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La concentrazione dei proteoglicani non è uniforme: l’aggregano è più concentrato nelle
parti più interne e nelle vescicole della matrice. Altri proteoglicani sono il versicano e la
piccola decorina. Tra le glicoproteine multi adesive ricordiamo la condronectina che
media l’interazione tra i condrociti e il collagene di tipo II.
La cartilagine articolare è uno strato di cartilagine ialina privo di pericondrio che riveste
l’estremità delle articolazioni diatrodiali. La sua funzione principale è quella di fornire
all’osso una superficie liscia e lubrificata e alla stesso tempo di distribuire i carichi
meccanici tra le ossa. La cartilagine articolare è nutrita per diffusione dal liquido
sinoviale e dal sottostante tessuto osseo. L’assenza del pericondrio è fondamentale
perché la pressione a cui è sottoposta la cartilagine articolare provocherebbe la rottura
dei vasi. Nella cartilagine articolare sono distinguibili diverse zone in base alla
composizione della matrice: 1. Zona tangenziale, 2. Zona intermedia, 3. Zona profonda,
4. Zona calcificata. Tale organizzazione conferisce alla cartilagine la funzione di
cuscinetto, resistenza alle forza tangenziali e di compressione. L’elevata idratazione e lo
spostamento dell’acqua permettono alla cartilagine articolare di adattarsi allo
spostamento di carico.
La cartilagine elastica nei mammiferi si ritrova nei padiglione auricolare, nel meato
uditivo esterno e nell’epiglottide. La cartilagine elastica differisce dalla ialina per una
colorazione giallastra e per l’ opacità dovuta al contenuto di fibre elastiche, per il minore
contenuto di proteoglicani e per la minore omogeneità della matrice. Le sue cellule
hanno forma rotonda e sono a volte dalla matrice. Nella cartilagine elastica sono ben
evidenti le fibre che hanno un’ultrastruttura simile al connettivo elastico, infatti si
ramificano e decorrono in tutte le direzioni formando una rete fitta e oscura la sostanza
amorfa. Negli strati periferici la trama reticolare è più lassa a differenza delle porzioni
più profonde dove è più fittamente stipata. I proteoglicani basofilia e metacromatici
appaiono come dei granuli elettrodensi. La cartilagine elastica si sviluppa a partire da un
blastema ialino. Le fibre elastiche si sviluppano dalla periferia per la polimerizzazione di
tropoelastica in elastina che forma la componente amorfa delle fibre. Le fibre elastiche
presentano una componente micro fibrillare costituita dalla glicoproteina fibrillina, che
svolge il ruolo di orientare le molecole di tropoelastina. L’accrescimento della cartilagine
elastica avviene per divisione dei condrociti e per apposizione.
La fibrocartilagine si riscontra nei dischi intervertebrali, nella sinfisi pubica, nella zona di
intersezione tra osso e tendini e in vari menischi. La cartilagine fibrosa è caratterizzata
da grossi fasci fibrosi, formati da collagene di tipo I, immersi in una scarsa matrice
cartilaginea contenenti quantità variabili di proteoglicani. La matrice extracellulare
contiene anche collagene di tipo II, ma i rapporti tra collagene I e II varia in base alla
localizzazione (in età avanzata prevale il collagene di tipo II nella fibrocartilagine).
L’inferiore quantità di proteoglicani rispetto alla competente fibrosa, permette alla
sostanza intercellulare di colorarsi come coloranti acidi. La fibro cartilagine è priva di
pericondrio, e le cellule sono allineate in fila o isolate tra loro. La fibrocartilagine si
continua come il connettivo fibroso: le cellule tendine si continuano con gli elementi
cartilaginei e i fasci di collagene del tendine con quelli della fibrocartilagine. L’anello
fibroso dei dischi intervertebrali è formato da fibrocartilagine che continua con la
cartilagine ialina delle vertebre adiacenti, al centro vi è il nucleo polposo formato da
tessuto cordoidale ricco di acido ialuronico. La rottura del disco e l’erniazione del nucleo
polposo è caratteristico dell’ernia del disco. La fibrocartilagine si sviluppa per
differenziazione delle cellule mesenchimali in fibroblasti che elaborano materiale
fibrillare, in seguito atre cellule mesenchimali si differenziano in cellule che secernono
una sostanza amorfa nella matrice ricca di proteoglicani.
Il tessuto cordoide è un tessuto con funzioni di sostegno che costituisce la notocorda
nei cefalocordati, ma nei vertebrati è una struttura assile transitoria durante la vita
embrionale. Nell’uomo adulto è rappresentato nel nucleo polposo e nel disco
intervertebrale. Il tessuto cordoide è caratterizzato da cellule vescicolose accostate le
une alle altre.
Fenomeni di degradazione della cartilagine avviene nello sviluppo prenatale e nel
rimodellamento postnatale: specifici segnali inducono il rilascio di proteasi e radicali liberi
che portano all’attivazione di metalloproteasi. Le metalloproteasi MMP9/gelatinasi B sono
prodotte dai condroclasti nelle sedi di osteogenesi condrale. Si assiste a una rapida
degradazione dell’aggregano, e un’idrolisi lenta di collagene. In età senile la cartillagine
appare giallognola ed opaca a causa di modificazioni della composizione in proteoglicani
con aumento rapporto di cheratan solfato e condroitin solfato, e la dimminuzione della
loro concentrazione. Tutto ciò comporta una minore idratazione e quindi diffusibilità ti
metabolita e nutrienti nonché perdita di proprietà meccaniche. Legate all’invecchiamento
vi è anche una minore risposta dei condrociti a fattori di crescita e accumulo in matrice di
pentosidina, che conferisce una misura dell’invecchiamento della cartilagine articolare. La
trasformazione asbestiforme è un fenomeno degenerativo che coinvolge la cartilagine
ialina ed elastica che porta all’invasione della matrice da parte di grossolane fibre
fittamente stipate, le quali possono dissolversi conducendo a rammollimento del tessuto.
La calcificazione di certe cartilagini è un fenomeno associato a cambiamenti degenerativi
che si può riscontrare nell’invecchiamento, mentre la calcificazione della cartilagine ialina
è un fenomeno fisiologico. Nei mammiferi la cartilagine ha una capacita rigenerativa
limitata dovuta all’avascolarizzazione e all’assenza di cellule mesenchimali. A seguito della
distruzione della cartilagine questa viene sostituita da cartilagine fibrosa proveniente dal
pericondrio.
La cartilagine può avere diverse funzioni: scheletriche, permette il movimento dei capi
articolari e nel feto la funzione di costruire un modello per la formazione di un segmento
scheletrico. L’accrescimento e il metabolismo della cartilagine sono sotto il controllo di
ormoni e vitamine, infatti una deficienza di vitamine A,C e D determina alterazioni
dell’accrescimento. La carenza di vitamina A conduce a carenza dello spessore della
cartilagine, invece la vitamina C è fondamentale per la produzione del collagene, e la sua
carenza conduce, nello scorbuto ad alterazioni di fibre di collagene; la mancanza di vitamina
D, insieme a carenza di fosforo e calcio conduce al rachitismo, in cui le ossa si deformano a
causa della non calcificazione della cartilagine di coniugazione. Il GH è fondamentale per
l’accrescimento della cartilagine, infatti la carenza di ormone attivo in giovane età conduce a
nanismo. Stimoli meccanici come il movimento articolare e il carico meccanico sono
importanti per mantenere normale la struttura e la funzione della cartilagine articolare.
L’ artrosi è una patologia presente nel 25% delle persone di età tra 45 e 64 anni. La
patologia è causata dalla progressiva degradazione della della cartillagine e dell’osso
sottostante, determinata da un’alterata attività dei condrociti che comporta un’eccessiva
degradazione della matrice per accumulo di enzimi degradativi, che quindi comporta un
contenuto minore di proteoglicani e di acqua nella matrice. Ciò conduce a un’
assottigliamento della cartilagine articolare, aumentato dall’accumulo molecole con
proprietà infiammatorie, come citochine infiammatorie. Non esiste una cura.
Il tessuto osseo
Il tessuto osseo è un connettivo caratterizzato da una matrice mineralizzata, che
conferisce alle ossa durezza e resistenza alla compressione, senza appesantire il corpo.
Le ossa sono di tre tipi, corte, lunghe e piatta, e svolgono varie funzioni: protezioni degli
organi, controllo della concentrazione dei liquidi corporei del calcio, influenzano l’attività
di altri tessuti e mediante la produzione di osteocalcina dal parte egli osteoblasti
stimolano la produzione di testosterone.
Il tessuto osseo è costituito da 10-20% di acqua, 70% di sostanze inorganiche e 30%
sostanze organiche, di cui il 90% di collagene, e per la restante parte glicoproteine,
proteoglicani, lipidi e cellule. Il tessuto osseo è rivestito da periostio, un connettivo, e le
cavità- interne da endostio, riccamente vascolarizzato con terminazioni nervose
sensitive. Per il contenuto basso di proteoglicani e alto di collagene si colora con
coloranti acidi, e risulta PAS positivo. Le cellule del tessuto osseo son 4:
osteoprogenitrici, osteoblasti, osteociti e osteoclasti. Le prime due appartengono ad
un’unica linea cellulare di origine mesenchimale. Le cellule osteoprogenitrici, cellule
staminali, danno origine agli osteblasti, che secernono la sostanza intercellulare e si
differenziano in osteociti. Gli osteoclasti fanno parte di una linea monocita-macrofagica
ed hanno la capacità di demolire il tessuto e favorire il rimodellamento e il rinnovamento.
La sostanza intercellulare è costituita da fibre proteiche, formate da collagene di tipo I
che conferisce resistenza alla tensione e fornisce un’impalcatura che sostiene la matrice
mineralizzata, e matrice amorfa. La matrice, deposta in forma organica, va incontro a
mineralizzazione a seguito dell’accumulo di cristalli di idrossiapatite, formati da fosfato e
carbonati di calcio. L’osso risulta possedere due organizzazioni definite: tessuto osseo
compatto, che appare duro di color avorio che costituisce le diafasi delle ossa lunghe e
le pareti delle corte; spugnoso che ha l’apparenza di un materiale poroso, formato da
lamelle, dette trabecole, che formano cavità ripiene di midollo osseo. L’osso spugnoso
delimita il canale midollare e forma la regione centrale delle epifisi, gran parte delle ossa
corte e la parete centrale delle piatte denominata diploe. Entrambi le organizzazioni
sono formate da lamelle osse. Nell’osso compatto le lamelle ssono poste in maniera
regolare parallele all’asse longitudinale. Nella regione centrale dell’osso compatto della
diafasi le lamelle formano una struttura cilindrica chiamata osteoni, al cui centro vi è il
canale di Havers