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NOTTURNI ALLA RADIO

La radio nacque con un carattere crepuscolare e notturno in quanto la programmazione rimase per un po' di tempo solo serale, a differenza della televisione che invece era diurna. In Italia la radio veniva definita come "teatro per ciechi", in quanto auspicava la forza dell'immaginazione, e nacque in notturno, di notte, per enfatizzare ancora di più il sentimento di cecità tra ascoltatore e protagonista e generare un sentimento di paura. Il primo radiodramma italiano fu di Michelotti trasmesso a mezzanotte (gli ascoltatori chiamarono per dire che non riuscivano a prendere sonno). Un altro radiodramma è di Richard Hughes, ambientato non di notte ma all'interno di una miniera al buio e lo stesso effetto ebbe La guerra dei mondi di Orson Welles, trasmesso il 30 ottobre (vigilia halloween), che trattava dell'invasione aliena sulla Terra, che generò un panico e una psicosi di massa (causò).

Delle morti). Under milk woodL'opera che meglio rappresenta il notturno alla radio è di Dylan Thomas; il radiodramma aveva come intento quello di seguire come schema temporale una giornata intera, esso tratta della città di Llareggub descritta attraverso la voce degli abitanti, si genera quindi una vera e propria immersione sonora dell'ascoltatore che lo porta a ricreare l'ambientazione e la storia stessa all'interno della propria mente. Le parole creano lo spazio scenico e le voci funzionano come inquadrature per offrire dei primi piani sull'intimità della vita quotidiana, sui segreti e le paure. Il racconto della città segue un ordine cronologico malgrado tutti i comportamenti siano distorti e non normali; al fine dell'interpretazione e immaginazione le voci dei personaggi spesso utilizzano la seconda persona.

ANTONIO SANTONI RUGIU E IL DOPOGUERRA ITALIANO
Santoni Rugiu si avvicinò alla radio alla fine degli anni Trenta e

Iniziò a produrre come autore nell'immediato dopoguerra; si avvicinò alla radio quando partecipò ad un seminario su di essa condotto da Rudolf Arnheim (studioso tedesco scappato dalla Germania per le leggi razziali). Arnheim riteneva che il radiodramma (opera specifica per radio) fosse un'arte specifica quindi di conseguenza il mondo dell'udibile doveva essere visto come un vero e proprio linguaggio; : quello che deve fare la radio è realizzare "un'immagine acustica del mondo".

La produzione di radiodrammi, dopo l'interruzione pressoché totale del 1944, riprende con ritmo crescente. Nel biennio 1945/1946 viene mandata in onda una ventina di nuove opere e già l'anno seguente la produzione raddoppia; Santoni Rugiu collaborò quindi con le radio con grande impegno in quelli che erano considerati gli anni d'oro per il mezzo. Una delle maggiori novità di questi anni fu la creazione di intere

Riviste specifiche per la radio, tra il 49 e il 52 il radiodramma italiano ha ben 3 riviste che seguono la produzione nazionale e straniera con cui Santoni Rugiu collabora. Molte di queste riviste istituivano dei premi per stimolare la produzione artistica, uno di questi premi va ad affiancare il Prix Italia (ideato un anno prima e promosso dalla RAI) ritenuto il più importante premio internazionale. L'obiettivo era quello di unire le varie radio straniere per creare una sorta di rapporto di pace a seguito del dopoguerra (i vincitori avevano l'occasione di far trasmettere il radiodramma in tutte le stazioni europee).

Santoni Rugiu faceva parte di una nuova generazione di autori che ritenevano la radio avesse bisogno di testi nuovi pensati con canoni differenti da quelli teatrali; grandi ambizioni ma anche pericolo di chiudersi in se stessi. Santoni Rugiu è autore di una decina di radiodrammi, alcuni dei quali particolarmente significativi e di successo; col passare degli anni ha contribuito a rinnovare il panorama del radiodramma italiano.

anni lo stile di Santoni Rugiu si contraddistingue per una generale sobrietà, ottenuta tramite dialoghi serrati e incisivi. Ma in ogni radiodramma emerge una verve polemica che, non di rado spinge la narrazione ai limiti di situazioni assurde. Santoni Rugiu è vigile anche nello scorgerne i manierismi e le mode, nel 1951 in varie occasioni si lamenta della tendenza tragica sempre più diffusa al microfono legata probabilmente ai sentimenti più sviluppati del dopoguerra (angoscia, paura, povertà e dolore). Il suo radiodramma più conosciuto è Pilato, dove Santoni Rugiu racconta la storia di Gesù dal punto di vista di Pilato, questo non solo dona una visione laica al radiodramma ma manifesta una disperazione senza catarsi. È dunque evidente quanto il contributo di Santoni Rugiu all'arte radiofonica del dopoguerra sia vario e riguardi aspetti molteplici: la scrittura di copioni, l'analisi e la critica della produzione di quegli anni,

l'hanno considerata un mezzo inferiore rispetto ad altri come il cinema o la televisione. Tuttavia, ci sono stati artisti che hanno saputo sfruttare appieno le potenzialità della radio, come Alberto Savini. Alberto Savini è stato un pioniere della radio italiana, attivo negli anni '50 e '60. La sua passione per la musica e la sua curiosità intellettuale lo hanno spinto a sperimentare nuove forme di comunicazione radiofonica. Savini ha creato programmi innovativi che hanno unito la musica con il dialogo, dando vita a un genere unico chiamato "Musica in Dialogo". Attraverso il suo programma, Savini ha cercato di coinvolgere gli ascoltatori in un'esperienza interattiva, in cui la musica e il dialogo si intrecciavano per creare un'atmosfera suggestiva. Ha utilizzato la radio come uno strumento per stimolare la fantasia e l'immaginazione degli ascoltatori, creando vere e proprie storie sonore. Ma Savini non si è limitato solo alla musica. Ha anche affrontato temi sociali e culturali, dando voce a personaggi e storie che altrimenti sarebbero rimasti nell'ombra. Ha dato spazio a nuovi talenti e ha promosso la diversità e l'inclusione. La sua passione per la radio lo ha portato a dedicarsi anche all'organizzazione di iniziative speciali, come premi e convegni, per promuovere la radio come mezzo artistico e per tutelare i diritti dei lavoratori del settore. Nonostante l'arrivo della televisione avesse scoraggiato l'aspetto pedagogico della radio, Savini ha continuato a credere nel potere educativo del mezzo. Tuttavia, alcune scelte di vita hanno portato Savini ad allontanarsi dalla radio e ad abbandonare il suo progetto didattico. Nonostante ciò, il suo contributo alla radio italiana è stato fondamentale e il suo programma "Musica in Dialogo" rimane un esempio di come la radio possa essere un mezzo artistico e di comunicazione straordinario.

scrittori e musicisti hanno sempre avuto per molti anni forti resistenze nei confronti del mezzo; Agenzia FixAlberto Savinio è un esempio del contrario. Con il radiodramma egli mostra le possibilità della radio componendo sia il testo sia le musiche e inventandosi una nuova forma di dialogo tra esse; inoltre egli fu l'unico che alla fine degli anni 40 si cimentò veramente con il mezzo radiofonico. Savinio lavorò quindi dal 49 al 52, fase che coincide con il momento in cui vennero riprese le trasmissioni nel dopoguerra e si ritornò a discutere dell'arte radiofonica. Innanzitutto si stabilì che alla radio spettava solamente una dimensione, quella uditiva, e quindi venne soprannominata, oltre a "teatro per ciechi", anche "teatro dell'aria", "teatro invisibile dell'etere" o "La gran parte della produzione italiana, almeno fino allo scoppio della guerra, privilegia di gran lunga"

Un certo realismo acustico e la rappresentazione di luoghi ben caratterizzati a livello sonoro come il mare, la montagna, la città e i mezzi di trasporto. Nel dopoguerra ci si inizia a staccare da questa visione e Agenzia Fix è un esempio essendo uno dei primi radiodrammi a proporre un luogo immaginario; si prediligono monologhi interiori, luoghi immaginari e personaggi allegorici; Savinio riesce ad accostarsi con grande elasticità alle diverse forme artistiche, motivo per cui egli non è spaventato dall'avvento della televisione.

Agenzia Fix si compone di cinque voci soliste (soprano, contralto, tenore, baritono, basso), di un coro e di un ricco apparato strumentale (clarinetto, basso solista, due flauti, oboe, due clarinetti, fagotto, controfagotto, corno in Fa, due trombe in Sibemolle, tuba, xilofono, due pianoforti, celesta, archi). Si svolge in un luogo fuori dalle coordinate terrestri dove il tempo e la materia non esistono ma sopravvivono suoni, canti.

E immagini fantasmatiche della vita passata. All'interno del radiodramma la musica ha un ruolo fondamentale poiché ne delimita le emozioni e i dialoghi; si crea un vero e proprio dialogo tra musica e parole; il pubblico si trova così nell'posizione di interpretare la componente sonora come fosse un linguaggio. In altri termini si propone un ascolto critico, pretendendo dal pubblico un'attenzione specifica agli elementi connotativi del linguaggio musicale.

"IL TESTO FUGGE DAVANTI AGLI ORECCHI DI CHI ASCOLTA": GADDA E LA RADIO

Gadda inizia a lavorare per la RAI nell'ottobre del 1950 e nel '53 istituisce una sorta di lista delle regole basilari per la scrittura al microfono chiamato "Norme per l'elaborazione di un testo radiofonico"; Gadda riteneva che il non seguire queste norme poteva portare alla creazione di una trasmissione intrasmissibile. Prima regola: una voce singola non può parlare per più di quindici minuti, se ci sono

2/3 voci una trasmissione può arrivare anche a 30/40 minuti, tutto per evitare di annoiare l'ascoltatore.

Seconda regola: non superare i quattro righi dattiloscritti per ogni periodo, attenersi preferibilmente alle due righe di lunghezza media, evitare le figure retoriche e i vocaboli disueti o di uso regionale (la radio può arrivare a indurre un vero e proprio processo di italianizzazione). Le varie regole si ispirarono anche ad altre opere inerenti alle caratteristiche radiofoniche redatte in passato da differenti autori.

Gadda realizza anche adattamenti radiofonici, lavorando sulla settima novella della decima giornata del Decameron ed elaborando un testo per la serata a soggetto Cristoforo Colombo. Le serate a soggetto erano programmi di carattere spettacolare della durata di circa un'ora, costituiti da materiali differenti. Il 1952 è l'anno dei Luigi di Francia. Si tratta di un ciclo radiofonico costruito con il montaggio di testi di grandi memorialisti.

francesi del XVII e XVIII secolo, talora mediati dalle opere distorici, a volte adattati dallo stesso Gadda. Nel suo genere risultò sicuramente un modello di notevole successo e l'intuizione felice fu soprattutto quella di utilizzare imémoires e i journaux come documenti storici, perché restituiscono in modo molto gradevole alla radio il senso di un'intera epoca. NEOREALISMO RADIOFONICO: "LA DOMENICA DELLA BUONA GENTE" DI PRATOLINI E GIAGNI Negli anni Cinquanta la radio si 'riscopre' come medium per registrare la realtà e poi restituirla così come è, eliminando il più possibile filtri e trasfigurazioni, in parallelo al mezzo cinematografico e alla letteratura neorealista. Per la composizione di radiodrammi la registrazione è ancora molto rara, ma s'iniziano a sperimentare con maggior impegno le potenzialità del nastro magnetico. Non è perciò un caso che cominci a diffondersi. Formattazione del testo

in maniera consistente il documento

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gregre___ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Sacchettini Rodolfo.