Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Riassunto esame Glottodidattica, Prof. Melazzo Roberta, libro consigliato Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Paolo Balboni Pag. 1 Riassunto esame Glottodidattica, Prof. Melazzo Roberta, libro consigliato Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Paolo Balboni Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottodidattica, Prof. Melazzo Roberta, libro consigliato Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Paolo Balboni Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Glottodidattica, Prof. Melazzo Roberta, libro consigliato Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Paolo Balboni Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I PRECURSORI

Tra ‘800 e ‘900 vivono ​ HENRY SWEET​

​ ​ ​ ​ OTTO JESPERSEN​

​ ​ ​ ​ HAROLD PALMER​

tutti e tre sono attenti agli studi di fonetica e fonologia e danno grande importanza

allo studio teorico del linguaggio. Sono i primi a parlare dell’insegnamento di un’altra

lingua rispetto alla lingua madre come di un veicolo di una diversa categorizzazione

del reale e mezzo di trasmissione di comportamenti culturali.

Sono profondi conoscitori delle lingue antiche e seguaci della linguistica sincronica

che nasce con gli studi di Saussure convenzionalmente nel 1916 con la pubblicazione

del suo “Corso di linguistica generale”.

Prima di De Saussure le lingue venivano studiate in diacronia: un singolo fenomeno

linguistico veniva studiato nel corso dell’evoluzione della lingua; i mutamenti erano

studiati come eventi singoli e non venivano messi in correlazione. Saussure fu il

primo a pensare di comparare i singoli fenomeni e di fare una comparazione tra le

diverse lingue per capire se esse fossero geneticamente imparentate.

SWEET → pubblica nel 1899 “The practical study of languages”

egli distingue nell’insegnamento:

→ principi generali le lingue sono l’unione di elementi razionali che

prevalgono nella grammatica ed elementi arbitrari che prevalgono nel lessico

→ principi particolari di natura psicologica, riguardano l’apprendente, in

particolare la memoria che deve essere esercitata mediante la ripetizione,

l’attenzione e l’interesse che devono essere mantenuti vivi dal docente

operando scelte correlate all’età e all'argomento

Sweet parla di metodo progressivo: qualsiasi insegnamento linguistico che sia di

lunga durata passa attraverso momenti o fasi che vanno rispettati in ogni circostanza

e la cui successione non deve essere mutata:

a)​ momento meccanico

b)​ momento grammaticale

c)​ momento idiomatico-lessicale

d)​ momento letterario

e)​ momento arcaico (recupero delle forme di lingua più antiche)

JESPERSEN nel 1904 pubblica un’opera nella quale cerca di spiegare come

insegnare una lingua straniera “How to teach a foreign language”

Secondo lui ogni azione didattica si deve svolgere all’interno di comunicazioni reali

→ la lingua non è vista come un oggetto stativo, morto, ma è un organismo vivo

quindi non si tratta più di imparare frasi/parole decontestualizzate ma nel loro

utilizzo

La didattica deve ruotare attorno ad alcuni principi speciali che devono essere il

fulcro di ogni lezione:

1- contatto diretto e prolungato con la lingua per cui si deve dare ampio spazio alla

dimensione orale in modo da abituare gli studenti ai nuovi suoni

2- varietà degli esercizi

3- grammatica inventiva (dal lat. invenire): la grammatica è induttiva e la sintassi è

prioritaria rispetto alla morfologia

PALMER pubblica diverse opere di fonetica, lessicologia e manuali scolastici

Secondo lui la ripetizione è fondamentale per l’acquisizione ma deve essere graduale,

cioè deve passare da forme più note a forme meno note attraverso tappe che

stimolino le quattro abilità fondamentali:

-​ capire

-​ parlare

-​ leggere

-​ scrivere

Il lavoro didattico secondo Palmer deve essere molto accurato e il modello scelto deve

essere sempre seguito anche se nella lingua ci sono elementi regolari e altri arbitrari

che si alternano.

IL ‘900

E’ un secolo di svolta per la glottodidattica:

-​ vengono teorizzati approcci e metodi più significati sui quali si baserà la

didattica delle lingue ai nostri giorni

-​ vengono operate scelte a livello istituzionale per favorire lo studio della

L2; in particolare nel 1967 il Consiglio d’Europa vara il Modern

Language Project e nel 1992 l’UE dichiara il diritto a ricevere

l’insegnamento di almeno 2 lingue straniere

(vedi più avanti)

3- IL READING METHOD

A partire dalla prima guerra mondiale la società europea e quella americana

cambiarono. Dal punto di vista economico occorre ricordare che il forte

impoverimento della popolazione sfociato nella grande depressione portò

all’isolazionismo e quindi ad un blocco degli scambi tra i paesi. Blocco che

diviene totale anche a livello politico con lo sviluppo delle dittature

novecentesche.

Questo comportò un blocco negli studi delle lingue e la lingua parlata ne risultò

fortemente penalizzata perché la maggior parte degli affari si svolgevano

principalmente per lettera, tanto che alcuni istituti tecnici introdussero tra gli

argomenti dei corsi di lingue la corrispondenza commerciale.

Inoltre non c’era più alcun tipo di turismo internazionale e i film in lingua

straniera vennero tutti doppiati.

I corsi di laurea in lingue vennero modellati su quelli di lettere moderne con

esami di letteratura italiana e latina; la grammatica tornò ad essere al centro

dell’attenzione. Le lingue venivano considerate più pregiate se la loro

morfosintassi si avvicinava a quella greco-latina: tedesco e russo per la presenza

delle declinazioni; francese e spagnolo per la ricchezza della morfologia.

L’inglese era meno considerato perché aveva “poca” morfologia e la sintassi era

percepita come strana.

La lingua in questo momento storico non è più vista come un mezzo di

comunicazione tra i popoli, non c’è interesse per la lingua viva e parlata in

contesti pragmatici; essa diventa solo uno strumento per leggere opere

scientifiche e letterarie. Non a caso le scuole che proponevano in metodo

naturale (es. le Berlitz) vengono chiuse.

Nacque in quest’epoca un nuovo approccio: il READING METHOD

nel quale l’attenzione si concentra esclusivamente sull’abilità di lettura. Esso

esclude lo sviluppo delle competenze orali che erano il nucleo del metodo

naturale ed erano presenti anche nel metodo formalistico.

La figura dell’insegnante passa in secondo piano, non è più necessario che sia

madrelingua ma viene considerato come un dizionario/grammatica che ha solo

lo scopo di aiutare lo studente in difficoltà. Il docente diventa un facilitatore

che ha uno scarsissimo ruolo formativo fungendo da dizionario e repertorio

grammaticale vivente e venendo incontro alle domande degli studenti e alle loro

difficoltà

LA SVOLTA

Con l’ingresso in guerra degli USA ci si rende conto che a causa

dell’isolazionismo e del reading method nessuno capiva più le lingue dei paesi

coinvolti nel conflitto. L’America veniva così privata di uno strumento che la

Difesa definì strategico: la padronanza delle lingue vive.

Gli USA cercarono di recuperare terreno con azioni diverse:

1- utilizzo di una psicologia dell’apprendimento elaborata negli anni ‘30: il

neocomportamentismo secondo il quale l'apprendimento è il risultato di una

serie ripetitiva di stimolo-risposta, seguita dalla conferma o dalla correzione

Il maggior psicologo del tempo, Skinner, offrì uno strumento didattico

all’ASTP Army Specialized Training Program, un progetto partito nel 1943 e

realizzato dall’esercito per preparare il personale che doveva essere impiegato

nelle nazioni alleate

2- la formulazione di una teoria linguistica tassonomica con Whitney e

Bloomfied : tende ad un’analisi delle componenti minime della lingua e si

adatta ad essere inserita nelle sequenze stimolo-risposta di Skinner

3- uso degli immigrati (spesso professori fuggiti a causa delle leggi razziali)

capaci di fornire modelli di lingua autentica per le batterie di pattern drill

ovvero per gli esercizi strutturali di Skinner e di coprire quel terzo di

programma che l’ASTP chiamò area studies che segnarono l’ingresso della

dimensione culturale nei corsi di lingua straniera

4- uso del giradischi per registrare pezzi di lingua con la giusta pronuncia e la

corretta intonazione in modo da lasciare lo stimolo allo studente e il tempo

perché egli possa rispondere per poi ascoltare la versione corretta

Alla fine della seconda guerra mondiale l’inglese parlato negli USA divenne la

lingua di comunicazione tra i paesi del blocco occidentale, dopo la caduta dei

regimi dell’est, l’inglese divenne la lingua della globalizzazione

Negli anni ‘50 le conoscenze e le esperienze dell’ ASTP influirono sulle opere di

ROBERT LADO che fondò a Georgetown una Faculty of languages and

linguistics. Egli fu uno dei maggiori esponenti della linguistica contrastiva che

propone un rigoroso confronto tra L1 e L2 e sulla base di simmetrie e

dissimetrie cerca di predire le zone di difficoltà per lo studente per mettere in

atto metodologie e strategie adeguate

4- APPROCCIO STRUTTURALISTICO

è il risultato dell’interazione tra la linguistica tassonomica e la psicodidattica

comportamentista che vede l’apprendimento come il risultato di una serie

ripetitiva di pattern drill.

Prende il nome dalle microstrutture di Bloomfield scelte dall’analisi contrastiva

di Lado e calate nei pattern drill (=sequenze di stimolo-risposta-conferma

presentate con ritmo incalzante al fine di privilegiare la memorizzazione).

I pattern drill sono di tre tipi:

1- sintagmatici: modificano la struttura del sintagma, es. io mangio → io ho

mangiato

2- paradigmatici: legano nella memoria ad esempio un oggetto e un verbo. es. io

mangio, mela → io mangio una mela

3- combinati: prevedono sequenze più complesse, es. io mangio ieri pera → io

ieri ho mangiato una pera

Sono esempi che vengono usati fino a tutti gli anni ‘70 in ogni metodo basato

sull’approccio strutturalistico. Poi vengono abbandonati almeno in apparenza,

in realtà rimangono nei manuali mimetizzati all’interno di situazioni che ne

giustificano la ripetitività.

L’approccio strutturalistico tramonta bruscamente alla fine degli anni ‘50 da un

lato per l’attacco di Chomsky al modello comportamentista, dall’altro per

l’evoluzione del pensiero di Lado anche ad opera della sociolinguistica (che

nasceva in quegli anni), le microstrutture linguistiche non hanno senso se non

in una situazione sociale.

5- APPROCCIO COMUNICATIVO

Tra il 1962 e il 1972 cambiò radicalmente l’idea di cosa fosse una lingua e di

cosa significasse conoscere una lingua:

-​ nel 1962 AUSTIN ribadì la finalità pragmatica della lingua

-​ nel 1967 il Consiglio d’Europa lanciò il Modern Language Project

coordinato da TRIM

-​ nel 1969 SEARLE pubblicò Speech Acts

-​ nel 1972 DELL HYMES propose la nozione di competenza

comunicativa

Con Austin e Searle il focus non è più “come è fatta la lingua” ma &

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gioemarta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottodidattica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Melazzo Roberta.