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Nozioni fondamentali di macroeconomia: il PIL
Il PIL a prezzi correnti tende a crescere nel tempo.
Il PIL in termini reali tende a crescere nel tempo.
Il PIL reale non tiene il passo con quello della popolazione, anche se generalmente il PIL pro-capite tende a crescere.
Nonostante il trend di lungo periodo dell'attività economica aggregata sia chiaramente crescente, la velocità con la quale essa aumenta non rimane costante nel corso del tempo, anzi è variabile.
L'alternarsi di periodi di espansione e di contrazione dell'attività economica è ciò che gli economisti definiscono come ciclo economico. Consiste in una sequenza di fasi che interessano allo stesso tempo un elevato numero di quantità e prezzo trattati su mercati diversi.
Esistono le varianti pro-cicliche che aumentano all'aumentare del PIL, e viceversa si chiamano anticicliche che tendono a variare in modo inversamente proporzionale rispetto alla
dinamica del PIL. I cicli economici sono regolati su scala internazionale. Dunque il commercio internazionale è un veicolo di trasmissione dei cicli. Il ciclo economico è identificato dalle deviazioni dal trend. La fase ascendente (espansione) è il movimento del PIL da un punto minimo a un punto di massimo. La fase discendente (contrazione) è il movimento del PIL in senso opposto. I punti di svolta sono il punto di massimo, dove l'economia passa dall'espansione alla contrazione, e il punto di minimo, dove l'economia passa dalla contrazione all'espansione. L'ampiezza delle fase è la distanza percentuale tra un minimo e un massimo o viceversa. La durata è il periodo di tempo tra due punti sul trend. L'andamento del PIL riflette quello della produzione dei beni che lo compongono, in particolare i beni di consumo e i beni di investimento. Il PIL nasce dall'aggregazione della spesa di questi due.Beni che mantengono quote relativamente stabili del PIL, maggiore per il consumo (80%) e minore per l'investimento (20%), quindi il consumo è meno volatile dell'investimento del PIL, mentre l'investimento è volatile. Inoltre è possibile dire che sono variabili procicliche (Coeff di correlazione 1), ossia una correlazione delle variabili positiva, poiché aumentano quando il PIL aumenta e viceversa.
Mentre le variabili anticicliche (coeff di correlazione -1) che hanno correlazione negativa con il PIL sono quelle che diminuiscono all'aumentare del PIL e viceversa. Mentre le variabili acicliche (Coeff di correlazione 0) sono quelle senza correlazione con il PIL.
OCCUPAZIONE DI DISOCCUPAZIONE
POPOLAZIONE TOTALE Popolazione attiva: residenti abili al lavoro, ed è un concetto delle leggi vigenti
POPOLAZIONE ATTIVA F. lavoro: P.A disponibile a offrire lavoro alle condizioni contrattuali (Off. lavoro)
FORZA LAVORO Occupati: parte della F.A
effettivamente occupata.OCCUPATI
Il concetto teorico di piena occupazione si realizza quando gli occupati coincidono con la forza lavoro.
Disoccupati: (in senso stretto) coloro che hanno perso una precedente occupazione e che dichiarano di essere attivamente alla ricerca di occupazione. Mentre i disoccupati in cerca di occupazione sono coloro che non erano occupati in precedenza e che dichiarano di essere alla ricerca di occupazione. Gli altri disoccupati sono individui che si dichiarano disponibili a occuparsi a determinate condizioni.
Inattivi: persone che non fanno parte della forza lavoro, ossia quelli che non sono classificati come occupati e/o disoccupati.
TASSO DI ATTIVITÀ: Forza lavoro / popolazione totale (x100)
TASSO DI OCCUPAZIONE: Occupati / popolazione totale (x 100)
TASSO DI DISOCCUPAZIONE: Disoccupati / forza lavoro (x100)
LEGGE DI OKUN (1962) Evidenza empirica di una relazione stabile tra variazioni del PIL e variazioni del tasso di disoccupazione. La prima
Osservazione: c'è un'evidente correlazione negativa tra le variabili, vale a dire che la disoccupazione è anticiclica. Quando il PIL cresce, il tasso di disoccupazione diminuisce e viceversa. La seconda osservazione riguarda il punto in cui la retta interseca l'asse orizzontale.