Spazio vettoriale
Definisco uno spazio vettoriale su un campo K, l'insieme V di vettori dotato delle operazioni di somma e prodotto per uno scalare.
Teorema: proprietà elementari di uno spazio vettoriale
Sia V uno spazio vettoriale, allora ∀v∈V e ∀λ∈K, vale
- il vettore nullo v0 è unico
- l'opposto -v di v è unico
- 0·v = 0
- λ·0 = λ·0v
Dimostrazione:
- Siano o e ò due vettori nulli allora o = o1 = ò1, cioè o = ò e quindi il vettore nullo è unico.
- Siano a e b entrambi opposti di v si ha che a + v = o e b + v = o, quindi a + v = b + v per la proprietà associativa (a + v) + b = o + b = b e quindi l'opposto è unico.
- Si ha che v + (o + o) = o + v = o + v e sommando = o si ha: o = ov.
Sottospazio vettoriale
Sia W un sottoinsieme dello spazio vettoriale V, t.c. w ∈ V, diremo che W è un sottospazio vettoriale di V se soddisfa:
- W ≠ ø
- W è chiuso rispetto alla somma
- W è chiuso rispetto al prodotto per uno scalare
Teorema: intersezione di sottospazi
Siamo S1 e S2 due sottospazi di V, allora S1 ∩ S2 è ancora un sottospazio.
Dimostrazione: Verifica della definizione
- S1 ∩ S2 ≠ ø perché per definizione ø ∈ S1, S2
- Chiuso rispetto alla somma.. v1 e v2 ∈ S1 ∩ S2 => v1, v2 ∈ S1, che è un sottospazio e quindi vi + vj ∈ S1, ragionamento analogo per S2 quindi si ha v1 + v2 ∈ S1 e v1 + v2 ∈ S2 => v1 + v2 ∈ S1 ∩ S2.
- Chiuso rispetto al prodotto.. S1 ∩ S2, allora v ∈ S1 e per ipotesi λv è S1, ∀λ∈ℝ, lo stesso vale per S2, quindi λv ∈ S2 e λv ∈ S1 allora λv ∈ S1 ∩ S2.
Teorema: somma di sottospazi
Siano S1 e S2 due sottospazi di V, allora la loro somma S1 + S2 è ancora un sottospazio.
Dimostrazione: Verifica della definizione
- S1 + S2 ≠ ∅, per ipotesi ∅ ∈ S1 e ∅ ∈ S2, quindi si ha ∅ = ∅ + ∅ ∈ S1 + S2
- Chiuso rispetto alla somma. Sia ω1 + ω2 ∈ S1 + S2 e ω' + ω'2 ∈ S1 + S2, si ha che:
- (ω1 + ω2) + (ω'1 + ω'2) = (ω1 + ω'1) + (ω2 + ω'2) e poiché ω1 e ω'1 ∈ S1 e ω2 e ω'2 ∈ S2 e quindi:
- (ω1 + ω'1) ∈ S1 e (ω2 + ω'2) ∈ S2 e (ω1 + ω'1) + (ω2 + ω'2) ∈ S1 + S2.
- Chiuso rispetto al prodotto. Sia ω1 + ω2 ∈ S1 + S2 e λ ∈ ℝ, allora (λω1 + λω2) ∈ S1 + S2 dato che λω1 ∈ S1 e λω2 ∈ S2.
Proposizione
- S1 ∩ S2 è il più grande sottospazio contenuto in entrambi.
- S1 + S2 è il più piccolo sottospazio che contiene entrambi.
Teorema Somma diretta di sottospazi
Sia V uno spazio vettoriale e S1 e S2 due sottospazi di V. Se ho che
- S1 + S2 = V e
- S1 ∩ S2 = {0}
Dimostrazione
Suppongo che la somma sia diretta, cioè che S1 ∩ S2 = {0}, se esistesse un v ∈ S1 + S2 t.c.v = v1 + v2 = v1' + v2', non verificherebbe la definizione. Allora sia per ipotesi che:
- v1 - v1' = v2 - v2' ∈ S1 e S2 e quindi v1 - v1' ∈ S1 e se v2 - v2' ∈ S2
- e so perché S1 ∩ S2 = {0} quindi v1 - v1' = 0 e quindi v1 = v1' e v2 = v2' e quindi v si scrive in modo unico.
Combinazioni lineari
Sia V uno spazio vettoriale t.c. (v1, ..., vm) ∈ V e siamo (λ1, ..., λm) ∈ ℝ scalari, allora il vettore ω si può scrivere come ω = λ1v1 + λ2v2 + ... λmvm e si definisce ω come combinazione lineare di (v1, ..., vm) con scalari (λ1, ..., λm).
Spazio vettoriale generato
Sia V uno spazio vettoriale generato e {v1, ..., vm} un insieme di vettori di V, il sottospazio generato da {v1, ..., vm} è l'insieme di tutte le loro combinazioni lineari e si indica con ⟨v1, ..., vm⟩ o span{v1, ..., vm}.
Dimensione
Il numero di elementi di una base costituisce la dimensione dello spazio vettoriale e si indica con dim(V), quando tale numero è finito, cioè V è generato da un numero finito di vettori, allora V si dice di dimensione finita.
Lemma di Steinitz
Sia B={v1,...,vm} una base finita di V e X={w1,...,wm} un sottoinsieme ind. di V, allora m ≤ n, cioè in uno spazio vettoriale di dimensione finita il numero di vettori lin. ind. che appartengono a un sistema libero non può mai superare la dimensione, cioè m ≤ dim(V).
Teorema di equipotenza delle basi
Tutte le basi di uno stesso spazio vettoriale finitamente generato hanno lo stesso numero di elementi (stessa dimensione).
Dimostrazione
Siano B1 e B2 due basi di V t.c. B1={v1,...,vm} e B2={w1,...,wm}, suppongo per assurdo che m ≥ m, allora io scelgo B1 in quanto base è linearmente indipendente, se vado ad aggiungere m-m vettori di B2, poiché B1, insieme indipendente massimale, avrò che i vettori ottenuti sono lim. dipendenti e ho raggiunto l'assurdo. Avrò necessariamente n=m.
Corollario
Se X è un sottoinsieme di V t.c. X è formato da m=dim(V) <∞ vettori, allora valgono:
- X è una base
- X è un insieme di generatori
- X è indipendente
Teorema della dimensione
Sia F: V -> W un'app. lineare, allora dim(V) = dim(Ker) + dim(Im).
Dimostrazione
Sia B una base del Ker, per il Teorema del completamento possiamo completare B = {u1, u2, ..., ur} con r < n = dim(V) a una base di V e posso farlo perché u1, u2, ..., um sono lin. indipendenti per ipotesi, quindi avrò B1 = {u1, ..., uR, vR+1, ..., vn} (base di V).
Ora so che le immagini dei vettori sono un sistema di generatori per Im(F) ovvero:
Im(F) = {F(u1), F(u2), ..., F(uR); F(vR+1), ..., F(vn)} e essendo {u1, ..., uR} una base del nucleo si ha che F(u1) = F(u2) = ... = F(uR) = 0 allora Im(F) = {F(vR+1), ..., F(vn)}, adesso devo mostrare che {F(vR+1), ..., F(vn)} sono indipendenti:
λR+1F(vR+1) + ... + λnF(vn) = 0 e per la linearità riscrivo: F(λR+1vR+1 + ... + λnvn) = 0 cioè si ha che λR+1vR+1 + ... + λnvn ∈ Ker(F) e quindi può essere espresso come comb. lineare di B:
λR+1vR+1 + ... + λnvn = α1u1 + α2u2 + ... + αRuR + vR+1 + ... + λnvn = 0 e questa altro non è che una comb. lineare di B1 di V e quindi dovrà essere necessariamente λi = 0.
Isomorfismo
Un'app. lineare F: V -> W si dice isomorfismo se è invertibile (iniettiva e suriettiva) e due spazi vettoriali V e W si dicono isomorfi se esiste un isomorfismo F: V -> W allora si dice che V è isomorfo a W: V ≅ W.
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