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CATEGORIA DI FOLIAZIONI:
Le foliazioni sono associate allo sviluppo delle pieghe e si chiamano FOLIAZIONI DI PIANO ASSIALE DELLE PIEGHE.
CATEGORIA DI LINEAZIONI:
- LINEAZIONE DI ESTENSIONE: determinata dalla tendenza a formarsi di minerali lungo direzioni preferenziali;
- LINEAZIONI DI INTERSEZIONE: intersezione tra superfici.
FOLIAZIONI TETTONICHE (foliazioni secondarie)
Possono avere organizzazioni diverse:
- Livelli a diversa composizione mineralogica;
- Livelli con diversa dimensione dei minerali;
- Discontinuità planari, come superfici di fratturazione;
- Orientazione dei minerali;
- Alternanza composizionale e orientazione dei minerali, come combinazione di diverse situazioni.
Nell'immagine possiamo osservare delle variazioni di colore, indice di fasi mineralogiche diverse. Perciò ci possiamo aspettare di avere anche a che fare con una diversa composizione nelle varie foliazioni secondarie, che si rifletterà direttamente sulla struttura macroscopica della roccia.
Inoltre...
Potremmo avere a che fare con orientazioni e forme dei minerali differenti, ma per determinare questo dovremmo avvicinarci ad osservare ulteriormente.
24 Geologia IFOLIAZIONI DI PIANO ASSIALE: foliazioni associate alla piega che si formano contemporaneamente alla deformazione duttile. È data da superfici assiali della piega che possono formare un ventaglio convergente verso il nucleo (quindi piani di foliazioni leggermente inclinati rispetto al piano assiale) della struttura o un ventaglio convergente verso l'alto e divergente verso il basso. La formazione di una di queste due strutture è direttamente relazionata alla composizione della roccia stessa: questo fenomeno è detto RIFRAZIONE DELLA FOLIAZIONE. Ad esempio, possiamo avere alternanza di livelli pelitici e quarzitici. In base alla composizione abbiamo una densità di foliazione differente e convergenze e divergenze praticamente invertite. Inoltre, lo sviluppo della foliazione è omogeneo nel.
livellopelitico e concentrata in zona di cerniera nel livello quarzitico, dovuta alla rigidità della fase mineralogica. In generale, si parte da una successione di livelli piano-paralleli, si ha una successiva compattazione dovuta al carico litostatico per poi applicare un campo di stress orientato che deformano le iniziali fasi piano parallele ad un angolo decrescente. Contemporaneamente a questo processo abbiamo la formazione di lineazioni parallele ai piani di foliazione (in tratteggio in B e C). Man mano che aumenta l'intensità di deformazione diminuisce l'angolo della piega e contemporaneamente si ha un aumento della densità dei piani di foliazione.
Vediamo disegnata una piega di dimensioni centimetriche in cui si osservano i piani di foliazione e la sezione ortogonale all'asse della piega, in cui si evidenzia il grado di deformazione variabile dai fianchi, minore, alla cerniera, massima.
Lorenzo Adami 25
TERMINOLOGIA FOLIAZIONI DI PIANO ASSIALE:
CLIVAGGIO: minerali derivati dalla riorganizzazione interna della roccia non sono visibili ad occhionudo. Si usa clivaggio per le sedimentarie e metamorfiche di basso grado. Si distingue in CLIVAGGIO DI FRATTURAZIONE, dato da singole superfici molto spaziate che corrispondono a piani di frattura, e in CLIVAGGIO DI CRENULAZIONE, andando avanti con la deformazione;
2. SCISTOSITÀ: i minerali sono visibili ad occhio nudo. Si usa il termine scistosità per rocce metamorfiche di medio e alto grado. Difatti, il processo cronologico è il seguente (considerando che possiamo trovare i passaggi intermedi):
- Stratificazione, strato indeformato
- Stratificazione + clivaggio di frattura, inizia il processo deformativo e si formano singoli piani molto spaziati (condizioni di bassa temperatura e basso grado);
- Clivaggio di crenulazione, diminuisce l'angolo delle pieghe e aumenta l'intensità della foliazione di piano assiale e diminuisce la sua spaziatura;
- Clivaggio continuo,
Osserviamo una sola foliazione. In poche parole, man mano che aumenta l'intensità della deformazione aumenta la densità delle foliazioni fino a costituirne una unica. A tal punto non abbiamo notizie e informazioni sulle foliazioni iniziali.
Nell'immagine si vede una piega ben evidente nelle sue componenti geometriche. Troviamo alternanza di livelli di diverso colore e quindi di composizione diversa. Le superfici che incidono formano un ventaglio convergente verso il basso rispetto al piano assiale (in direzione della concavità).
Un'altra immagine di stratificazione di rocce sedimentarie: si vede lo sviluppo della foliazione e la variazione di densità di foliazione a seconda della composizione per il fenomeno di rifrazione della foliazione. Si nota infatti il cambio di orientazione della foliazione.
SCISTOSITÀ IN MARMI E MICASCISTI: non è più visibile la stratificazione originaria perché siamo in condizioni di medio-alto grado.
La struttura si riorganizza completamente ma possiamo osservare l'organizzazione metamorfica.
RELAZIONE PIEGHE - FOLIAZIONI
La foliazione del piano assiale fa un angolo con il livello piegato. In pieghe isoclinali i rapporti angolari fra la foliazione di piano assiale e la superficie piegata variano dalla cerniera ai fianchi:
- In cerniera angoli di 90°, quindi ben distinguibili tra di loro
- Nei fianchi angoli di 0°. Vedo una sola superficie oppure due superfici parallele
Trasposizione della foliazione: fenomeno per cui in pieghe isoclinali si passa da una situazione di ortogonalità ad una di parallelismo. Nell'esempio si può osservare un'alternanza di colore e quindi una certa stratificazione. Nel livello di colore rosso si sviluppano le superfici di foliazioni, poco visibili nel livello verde. Le superfici diventano parallele sui fianchi e ortogonali sulla cerniera.
Lorenzo Adami
TETTONICA DELLE PLACCHE
È la teoria su cui si fonda
Oggi la spiegazione di tutti i fenomeni geologici, manifestabile oltretutto in tutte le strutture tettoniche già viste. La litosfera è suddivisa in placche mobili che si muovono l'una rispetto all'altra sopra uno strato a bassa viscosità alla base del mantello superiore (astenosfera) di diverse centinaia di chilometri che si comporta come se fosse un fluido in tempi molto lunghi. Al disopra stanno le PLACCHE TETTONICHE, sistemi rigidi dal movimento indipendente l'una dall'altra. La TETTONICA A PLACCHE è quindi quella teoria che descrive il movimento e le varie interazioni tra le placche. È una teoria UNIFICANTE in quanto permette di riunire tutti i fenomeni geologici in larga scala in un quadro unitario.
Le placche principali sono 7, a cui si aggiungono placche minori:
- Eurasiatica;
- Nordamericana;
- Sudamericana;
- Africana;
- Indo-Australiana;
- Antartica;
- Pacifico.
NB: In rosso, i confini tra le varie placche, marcati da
Un'ingente attività vulcanica e terremoti. Il luogo di interazione di diverso tipo tra placche, quindi, sono le zone di massima concentrazione di attività vulcanica e sismica.
PRIMI CONCETTI relativi ai movimenti della crosta terrestre: le prime teorie furono fondate da Giordano Bruno nel XVI secolo, poi ripresi da Kelvin nel XIX secolo. Era una teoria iniziale che andava a spiegare la morfologia della terra, con alti e bassi morfologici (monti e fondali): si partiva da una Terra molto calda che progressivamente raffreddandosi determinava una contrazione volumetrica non omogenea in ogni punto. Così si spiegava inizialmente la presenza di zone rilevate e zone depresse. Il problema era che la presenza di organismi fossili già conosciuti all'epoca non rendeva possibile il verificarsi di temperature iniziali così elevate in quanti ostacolanti alla vita e non realistiche. Era quindi una teoria fortemente accettata all'epoca ma abbastanza
immaginabile e non dimostrabile. Per questo fu esclusa. Al suo posto una nuova teoria prese posto: la TEORIA DELLA SEPARAZIONE DEI CONTINENTI. L'autore fu Francis Bacon nel XVII secolo: osservò la geometria dei margini dei continenti, in particolare quelli dell'Africa Occidentale e del Sudamerica. Utilizzando il limite della piattaforma continentale possiamo vedere che i due profili coincidevano con delle zone di sovrapposizione e zone di distacco. Questo fenomeno fu osservato anche nell'atlantico settentrionale tra il Mare di Barents e la Groenlandia. Tale coincidenza tra margini rappresentava una prima prova importante.
Passano due secoli, nella metà del XIX secolo Antonio Snider-Pellegrini ipotizza una frammentazione e separazione delle Americhe, inizialmente saldate all'Europa e all'Africa con conseguente allontanamento delle placche. Questo fenomeno fu attribuito ad una serie di eventi catastrofici, l'ultimo dei quali il diluvio universale.
Non ci sono ancora dati analitici tali da poter dimostrare uno spostamento del genere, da qui appunto la teoria catastrofistica.
Geologia IIl grande passo lo fa Eduard Suess nel 1904 che propone l'esistenza iniziale di un super continente che chiama GONDWANA e ipotizza un processo di differenziazione all'interno della Terra, continuando però ad ammettere sollevamenti e subsidenza secondo la teoria di contrazione termica.
La teoria effettiva viene formulata pochi anni dopo da Alfred Wegener nel 1912. Lui chiama PANGEA il super continente iniziale circondato da un unico oceano. Formulal'ipotesi della DERIVA DEI CONTINENTI, partendo questa volta da dati analitici, dal parallelismo delle coste di Africa e Sudamerica e mediante prove geologiche, paleontologiche e paleoclimatologiche a supporto del modello della deriva dei continenti.
QUALI SONO QUESTE PROVE?
- PROVE PALEONTOLOGICHE: si distribuisce schematicamente nella Pangea in cui sono racchiusi i 5 continenti delle specie
faunistiche efloristiche. I geologi dell'epoca iniziarono a trovare e classificare i vari fossili dei cinque continenti e questo permetteva di avere un certo numero di dati importanti. Alcune specie si trovavano in continenti diversi. Il Glossopteris era una pianta i cui resti sono stati ritrovati in tutti i continenti, sinonimo del fatto che una volta erano tutti insieme. Così come il Mesosauro, un rettile anfibio che si trova sia in Sudamerica sia in Africa: è abbastanza improbabile che abbia attraversato l'oceano a nuoto nonostante fosse una specie anfibia.
2. PROVE PALEOCLIMATICHE: la presenza di una calotta glaciale che copriva tutto l'emisfero meridionale a 300Ma: rimettendo insieme tutti i vari blocchi, questi venivano caratterizzati da depositi glaciali del Carbonifero superiore e tali resti