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ECO MUSEI:
sono Territori che hanno una valenza territoriale molto forte che hanno un’attrattività nei confronti dei
turisti, ma perché si chiamano così? Perché anche se un territorio è molto attrattivo, il territorio è parte
integrante della comunità. Gli eco musei hanno un’origine francese. Museo del territorio visto dal
punto di vista dinamico, ma non sono negati processi di trasformazione che possono garantire alla
località di attuare segni.
È sempre la comunità umana il fattore di differenziazione territoriale. Secondo il possibilismo la
regione è la stessa nonostante in quest’ultima ci siano due tipi di comunità diverse. (esempio attuale;
Liguria)
Quando si parla di geografia possibilista la geografia
diventa:
- IDIOGRAFICA: La geografia come scienza
idiografica: attenta ai particolari, agli elementi
minuti, non una scienza di sintesi ma una
scienza che entra nel particolare perché vuole
capire le differenze dei territori.
- COROGRAFICA: Nel momento in cui la
geografia considera i territori, come
espressione di identità, come elementi unici, a
quel punto la geografia diventa una scienza
corografica, cioè di descrizione della regione,
il massimo che si può analizzare, interpretare
come estensione territoriale è la regione. Essa può essere fatta da più caratteristiche, ma sarà
comunque questo.
La regione è considerata come un organismo unico, irripetibile, estensione del genere di vita. Per i
possibilisti la regione non è che l’estensione di un genere di vita, e appena ci sarà una comunità
umana diverse ci sarà una nuova regione.
Questi concetti però sono importati perché ci fanno vedere il territorio come concetto plasmato dalla
cultura, dall’identità, dalla storia, visione attuale, moderna. La geografia ha come obiettivo quello di
riscattare il patrimonio identitario, che oggi è molto importante per il turismo con le forme
diversificate. È importante la gestione del patrimonio culturale all’interno del paesaggio. Il paesaggio
tutela e il patrimonio è il contenitore. Convenzione europea del 2000 ma in geografia si parlava del
paesaggio già da molto prima.
TIPOLOGIE DI PAESAGGIO
A differenza del determinismo con focalizzazione sull’aspetto del substrato fisico, il possibilismo dice
che il paesaggio diventa:
- Paesaggio di bonifica
- Paesaggio prodotto dall’incastellamento (ad esempio
legato al medioevo)
- Paesaggio agrario a campi aperti di matrice germanica
- Paesaggio modellato della centuriazione romana
- Paesaggio di colonizzazione
- Paesaggio dell’industrializzazione
- Paesaggio del turismo di massa
- Paesaggio metropolitano
- Ecc.…
Sono tutti Paesaggi che sono collegati a certi momenti storici precisi che hanno influito quel contesto.
Oppure i paesaggi del turismo di massa, fortemente condizionati dalla costruzione di strutture
specifiche. Paesaggi plasmati per il turismo.
Da questo elenco: il paesaggio non ha valenza estetica, ciò lo si vede nella convenzione europea che
parla di paesaggi quotidiani e anche, addirittura paesaggio degradato, perché qualsiasi paesaggio va
tutelato e migliorato se è degradato.
La storia e l’antropologia sono le discipline che il possibilismo vede come divenire storico.
E QUAL È L’ELEMENTO CHE DIFFERENZIA LA GEOGRAFIA DALLA STORIA E L’ANTROPOLOGIA?
In realtà proprio il padre del possibilismo, parla della geografia come scienza dei luoghi e non degli
uomini, perché essa studia le forme presenti sul territorio, non studia il genere di vita, il divenire
storico perché queste sono oggetto d’indagine della storia e della antropologia, questo perché essa
implementa queste forme, ma che impatto hanno sul territorio queste ultime. Si parte da quello che è
georeferenziabile che dà segni che vengono interpretati come prodotto di un divenire storico e come
un determinato genere di vita. Altrimenti il territorio diventa come un insieme di segni che tra loro non
possono trovare una spiegazione, una relazione.
- FUNZIONALISMO: COSA SI INTENDE PER LA FUNZIONE DEL TERRITORIO? le attività
→
turistiche di un territorio, che rispondono alle esigenze di un territorio.
QUANDO SI PARLA DI FUNZIONALISMO, IL TERRITORIO DA CHE PUNTO DI VISTA LO SI VEDE IL
TERRITORIO?
Dal punto di vista dell’economia, delle relazioni economiche, in geografia si parla di relazioni
funzionali che mettono in correlazione tutti i territori, in base alla statistica, all’informatica. Se il
territorio viene visto come il prodotto delle funzioni dell’economia, delle attività e dei servizi si ha
bisogno di software su base quantitativa. Il funzionalismo è la corrente che si oppone al possibilismo,
non parla di paesaggio, non lo considera.
- GEOGRAFIA SISTEMICA: la regione non è più l’esistenza di uno genere di vita ma la sua
esistenza deriva da un polo urbano, un unico elemento che è un’evoluzione della geografia
funzionalista, perché va a scardinare questa funzione gerarchica, mentre nella geografia
sistemica il territorio non viene visto con una gerarchia così sistemistica.
- GEOGRAFIA MARXISTA ED ECOLOGISTA: correnti che si sviluppano nel periodo degli anni 70
dove il funzionalismo ha un blocco, un crollo che non regge definitivamente con il ritmo degli
anni 90, perché esso aveva negli anni 50-60 aveva il boom economico e negli anni 90 invece ci
si pone il problema della sostenibilità. Gli Anni 70 rispondono ad una serie di catastrofi che
fanno si che ci si prepara, agli eventi futuri.
- Anni 70-80 periodo di deindustrializzazione (che ha poi portato ad un cambiamento
discontinuo): processo di crisi industriale che comporta anche la disoccupazione di larghe
fasce della popolazione, con cambiamento discontinuo. Esso nei grandi poli urbani cosa ha
portato? Alla netta crisi e chiusura di moltissimi impianti industriali, dove la crescita
competitiva di una città veniva visto come crescita competitiva industriale. Le industrie si
delocalizzano nel resto del mondo dove la manodopera e i costi di trasporto costano meno.
- Cambiamento discontinuo (di cui parla la GEOGRAFIA SISTEMICA): è una fase di frattura
rispetto al cambiamento continuo, da un cambiamento con sempre più industrie, da un
occupazione in crescita si avrà ad un certo punto un blocco dove si ferma tutto, che porterà
alla chiusura di diversi impianti industriali, che genererà una fase di forte di crisi da cui però
nascerà e si originerà (dopo un po’ di tempo) una nuova forma di competitività di queste città
che vedrà nella cultura, nel turismo, nel patrimonio cultuale e nelle sue attività la nuova strada
per la competitività urbana.
- GEOGRAFIA MARXISTA: corrente molto indicata verso una corrente politica, corrente che
portano alla città come luogo di tensioni sociali, città non vista più come centro storico
dell’identità della popolazione, ma il luogo in cui si materializzano le tensioni sociali, e anche i
quartieri riflettono quelli che vengono individuati in geografia come le classi socio spaziali,
che riflettono la classe socio-spaziale che li abita.
teoria centro periferia: sostiene che ogni territorio piò essere letto secondo questa
prospettiva,(di queste correnti come la geografia marxista) che non è identitaria perché in ogni
territorio ce un centro dove si localizzano le classi più influenti e poi zone dove non ci sono
queste attività, teoria che viene vista sia a livello metropolitano (in metropoli, in centro e in
periferia) a scala regionale (centro – periferia), oppure a livello nazionale quindi nord, centro e
sud Italia, ecc. teoria adottata a scale territoriali diverse. Qui non si parla di cultura.
- GEOGRAFIA ECOLOGISTA: visione legata agli impatti delle visioni antropiche sull’ambiente,
dove l’uomo e la comunità umana viene vista come agenti che distruggono le caratteristiche
ambientali, che fanno perdere la biodiversità ai territori. In questi anni si sviluppano crisi
ambientali, che danno vita a pensieri più ecologici. Questi sono anni in cui viene messa in
discussione il modello di sviluppo precedente, proprio a partire dalla sostenibilità. Inizia a
prendere forma dagli anni 70 la visione dello sviluppo sostenibile che in qualche modo tende
ad avere un’armonia tra la tutela dell’ambiente e la produttività (crescita economica).
- NUOVA GEOGRAFIA CULTURALE: anni 90 paragonata all’araba fenice. Le ceneri vengono
paragonati alle diverse correnti che sono nate da quest’ultima. (il GIS è nato nell’ambito del
funzionalismo). Tutti orientamenti utili per portare avanti, per l’avanzamento di quello che
abbiamo oggi.
- GEOGRAFIA DELLA PERCEZIONE: è una corrente che va a sviluppare ulteriormente le
precedenti correnti.
“monumento e simbolo”. Qualsiasi monumento che emerge nel territorio, termine che si trova
→
ovunque, non ha un valore soltanto perché è un monumento ma perché è un simbolo per la
comunità del territorio. Ha un valore perché ha dei significati, che vengono espressi per la
comunità, ma questi significati non sono uguali nel tempo perché vengono espressi in modo
diversamente durante tutto l’arco temporale. Gli elementi territoriali non solo hanno una valenza,
ma anche un valore perché sono carichi di significati e glieli attribuisce la comunità stessa locale.
Significati molteplici.
Secondo la geografia della percezione è importante dare la forma, ma bisogna analizzarne i
significati che nasconde. Non si parla della realtà in maniera così com’è geograficamente parlando,
ma la realtà in secondo piano perché la comunità gli dà dei significati. Non si guardano più gli oggetti
nella loro materialità ma quello che significano per la comunità locale.
Cartografare è la base di ogni analisi geografica. Lo strumento d’indagine non diviene più la carta
geografica con gli elementi geo riferiti, con una certa forma e distribuzione, ma dire che l’elemento più
importante è utilizzare i dati statistici, dei dati geografici è errato.
Processo di patrimonializzazione: processo con cui un elemento diviene patrimonio, perché esso
viene visto come elemento in cui identificarsi e per questo vuole essere tutelato e protetto. Non tutto è
patrimonio.
Lo strumento di indagine della geografia della percezione non è più la cartografia, e i dati statistici ma i
questionari. Da un lato ci sono gli elementi concreti del territ