Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Letteratura italiana moderna e contemporanea, Prof. Sacchettini Rodolfo, libro consigliato Letteratura per sola voce, Rodolfo Sacchettini Pag. 1 Riassunto esame Letteratura italiana moderna e contemporanea, Prof. Sacchettini Rodolfo, libro consigliato Letteratura per sola voce, Rodolfo Sacchettini Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura italiana moderna e contemporanea, Prof. Sacchettini Rodolfo, libro consigliato Letteratura per sola voce, Rodolfo Sacchettini Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GUARDARSI ALLO SPECCHIO: DRAMMI ESISTENZIALI

Paolo Levi, prolifico autore di radiodrammi che, dopo aver iniziato frequentando il genere giallo, fin da subito con una vena marcatamente psicologica, sviluppa, a partire da questo lavoro, uno stile tutto originale, capace di catturare l'attenzione dell'ascoltatore, utilizzando efficaci dispositivi drammaturgici per dilatare i confini dell'apparente realismo. L'interiorità evocata da Levi non è riferita alla psicologia dei personaggi e non è legata nemmeno all'evoluzione di sentimenti e passioni, bensì riguarda una condizione esistenziale. Il contesto iniziale è sempre realistico ed è costruito tramite tecniche ed espedienti tipicamente radiofonici facilmente riconoscibili dall'ascoltatore. In ogni radiodramma Levi costruisce una drammaturgia, o per meglio dire, un dispositivo drammaturgico capace di ribaltare le premesse iniziali o di forzare i limiti di una data condizione.fino a creare situazioni paradossali da cui pare impossibile fuggire; L'abile competenza drammaturgica è messa a servizio di un tema pressoché costante, la rappresentazione di personaggi che sembrano sospesi a un filo sottile che il destino può rompere da un momento all'altro senza una causa, un motivo, un senso del tutto comprensibili. I personaggi di Levi, ritratti nei loro affanni quotidiani, nelle scelte della vita, sono come in balia di un destino più grande e di una forza imperscrutabile che li sovrasta e di cui non si capisce il senso; l'ascoltatore segue il processo che porta a questa presa di coscienza, osservandolo nel suo sbigottimento, mentre incombe su di lui l'assurdità della vita. Le difficoltà della vita e l'angoscia sono una tematica affrontata anche da Alfio Valdarnini, il quale sceglie personaggi comuni di cui cerca di trattarne il profilo psicologico e luoghi classici come città di provincia o.

Paesi evocati esclusivamente tramite atmosfere di intimità familiare o sentimentale insoddisfacente (noia della vita quotidiana).

Un'altra tematica affrontata è l'inquietudine religiosa, l'esistenzialismo e la laicità, tematiche trattate in particolar modo da un autore straniero (tedesco) cattolico; Heinrich Boll. Egli venne conosciuto in Italia grazie al radiodramma "Il viaggio a Beguna" andato in onda il giorno dei Santi, 1^ Novembre 1958. Tutto è narrato a ritroso da un anziano frate che ripercorre le tappe principali della sua vita a partire dall'infanzia, trascorsa nel gelo della montagna, in compagnia di un piccolo amico, il figlio di un brigante, per poi passare alla chiamata divina che lo spinge a entrare in convento, dove conduce una vita di santità, fino a quando, turbato da una profonda insoddisfazione, ritiene di dover cercare qualcuno di simile a lui per confrontarvisi e capire se la sua è la vera santità.

Inizia così il viaggio di Eugenio, questo il nome del fratello, che tanto somiglia ai viaggi dei pellegrini, fatti di incontri, scoperte e delusioni, viaggi molto faticosi in cui viene messa alla prova la fede umana.

LE AMBIZIONI SBAGLIATE

Le ambizioni del giovane che si butta nel mondo, cercando di conquistare una posizione sociale migliore, fungono, non di rado, da motore narrativo anche nei radiodrammi degli anni Cinquanta. Soprattutto se sono ambizioni sbagliate. Dalla provincia al centro potrebbe essere anche un viaggio di avvicinamento a una modernità in arrivo alla radio, e forse già esplosa nella realtà, in grado di offrire nuovi orizzonti e possibilità. La provincia, nonostante qualche ombra di arretratezza, continua a trionfare, ma qualcosa sembra per la prima volta si sia incrinato: agli anni Sessanta il compito di far suonare, anche nel radiodramma, le sirene attrattive dei grandi centri cittadini e della nascente società dei consumi.

La figura

delle eccezioni come la scrittrice Franca Valeri che ha affrontato temi più profondi e intimi come la solitudine e la ricerca di sé stessi. In generale, però, la presenza femminile nei radiodrammi degli anni Cinquanta era limitata e spesso stereotipata. Fortunatamente, negli anni successivi questa situazione è cambiata e le donne hanno avuto maggior spazio e voce all'interno di questo genere artistico.inoltre anche delle autrici "specializzate" le quali dedicano l'intera carriera al mezzo radiofonico. PRIME AVVISAGLIE DI UN PAESE IN CAMBIAMENTO I radiodrammi italiani dal '55 al '60 sono ambientati nella campagna francese, in ambienti agresti di paesi stranieri, in luoghi favolosi o simbolici, province italiane non identificabili oppure piccoli frammenti di città come piazze, strade, stazioni, passaggi a livello, binari, chiese (hanno tutti un forte valore radiofonico). Solamente due radiodrammi andati in onda, uno nel '53 e l'altro nel '59, trattano di luoghi non usuali: le baracche. Le baracche iniziano a sorgere nelle periferie di molte città italiane negli anni del dopoguerra. Tra sfollati, sinistrati, vittime di miseria, le baracche accolgono dolorose biografie di uomini, donne, anziani e bambini investiti dal trauma della guerra e dalla lenta e difficile ripresa economica. È solo a partire dal 1959, ma soprattutto dal 1960, che la mappa dei luoghi.e dei temi comincia a mutare e ad allargarsi, lambendo anche qualche estremo raggiunto solo in maniera episodica negli anni Cinquanta. Levi parla ad esempio della storia dell'invenzione della bomba atomica e del pericolo legato al suo utilizzo nonostante i radiodrammi italiani hanno continuato ad evitare temi fastidiosi/imbarazzanti come la criminalità, la disoccupazione, gli scioperi, teppismo ecc... . Alcuni luoghi cambiano natura. La stazione e i binari non sono più solo metafora degli incontri casuali, delle scelte da compiere, dei ritardi della vita, ma anche luoghi fisici e concreti dove possono accadere tragici incidenti come "Il pantografo" di Luigi Squarzina del 1960 (svolto con riprese all'aperto) o "Vicino e difficile" dello stesso autore. RACCONTARE LA GUERRA A differenza della letteratura e del cinema, il radiodramma italiano, agli inizi degli anni Cinquanta, non parla quasi mai della Seconda Guerra Mondiale. D'altronde la Rai,oltre a essere un'azienda di Stato, è fin dalla sua costituzione, nel 1946, controllata da un organismo parlamentare, la Commissione di vigilanza sulleradiodiffusioni. Nel mondo raccontato dal radiodramma italiano della guerra si fa solo cenno per evocare il passato di un personaggio o per giustificare qualche motivo di indigenza, ma sono episodi piuttosto rari e secondari. La guerra al massimo può essere un sottinteso, una premessa o il contenuto di un'ellisse. Il primo radiodramma italiano in cui si parlò esplicitamente di guerra fu nel 1954 di Isa Mogherini intitolato "La seggiola". LO SPAZIO E IL TEMPO Nel 1924 la BBC chiese a Richard Hughes di realizzare un dramma con solo ed esclusivamente effetti sonori; egli creò quindi "Danger", il primo radiodramma della storia ambientato completamente all'interno di una miniera. Tendenzialmente era comune che i primi radiodrammi si svolgessero in luoghi di reclusione o di temporanea segregazione.così da generare un effetto di suspence, come ad esempio la miniera, la galleria senza fondo, il bunker, la sala d'attesa di un centro militare... . Qualcosa inizia a cambiare proprio alla fine degli anni Cinquanta, quando il radiodramma sembra voler cominciare a uscire fuori dagli studi di trasmissione e provare a registrare la realtà. Il cambiamento arriva con la diffusione, anche per il radiodramma, del nastro magnetico come supporto di registrazione e con la possibilità da parte dei registi di utilizzare i registratori Nagra per effettuare riprese all'aperto. È Squarzina con "Il pantografo" ad avvalersi del "furgoncino" della Rai e a introdurre, all'interno della composizione del radiodramma, modalità riconducibili al documentario radiofonico. (si trova spesso come luogo la stazione e grazie alle riprese all'aperto si realizzano registrazioni raffinate di rumori). L'unità di tempo,

Ancor più dell'unità di luogo, quando viene adoperata dagli autori, offre al radiodramma una connotazione specifica. Far coincidere il tempo dell'ascoltatore con il tempo dell'azione è di partenza una scelta di realismo, l'esito però è sempre antirealista o addirittura espressionista. Esistono 2 modalità drammaturgiche temporali: la prima riguarda il protagonista che deve aspettare il ritardo di una persona/mezzo di trasporto (Incontri in una stazione di provincia), la seconda riguarda scadenze temporali che determinano la vita o la morte. La scelta temporale genera tendenzialmente in tutte le possibilità un effetto di suspence accentuato dall'elemento del telefono (ottimo elemento sonoro per la radio). A partire dalla fine degli anni 50 il radiodramma inizia a gestire il tempo al fine di narrare in una durata relativamente breve gli avvenimenti più importanti della vita di un personaggio che lo portano a riflessioni sull'esistenza.

Sul senso della vita, sulle difficoltà quotidiane, sulle allusioni e ispirazioni ecc... (Viaggio a Beguna) (La fidanzata del bersagliere, si scandisce il tempo grazie ai racconti della signora, ai rumori, alle ambientazioni e alle informazioni storiche).

CHI? E COME?

Lo speaker introduce il clima dell'intera vicenda, suggerisce all'ascoltatore un determinato atteggiamento nei confronti dei fatti raccontati, funge da cornice morale e quando interviene la seconda volta riassume brevemente le storie che si stanno svolgendo, manifestando una partecipazione emotiva non così diversa da quella del narratore delle Cronache di poveri amanti di Pratolini (1947), che alla fine si rivelerà come un personaggio. A differenza del cinema questa tipologia di narratore, che potrebbe essere considerata una "voce fuori campo". Nella seconda metà degli anni Cinquanta lo speaker sembra perdere il suo anonimato e acquisire dettagli e ruoli sempre più salienti.

di oratori.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gregre___ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Sacchettini Rodolfo.