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Principali fenomeni migratori
Le famiglie immigrate, i profughi, i minori non accompagnati e il traffico di esseri umani sono i principali fenomeni migratori.
Nel lavoro con le famiglie, è importante prestare attenzione alle differenze culturali. Molti dei paesi da cui provengono queste famiglie non hanno servizi sociali e molti non conoscono la professione. L'immigrazione comporta l'abbandono della terra d'origine e l'affrontare una realtà sconosciuta e culturalmente diversa. Si parla di choc culturale quando ci si confronta con diversi modelli culturali della società ospitante e nell'incontro tra l'immigrato e l'operatore.
Nel lavoro con le famiglie con minori, è necessario utilizzare modelli educativi. Per quanto riguarda i compiti del servizio sociale nei confronti della genitorialità, se una famiglia ha problemi genitoriali, il servizio sociale deve considerare diverse variabili e intervenire di conseguenza.
personali, sociali e culturali che potrebbero influire (difficoltà e risorse di ogni membro, funzionamento familiare, trovare e accettare aiuti). Bisogna parlare anche delle seconde generazioni cioè ragazzi nati in Italia da genitori stranieri o che sono arrivati in Italia con la propria famiglia o che hanno raggiunto la propria famiglia grazie a ricongiungimenti familiari. Qui i minori possono essere rifiutati due volte, perché possono non essere accettati dai propri coetanei perché stranieri e nel frattempo importante non riconoscersi nella loro famiglia. È come loro costruiscono la loro identità che dipende al vissuto lavorativo... infatti quando una sociale che i ragazzi vivono nei diversi contesti come la famiglia, scuola, ambiente ambiente, emigra in un paese diverso per la lingua, cultura, valori, religione, stile di vita... costruisce persona, cresce in un e una identità che si adatti alle richieste del nuovo ambiente per essere
Accettato e riconosciuto. Questo porta ad un conflitto tra le origini, tradizioni e il contesto in cui sono inseriti in quel momento, infatti i ragazzi si trovano da una parte spinti dalla tradizione familiare dei genitori, dalla comunità etnica e dai parenti e dall'altra parte spinti dagli amici, compagni di scuola. Ci sono anche problemi con gli anziani immigrati in Italia perché, per esempio, in alcune culture straniere, non è possibile attivare interventi di aiuto come l'istituzionalizzazione dell'anziano, infatti gli assistenti sociali devono conoscere come è vista la categoria degli anziani nella società di provenienza e devono fare sì che gli interventi che si attivano nei loro confronti rispettino la loro cultura.
I profughi sono coloro che si allontanano dal paese di origine a causa di persecuzioni o a causa di guerre. Mentre il rifugiato è la persona che riceve dallo stato che lo ospita il riconoscimento dello status e
Che gli da protezione attraverso l'asilo. E la definizione si trova nella Convenzione sullo statuo dei rifugiati della Convenzione di Ginevra del 1951 nella quale si definisce rifugiato colui che ha una reale paura di essere perseguitato per motivi di razza, religione, cittadinanza, appartenenza ad un gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, che si trova fuori dal suola protezione di quel paese d'origine, paese di origine che non può o non vuole domandare oppure che non ha cittadinanza e che si trova in un paese diverso da quello in cui abitava abitualmente non può o non vuole fare ritorno.
Con l'entrata in vigore del primo decreto sicurezza si rimodifica il sistema di accoglienza e nascono regole più rigide per l'ingresso e il rilascio dei permessi di soggiorno. Si limita o vieta l'ingresso nei porti italiani di navi che soccorrono persone in acque non territoriali (politica dei porti chiusi) quali
Entrambi i decreti hanno fatto nascere diversi dibattiti sul sistema di accoglienza e sull'iter giuridico per riconoscere la protezione. Ci sono state alcune normative per avvicinarsi ai richiedenti asilo. C'è un doppio sistema di accoglienza internazionale: con la legge 189 del 2002 si istituzionalizza il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) come sistema pubblico di asilopolitiche e i servizi dell'asilo e formato da finanziato dal fondo nazionale per le enti locali e dal terzo settore per creare percorsi individuali per l'inserimento nella società e nel lavoro. Inoltre, per realizzare interventi di accoglienza, la modifica normativa lo ha rinominato SIPROIMI (sistema per i titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati) escludendo dal sistema pubblico i richiedenti asilo. Il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale definito dal D.Lgs. 2015 n.142 prevede tre
Livelli di accoglienza all'interno delle strutture:
- Governative: nei luoghi di prima assistenza
- Di prima accoglienza: che si trovano nei diversi territori regionali (hubs) che sono il passaggio intermedio
- Seconda accoglienza: si trovano nei vari territori regionali e che garantiscono ospitalità e percorsi di integrazione sociale. Di solito sono piccole strutture e inserite nel sistema SIPROIMI e quindi rivolte solo a titolari di protezione e minori stranieri non accompagnati.
Nel caso non ci siano strutture di seconda accoglienza, questo D.Lgs. 2015 n.142 prevede a livello territoriale, la nascita di Centri di accoglienza straordinaria (CAS) che sono strutture anche ampie che possono essere gestite da soggetti privati, del terzo settore e pubblici. La nuova normativa dice che i richiedenti asilo possono essere accolti solo in questi tipi di strutture che però riduce i diversi tipi di servizi erogabili e le ore di presenza di alcune figure professionali come
l'AS per poter realizzare percorsi di integrazione e di autonomia. Visto che l'iter giuridico per il riconoscimento della protezione internazionale è complesso e delicato, è necessario che gli operatori dei centri di accoglienza conoscano nel dettaglio le normative così da dare ai richiedenti asilo giuste informazioni sulle procedure e accompagnarli e sostenerli durante l'audizione presso la commissione territoriale, all'interno del quale è importante la competenza dell'AS a realizzare la relazione per la commissione, all'interno del quale vengono descritti gli elementi più importanti sul percorso migratorio della persona, sulla sua storia e i motivi di questa richiesta e sul percorso di integrazione che la persona ha iniziato. L'iter giuridico prevede queste fasi: 1. Domanda di asilo e rilascio del primo permesso di soggiorno: dopo le procedure di identificazione, il migrante può richiederel’asilo, indicando i motivi (persecuzioni, guerra, torture) della sua fuga dal paese e può chiedere protezione. Il permesso di soggiorno per richiesta di asilo è valido 6 mesi e può essere rinnovato fino a che il soggetto non ha completato l’iter giuridico. 2. audizione alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale: valuta se ci sono, in base alla Convenzione di Ginevra, motivi validi e reali di rischio di vita o di grave danno nel caso in cui nel paese d’origine di cui ha la cittadinanza. all’audizione può partecipare anche un interprete. Rientrasse E dopo che la commissione ha fatto la sua valutazione, sarà riconosciuto o meno il diritto a rimanere sul territorio nazionale acquisendo uno status giuridico e il rilascio del permesso di soggiorno, il quale questo permesso viene riconosciuto per l’asilo politico e per protezione sussidiaria ma la normativa lo ha eliminato per i motivi umanitari. Ipermessi hannodelle durate diverse e solo alcuni danno diritti e accesso al sistema dei servizi. 3. rigetto della domanda da parte della commissione: in questo caso il richiedente può presentarsi al Tribunale e fino a quando il tribunale non prende una decisione, ha diritto a fermarsi nella struttura di accoglienza e stare sul territorio italiano con un permesso di soggiorno ottenuto tramite richiesta di asilo. I minori stranieri non accompagnati la legge 2017 n.47 sulle misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati riprende e modifica precedenti norme dicendo che i MSNA sono i minorenni che non hanno cittadinanza italiana nel territorio dello stato è che è sottoposto alla giurisdizione italiana, senza avere assistenza e senza essere rappresentato dai suoi genitori o da altri adulti legalmente responsabili. Quindi sono minori che non vengono assistiti e ne tutelati da un adulto ma che hanno diritto ad essere protetti e collocati in un luogo sicuro.possono essere espulsi, respinti e possono essere rimpatriati solo dopo aver analizzato la situazione familiare e sociale, le opportunità che possono esserci nel paese d'origine e solo dopo aver verificato che il rimpatrio non comporti ai minori un grave rischio. Con la legge 47/2017 vengono introdotte garanzie e misure di supporto nei vari momenti dei minori migranti come diritti di salute, istruzione, assistenza legale e il diritto di essere ascoltati nei procedimenti, si cerca di collocare il minore e accertare l'età nel caso in famiglie affidatarie piuttosto che in comunità, si dettagliano le procedure per identificare cui il minore non abbia documenti e inoltre può essere presente un mediatore durante la procedura giudiziaria. Una novità è quella di poter nominare un tutore volontario tra alcuni privati cittadini che si rendono disponibili, solo dopo aver fatto un percorso di formazione e selezione. Mentre prima i tutori erano.Nominati tra i soggetti pubblici che nell'assistenzialismo (sindaco, direttore dei servizi sociali...) erano competenti che però erano anche nel frattempo responsabili del progetto attivato a favore del minore. Importante per i servizi sociali e gli altri operatori è cercare di collaborare con questi tutori per realizzare un obiettivo comune che è la tutela del minore e la sua integrazione nelle scuole, nel lavoro e nella società. Bisogna ricordare inoltre che questi minori sono soli ma non abbandonati.
Nel 2011 la direttiva n.36 del parlamento europeo e del consiglio all'art.2 riguarda il traffico di esseri umani. La direttiva dice che comprende lo sfruttamento dell'altrui prostituzione o altre forme di sfruttamento sessuale, lavoro o servizi forzati, l'accattonaggio, schiavitù, servitù, sfruttamento di attività illecite o prelievo di organi. È un reato grave e una violazione dei diritti fondamentali.
schiavitù viola il diritto alla vita, dignità, alla salute, all'uguaglianza e i diritti di tutela del lavoratore. Il governo italiano ha attuato il D.Lgs. 2014 n.24 che definisce strategie di intervento per prevenire e contrastare la schiavitù.