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MUTAMENTI MORFOLOGICI
Mutamenti morfologici, come individua Meillet nel 1921, si classificano in:
- Mutamenti per analogia:
- Creazioni analogiche: fenomeno che porta alla creazione di un nuovo affisso tramite un processo di erronea segmentazione à gr. γένος 'stirpe', dat.pl. γένεσ-σι γέν-εσσι (attraverso un processo psicologico di rianalisi è spostato il confine di morfema). La desinenza è poi utilizzata anche in contesti in cui non sarebbe grammaticalmente corretta: à es. πο(δ)-σί πόδ-εσσι.
- Le creazioni analogiche agiscono per il principio del quarto proporzionale e spesso si ricollegano alla rianalisi à immagine : imaginable = wash : X X = washable à tempus : tempora = focus : X = pratum : Y X = focora, Y = pratora.
- Livellamenti analogici: più ad ampio raggio delle creazioni analogiche.
Tendono a ripristinare o creare regolarità flessionale sull'asse sincronico. Agiscono secondo il paradosso di Sturtevant per cui il mutamento fonologico è regolare ma produce irregolarità, mentre l'analogia è irregolare ma produce regolarità.
Es. lat. honōs, honōr-is, honōr-i, ecc. nuovo nominativo: honōr (poi honŏr)
Questi livellamenti sono tipici dei bilingue apprendenti e dei bambini.
Un altro esempio di livellamento analogico è la contaminazione: forme che non appartengono allo stesso modello flessionale ma che vengono ripetute in sequenza si influenzano tra loro.
Es. nella sequenza dei primi numeri latini septem, octo, novem, decem, la forma novem è soggetta a contaminazione analogica in quanto ci si sarebbe aspettato (proveniendo dall'i.e. *newn) la forma *noven, ma in realtà è stata condizionata da septem e decem.
Mutamenti per grammaticalizzazione: passaggio di un morfema da un significato
lessicale ad unogrammaticale o da uno meno grammaticale ad uno più grammaticale
Es. morfema derivazionale suffisso mente deriva dal lat. mens, -is, a partire da costrutti di ablativo assoluto; es. certa mente
Altro esempio, ing. will o go in to be going to
I passaggi della grammaticalizzazione sono:
à à à
lessema autonomo morfema grammaticale clitico affisso flessionale
Anche in questo caso alla base vi sono processi di rianalisi
Esempi di grammaticalizzazione:
- Origine del futuro romanzo
In latino la categoria verbale del futuro è intesa in modo sintetico: ha solo morfema lessicale e affissi, cioè con l'aggiunta di desinenze al tema verbale, oltre a presentare elementi di "debolezza sistemica"
1. Debolezza formale: per la prima e seconda coniugazione si ha il suffisso -bo, -be, mentre per la terza e la quarta si ha il cambiamento o l'inserzione di una nuova vocale al tema.
2. Debolezza fonologica: nel latino tardo, poiché il
suono tende molto a(imperfetto e perfetto) attraverso prima la creazione di locuzioni (come cognitum habeo= ho conosciuto) in cui il verbo habeo mantiene il proprio valore semantico, ma in seguito con la cristallizzazione del costrutto e la grammaticalizzazione di habeo.
Esiste un processo inverso: lessicalizzazione (gli ismi del Novecento; valutare i pro e i contro; senza see senza ma…); è un processo più sintattico.
L'INDOEUROPEISTICA
Quando due o più lingue o varietà sono in qualche modo simili, l'ipotesi più probabile è che siano gli esiti di un'unica lingua comune.
Famoso glottologo Romano Lazzeroni dice che senza le lingue romanze non si avrebbe la sicurezza che il metodo comparativo funzioni davvero.
Famiglie linguistiche
Lingue indoeuropee: si credeva che le genti indoeuropee si siano sviluppate presso le steppe russe intorno al 4000 a.C.
- lingue celtiche
- lingue germaniche
- latino e lingue italiche
- venetico, illirico
tracio• albanese• greco (meglio, dialetti greci)• frigio• armeno• lingue anatoliche (ormai estinte, la più importante era quella ittita)• lingue baltiche (es. lettone, lituano, mentre altre come l’estone e il finnico stanno sempre nell’area balcanica ma nonsono indoeuropee)• lingue slave• lingue indo-iraniche, divise in lingue iraniche e lingue arie o indoarie• tocario (di cui sono attestate due varietà, sono due lingue indoeuropee estinte, attestate soprattutto in scritti filosoficiin una regione cinese
Lingue afroasiatiche• lingue semitiche (es. accadico, arabo, ebraico, maltese)• lingue egiziano (egiziano antico, copto)• lingue cuscitiche (es. somalo)• lingue berbere (es. tuareg)• lingue ciadiche (es. hausa)
Lingue uraliche• lingue ugrofinniche (es. finnico, estone, lappone)• lingue ugriche (es. ungherese)• lingue samoiede (es. nenets)
Lingue altaiche (non più ritenute
una famiglia linguistica)
- lingue turciche (es. turco)
- lingue mongole (es. mongolo)
- lingue tungusiche (es. tunguso)
Altre famiglie linguistiche:
- lingue caucasiche (es. georgiano)
- lingue dravidiche (es. tamil)
- lingue sinotibetane (es. cinese)
- lingue paleosiberiane o paleoasiatiche
- lingue austroasiatiche (es. vietnamita)
- lingue kam-thai (es. thailandese)
- lingue austronesiane (es. malgascio, samoano, maori)
- lingue australiane (es. dyirbal)
- lingue Niger-Congo (moltissime lingue, molto importante il ramo bantu, es. swahili, zulu, ecc.)
- lingue nilo-sahariane
- lingue khoisan
- lingue amerindie
- settentrionali (es. navaho, eskimo, cherokee)
- centrali (es. lingue caribiche)
- meridionali (es. quechua, aymara, guaranì)
In ogni caso, per classificare le lingue esistono tre metodi:
- classificazione tipologica
- classificazione genealogica, sulla base dei rapporti storici di parentela; è il
Un altro metodo di classificazione è quello areale, che si basa sulla contiguità geografica e i conseguenti fenomeni di contatto tra lingue anche genealogicamente e tipologicamente differenti. Un caso di classificazione areale sono le Leghe linguistiche, le Sprachbunden (termine coniato da Trubeckoj), che indica lingue provenienti dalla stessa zona geografica che, pur essendo strutturalmente e lessicalmente diverse (dunque non genealogicamente imparentate) arrivano a presentare, a seguito di un'interferenza prolungata nel tempo, caratteristiche comuni (convergenza). Il principale
Un esempio portato dallo stesso Trubeckoj è la Lega linguistica balcanica, che racchiude al suo interno alcune lingue indoeuropee (lingue slave meridionali: bulgaro, macedone...), una lingua romanza (romeno), l'albanese, il greco moderno... Alcuni dei fenomeni di convergenza tra le lingue di questa lega sono:
- tendenza alla riduzione degli inventari vocalici sul modello del vocalismo a cinque timbri (/a/, /e/, /i/, /o/, /u/) del neogreco.
- articolo determinativo posposto
- formazione di futuri perifrastici basati sulla grammaticalizzazione del verbo 'volere' (in qualche caso 'avere'): ngr. θα δουλεύω [θa ðuˈlɛvo] 'lavorerò', in cui θα equivale a θa
- numerali da 11 a 19 formati con la struttura [unità SU DIECI] (origine slava)
- sincretismo gen.-dat. (assorbimento di alcuni casi in altri per una semplificazione)
Storia del metodo
comparativo
Prima distinzione tra:
- comparazione intralinguistica (o interna): mette a confronto fasi o livelli diversi di una stessa lingua; es. debbo vs devo
- comparazione interlinguistica (o esterna): mette a confronto lingue diverse
Seconda distinzione:
- comparazione diacronica: confronto tra due fasi diverse di una stessa lingua (es. debbo vs devo) o di due lingue diverse (it. padre e lat. pater), attestate in epoche diverse ma nella stessa zona geografica
- comparazione diatopica: confronto tra lingue provenienti da aree geografiche diverse (es. lat. pater e got.Faðar)
Fin dall'antichità, quando ci si inizia ad accorgere delle somiglianze tra alcune lingue asiatiche e altre europee e si inizia a pensare ad una parentela tra esse che può avere due cause:
- sono state oggetto di un processo di convergenza successivo al loro sviluppo
- discendono da una lingua progenitrice comune non attestata e da ricostruire
A partire dalla seconda ipotesi si sviluppa,
ad opera di Franz Bopp e Rasmus Rusk il metodo comparativo-ricostruttivo, anche se in realtà già dall'inizio dei tempi si immagina sia quella l'ipotesi giusta a causa dell'imponente influenza biblica: come narrato nella Genesi, infatti, inizialmente vi era una sola lingua (quella parlata da Adamo), ma gli uomini, una volta giunti sulla terra e una volta individuata una pianura, decisero di stabilirsi là ed edificare una città alta fino al cielo per poter ospitare tutti ed evitare che si disperdessero per il mondo. Dio, sceso in terra per controllare il loro operato, punisce la loro tracotanza e confonde i linguaggi, non permettendo più agli uomini di capirsi fra loro e favorendo la loro dispersione, e denominando la città, ormai eternamente incompiuta, Torre di Babele. Per questo per tutto il Medioevo si crede fermamente in una.