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Parafraasi di una rosa fresca
1. Rosa fresca profumatissima, che compari verso l'estate,
2. le donne ti desiderano, sia le ragazze, sia quelle sposate:
3. toglimi da questi fuochi, se è nella tua volontà;
4. per colpa tua non ho pace notte e giorno,
5. pensando sempre a voi, o donna mia.
6. Se ti tormenti per me, te lo provoca la pazzia.
7. Potresti arare il mare, seminare ai venti,
8. accumulare tutti quanti gli averi di questo mondo;
9. non potresti, invece, avere me in questo mondo;
10. prima mi toglierei i capelli (mi farei suora).
11. Se ti tagliassi i capelli, vorrei prima morire,
12. poiché con essi perderei la gioia e il piacere.
13. Quando passo di qui e ti vedo, rosa fresca dell'orto,
14. mi doni sempre un grande piacere:
15. facciamo in modo che il nostro amore si congiunga.
16. Non voglio che mi piaccia che il nostro amore si congiunga:
17. se ti trova qui mio padre con gli altri miei parenti,
18. stai attento che non ti raggiungano questi veloci corridori.
19. Come ti
sembrò una cosa buona venire qui,20. ti consiglio di fare attenzione alla partenza.
21. Se i tuoi parenti mi trovano, che cosa mi possono fare?
22. Vi assegno una multa di duemila augustali:
23. tuo padre non mi toccherebbe per tutti gli averi che possiede la città di Bari.
24. Viva l’imperatore, grazie a Dio!
25. Comprendi, bella, quello che io ti dico?
LO SCHEMA METRICO è composto da strofe di 5 versi rimate in AAA BB versi che fannocapo coda I primi 3 fanno rima tra loro e gli ultimi due sono endecasillabi.
I primi 3 versi sono alessandrini
Gli ultimi due sono endecasillabi a rima baciata.
Tra due emistichi ci deve essere una forte pausa perché è un dialogo tra due persone.
ALESSANDRII versi alessandrini furono inventati per veicolare le avventure cavalleresche infattiprendono il nome da Roman d’Alexandre. Un esempio è il ciclo Bretone che venedivulgato per volere della monarchia inglese che voleva dare lustro a una dinastiagiovane, In
Italia gli alessandrini ebbero successo nel 200 poi dato che la dinastia Svevasi estinse e quindi non si rinnovò la monarchia e quindi non c'era bisogno di veicolare conquesti versi un contenuto eroico scompariranno e furono ripresi poi nel 600 da Jacopo Martello che li riprese perché all'epoca era il verso usato dai grandi drammaturghi francesi, quindi probabilmente Jacopo Martello non era a conoscenza del fatto che erano stati già "copiati" nel 200 dagli italiani e nel 600 fa una cosiddetta copia della copia.
L'alessandrino o martelliano è un verso composto da due emistichi di almeno seisillabe ciascuno, nei quali la sesta sillaba è accentata. Può coincidere o meno con un dodecasillabo.
L'emistichio è ciascuna delle due parti in cui un verso può essere diviso da una cesura. Tra i due emistichi c'è la cesura che è una forte pausa perché è un dialogo di due persone che
parlano.Questa poesia è un contrasto, cioè un dialogo tra due persone, in particolare tra un corteggiatore e una donna, entrambi appartenenti a un ceto sociale basso. Il tono usato è comico e realistico, sembra quasi una parodia della lirica cortese, probabilmente veniva recitata pubblicamente. Entrambi cercano di sembrare più importanti di quello che sono.
La rosa aulentissima con cui inizia la poesia è stata fraintesa come metafora di bellezza e, dato che la poesia dice che tutte le donne desiderano, sia fanciulle che maritate, ha suscitato il dubbio che ci fosse un'allusione all'amore saffico. In realtà, però, è una metafora dell'amore che tutte le donne desiderano.
Riprende lo schema della pastorella, ma ci sono delle differenze. Ad esempio, l'ambientazione non è rustica come nello schema della pastorella, dove non ci sono testimoni e quindi il cavaliere di solito lascia intendere (o dice apertamente) alla
ragazzache potrebbe prendere la sua virginità con la forza ma essendo un cavaliere non si puòpermettere di abbassarsi a un tale comportamento. Nella poesia invece siamo in città .un’altr differenza è che lei probabilmente è una serva che si affaccia dala finestra e fingedi aver parenti importati ma in realta sono I suoi padroni.Lei nel ribattere lo minaccia di far intervenire I parenti e lui risponde che spurintervenissero I parenti lui avrebbe messo una defensa di 2000 augustali. La defensa erauna legge emanata da Federico II che tra le leggi che fece per tutelare i diritti dei cittadinifece questa legge che prevedeva che le vendette personali dovessero essere punite condelle multe, in questi casi per vendetta si poteva verificare un omicdio da parte dellafamiglia della ragazza, ma la legge prevedeva un risarcimento a colui che era vittimadella vendetta se la vittima invocava il nome dell’imperatore. Il risarcimento era di un totdi soldiIn base alla posizione sociale di chi veniva aggredito. Il cavaliere dice che a luisarebbero spettati 2000 franchi ma mente erano troppi soldi per una persona del popolo. La metafora "potresti arare il mare e seminare i venti" ha un doppio significato: 1) declassare l'uomo, insinuare cioè che è una persona inutile e per questo lei gli consiglia di fare una cosa inutile come arare il mare. 2) allusione sessuale, del resto i riferimenti sessuali sono molto usati nel genere della poesia popolare. Alla fine si capisce che entrambi si desideravano e che probabilmente si erano già visti prima.
FIGURE RETORICHE
Cablas capfinidas: ripresa, in apertura di strofa, di elementi che chiudono la strofa precedente (m'arritonno, v. 10 – aritonniti, v. 11; che s'ajunga il nostro amore, v. 15 – ke 'lnostro amore ajungasi, v. 16;
Apostrofe: cioè l'utilizzo di parole, "nomignoli" per indicare la donna "Rosa fresca aulentissima".
v. 1;madonna mia(v. 5);
rosa fresca de l'orto(v. 13);
bella(v. 25) Perifrasi: cioè usare un giro di parole per intendere una cosa
li capelli m'aritonno(v.10); (in questo caso usare un giro di parole per intendere piuttosto mi faccio suora) Metafore: sostituire a un termine un altro termine e questi due termini devono essere legati da un rapporto di similitudini
este focora(v. 3) L'origine dei nomi
Guelfie
Ghibelliniè tedesca e risale alla prima metà del XII secolo. La tradizione vuole che, nello scontro di Weinsberg del 1140, i due appellativi fossero le grida di battaglia dei due schieramenti in contesa per la corona imperiale. La casata sveva diceva il grido dal quale derivò poi la fazione ghibellina (quella di sassonia guelfa). Dopo la morte di Enrico V in Germania si lottò per la successione e queste denominazioni acquisirono un tono più.politico. Federico II di Svevia fece una battaglia per rivendicare l'autonomia dei comuni italiani. Il risultato fu che si accentuò invece l'eterna contrapposizione tra l'autorità imperiale, ossia i ghibellini, e quella papale, cioè i guelfi. La prima realtà in cui gli appellativi "guelfo" e "ghibellino" vennero adottati fu quella della Repubblica di Firenze. Durante il XIII secolo, la città toscana fu teatro di contrasti tra le famiglie fiorentine. A causa del progetto politico di Federico II in Italia, tali liti private si polarizzarono tanto da dividere la città nei due famosi schieramenti: i guelfi delle famiglie Buondelmonti, Donati e Pazzi; e i ghibellini delle famiglie Amidei, Lamberti e Uberti. Alla morte di Federico II predominano le forze guelfe e questo clima politico spinse autori ghibellini come Guittore d'Arezzo ad andare in esilio. Trobar clus e leu trobar clus è una delle forme che
Assunse la poesia nella letteratura della lingua d'oc, sviluppata dai trovatori del XII secolo. Consiste in una poesia aspra e dura che si contrappone al trovar leu (cantare in maniera lieve), caratterizzato da uno stile soave, limpido e chiaro, i cui eredi italiani furono gli stilnovisti, in opposizione alla scuola guittoniana che prediligeva il trobar clus. Dante viene accusato di usare il trobar clus ma lui si giustifica dicendo che lui parla di temi difficili (dottrinali) in modo semplice mentre accusa Guittone del contrario cioè di parlare di temi semplici in maniera inutilmente ampollosa.
La poesia siciliana nell'Italia centrosettentrionale 1240-1280. Abbiamo la scuola siciliana fino al 1266 con la battaglia di Benevento in cui muore Manfredi, figlio di Federico II. Poi questa scuola cessa di esistere e viene ripresa in diverse regioni, ma soprattutto in Toscana. Qui i poeti cominciano a scrivere non più per hobby e riprendono nel loro volgare il tema dell'amore.
ma anche quello politico, civile e morale. Qui la donna viene quasi spiritualizzata, spesso tra loro i poeti hanno delle tenzoni che possono essere utili per chiarire le proprie opinioni politiche o per chiarire le proprie opinioni poetiche. Ad esempio Giacomo da Lentini ebbe tenzoni con l'Abate di Tivoli. Abbiamo vari personaggi che alla fine della scuola siciliana riprendono la lirica siciliana:
In Umbria abbiamo Jacopone da Todi che voleva trasferire in ambito amoroso certi aspetti della poesia siciliana.
A Firenze abbiamo la prima poetessa compiuta (perfetta) donzella di cui abbiamo tre sonetti.
A Bologna abbiamo il primo onesto degli onesti attivo in università Re Enzo che era il figlio naturale di Federico II e fu fatto prigioniero e era anche un poeta.
Il lucchese Bonagiunta Orbicciani che si caratterizza per il suo trobar leu iniziatore dei poeti siculo toscani il fiorentino Chiaro Davanzati.
GUITTONE D'AREZZO Fu preso come cattivo esempio perché usava il trobar clus.
ma in realtà non lo utilizzava in tutte le sue opere. Quando i poeti criticavano Guittone lo facevano per i suoi discepoli poiché i guittoniani portarono alle estreme conseguenze le caratteristiche di Guittone. I toscani scrivono in una lingua molto meno depurata e più volgare, Guittone usa un lessico plebeo perché era fra quelli che sperimentavano e passava dall'estrema eleganza all'estremo opposto. "Ahi lasso, or è stagion de doler" devi vedere i versi che ha analizzato. PARAFRASI Guittone d'Arezzo: "Ahi lasso! Or è stagion de doler tanto" Ahi lasso!, or è stagion de doler tanto a ciascun uomo che ben ama Ragione, che omeraviglio u' trova guerigione che morto non l'ha già corrotto e pianto, vedendo l'alta Fiorsempre granata e l'onorato antico uso romano ch'a certo per, crudel forte villano, s'avaccio ella non è ricoverata: ché l'onorat