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h2>Osservazioni sul sistema di fonti e il principio gerarchico

Se un sistema di fonti articolato è garanzia del pluralismo sociale ed istituzionale, d'altra parte un sistema troppo articolato può incidere sulla certezza del diritto, nella misura in cui l'ordinamento non sia dotato di regole che evitino conflitti tra norme. Dunque un ordinamento giuridico non può contenere al suo interno norme tra loro contraddittorie senza prevedere come risolvere tali contraddittorietà. Il principio che risolve i conflitti tenendo conto delle collocazioni delle fonti in un ordinamento è quello gerarchico, secondo il quale nessuna fonte può istituire altre fonti aventi forza superiore o pari alla fonte di origine. La fonte non può avere la forza di modificare o abrogare quella che l'ha istituita, poiché verrebbe meno la sua stessa legittimazione ad esistere. In caso di contrasto si deve preferire la norma che nella gerarchia delle fonti occupa il posto più elevato (lex).

Nell'ordinamento infatti le fonti sono collocate in una scala gerarchica al cui vertice si trova la Costituzione e in cui la fonte superiore condiziona la validità delle norme prodotte da quella di grado inferiore. Questa prevalenza si esprime attraverso l'annullamento: effetto di una dichiarazione di illegittimità che un giudice pronuncia nei confronti di un atto, disposizione o norma, con conseguente perdita di validità. La perdita di efficacia della norma dichiarata invalida ha effetti retroattivi (da allora in poi), con funzione di eliminare gli effetti che la norma invalida ha prodotto dal momento della sua entrata in vigore. Il principio di gerarchia costituisce anche un'applicazione del principio di legalità e costituzionalità, poiché esso conduce necessariamente al rispetto della legge e della Costituzione.

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Sistema Normativo Il criterio della competenza risponde all'esigenza di garantire spazi normativi indipendenti a soggetti costituzionalmente autonomi. Nel caso in cui la Costituzione attribuisca la normazione di una materia ad una determinata fonte, solo quella fonte è competente a disciplinare la materia. Perché sia applicabile occorre una norma che attribuisca una sfera di competenza ad un soggetto, il quale diviene titolare di un ambito di competenza riservato. Un caso di applicazione lo si trova nel sistema regionale e nel regolamento parlamentare (fonte primaria). A differenza del principio gerarchico che agisce verticalmente,

questo agisce orizzontalmente, poiché il rapporto tra la fonte che disciplina la materia riservata e le altre fonti non si pone in termini di forza ma di reciproca esclusione. Ne consegue che se un atto normativo che non abbia rango costituzionale intervenisse in ambiti riservati ad una fonte specifica sarebbe invalido. Tale criterio erode la competenza tendenzialmente generale della legge del Parlamento e assicura potere normativo autonomo ai soggetti dotati della competenza costituzionalmente attribuita, contribuendo così ad un sistema articolato di autonomie.

21. Abrogazione effettiretroghtivi

Il nostro ordinamento disciplina, all'art. 15 delle "Disposizioni (preleggi), tre tipi di abrogazione. Vi è un'abrogazione espressa quando la fonte indica espressamente in un articolo quale norma si intendono abrogare con l'entrata in vigore della nuova fonte, quindi mediante una dichiarazione espressa del legislatore. Si parla

di abrogazione tacita quando la fonte successiva si limita a porre delle norme il cui contenuto è incompatibile con norme precedenti. Con l'abrogazione implicita invece la nuova legge modifica l'intera materia già regolata dalla legge anteriore. I modelli più utilizzati sono quelli taciti e impliciti, anche se ciò produce una maggiore incertezza del diritto poiché sino al momento in cui una disposizione deve essere applicata ad una fattispecie concreta non vi è sicurezza sulla vigenza o meno di una norma. In questi casi spetta all'interprete (giudice) determinare se la fonte pone effettivamente norme incompatibili con altre norme antecedenti e con quali, e determinare quale fonte debba applicarsi al caso concreto. Non vi è un confronto chiaro di politiche regolatorie diverse e non vi è un giudizio di valore sulla normativa precedente. La nuova normativa semplicemente entra in vigore e spetterà agli organi chedevono applicarla decidere quali norme sono incompatibili con le nuove disposizioni. giosicebadichigrato22. Annullamento AMMIMSTRaTIdattoimaliboNiZiaTO O0O-3 costituzionalecorteL'annullamento è l'effetto di una dichiarazione di illegittimità con effetti generali (erga che unomnes)giudice pronuncia nei confronti di un atto, di una disposizione o di una norma, con la quale l'attoperde la sua validità ed efficacia. L'atto invalido è un atto viziato, cioè subordinato e non conforme allenorme procedimentali che lo regolano. Il giudice deve rilevare il vizio (formale o sostanziale),dichiarare invalido l'atto normativo e annullarlo. Gli effetti dell'annullamento riguardano solo irapporti giuridici ancora pendenti/aperti (azionabili, possono essere sottoposti a un giudice) e nonquelli esauriti/chiusi. La perdita di efficacia della norma dichiarata invalida, a differenzadell'abrogazione, ha effetti retroattivi (da

Allora in poi), con funzione di eliminare gli effetti cheex tuncla norma invalida ha prodotto dal momento della sua entrata in vigore. Infatti colpisce le situazionipatologiche che si producono nell’ordinamento.L’annullamento di una fonte illegittima può essere pronunciato da un giudice amministrativo nel caso incui si tratti di atti aventi natura secondaria che violino le regole poste da una fonte primaria, o da partedella Corte costituzionale quando si tratti di atti aventi forza di legge che violino la Costituzione.Tuttavia, fino a quando non si pronuncia l’annullamento da parte di uno di questi organi, la fonteillegittima continua ad esistere e a dover essere applicata all’interno dell’ordinamento.

23. I vari tipi di Costituzione

Le Costituzioni possono essere divise secondo diversi canoni. Una prima significativa classificazione èquella fra Costituzioni scritte (formalizzate in un documento scritto) e consuetudinarie (basate

su consuetudini formatesi nel tempo). Un'altra fondamentale è fra Costituzioni flessibili e rigide. Le prime sono modificabili attraverso la legge ordinaria e guardano al passato, mentre le seconde prevedono un procedimento aggravato per la loro modifica e si basano su valori onnicondivisi da attori politici e sociali diversi (necessità di assicurare il mantenimento in vita del compromesso raggiunto tra le diverse forze).

Vi sono Costituzioni ottriate (concesse dal Sovrano al proprio popolo) e pattizie (indicano l'idea di un patto tra Sovrano e popolo). Un ulteriore distinzione può essere fatta in base alla lunghezza tra Costituzioni brevi, espressione di un'unica classe politica (tipiche del periodo liberale ottocentesco), contengono principalmente le regole sull'organizzazione del potere pubblico, e Costituzioni lunghe, che disciplinano anche le regole principali della vita associata (diritti di libertà) e nascono da un accordo complessivo.

tra tutte le forze politiche e sociali. Le Costituzioni contemporanee non si limitano a dettare norme "verticali" (relative al rapporto Stato-cittadino), ma dettano anche norme "orizzontali" relative al rapporto tra cittadini e a difesa dell'eguaglianza. Infatti l'ultimo passo riguarda le Costituzioni popolari contemporanee approvate con procedimenti che coinvolgono la popolazione. Ancora si può distinguere tra Costituzione formale, vigente e materiale. La prima è data dall'intero sistema delle disposizioni, è la Costituzione scritta in tutti gli articoli che la compongono e può essere modificata solo attraverso il procedimento di revisione costituzionale. La seconda è individuata in quella effettivamente applicata. La Costituzione materiale è secondo Costantino Mortati il nucleo fondamentale dei fini e delle forze che regge ogni singolo ordinamento ovvero i fini politici in vista dei quali le forze politiche.

I principi fondamentali della Costituzione italiana sono stabiliti nell'art. 1. Essi includono la sovranità popolare, la forma repubblicana di governo, il rispetto dei diritti umani, l'uguaglianza tra i cittadini e la tutela dell'ambiente.

La Costituzione italiana è divisa in parti, tra cui la parte dogmatica che contiene i principi fondamentali e la parte organica che stabilisce l'organizzazione dello Stato. Questa divisione riflette l'idea che la Costituzione non sia solo un insieme di regole, ma anche un documento che esprime i valori e gli ideali che ispirano l'azione statale.

La Costituzione può essere interpretata in due modi: in senso stretto, che rappresenta la parte della Costituzione che le forze politiche dominanti intendono attuare in un determinato momento storico, e in senso largo, che rappresenta il substrato storico che rende legittima e applicabile una Costituzione formale.

Il procedimento di revisione costituzionale è disciplinato dall'art. 138 della Costituzione. Questo procedimento è considerato aggravato perché richiede tempi più lunghi, maggioranze più elevate e, in alcuni casi, il coinvolgimento del popolo. Tale procedimento è finalizzato a evitare che la riforma della Costituzione possa avvenire solo per volontà della maggioranza di governo, garantendo così sia alla maggioranza che alla minoranza.

Per l'approvazione delle leggi di revisione costituzionale o di altre leggi che modificano la Costituzione, è necessario seguire questo procedimento specifico.

Leggi costituzionali

Le leggi costituzionali, per essere completate o aggiunte, richiedono due deliberazioni ad intervallo non minore di 3 mesi da parte di ciascuna Camera. Nella seconda deliberazione è necessaria almeno la maggioranza assoluta, a differenza della maggioranza relativa richiesta nella prima. Se non viene raggiunta la maggioranza richiesta, il procedimento decade.

Se nella seconda votazione la legge viene approvata a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il procedimento è concluso. Altrimenti, in caso di maggioranza assoluta minore dei due terzi, la proposta di revisione viene pubblicata in modo che possa essere richiesto entro tre mesi, da parte di un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali, un referendum approvativo. Questo referendum garantisce la più importante garanzia della rigidità costituzionale.

La pubblicazione della legge è atipica poiché non vi è promulgazione da parte del Presidente della Repubblica.

la pubblicazione è effettuata al solo fine della proposizione dell'eventuale referendum. Non è richiesto un quorum partecipativo, a differenza del riferimento normativo.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
27 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Simo.berny di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Rodomonte Maria Grazia.