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N.B.
Francois con i guadagni ha fondato una fondazione, che costruisce molte scuole in centro america e
sud, e lavora perennemente sulla base del moto tratto dall’autore “l’avenir, tu n’as Point à le prevoir
mais à le permettre.” 9
Letteratura francese
Anna Bettoni
Lezione 11 13/11
Vol de nuit è precisamente un romanzo d’azione, o meglio dell’azione.
Non segue la linea romanzesca di seduzione del lettore, la scelta completamente nuova prevede che si
prendano immagini reali, minacciose, (l’ombre dell’uragano) sono immagini reali e difficili da recepire,
come il territorio oscuro da oltrepassare per un pilota agli albori della aviazione, epoca in cui non c’erano
strumenti di supporto, e nelle ore notturne.
Queste immagini, seppur singolari, sono comuni, il pilota è un uomo comune, (la sera mangia a tavola con la
famiglia). (Concetto gia visto con il saltimbanco dei i fratelli )
Immagini reali, che pero non sono immagini visibili a tutti, poiché la professione del pilota era praticata da
pochi.
Le immagini paurose del cielo cupo prima dell’uragano sono esorcizzate da altre immagini fantastiche, della
fantasia implicita di quest’uomo comune, ma non troppo.
Quando si legge questo romanzo, si sente come la descrizione sia lunga e come si entri nell’interiorità del
personaggio, descrizione dello sguardo interno, che gia vedemmo con Madame Bovary.
In Vol de nuit, viene usato molto il passato remoto, utile per l’azione, mentre gli imperfetti della
descrizione, che possiamo trovare in Madame Bovary (Flaubert), non vengono usati spesso.
Le poche volte in cui interrompe l’azione raccontata in passato remoto, interviene il presente di un pensiero
stabile. Assume il presente di tutti gli uomini, come un massima morale che si da.
Questo romanzo, è costituito da una rete strettissima di azioni, che tiene incollato il lettore, il quale se ne
perde una, perde il filo del racconto.
Per portare il corrispettivo, con Madame Bovary, se si perde un pezzo di descrizione, ricca di imperfetti, non
succede nulla nella comprensione della trama; con Saint-Exuperie è diverso, la mitragliatrice di azioni
impedisce di perdere particolari.
Nel racconto, ci rendiamo conto esserci una contrapposizione,
che nella critica letteraria si definisce contrappunto, (visibile
anche in Dante) questo è tra un realismo documentario perfetto,
non ci sono errori nella documentazione del reale, e, tra la poesia
sognatrice, che non è la poesia del testo, ma è situata dentro il
personaggio stesso. Per questo motivo è stato necessario
approfondire la biografia di Antoine. 1
Dalla sua biografia abbiamo estratto qualche informazione chiave poi necessaria alla lettura e comprensione
del brano.
Abbiamo tanti elementi documentari reali della sua vita, utili al testo.
Non perchè sia un documento storico, ma per il fatto che si tratta di un romanzo cucito da una poesia
profondamente sognatrice.
Il romanzo è compattato grazie al contrappunto tra realismo documentario e poesia sognatrice, si tratta di un
vero e proprio chiaroscuro tra realismo documentario e poesia sognatrice.
Per esempio, tra le varie cose che abbiamo immagazzinato, una informazione biografica chiariva che tra il
marzo e l’agosto 1927, Antoine è stato pilota postale nella tratta costiera Dakar.
Gli viene affidata una tratta costiera, quindi percorribile facilmente essendoci una linea che traccia la
direzione da prendere quando si è in volo a 1000-2000m d’altezza.
Mentre un pilota nel deserto ha difficilmente un punto di riferimento, l’unica cosa utilizzabile era il
giroscopio, che da informazioni sulla posizione nello spazio.
Saint-Exuperie crea la forma originalissima con profondo fondamento poetico, c’è una azione reale, un
dovere da compiere, tutto cio si inserisce in una visione eroica, e quasi filosofica, e cautamente metafisica.
C’è una direzione, che avvolge l’azione dell’uomo con cautela, con spazio, poiché si tratta comunque di
azione. Tralasciamo il normale senso della vista, si può intuire non sia solo un romanzo documentario.
Quale pilota con un guasto in mezzo al deserto riesce a vedere e produrre il piccolo principe?
Si tratta di un romanzo uscito nel 1931, dopo il periodo di cinque mesi in cui Antoine dovette sostare a Dakar
per un guasto aereo.
Solo un pilota che vede con il cuore, un pilota che sa vedere e percepire l’essenziale; pilota con una poesia
calata dentro di se. Svolge un’azione talmente reale che può essere ricostruita sulla cartina geografica.
Documento reale, luogo reale, ed azione reale:
Fabien, protagonista di Vol de nuit, è un pilota postale,
dalla Patagonia, a Buenos Aires, tratta costiera.
E la documentazione è talmente reale che è possibile
tracciare la rotta dell’aereo su una cartina.
Sono tantissimi indicazioni che rispecchiano la vita
dell’autore stesso, pilota postale, marito di una donna
argentina, e che in passato aveva seguito tratte costiere. 2
Leggiamo capitoli 15 e 16, capitoli finali del romanzo.
Sono necessarie alcune immagini dato che nel momento della lettura, è consigliabile avere un background.
1. Lui sta volando dalla Patagonia, a Buenos Aires, c’è un momento in cui il ciclone passa e lo avvolge, e il
racconto dice, in modo descrittivo, quindi all’imperfetto “il ne distinguait plus la masse du ciel de celle de la
terra”, non distingueva più la massa del cielo da quella della terra, “perdu dans un ombre” perduto in
un’ombra, che subito dopo viene definita, “une ombre d’origine des mondes”, qui si percepisce fortissimo il
contrappunto.
Quando interviene la poesia, interviene qualcosa nel racconto descrittivo, nella narrazione all’imperfetto.
Il pilota devi rimanere nella massa del cielo, che deve distinguersi dalla massa della terra, se non le distingue
più è a causa di un’ombra che mescola tutto, “dans une ombre où tout se mêlait”.
2. “Le pilote s’enlisait peu à peu dans cette ombre ” il pilota si affondava, a poco a poco in quest’ombra,
paragonandola ad una sabbia mobile.
Anche dal punto di vista fonico porta ad immaginare qualcosa che affondava, viene fagocito all’interno di
qualcos’altro.
Questa è l’immagine profondamente poetica:
3. “Le masses du sol” l’immagine cambia, non è più lui che sprofonda nell’ombra, ma è l’ombra che danza,
ubriaca “et commençaient à tournée, ivres, autour de lui” e va incontro a lui.
Cio che ruota attorno a lui è sganciato da supporto, “arracheés de leur support” da terra, e svitati,
“ déboulonnées” si tratta di una immagine poetica, dentro un romanzo documentario.
Dal punto di vista realistico, l’immagine non tiene, non è riproducibile, ma dal punto di vista poetico, è
altissima: il pilota si trova dentro un ballo, vive qualcosa di profondamente drammatico, ma perde la paura.
Puo essere riconosciuta e definita come
un’immagine metaforica, una metafora morale.
Le immagini della metafora hanno una forza
morale, danno coraggio; ed è la forza morale
della fantasia. 3
Fabien stesso acquisisce forza da queste immagini che la fantasia elabora.
Ed è qui che lui si scopre vulnerabile; lui grande pilota, che non appena si sente intimorito interviene la sua
fantasia a salvarlo, a sollevarlo dal peso della paura, e a lasciar che la fatalità segua la sua strada.
“Il aurait pu lutter encore” avrebbe potuto lottare ancora, “tenter sa chance” tentare la fortuna, trovare una
probabilità di sopravvivere.
Quando interviene il tempo presente, il narratore sta scrivendo qualcosa di universale ovvero: “Ii n’y a pas de
fatalité extérieure. Mais il y a une fatalité intérieure”, non c’è una fatalità esterna, ma una fatalità interna
nell’uomo.
C’è un minuto in cui ci si scopre vulnerabili, “Vient une minute où l’on se decouvre vulnerable” e in questo
minuti, gli errori avvolgono come una vertigine “alors yes fautes vous attirent comme un vertige”.
È il momento in cui, dopo aver sbagliato, si sbaglia ancora ed ancora.
È una vertigine verso il basso, riconducibile all’immagine poetica del pozzo, immagine molto cara anche a
Boudelaire, come una spirale verso il basso, si tratta di un vortice da cui si scende ma da cui si può anche
risalire.
Il momento della vulnerabilità è un momento che sopraggiunge, in crescendo, di una intensità crescente.
Gli errori attirano, come in un pozzo in discesa.
Immaginando il centro del pozzo, “In quel minuto, luccicarono sulla sua testa” c’è uno strappo nella
tempesta “dechirure de la tempête”, lui sta scendendo e guardando su vede uno spiraglio nella tempesta sopra
la sua testa, da cui si vedono delle stelle “quelques etoiles”.
“Un appât mortel au fond d’une nasse” come (un’esca) un pasto mortale sul fondo di una nassa, dentro la
metafora Fabien ha fame, non dell’esca, ma della luce che è per lui un pasto morale, e perciò un’esca. 4
Questa metafora della fame continua “Sa faim de lumiere était telle qu’il monta”, la sua fame di luce, è tale
che lui sali, quindi sale da questo vortice, verso la luce, che per lui è un pasto, un’esca mortale.
Per quanto sia documento reale, tutto cio, non è altro che poesia.
La luce che attira ha l’effetto di una calamita, “leur aiment pâle ”, la loro pallida calamita, quella delle stesse.
L’effetto di attrazione di questa luce verso l’alto, è l’effetto di attrazione di una calamita, pallida,
L’azione del pilota è quella della caccia, “à la poursuite d’une lumiere” la ricerca, la caccia di una luce.
Mentre, le stelle sono un segno, segno di cui il pilota ha fame, e di conseguenza l’azione del pilota è quella di
salire, verso “des Champs de lumiere”, i campi di luce: il paradiso.
(Visto anche con Baudelaire, le zone serene in mezzo al cielo)
Cosi la sua ascesa acquisisce anche una forma, che è la stessa della vertigine in spirale, ma ora sta salendo la
spirale in questo pozzo, mentre lui sale, questo pozzo, si chiude sempre di più.
“Dans le puits qui s’était ouvert” dentro al pozzo che si era aperto e che si chiudeva sotto di lui, “et se
refermait au-dessous de lui”.
Cio che fa il pilota è salire, sopra le nuvole “nuages” (n. maschile)
C’è una trasformazione