QUINDI..
Occorre un catalogo a stampa di tutto il posseduto, un catalogo generale delle biblioteche del
Consorzio, che dovrà essere frutto non di fusione dei singoli cataloghi, ma della loro riunione, così da :
a) limitarne i costi di stampa e favorirne la diffusione;
b) facilitare l’introduzione nei cataloghi di nuove sezioni e delle acquisizioni correnti mediante uscite di
fascicoli e supplementi mensili.
La stampa del catalogo, fra l’altro, potrà porre in luce l’offerta dei classici, soprattutto a beneficio degli
studenti delle scuole secondarie. Essa aiuta a far conoscere una parte dei libri che sono presenti ma poco
richiesti
Un’altra esigenza assai sentita è pubblicare un organo del Consorzio, un bollettino mensile, che
- ospiti articoli sulla cultura popolare e soprattutto sulle biblioteche popolari,
- rendiconti sui risultati ottenuti (raffrontandoli con quelli delle biblioteche negli altri Paesi),
- atti del Consiglio del Consorzio,
- piccole recensioni dei libri pervenuti,
- supplementi catalografici..
Un bollettino del genere invoglierebbe a cerca il libro di cui ricevono notizia
Il Consorzio, rinnovato ogni tre anni dopo la sua istituzione, cesserà di esistere il 31 dicembre 1915
ma dopo un intervallo di un paio d’anni, nel 1917, il Comune (dal 1914 guidato dal PSI) risponderà con
una rifondazione dell’ente ,che diventerà autonomo
( un cambio di denominazione, il diritto di nominare la maggioranza dei componenti il Consiglio direttivo.
Esso si accollerà anche i maggiori oneri di finanziamento)
Siamo, però, negli anni di guerra. Le biblioteche popolari milanesi ne risentiranno soprattutto nel 1917 e
nel 1918,quando dovranno registrare un inevitabile (ma contenuto) calo di presenze:
Gli effetti della crisi conseguente allo stato di guerra, che non si erano fatti sentire nei primi due anni, si
ripercossero invece sensibilmente sul terzo.
Il calo di lettori,uomini e giovanissimi (chiamati alle armi e al reclutamento ) ,venne compensato da una
crescente affluenza di donne e fanciulli, che sostituirono gradatamente i partenti; ma
quando le strade cominciarono ad esser poco illuminate, e i tram a ridurre notevolmente gli orari di servizio,
le sezioni che rimanevano aperte al pubblico soltanto la sera, videro rarefarsi rapidamente anche loro
Il dopoguerra porterà con sé venti di ripresa, ma con la fine del 1920 scadrà l’impegno del Comune e
degli altri enti presenti nella gestione dell’Istituto.
Ciò determinerà una nuova fase di stallo, che si protrarrà fino al 1923.
Fabietti non si stancherà, tuttavia, di avanzare ipotesi risolutive, anche provvisorie e di emergenza, e di
sollecitare stanziamenti straordinari
A quella spesa non può provvedere che il Comune.
Infatti con il 1926 ,le biblioteche popolari milanesi passano interamente alla proprietà
comunale,fondamentale per far diventare queste biblioteche dei veri e propri centri di consulenza
intellettuale
Fabietti ci tiene però a precisare che : il bisogno della lettura nel popolo non è ancora così forte
da spingerli, sopratutto gli operai , a comprare libri .
Per far nascere questo bisogno e far aumentare la richiesta di libri è necessario alimentare la loro
mente,svegliarla;bisogna far nascere in loro questo bisogno di libri
In questo frangente svolgono un ruolo fondamentale gli editori che però,non hanno ancora compreso che,
assecondare lo sviluppo delle Biblioteche Popolari , vuol dire anche giovare all’incremento della produzione
libraria
Nel 1928 Fabietti criticherà
1 . ancora il grave, colpevole ritardo accumulato, in materia di edilizia bibliotecaria, rispetto alle realtà più
avanzate:
- Due sole biblioteche hanno spazio per la lettura e la consultazione in sede e tutte le altre devono limitarsi al
prestito dei libri per la lettura a domicilio
- Parecchie altre non hanno ingresso diretto dalla strada
- nei paesi in cui alla “Biblioteca per Tutti” è attribuita importanza non minore che alla scuola, la sede della
biblioteca consiste spesso in un edificio apposito e sempre è situata nel punto più centrale del quartiere a
cui serve, con ingresso diretto sulla strada, dove ostenta ai passanti un vero lusso di mostre e di tabelle e
la sera iscrizioni luminose come i nostri cinematografi
2. la qualità dell’offerta bibliografica e del servizio.
Su quel fronte, ancora in ottica di comparazione con le migliori pratiche esistenti in campo internazionale,
nota scarsi progressi ed estese manchevolezze.
—> Il discorso di Fabietti ruota attorno a quattro/cinque questioni primarie:
l’offerta documentaria
dipende dalla maggiore o minore dotazione di periodici e quotidiani da una parte e di opere di consultazione
dall’altra.
i servizi di consulenza
possibilità di apprestare, in Biblioteca centrale, un «riparto di consulenza», inteso sia come luogo di raccolta
di materiali informativi e di orientamento sia come servizio di assistenza al pubblico: dall’orario ferroviario,
alla enciclopedia; dalla guida della città, all’atlante geografico mondiale.. tutto ciò che si presta a rapide e
pratiche informazioni per un pubblico che non ha tempo da perdere, dovrebbe trovarsi in questo riparto.
Fabietti pensa a un servizio di informazioni rapide, puntuali, immediatamente utilizzabili in un contesto
lavorativo (da dare direttamente o per corrispondenza a chi ne faccia richiesta); un servizio per il quale si
dovrebbe istituire un organismo nazionale di coordinamento:
i servizi per i bambini,
I servizi e le sale per i bambini sono anch’essi ispirati agli esempi internazionali.
Nel luglio 1913 nasce un «Riparto speciale per i fanciulli». Sono motivo di vanto, per Fabietti,
- l’efficacia educativa del servizio,
- la facilità di accesso agli scaffali,
- la piacevolezza degli ambienti e degli arredi,
- soprattutto la funzione di guida dei piccoli lettori svolta dalla persona che ha organizzato la Sezione e che
la dirige
Nella Biblioteca speciale per i fanciulli il centro delle preoccupazioni del bibliotecario non è più il libro,
ma il lettore: ogni lettore è considerato a sè ,nella sua persona morale, e aiutato a orientarsi, secondo i suoi
bisogni e le sue attitudini, in quel mondo dell’intelligenza e della coscienza che è una biblioteca
organicamente costituita.
Fabietti indicherà sempre nella Sezione per i fanciulli la realizzazione di maggior momento del Consorzio
dopo l’istituzione della Federazione italiana delle biblioteche popolari.
le iniziative culturali
La premessa è che le biblioteche popolari milanesi non reggono la concorrenza di altri luoghi di interesse e
svago. Le sale cinematografiche, per esempio, offrono una ricreazione serale e domenicale a mitissimo
prezzo, richiamano il popolo in folla e persuadono molti giovani lettori a non fermarsi in biblioteca se non il
tempo necessario a cambiare il libro già letto. Il cinema potrebbe invece diventare un punto di forza
delle biblioteche popolari: Le sale di lettura,in determinati giorni della settimana e in certe ore del giorno/
sera, potrebbero trasformarsi in sale di proiezione
le alleanze.
Un ventaglio più ampio di iniziative culturali sarebbe garantito, comunque, da un’alleanza e da un
raccordo più stretti con le attività dell’Università popolare. Fabietti addita più volte questa prospettiva,
criticando l’isolamento dell’altra istituzione di cultura popolare milanese e auspicando che essa chieda ai
propri docenti di tenere conferenze, lezioni e dibattiti in biblioteca, con il corredo di «indicazioni bibliografiche
esatte su argomenti di studio a coloro da cui ne fossero richiesti a voce o per iscritto».
- Mettere in comune il materiale di pubblicazioni periodiche che pervengono alle due Istituzioni,
permetterne la lettura a tutti indistintamente ;
- iniziare corsi di recensioni orali per i libri di nuova pubblicazione, intercalandole con la spiegazione
dei passi più difficili e con la lettura ad alta voce dei brani migliori
Nel 1907, per opera del Consorzio, parte l’iniziativa di istituire un buon numero di bibliotechine
scolastiche, quali sezioni delle biblioteche popolari temporaneamente distaccate
L’iniziativa avrà un buon successo: grazie anche all’impegno dei maestri, le sezioni si moltiplicheranno e i
lettori aumenteranno
Fabietti spiega anche che far derivare le bibliotechine scolastiche dalla biblioteca popolare offre almeno altri
tre vantaggi:
- la possibilità di rendere dinamiche e non statiche le piccole raccolte, rinnovandole ogni anno;
- l’opportunità di una collaborazione assidua tra scuola e biblioteche popolari, che permetterà agli alunni
di scoprire nelle biblioteche stesse nuove risorse culturali e di studio;
- servizio di lettura per le vacanze
Quando (il 3 agosto 1911) esce una circolare del ministro Credaro sull’ordinamento e sul funzionamento di
biblioteche scolastiche, Fabietti (che approva queste disposizioni) si sente incoraggiato a pubblicare un
opuscolo per il settore, una
Guida pratica per le biblioteche scolastiche
La Guida, accresciuta da un excursus storico su alcune esperienze all’estero e in Italia, contiene indicazioni
e materiali per istituire e far vivere piccole raccolte librarie, da organizzare, preferibilmente, nelle singole
classi (l’autore reputa meno efficace e governabile l’allestimento di un’unica biblioteca per ciascun istituto
scolastico).
Per Fabietti la biblioteca scolastica può nascere in vari modi:
- come sezione distaccata di una biblioteca popolare,
- a spese del Comune
- per iniziativa dei singoli maestri. Questi ultimi cureranno la raccolta dei fondi necessari, contando
sull’aiuto degli alunni e delle loro famiglie, nonché sul sostegno degli enti locali, dei Patronati scolastici e
delle associazioni che promuovono la cultura popolare.
Fabietti collega a ciascuna di queste soluzioni criteri operativi, procedure inventariali e amministrativo-
contabili.
Bisogna tenere conto
- dei libri ricevuti,restituiti,smarriti;
- quanti alunni hanno usufruiti del prestito e per quanto
- quali libri sono i preferiti dei ragazzi e quali sono da eliminare
L’impianto biblioteconomico, infine, prevede un catalogo ordinato per gruppi di materie, all’interno dei
quali i titoli saranno posti in ordine alfabetico d’autore.
La collocazione fisica dei volumi rispecchierà il medesimo ordinamento sistematico, integrato da una
semplice numerazione di catena.
Secondo Fabietti,inoltre,la scuola stessa dovrebbe consegnare ad ogni alunno la tessera d’iscrizione
alla Biblioteca Popolare, insieme con una piccola guida per la scelta dei libri da leggere e da
studiare.
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