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NICHILISMO

Dalle posizioni del Neoavanguardismo, l'ordine del linguaggio è mistificante, le strutture del pensiero forniscono teorie interpretative che non trovano riscontro nel mondo reale ma che testimoniano i pregiudizi ideologici. La storia come testimonianza fittizia, anche quando non è frutto di invenzione, ha tuttavia la necessità di ordinare il caos (cfr. l'uomo Calvino). Il testo come modo di dare un ordine (probabilmente sbagliato) al mondo di Borges: tante storie possibili, solo una vera. Come ci si fa a comprendere, fra tutte le storie plausibili, quale delle tante afferra la realtà? Per Borges: nessun uomo ci arriverà mai, ma diverse di uno stesso testo, a seconda della filosofia, interpretazioni e delle credenze (religiose e scientifiche) che in ogni epoca ha sul mondo. Se il testo produce la realtà (in quanto è uno dei modi per dar voce alla realtà), una "verità" non affidabile fino in fondo.

Quali sono gli scopi di chi vuole scrivere romanzi storici? Sia Eco che Vassalli cercano di arginare il rischio di relativismo/scetticismo e nominalismo. Interpretazione dominante in un'epoca = interpretazione socialmente condivisa. Chimera: Elementi ulteriori della L'ateismo di Vassalli gli consente di spogliare il suo romanzo da ogni costrutto di tipo metafisico, dalla interpretazione del divenire storico in ambito teleologico che alimenta la speranza in un futuro positivo per il quale vale la pena sacrificarsi nel presente. È una visione del divenire storico che, secolarizzata, cioè privata della dimensione metafisica, è alla base anche della fiducia nella capacità umana di progredire verso un futuro migliore. L'approccio di Vassalli è esclusivamente "contestualista": si serve di strumenti della ricerca antropologica per presentare il fenomeno della stregoneria nel momento cruciale dello scontro tra un

substrato folclorico e popolare e le 'dotte' teorizzazioni inquisitoriali sull'argomento. La chimera si basa su un modello rappresentativo di tipo cronologico-episodico: nel seguire lo svolgimento lineare della vita della protagonista, Vassalli inserisce anche svariati episodi che introducono situazioni significative o personaggi significativi, come i risaroli e i fratelli cristiani, i camminanti e gli inquistoni.

La mentalità è, da un lato, quella popolare, rappresentata dallo spazio umano del villaggio e, dall'altro, quella intellettuale esemplificata dai prelati della Chiesa istituzionalizzata.

Lo scontro tra queste due mentalità si svolge sul corpo di Antonia, che diventa la vittima sacrificale, il capro espiatorio su cui confluiscono le paure, le repressioni e i conflitti di un sistema socio-culturale colto in un momento di crisi.

Nel microcosmo di Zardino, entro confini ben definiti (nelle pause consentite dal ciclo

settimanale stagionale del lavoro nei campi) Vassalli rappresenta le forme di una cultura alternativa e liberatoria che descrive nelle feste, nelle sagre di paese popolate da un'umanità marginale: giocolieri, musici, accattoni, madonnari ambulanti e venditori di immagini sacre e di elisir contro il malocchio. I protagonisti che popolano il mondo della festa non vengono permanentemente integrati nel sistema sociale di Zardino o di altri borghi. Si tratta di momenti eccezionali, di una sospensione dello scorrere del tempo scandito dal lavoro. Situazioni ritualizzate, che sovvertono momentaneamente l'ordine quotidiano, mescolando ciò che di norma resta distinto, contaminando la gioia e la spensieratezza all'emersione e all'esorcismo delle forze oscure e demoniache. Nell'ambito non più della festa, ma in quello della produzione e del lavoro, il paese tollera invece la presenza permanente di altri gruppi marginali come camminanti e.

risaroli (perché possono diventare produttivi, lavorano)

Il vantaggio economico dello sfruttamento di queste presenze comporta la possibilità di tumulti che vengono prevenuti, controllati, ed eventualmente sedati, da quell'organizzazionetra il religioso e il poliziesco dei fratelli cristiani.

A questo panorama appartiene anche la Chiesa non ortodossa e irregolare di "don" Michele Cerruti, il falso prete ed ex-vagabondo che, prima di insediarsi a Zardino, aveva portato isuoi sermoni di piazza in piazza rifornendo l'immaginario collettivo di raccapriccianti storie d'oltretomba, regalando svago e facendo spettacolo in sperdute valli alpine e nei più remoti borghi della bassa, vendendo indulgenze e trafficando in false reliquie. Don Michele è un "mago" che "tastando il cranio dei bambini" ne prevede il futuro, che conosce "le virtù delle pietre e delle erbe" e che rimette a posto le ossa.

fratturate«pronunciando certe formule di cui lui solo [conosce] i segreti».Michele come “farabutto”DonLa stretta della Controriforma combatte questo mondo• variopinto, anche a Zardino.Alla religiosità superstiziosa, popolare ed alternativa di Don• Michele si oppone quella della Chiesa istituzionale, che Vassallicoglie nel momento di transizione da una dimensione gaudentead una dimensione di fanatica e sistematica repressione dellasfera materiale e corporea. Emblema ed artefice di questatransizione è il vescovo Carlo Bascapè, il «cadavere vivo»,fautore quella Chiesa ultraterrena e disumana che Bascapè e«altri forsennati come lui fortunatamente non erano riusciti aimporre all'universo mondo».Il vescovo inaugura una politica di negazione del desiderio e• delle sue rituali manifestazioni proibendo «i canti, i balli, il riso,I'allegrezza, la festa», (CFR. JORGE!!!!!!!) supportato,

In quest'opera, da don Teresio Rabozzi che spodesta Michele a Zardino, innesca la lotta "al maledetto paganesimo" impegnandosi ad estirparlo. La festa diventa sinonimo di anarchia, di disordine, un baccanale che infrange le censure imposte ai sensi, un rovesciamento dell'ordine morale e sociale che trova la sua emblematica e 'blasfema' espressione nel bizzarro ballo di Antonia con i lanzi ubriachi. Antonia diventa progressivamente parte di quel mondo sregolato e pericoloso per l'ordine, che va estirpato. Il millenario substrato di credenze, miti e riti popolari non viene estirpato, nel Seicento, in nome di una razionalità pre-illuminista, ma fatto confluire a forza trattatistica erudita e inquisitoriale sulla magia, le arti diaboliche stregoneria. Il conflitto tra cultura folclorico-popolare e cultura ecclesiastica si rivela nello spazio immaginario del sabba che diviene l'espressione di quegli impulsi dirompenti e anarchici.

che, uscendo dall'area legale e diurna della festa, ritornano, sempre più ossessivamente e con connotati mostruosi, in quella notturna e illegale convegno diabolico. Posta ai margini dello spazio sociale (il dosso dell'albera, teatro del sabba, è appena fuori del paese di Zardino) quest'area minaccia di estendersi nel mondo organizzato reclutando nuovi adepti e creando un'anti-società fondata sul caos e la promiscuità, anziché sull'ordine e la differenza. Antonia, di colpe reali, è nata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Antonia è l'anti-Lucia, l'opposto di quella femminilità rarefatta e casalinga il cui nome Manzoni rifiuta persino di pronunciare nello spazio carnevalesco e tentatore dell'osteria della luna piena dove Renzo si ubriaca dopo le avventure del tumulto di San Martino. Tuttavia, l'analisi sociologica di Vassalli procede con le stesse strategie di quella.

di Manzoni riguardo agli untori nei drammatici capitoli sulla peste a Milano: si concentra cioè sull'identificazione di un personaggio marginale sul quale possano essere riversate le fobie e le paure di un intero gruppo sociale.

Antonia è facilmente eliminabile perché, a differenza degli altri 'diversi' del romanzo, come i risaroli, menomati dalla lebbra e dal vaiolo, vecchi e invalidi, non viene inserita produttivamente nella comunità.

Antonia è predestinata a recitare il ruolo affidatole dai tempi in cui le era toccato di vivere e fare figli. Antonia si sposarsi rifiuta.

Gli ultimi giorni della sua vita nelle mani dell'Inquisizione novarese sono scanditi dalla ricorrenza di due elementi: quello teatrale e quello rituale, che confluiscono nel perverso spettacolo della sua esecuzione sul dosso dell'albera.

Le fasi del processo si svolgono secondo "un copione in cui ogni giudice recitò la sua parte e"

in cui ogni parte era già scritta ed assegnata, probabilmente da secoli". La fissità e la ripetitività del rituale che scandisce le tappe del processo, di quello di Antonia come di quelli di centinaia di altre streghe che la precedettero e seguirono, riflette il tentativo, da parte dei giudici, di dare un costrutto razionale a un procedimento legale mosso dall'intenzione di innalzare delle barriere, nel nome dell'ordine, contro lo spettro del caos e dell'anarchia rappresentato dal sabba e dai suoi partecipanti. La dimensione dello spettacolo, che addobba gli spazi del tribunale dell'Inquisizione, caratterizza anche le scene del dosso dell'albero, dove è innalzato il patibolo di Antonia. Ritorna così, in forma mostruosa e distorta, quell'atmosfera festiva (quando viene eliminato il capro espiatorio, Antonia) e carnevalesca che l'Inquisizione stessa aveva represso nelle campagne. Vassalli descrive la folla

in preda all'eccitazione, il culmine di un insensato e crudele isterismo di massa, una mostruosa follia collettiva.
Il desiderio di licenza, il gusto dell'eccesso e la voglia di evasione repressi e demonizzati nelle espressioni pagane del carnevale e dei riti di fertilità ritornano, questa volta perversamente legalizzati in nome della giustizia e della vendetta divine, nella sadica festa alla rovescia che si svolge sul corpo di Antonia, che permette la feroce, finale sublimazione della violenza in spettacolo.
Vassalli è convinto che gli stessi meccanismi psicologici che causarono un tale fenomeno siano ripetibili e reperibili, in contesti o
Dettagli
A.A. 2023-2024
26 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SimoneRomagnoli181204 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Benvenuti Giuliana.