo di star scrivendo qualcosa di nuovo o di
originale,
- Ma allora perchè dopo “naturalmente” Eco mette una virgola? La virgola significa: Io
uso l’artificio del manoscritto ma io so che voi lettori sapete che è un artificio. Non
fingo come Manzoni di averlo trovato perché ho dei lettori avvertiti. Dato che
giochiamo a carte scoperte possiamo continuare a giocare. È un manoscritto
inventato, così come inventate sono le date.
Incipit “Il principio era il Verbo..”
- è una citazione dal vangelo di Gio